Due lupi e un agnello.

Il lupo e l’agnello di Fedro 

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: “Perché osi intorbidarmi l’acqua?” 

L’agnello tremando rispose: “Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”

“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.

“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.

“Allora” riprese il lupo “fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie”. Quindi saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.

Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.

Oggi l’agnello di turno è l’Ucraina che si ritrova a fronteggiare due lupi e uno dei due (Trump) la accusa di aver voluto la guerra, ma chi ha invaso l’Ucraina andando contro il diritto internazionale? Purtroppo è sempre vero l’insegnamento della favola.

Responsabilità oggettiva e Sinner.

Cosa è la responsabilità oggettiva?

Da Wikipedia “La responsabilità oggettiva, in diritto, è un tipo di responsabilità giuridica nella quale il soggetto è chiamato a rispondere di un illecito, civile o penale, senza che il fatto sia stato commesso con dolo o con colpa.

E’ il tipo di responsabilità che deriva dalla posizione che occupi e che ti rende responsabile di atti che non hai compiuto personalmente, ma che sono stati compiuti da persone di cui sei responsabile.

Chi si meraviglia per il patteggiamento di Sinner non ha capito che non poteva fare diversamente per uscire da un incubo che si protraeva da troppo tempo: in questo caso patteggiare non è un’ammissione di colpa o paura del giudizio: la responsabilità oggettiva ti cade addosso senza poter fare nulla, non hai fatto nulla di male, ma ti ritrovi a pagare per errori di altri.

Credo che un anno di angoscia sia stata una pena sufficiente e anche i tre mesi di sospensione sono di troppo.

Ute: Kafka: Il castello – Il Giubileo

Il prof. Porro ha ripreso oggi il tema delle opere di Kafka. Prima di tutto ha richiamato i tratti essenziali della sua biografia, indispensabili per comprendere le tematiche del grande scrittore boemo. Non si possono infatti capire opere come “La Metamorfosi” senza conoscere i suoi rapporti difficili con la famiglia e , soprattutto, col padre.

Kafka comincia a scrivere i primi racconti già a 20 anni, ma la sua attività letteraria si intensifica nel 1912, quando conosce Felice Bauer, giovane prussiana di cui si innamora. E’ infatti di quell’anno, oltre ad altri racconti e a un nutrito epistolario, uno dei suoi scritti più celebri “La Metamorfosi” già citata, che ha come tema conduttore la rinuncia alle responsabilità di una vita a cui il protagonista non riesce a dare un senso.

Molto conosciuta è anche la “Lettera al padre” in cui affiora tutto il peso di un padre opprimente, che sa instillare solo sensi di colpa e nessuna autostima, imponendo leggi che non rispetta ed esprimendo solo giudizi negativi in ogni situazione.

Nel 1914 Kafka si fidanza con Felice, ma lo scoppio della guerra fa rinviare le nozze. Nello stesso anno comincia a scrivere il suo romanzo più conosciuto “Il Processo”, storia di Joseph, che una brutta mattina viene arrestato; sottoposto a un lungo processo, non sa come difendersi, perché nessuno gli chiarisce di cosa sia accusato e verrà poi condannato a morte.

Un altro racconto enigmatico è “Durante la costruzione della muraglia cinese” una raccolta di racconti postuma, che prende il nome da uno dei racconti ivi contenuti, che ha come tema l’incomunicabilità tra i singoli individui con l’imperatore, che rappresenta la divinità: la vita è assurda e non ha certezze.

E’ del 1922 l’ultimo dei suoi romanzi” Il Castello” rimasto incompiuto. E’ una storia spesso oscura e a volte surreale, centrata sui temi della burocrazia, della legge come ordine globale, e quindi dell’alienazione e della frustrazione continua dell’uomo; esso tenta di integrarsi in un sistema, che lo invita, ma contemporaneamente lo allontana, emarginandolo.

Kafka muore nel 1924 di tubercolosi (a soli 40 anni)

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IL GIUBILEO (don Ivano Colombo): Il giubileo trae origine dalla Bibbia: ogni 50 anni bisognava far riposare i terreni, liberare gli schiavi e condonare i debiti; c’è chi dice che non sia mai stato attuato.

In epoca cristiana esso risale all’anno 1300. Nel XIII secolo infatti la gente aveva atteso la fine del mondo per l’anno 1233 (1200 anni dalla morte di Cristo), poi anche nel 1260 si era diffusa questa credenza con riferimento a un passo dell’Apocalisse. Visto che non si era verificato il tanto temuto evento nelle date sopracitate, la gente si convinse che la fine del mondo doveva per forza accadere nel 1300, perciò la notte di Natale del 1299 i fedeli di Roma e dintorni si recarono alla sede del Pontefice per chiedere a furor di popolo un’indulgenza plenaria, che consentisse di accedere al Paradiso senza dover sottostare alle pene del Purgatorio.

