Ute: Il bestiario impossibile di Toti Scialoja – Il clavicembalo col piano e forte

Antonio (detto Toti) Scialoja è nato a Roma nel 1914 e, dopo essersi dedicato agli studi di giurisprudenza, sente di essere più attratto dall’arte che dal diritto. Nei salotti romani conosce gli artisti più noti del suo tempo, ai quali dedica una poesia costruita sui loro nomi, e si cimenta nella pittura dipingendo nature morte, ottenendo gli elogi di pittori come Gattuso e Brandi.

Si dedica anche alla scenografia di opere teatrali, ma la guerra e la censura pongono termine a questa sua attività e Toti si unisce ai partigiani.

Alla fine della guerra si dedica alla poesia ispirandosi ai favolisti antichi (Fedro), ma le sue brevissime favole in rima non hanno la pretesa di insegnare nulla, sono spesso giochi di parole ricchi di assonanze e allitterazioni, che suscitano un sorriso.

Negli anni ’70 del novecento si dedica nuovamente alla pittura dopo aver studiato gli artisti statunitensi; insegna poi all’Accademia d’Arte Romana basandosi non sulla teoria, ma sulla pratica della pittura.

Il prof Creuso non si smentisce mai e riesce sempre a stupirci proponendo argomenti molto originali e insoliti; questa volta inoltre si è fatto aiutare nella lettura delle poesie dalla bravissima Lisa Goldoni, che ha saputo interpretare con garbo e con estrema efficacia i versi dello Scialoja, di cui copio e incollo qui sotto qualche esempio:

«Una zanzara di Zanzibar / andava a zonzo, entrò in un bar, / “Zuzzerellona!” le disse un tal / “Mastica zenzero se hai mal di mar».

«Questa sarta tartaruga / fa modelli in cartasuga, / sotto gli occhi ha qualche ruga / con due foglie di lattuga / se le bagna, se le asciuga, / ma non sogna che / la fuga».

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IL CLAVICEMBALO COL PIANO E IL FORTE: storia di uno strumento rivoluzionario- Noi dell’UTE di Erba conosciamo il M°. Scaioli da molto tempo come valente pianista che accompagna le lezioni-concerto dei nostri amatissimi docenti Maria Rosaria Cannatà e Vincenzo Petrucci; oggi però lo abbiamo conosciuto nella veste di relatore e docente. Infatti ci ha accompagnato attraverso il tempo per ricostruire la storia del pianoforte moderno.

Gli antenati di questo strumento sono tantissimi e il primo di essi, il salterio, risale addirittura a 8 secoli prima di Cristo. Era uno strumento che veniva suonato pizzicando le sue corde con le dita o percuotendole con un “martelletto”. Passarono molti secoli e nel XV secolo fu inventata la spinetta che era provvista di una tastiera attraverso la quale veniva azionata la penna che pizzicava le corde. Molto simile era anche il virginale (nato in Inghilterra) del secolo successivo, il quale però era inserito in un mobile di legno di elegante e raffinata fattura. Tra il 1600 e il 1700 si diffonde il clavicembalo, strumento molto usato nella musica barocca simile nella forma a un moderno pianoforte a coda, ma non consentiva di variare l’intensità dei suoni. Ecco perciò che fi costruito il clavicordo, le cui corde venivano percosse da martelletti sensibili al tocco più o meno intenso del musicista. Era lo strumento preferito da Bach, ma era molto piccolo.

Nel 1702 Cristofori, un costruttore italiano di clavicembali, rivoluzionò gli strumenti a tastiera, ideando il clavicembalo col piano e il forte, ma non trasse benefici dalla sua invenzione, che fu, invece, sfruttata in Germania.

Il fortepiano, lo strumento di Mozart, Beethoven, Haydn), in voga soprattutto nel periodo napoleonico, era fatto di solo legno.

