Un lago senza nome.

Molti anni addietro, affacciandomi al balcone , vedevo una collinetta alla mia sinistra , un vasto prato di fronte e un dosso a destra coperto di alberi.

Oggi invece , dopo le piogge torrenziali dei giorni scorsi, affacciandomi al solito balcone, vedo la solita collina a sinistra , a destra invece il dosso è sparito insieme al boschetto per far posto a un centro commerciale e davanti a me , oltre il muretto che delimita il cortile, è nato un laghetto, popolato da folaghe e germani reali, che sguazzano felici in questa nuova oasi. E’ un lago che non ha nome e che non si trova in nessuna carta geografica.

Di laghetti qui attorno ce ne sono già parecchi , ma  per portare il pane secco alle anatre ho sempre dovuto prendere l’ auto; ora potrei lanciarglielo con una fionda.

P.S. : L’ abbattimento del dosso con relativa vegetazione e la conseguente cementificazione del sito devono aver alterato il deflusso delle acque verso il lago di Pusiano. Speriamo che che non piova più per un bel po’ altrimenti ci troveremo a dover contendere il cortile agli uccelli lacustri.

Non vivere sulla terra come un inquilino

Ragazzo mio,
io non ho paura di morire.
Tuttavia, ogni tanto
mentre lavoro
nella solitudine della notte,
ho un sussulto nel cuore,
saziarsi della vita vita, figlio mio,
è impossibile.
Non vivere su questa terra come un inquilino,
o come un villeggiante stagionale.
Ricorda:
in questo mondo devi vivere saldo,
vivere
come nella casa paterna.
Credi al grano,           
alla terra,
al mare
ma prima di tutto
all’uomo.
Ama la nuvola,
il libro
la macchina,
ma prima di tutto
l’uomo.
Senti infondo al tuo cuore
il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne,
della bestia ferita,
ma prima di tutto
il dolore dell’uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole,
della pioggia
e della neve,
dell’inverno e dell’estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto
godi dell’uomo.         Nazim Hikmet

Ho trovato questa bella poesia  di cui conoscevo già alcuni versi.

Si sa che l’ inquilino si preoccupa poco di curare la casa in cui vive, perchè non è sua, mentre chi vive nella casa di sua proprietà sta attentoa non procurare danni e cerca di renderla più bella.

Dovremmo vivere anche noi tutti su questa terra come se fosse la casa di famiglia e non succederebbero le tragedie cui abbiamo assistito in questi giorni. Rispettare la Terra, la nostra casa, alla fine vuol dire rispettare se stessi e l’ umanità intera.

Un pomeriggio interessante.

Oggi ,giornata intensa per me, nella mia veste di studentessa ultrastagionata: alle due e mezza aveva inizio sia la lezione del corso di inglese che la proiezione di un film molto interessante.

Naturalmente ho optato per l’ inglese visto che ha comportato un certo investimento economico e visto che potrebbe alla lunga facilitare la comunicazione con la parte di famiglia che parla questa lingua.

E’ la seconda lezione cui partecipo e mi son trovata a mio agio, nonostante gli altri “colleghi” siano al secondo anno di frequenza; il merito  però va ascritto all’ insegnante che è molto brava a creare un’ atmosfera simpatica e rilassata.

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Alla fine della lezione sono corsa nel salone in cui si stava proiettando il film “Senza destino” del  regista ungherese Lajos Koltai. Naturalmente mi son persa la prima parte, tuttavia la vicenda del ragazzino che si ritrova improvvisamente in un lager  mi ha subito coinvolto.

E’ stata un’ ora di immagini suggestive e sconvolgenti che raccontano  le sofferenze per la fame e per il freddo, le umiliazioni, la brutalità cui gli internati erano sottoposti .  L’ unica nota positiva è l’ amico del protagonista che lo sprona a mantenere la propria dignità per poter resistere e poter tornare a casa, ma il ragazzino non ne ha la forza e sta quasi per soccombere di stenti, quando arrivano gli alleati a liberare i prigionieri. Riesce a tornare a casa, ma lui è molto cambiato e  il mondo che ha lasciato un anno prima si mostra indifferente perchè forse non riesce nemmeno a immaginare l’ inferno in cui lui ha vissuto.

Il giovane attore protagonista  ha interpretato magistralmente lo stupore di chi non può capire l’ assurda violenza cui è sottoposto; tuttavia credo che la parte più interessante del film sia stata proprio il finale con il  problematico ritorno a una realtà per  cui il protagonista non ha più alcun interesse.

http://www.movieplayer.it/film/articoli/olocausto-ungherese_1065/

 

All’ Elmepe.

http://www.laprovinciadicomo.it/videos/Video/14693/

Il link rimanda ad un video girato al palazzo delle fiere di Erba, l’ ELMEPE. Ieri si è chiusa la mostra dell’ artigianato , che per alcuni giorni ha richiamato visitatori da molte zone vicine.