Fu nel febbraio del 1300 che Papa Bonifacio VIII indisse il primo anno giubilare in cui, recandosi in pellegrinaggio alla basilica di S. Pietro (non quella attuale) e compiendo alcune pratiche di pietà si poteva ottenere l’indulgenza plenaria, che cancella tutte le pene connesse ai peccati già perdonati con la confessione. In seguito furono dichiarate basiliche giubilari anche S. Paolo fuori le mura, S. Giovanni in Laterano e S. Maria Maggiore. Il giubileo doveva inizialmente essere celebrato ogni 100 anni, poi ridotti a 50 e infine a 25 per consentire a ogni generazione di poterne usufruire.

Il grande afflusso di pellegrini (i Romei) dà origine alle vie (come la Francigena) che conducono alla città di Roma; lungo tali vie sorgono poi i punti di sosta in cui i pellegrini potevano rifocillarsi e riposare.

La trama

UTE: Come far fronte a stress ed ansia nella terza età. (Todaro)

Ieri tutti i soci UTE hanno salutato con grande affetto e gioia il ritorno della Dr.ssa Lucia Todaro, dopo la sua forzata pausa. Con rinnovato entusiasmo, la nostra docente ci ha parlato di un tema che interessa tutte le età della vita: come controllare l’ansia e lo stress, che hanno alcuni sintomi in comune, ma sono stati emotivi diversi, che, se non controllati, possono sfociare in forme patologiche.

Cosa si intende per STRESS: è una risposta psicologica e fisiologica verso eventi ESTERNI valutati come eccessivi o pericolosi (la stessa situazione può essere vissuta in modo diverso da persone diverse).

Le fasi dello stress vanno dall’allarme, alla resistenza, all’esaurimento, caratterizzato quest’ultimo da stanchezza, apatia, tristezza… Lo stress ci rende irritabili, può produrre ipoglicemia, difficoltà di concentrazione, dolori articolari, problemi digestivi, può influire sul sistema immunitario e portare ansia, insonnia, inappetenza (o bulimia) e diminuzione del desiderio sessuale ( o un abnorme aumento). Spesso chi è stressato ricorre a fumo, alcol, farmaci, che tuttavia danno risposte immediate, ma di breve durata. Si dovrebbe invece ricorrere a risposte diverse come: almeno 6 minuti di lettura per distogliere la mente dalla causa dello stress, mezz’ora di camminata, una doccia rilassante, ascoltare musica, ridere.

Cosa si intende per ANSIA: risposta fisiologica a situazioni di pericolo reale o valutate come tali, una sorta di sistema di allarme, che nasce da stimoli INTERNI, da una interpretazione personale delle cose. L’ansia anticipa problemi che potrebbero insorgere e li fa vivere come se fossero presenti. Il farmaco dà sollievo immediato, come già detto, ma è spesso seguito da un senso di vulnerabilità.

I sintomi sono diversi: si è portati a rimuginare, sono presenti accessi di sudorazione, problemi digestivi, attacchi di panico, bisogno di rassicurazione, movimenti ripetitivi, difficoltà respiratoria , insonnia, tendenza a rinviare impegni e decisioni, tachicardia, scarsa concentrazione.

Rimedi: attuare una corretta respirazione ventrale, parlare con qualcuno o anche fra sè e sé delle nostre preoccupazioni, scrivere i propri pensieri ossessivi, rileggerli e poi stracciare in minuscoli pezzi il foglio su cui sono stati scritti.

Occorre tuttavia accettare stress e ansia come elementi del vivere quotidiano; bisogna comprendere la possibilità di prevenire l’insorgere dell’ ansia; bisogna poi convincersi che le situazioni si possono affrontare e superare, ma anche valorizzare (gioco di Pollyanna; cercare anche nelle situazioni più difficili quel po’ di positivo che certamente visi trova).

La lezione è finita con la lettura di storielle divertenti, ma significative: la nostra cara Lucia Todaro è riuscita ancora una volta a portare una visione rasserenante di un problema certamente diffuso: Grazie, Lucia!

UTE: I salotti musicali – Il giorno del ricordo.

Il Maestro Scaioli oggi ci ha intrattenuto commentando ed eseguendo al pianoforte brani scritti nelle prima metà dell’800 da musicisti di grandissimo rilievo nella storia della musica.