Il pianoforte moderno ha 88 tasti, di cui 52 bianchi e 36 neri; alla tastiera sono stati aggiunti tre pedali che prolungano o ammorbidiscono il suono; le corde più lunghe e spesse producono i suoni più gravi; i suoni medi vengono prodotte da due corde più sottili, mentre i suoni più alti vengono prodotti da tre corde corte.

Il M°. Scaioli ha intervallato le sue spiegazioni con l’esecuzione di brani di Mozart, Haydn, Beethoven, che hanno incantato i presenti. Quanti applausi dopo ogni brano!!

E’ stato un pomeriggio veramente delizioso.

Cum grano salis…

Cum grano salis è un’espressione che abbiamo mutuato dal latino e che invita ad agire e a valutare le situazioni con prudenza, a ragion veduta e questo ammonimento vale ancora oggi.

A volte succede infatti che, per troppo zelo, pur avendo le intenzioni migliori del mondo, si finisca per fare un danno proprio a chi si vorrebbe aiutare.

Metti che un operatore di un qualsiasi corpo di intervento (Croce Rossa, pompieri …) assista casualmente a un piccolo incidente e subito (per mostrare quanto bene ha imparato le istruzioni che gli sono state impartite durante i corsi di addestramento) si metta ad allertare tramite il 112 tutti i servizi presenti sul territorio … non sarebbe forse il caso di accertarsi prima della reale gravità della situazione e delle effettive necessità delle persone coinvolte?

Prima di tutto è un danno grave distogliere i corpi di pronto intervento da eventuali chiamate con carattere di urgenza e può essere che, per qualche motivo, proprio le persone che si volevano soccorrere si trovino a imprecare contro la iella di aver incontrato un soccorritore così zelante e con così “poco sale”

Un personaggio inquietante…

Da un po’ di tempo c’è un personaggio che mi inquieta e che turba i miei giorni: è Elon Musk.

Qui sentirete Travaglio raccontare in breve la sua storia e non credo che questo possa rasserenare, anzi … dal racconto di Travaglio esce la figura di una persona certamente geniale, ma dalla personalità complessa, contorta e per di più dedita al consumo di droghe.

Il suo immenso potere economico poteva già di per sé renderlo inquietante già prima del suo incarico al fianco di Trump, ma ora lo è ancora di più. Se poi aggiungiamo il suo scriteriato appoggio agli estremisti tedeschi mi viene da pensare con un po’ di angoscia che il suo intento sia quello di spaccare l’Europa, già così tremebonda e fragile.

Certo un’Europa unita potrebbe esercitare un’influenza importante nella politica mondiale e potrebbe contrapporsi allo strapotere di USA e Cina; è forse questo che dà fastidio a MUSK e perciò soffia sul vento della discordia e degli estremismi…

Ute: La biodiversità nel mondo animale – Culture e tradizioni africane.

Dopo averci parlato di biodiversità nel campo delle coltivazioni agricole e nelle coltivazioni orticole, oggi il prof. Pierluigi Gatti ci ha parlato di un animale tipico delle nostre zone, che ha rischiato l’estinzione, ma che ora è in netta ripresa. Si tratta della “PECORA BRIANZOLA”.

Sembra molto simile alla pecora bergamasca, ma questa è transumante, è più piccola, meno prolifica e la sua lana è meno pregiata.

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UTE: La politica coloniale – Suono, silenzio, vita

Il prof. Emilio Galli ci sta proponendo un ciclo di lezioni che riguardano i rapporti politici dell’Italia con l’Africa, con una breve deviazione nella letteratura.

Oggi ci ha parlato delle guerre coloniali volute dal regime fascista per occupare la Libia, operazione militare che si concluse nel 1931 con la conseguente impiccagione del capo dei ribelli Omar Al Mukhtar. Iniziò in seguito una politica di occupazione basata sulla costruzione di villaggi abitati da coloni italiani.

