In attesa che si accenda la luce…

Ho trovato tra gli articoli di Gramellini su “La Stampa” questa riflessione, che prende spunto dalla risposta che il Papa ha dato a una bambina giapponese che gli chiedeva il perchè della sofferenza di tanti bambini come lei: Il Papa le ha detto semplicemente che non c’ è risposta a questa domanda, ma che un giorno capiremo. E Gramellini scrive :”

 “Mi sono sempre immaginato la vita come un film di Woody Allen, dove gli attori recitano le scene senza che il regista mostri loro l’intero copione. Solo al termine delle riprese vengono ammessi in sala montaggio e finalmente comprendono il motivo per cui si erano baciati o presi a schiaffi.

“Per tutta la vita ci sentiamo sballottare da eventi che non afferriamo e siamo pervasi da un senso di inadeguatezza, come se ogni cosa sfuggisse al nostro controllo e il cinismo rappresentasse l’unico antidoto allo smarrimento. Ma appena diamo tregua al cervello e inneschiamo il cuore, sentiamo che tutto ciò che d’incomprensibile ci succede contiene un significato. E il fatto di trovarci al buio non significa che la stanza sia vuota, ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.” (da La Stampa del 13/4/2011)

Mi viene in mente anche il discorso del sassolino nel film “La strada” : il matto spiega a una Gelsomina  sfiduciata e senza speranza che ogni cosa ha un suo senso , un significato, un valore; noi non sempre riusciamo a capire , ma ciò non toglie che anche la vita più umile e disgraziata e il sasso apparentemente più inutile ricoprano un ruolo unico e insostituibile nell’ economia della Vita.

(Avvertenza: l’ uso dei vari caratteri non rispecchia un’ intenzione precisa, ma solo una casualità che sfugge al mio controllo!!)

Cartoline brianzole.

Le mete delle mie ultime passeggiate nella Brianza nascosta.

Quello che vedete è uno scorcio panoramico di Bosisio Parini sul lago di Pusiano

   Qui su questo tratto della passeggiata sul lago sono passata proprio oggi in compagnia della mia amica-guidaturistica

E’ un angolo poco conosciuto, perchè fuori dalle vie di comunicazione più importanti, ma vi si può godere la vista di gran parte del lago di Pusiano , abbracciato tutto attorno dalle colline moreniche originate dagli antichi ghiacciai.

Qualche giorno fa invece siamo state al santuario di Monguzzo che ha la particolarità  di essere stato costruito inglobando una grotta naturale

Questo è la vista della facciata esterna.

Ecco l’ interno : l’ abside è costituita dalla grotta nella quale è stata ricostruita l’ apparizione di Lourdes.

E li chiamano bamboccioni…..

http://www.corriere.it/economia/11_maggio_05/Trovato-avvocati-architetti-lavoro-gratis_ca895b16-76eb-11e0-a006-4d571262b3cd.shtml

Giovani che lavorano negli studi professionali come stagisti o praticanti, a tempo pieno senza essere pagati o con rimborsi spese ridicoli ; giovani che pur lavorando sono costretti a trent’anni a ricorrere ancora ai genitori per mantenersi…  è giusto chiamarli bamboccioni o sarebbe meglio chiamare sanguisughe chi li sfrutta in modo così becero?

E’ una situazione che mortifica i giovani e le loro famiglie: sarebbe ora di ridare dignità al lavoro e ai lavoratori… e sarebbe anche ora di smetterla di scaricare le responsabilità di chi ci sgoverna  su chi  ne subisce le conseguenze…

Giornata mondiale della libertà di stampa.

Copio e incollo da: http://www.unimondo.org/Notizie/Giornata-mondiale-della-liberta-di-stampa-protagonisti-i-popoli-arabi

“Il Comitato per la tutela dei giornalisti con sede a New York riporta una dettagliata analisi dei dieci strumenti dell’oppressione online, cioè delle dieci tattiche più usate per il controllo e l’oppressione da parte di diversi regimi: si va dal blocco del web perpetrato dall’Iran – dove il blogger Hossein Ronaghi Maleki è stato condannato a 15 di carcere per aver sviluppato un software anti-filtering software e aver ospitato altri blogger iraniani –, ai sistemi di “filtraggio mirato” adottati in Bielorussia, all’impedimento di accedere alla rete a Cuba, al controllo delle infrastrutture in Etiopia, agli attacchi informatici da parte delle autorità cinesi, ai “crimini cibernetici” nella Tunisia di Ben Ali, al blocco di internet adottato in Egitto durante le rivolte contro il regime di Mubarak, all’imprigionamento dei blogger da parte della Siria fino alle violenze esplicite sui cyber-giornalisti in Russia.”