In quel momento storico il pianoforte ebbe una grandissima diffusione ed era presente in molte case della nobiltà e della borghesia; in esse si radunavano spesso musicisti, cantanti, pittori, poeti, romanzieri che discutevano tra loro e intrattenevano i presenti. Vennero chiamate Schubertiadi le serate in cui Schubert si esibiva al pianoforte accompagnando il cantante che era stato invitato insieme a lui.

Proprio di Schubert il M.° Scaioli ha eseguito Standchen, che si può ascoltare cliccando sul link. Sono poi seguiti brani di Mendelssohn (che riscoprì e diffuse le musiche di Bach), di Schumann, di Chopin, Liszt , musicisti tra loro contemporanei tutti morti molto giovani, ad eccezione di Liszt che, dopo una brillantissima carriera di concertista, si ritirò dalle scene per dedicarsi alla composizione e negli ultimi anni di vita si fece sacerdote.

Queste lezioni di musica dal vivo inframmezzate da brevi e sapienti commenti sono momenti di vera gioia per tutti noi dell’UTE.

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GIORNATA DEL RICORDO – Vent’anni fa una legge istituiva la “Giornata del Ricordo” per fare memoria dei fatti tragici che videro gli Italiani cadere vittime dei soldati titini in Istria, Trieste, Gorizia.

Il Prof. Cossi per parlare di quei giorni terribili si è basato sulle ricerche di due storici molto apprezzati , Pupo e Spazzali, riportate nel loro libro “FOIBE”.

Le foibe sono inghiottitoi profondissime, presenti nelle zone carsiche. Nel settembre/ottobre del 1943 col collasso del fascismo e la proclamazione dell’armistizio, nelle terre istriane i partigiani slavi presero di mira prima i soldati italiani, poi tutti gli appartenenti all’amministrazione nel periodo fascista e, infine, anche i civili italiani che non si erano mai occupati di politica, ma che avevano il torto di essere italiani. In seguito quelle terre furono controllate dai militari tedeschi, ma quando nel 1945 la Germania si arrese ecco un’altra ondata di crimini orribili. Tedeschi e italiani venivano presi prigionieri e giudicati con processi sommari che finivano sempre con la condanna a morte. I cadaveri venivano gettati nelle foibe e si hanno però prove di persone che vi venivano gettate ancora vive, condannandole a una morte lenta e crudele.

Negli anni che seguirono gli Italiani che erano rimasti nelle loro case, furono costretti ad abbandonarle e a fuggire portando con sé ben poche cose.

Io ho avuto due colleghe che ricordavano la loro fuga con la famiglia da quelle terre che erano rimaste nel loro cuore.

Letture: La moglie ad Olonia e i dané in Svizzera (M. Alzati)

E’ un romanzo ambientato in una cittadina brianzola che non è mai esistita: doveva nascere dalla fusione di due piccoli comuni che però non hanno mai trovato un accordo per questa unione.

IL protagonista è un certo Giannino che lascia il posto in banca per intraprendere un’attività in proprio e diventare imprenditore. Dopo gli inizi un po’ incerti, la sua attività comincia a prosperare: sono gli anni del boom economico e tutto va a gonfie vele. A un certo punto il suo commercialista gli suggerisce di trovare una persona fidata a cui intestare un conto in Svizzera in modo da sfuggire alle grinfie del fisco. Di chi fidarsi se non della adorata mogliettina? Poi però intreccia una relazione clandestina con la sua segretaria e le intesta un appartamentino dove incontrarsi lontano da occhi indiscreti, ma si sa … il paese è piccolo, la gente mormora e .. poi ci si mette la crisi economica…

E’ una lettura facile e leggera che dà uno spaccato di vita paesana in un piccolo centro della Brianza, con gli amici che si ritrovano al bar per parlare di calcio e di tutto un po’. Sullo sfondo le vicende dell’Italia e del mondo nel periodo post-bellico e fino alla fine del boom. Il linguaggio è volutamente semplice e risente dell’influsso del dialetto locale. L’autore conosce bene i luoghi che descrive e la sua gente e riesce a delineare bene caratteri e vicende dei personaggi che popolano il racconto.

Ute: L’Africa nella letteratura italiana- Africa: condizioni socio- economiche.

Il prof. Galli riprende il suo discorso sulla letteratura italiana al tempo del colonialismo facendo rilevare come le dittature (comando di uno solo) sfocino sempre nel totalitarismo che non si limita all’imposizione di un assetto politico, ma arriva ad imporre un sistema di valori e un modo di vivere.