Ci sono andata anch’io proprio ieri: c’ era una gran folla, tanto che si procedeva a fatica tra gli stand degli espositori e si moriva dal caldo. C’erano stand dedicati all’arredamento e alla casa in genere, compresi i nuovi sistemi di isolamento per il risparmio energetico; c’ erano i produttori di bigiotteria e di accessori vari, nonchè pellicciai e profumieri; c’ erano i produttori di articoli natalizi, artisti che esponevano quadri , ceramiche, sculture in legno, orologi artistici e molto altro ancora.

C’ era poi il reparto della gastronomia: forse era il più affollato e io credo di aver capito il motivo: molti espositori offrivano piccoli assaggi dei loro prodotti per invogliare la gente all’ acquisto e  molti indugiavano qua e là per mettere in bocca un pezzetto di parmigiano, poi una fettina di prosciutto o un boccone di focaccia: un modo come un altro di unire l’ utile (merenda gratis) al dilettevole (visita ai padiglioni) per trascorrere un grigio pomeriggio di novembre.

 

Tre italiani da rinnegare

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=169004&sez=HOME_NELMONDOCosa

Tre italiani condannati a Cuba a pene pesantissime per aver causato la morte di una bambina di dodici anni di cui avevano abusato.

Sono tutti ultraquarantenni e quella bambina poteva essere la loro figlia; cosa li ha fatti sentire in diritto di disprezzare la sua vita e la sua dignità di persona? Il fatto di essere un po’ più bianchi di lei, molto più ricchi e molto più forti? Ci può essere una forma di vigliaccheria più abbietta di questa?

Spero che le loro famiglie li rinneghino e che possano scontare ad uno ad uno gli anni di galera cui sono stati condannati, dimenticati da tutti.

Fine (quasi) di un ventennio (quasi).

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=168897&sez=HOME_INITALIA

Ormai lo (Berlusconi) stanno abbandonando tutti e gli “inviti” ad andarsene non vengono più solo dall’ opposizione, dalla confindustria, dalla Chiesa e dal Financial Times (che lo scongiura di andarsene in nome di Dio, dell’ Italia e dell’ Europa), ma anche dai suoi più stretti collaboratori.

Se è vero (ed è vero) che la speculazione ci attacca, mettendo in pericolo la stessa Europa, perchè non siamo più credibili per colpa di Berlusconi , dovremmo noi tutti cittadini d’ Italia intentare una class action nei suoi confronti per farci ripagare i danni che ci deriveranno dall’ innalzamento degli interessi sui Buoni del Tesoro. E la stessa cosa dovrebbero fare gli stati stranieri…. con questa minaccia sarebbe più probabile convincerlo ad andarsene.

I suoi gli cantavano “Meno male che Silvio c’ è”, ora però questa canzone è un po’ passata di moda e forse sarebbe il caso di cantargli :

“FATTI PIU’ IN LA’  ”

http://www.youtube.com/watch?v=e0DQoB1tsTk&feature=related

Ungheria tra arte e storia.

Oggi, all’ U.T.E. (Università Terza Età), è continuato il “viaggio” nella storia e nell’ arte dell’ Ungheria.

La prima lezione ha avuto come argomento la musica di Bela Bartok , un musicista geniale per le innovazioni che ha portato al modo di trattare gli strumenti e al modo stesso di fare musica. Durante l’ ascolto dei brani, sapientemente commentati dalla relatrice, la figlia di quest’ ultima, una bambina deliziosa di circa 7/8 anni , inventava passi di danza classica con una naturalezza e una grazia incantevoli: era una gioia vederla . 

Nella seconda ora, la professoressa Chiesa ci ha raccontato la vita di due sante ungheresi : S. Elisabetta e S. Margherita, accomunate dal fatto di aver avuto una vita brevissima e di aver cercato la santità nella mortificazione corporale portata agli estremi.

Mi ha stupito ancora una volta riscontrare come in quel tempo, XIII secolo, la santità venisse intesa come ricerca della sofferenza fisica, fino alla auto-tortura, se così si può dire.

Ora mi pare giusto accettare le sofferenze che la vita ci riserva, ma mi pare grave ingratitudine verso il Creatore disprezzare e vilipendere il nostro corpo e la nostra salute che sono doni preziosi e che possono consentirci di fare tante cose buone per noi stessi e per gli altri.

 A questo link è possibile ascoltare un brano di B. Bartok.

http://www.youtube.com/watch?v=p-CmqtmHx8g&feature=related

4 Novembre.

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Il 4 novembre  è l’Italia che completa il suo percorso
di unificazione attingendo al sacrificio di tanti giovani,
strappati alle loro terre e alle loro famiglie e mandati a morire nelle trincee

Il 4 Novembre per me è la morte dei miei nonni
(uno dei quali giovanissimo);
è la rovina delle loro famiglie numerose,
rimaste allo sbando;
è la vita piena di stenti di due bambini
diventati poi i miei genitori.