Nell’ articolo da cui ho tratto questo brano, si possono leggere dati impressionanti circa il numero di giornalisti uccisi, imprigionati o rapiti.  Dovunque i diritti sono negati , i giornalisti (sia della carta stampata che quelli online), che intendono compiere il loro dovere, sono i primi a cadere sotto i colpi dei despoti.

Che la libertà di stampa sia fondamentale oggi più che mai, lo dimostrano le rivolte arabe di questi tempi: non sarebbero mai avvenute senza i nuovi mezzi di comunicazione che travalicano le frontiere e mettono a nudo i misfatti dei potenti.

In via Villabianca.

Da piccola abitavo in una casa molto vecchia, che sorgeva in una via lontana dal centro del paese e con un nome molto pomposo : via Villabianca . Ricordo che, dove si scrostava l’ intonaco,  apparivano dei pezzetti di paglia nell’ impasto che univa i mattoni.

Essa era divisa in due

dalla scala che portava al primo piano . Ci abitavamo noi (cinque figli più genitori) e un’ altra famiglia (due figli più genitori). La stranezza è però che noi avevamo le stanze da letto sopra alla cucina dei vicini e loro le avevano sopra la nostra : penso che il motivo fosse sia perchè così noi potevamo usufruire di una piccola stanza in più , sia perchè in questo modo si  divideva in modo più equo l’ esposizione al sole, già scarsa perchè la casa era orientata verso nord  ( la parte a mezzogiorno apparteneva a un’ altra famiglia).

Al secondo piano c’ era la soffitta (che noi chiamavamo tassellmort), dove si accumulavano via via le cose che non si usavano più ,  dove si sistemava la legna per l’ inverno e dove io mi avventuravo qualche volta per gioco, ma sempre col batticuore. I pavimenti in mattoni erano molto consumati e i gradini delle scale erano stati incavati dal passaggio di chissà quanti piedi nel corso del tempo.  Non c’ era acqua corrente , ma solo un pozzo artesiano in fondo al cortile.

I nostri vicini erano brave persone, ma non nuotavano nell’ oro , proprio come noi,  e le difficoltà  spesso facevano sorgere discussioni . Quando però c’ era  silenzio , mia madre, forse un po’ maliziosamente ironica commentava : – Certo staranno leggendo il giornale del partito !!- Una volta, per curiosità mi sono proprio avvicinata alla loro porta e, devo confessarlo, sono stata lì ad origliare per qualche minuto: era proprio vero !!!  Una voce leggeva il giornale e gli altri stavano ad ascoltare in religioso silenzio….

Erano infatti i tempi ben descritti da Guareschi con i personaggi di don Camillo e di Peppone e i nostri vicini avevano sul camino, là dove mia madre teneva il crocifisso , le foto di Stalin e di Lenin. Questo però non comprometteva affatto i buoni rapporti di vicinato  e si era sempre pronti a darsi una mano per portare a termine le operazioni più faticose, come sistemare in soffitta la provvista di  legna  per l’ inverno o fare il bucato grosso.

Ricordo che nelle sere d’ inverno ci si riuniva dopo cena in filoss (conversazione) o per giocare a carte ; e in estate invece ci si sedeva fuori accanto al portone a sentire i racconti dei grandi e i commenti alle notizie della radio, mentre si combatteva strenuamente contro l’ assalto delle zanzare, in attesa che la notte portasse un po’ di frescura nelle stanze e si potesse così prender sonno.

Rientrando a casa…

Samuele voleva guardare un cartone animato; la sua mamma voleva invece guardare il matrimonio di William e Kate e dopo una  lunga discussione Samuele si è rassegnato a cedere il telecomando e a giocare con macchinine e animali vari. La cosa però andava per le lunghe e a un certo punto ha chiesto di poter cambiare canale, ma alla risposta negativa della mamma ha detto con un palese disappunto: ” It’s not funny ! (non è divertente!)” …. E come dargli torto !!

A spasso per il parco più antico di Londra puoi restare incantato dalla vastità di quell’ oasi di verde  da cui puoi ammirare la città ai tuoi piedi; resti impressionato dalla maestosità di alberi certamente pluricentenari e da una stragrande varietà di fiori  eccezionalmente grandi (che in questi giorni però risentono della scarsità di piogge – incredibile , ma vero!-) . Mentre passi tra la gente che arriva a frotte e si butta sul prato a prendere il sole ti viene da pensare che  l’ attaccamento di questo popolo alla casa regnante si spiega forse con la gratitudine per aver preservato nei secoli oasi naturali come questa , che sorgono dentro la città, e che testimoniano meglio di qualunque altra cosa il valore dell’armonia del creato e quello del rispetto per l’ ambiente (almeno quello di casa propria), tramandato di generazione in generazione.