Nel 1934, dopo aver instaurato buoni rapporti con Francia e Inghilterra, Mussolini si preparava ad attaccare l’Etiopia, che aveva un glorioso secolare passato di monarchia indipendente e poteva vantare una buona organizzazione amministrativa, e un esercito regolare di tutto rispetto e un abile sovrano (il Negus Hailé Selassié). Nel mese di dicembre ordinò di procedere all’attacco. Le forze militari italiane erano molto più numerose e meglio armate rispetto all’esercito etiope, ciononostante, dopo i primi successi, le conquiste si arenarono e, per sbloccare la situazione Mussolini sostituì il generale De Bono con Badoglio che fu autorizzato ad usare gas soffocanti, vescicanti, tossici anche sui villaggi abitati da civili e furono compiute atrocità e massacri a lungo taciuti. Il 5 maggio 1936 Badoglio entrò ad Addis Abeba, mentre il Negus fuggiva.

Allo scoppio della II Guerra Mondiale, le truppe italiane in Libia attaccarono l’Egitto, ma con scarso successo fino a quando arrivò Rommel; nel 1942 però le truppe italiane e quelle di Rommel furono sconfitte nella battaglia di El Alamein e nel 1943 la Libia non fu più colonia italiana.

Alla fine della guerra, la Repubblica Italiana ripudiò le guerre coloniali e diede il via a un’azione di propaganda che dipingeva un quadro edulcorato di quel periodo storico sotto lo slogan “italiani, brava gente” , idea che solo negli ultimi tempi gli storici hanno confutato portando alla luce le atrocità commesse dai soldati italiani in terra d’Africa.

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SUONO, SILENZIO, VITA – Oggi una variazione di programma ci ha consentito di assistere a una lezione tanto insolita quanto inaspettata. Il prof. Marco Colombo ci ha innanzitutto spiegato la differenza tra suono, che produce una sensazione piacevole, e rumore (che produce una sensazione sgradevole e fastidiosa). E’ seguita la descrizione delle caratteristiche dei due fenomeni e quindi si è parlato di silenzio, inteso non solo come assenza di suoni e rumori, ma come silenzio consapevole che può avere valenza terapeutica. La consapevolezza è lo stato mentale vigile che consente di “osservare” le nostre esperienze nel presente, momento per momento: vivere rievocando il passato o anticipando il futuro può portare solo angoscia.

E’ seguito un momento abbastanza prolungato di “pratica respiratoria”: ad occhi chiusi e nel silenzio più assoluto i presenti sono stati invitati a sperimentare un metodo di respirazione corretta, tramite il diaframma.

Davvero una lezione insolita, ma interessante.

A carte scoperte.

Circa sei mesi fa avevo segnalato quale fosse la vera sfida che si stava delineando per la supremazia sul mondo: il controllo delle immense ricchezze minerarie che lo scioglimento dei ghiacci artici può rendere sfruttabili.

Ora Trump, a pochi giorni dal suo insediamento, scopre le carte che fino ad ora erano state tenute nascoste: ha parlato chiaramente di uso della forza militare per annettere agli Stati Uniti la Groenlandia, da sempre sotto il governo danese, anche se recentemente le è stata riconosciuta l’autonomia per la politica interna.

Temo che ci aspettino giorni bui.

LA CONTESA EGEMONICA NEL CONTINENTE ASIATICO.

PER MILLE ANNI LA CINA E’ SEMPRE STATA UNA SUPERPOTENZA EGEMONICA NEL CONTINENTE ASIATICO, GRAZIE ALLA SUA CULTURA FORTEMENTE INFLUENTE.

IL SUO IMPERO RAGGIUNSE LA SUA MASSIMA ESTENSIONE SOTTO I QING (SEBBENE QUESTI FOSSERO DI ETNIA NON HAN, E QUINDI DEGLI STRANIERI) E ALCUNI REGNI FURONO SOTTOMESSI AL VINCOLO DI VASSALLAGGIO, COME COREA, VIETNAM, SIAM, NEPAL, BIRMANIA E LE ISOLE RYUKU.

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