Il fascismo si proclamava erede della “romanità” e per questo pretendeva il dominio sul Mar Mediterraneo e sulle terre che vi si affacciavano. In quel periodo si intraprende una politica coloniale che, come abbiamo già visto, porta l’Italia a guerre di conquista con alterna fortuna. Contemporaneamente, la produzione letteraria riflette questi avvenimenti e vengono pubblicati molti romanzi e riviste sul tema. I romanzi hanno molto successo, perché si imperniano generalmente su storie d’amore tra militari italiani e belle ragazze africane e questo consente agli autori di raccontare anche situazioni un po’ osé (cosa che non sarebbe stata pensabile in altri contesti). Con le leggi razziali del 1938 che proibivano i rapporti tra italiani e indigeni, la letteratura coloniale tramontò definitivamente.

Tra i molti autori che si sono cimentati in questo genere possiamo ricordare nomi illustri come Riccardo Bacchelli con “Mal d’ Africa”, in cui sostiene il diritto degli Africani all’autogoverno. Mario Tobino nel “Deserto della Libia” denuncia l’impreparazione del nostro esercito; Giuseppe Berto , volontario in Africa, in “Guerra in camicia nera” sostiene la necessità della guerra come valvola di sfogo per la nostra emigrazione; Ennio Flaiano con “Tempo di uccidere” vinse il Premio Strega; Indro Montanelli pubblicò “XX battaglione eritreo” : fascista convinto e volontario in Africa, solo più tardi riconobbe che la guerra era stato un errore. Tra tanti romanzi spicca poi la poesia di Vittorio Sereni che cerca di opporsi all’ermetismo dell’epoca.

Lezione molto interessante tenuta con la solita appassionata competenza.

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AFRICA : CONDIZIONI SOCIO-ECONOMICHE – La prof. Miriam Colombo affronta un tema di non facile soluzione: molto vasto e variegato il continente africano, ma si può comunque tentare una sintesi,

L’agricoltura è certamente l’attività prevalente, ma ha carattere di sussistenza e quindi la produzione alimentare è scarsa anche per l’avanzare della desertificazione e per la carenza di acqua.

Accanto a questa agricoltura a carattere prevalentemente familiare, esiste invece un’agricoltura di piantagione finalizzata all’esportazione a condizioni imposte dai mercati. L’allevamento di animali allo stato brado non è in grado di soddisfare la richiesta di cibo. E’ in atto un deprecabile sfruttamento delle foreste per l’esportazione di legname pregiato.

Uno dei mali più preoccupanti del continente è il LAND-GRABBING : potenze straniere, con la violenza e corrompendo i governi locali, acquisiscono vasti territori da coltivare o di cui sfruttare le materie prime senza nessuna ricaduta per le comunità locali.

L’Africa è il continente meno industrializzato del pianeta pur avendo molte risorse minerarie e potenzialità economiche notevolissime, ma attualmente ancora tali risorse vengono sfruttate da imprese straniere che utilizzano la mano d’opera a basso costo e, spesso, anche il lavoro minorile. Ci sono tentativi di organizzazione tra stati africani per affrontare insieme i tanti problemi del continente.

Alla decolonizzazione cominciata nel secondo dopoguerra (anni 50-60 del secolo scorso) è seguita una generale instabilità politica, dovuta alla mancanza di una vera classe dirigente e al fatto che gli stati nati durante la colonizzazione non corrispondono alle realtà storiche e sociali delle popolazioni locali. Se a questo si aggiungono l’ingerenza delle potenze ex-coloniali e quella delle multinazionali avide di impadronirsi dei tesori dell’Africa si capisce il perché di tante guerre sul suolo africano: in Libia, Nigeria, Repubblica Centroafricana, Somalia, Guyana del Sud. In queste guerre vengono arruolati anche i bambini, che vengono strappati alle loro famiglie.

Un fenomeno ancora molto presente è la mortalità infantile dovuta a carenze ambientali, a malnutrizione dovuta alla povertà, a malattie endemiche.

Esci dalla tua terra …

Si legge nella Bibbia che il Signore Dio disse ad Abramo:

«Vattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
…”

A queste parole seguiva una promessa di grande prosperità e di un futuro glorioso. E Abramo partì.

Oggi, qualcuno, che si crede molto più in gamba del Signore della Bibbia, ripete lo stesso comando non a un capo-famiglia o a un capo-villaggio, ma a un popolo intero di più di due milioni di abitanti … e con quale prospettiva? Di diventare i “paria” in paesi confinanti che non li vogliono.

Non credo che i Palestinesi possano essere contenti di questa prospettiva… e Trump dovrebbe ritornare in sé e rendersi conto che ancora gli manca qualcosa per diventare onnipotente, onnisciente ed eterno … forse con i suoi soldi e con quelli dei suoi amici , crede che un giorno potrà riuscirci (non credo proprio!!)… ma alla fin dei conti anche lui è solo un uomo che sta vivendo l’ultima parte della sua vita…