Il gruppo “Quando io ero piccolo…” è arrivato a pubblicare il secondo volume di racconti donati dai suoi iscritti (che ora arrivano a quasi tremila). La pubblicazione del primo libro ha contribuito in modo cospicuo alla realizzazione di un progetto di assistenza ortopedica ai bambini eritrei e l’ auspicio di tutti i donatori di racconti è quello che col secondo volume si possa fare ancora di più.
Il libro può essere acquistato in rete al seguente indirizzo :
http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=74958
“Madre coraggio” ci ha lasciato.
http://www.corrieredellacalabria.it/stories/cronaca/2191__morta_angela_casella_la_madre_coraggio_che_sfid_le”>
E’ morta Angela Casella, la mamma che sfidò la ‘ndrangheta sul suo territorio. Nell’ articolo linkato qui sopra si può leggere la sua ultima intervista rilasciata a un giornale calabrese qualche mese fa, quando già stava per finire la sua lunga , vana battaglia contro la malattia che l’ ha stroncata.
Mi pare giusto ricordarla, dedicarle un pensiero di omaggio per la forza, la determinazione e il coraggio dimostrato allorchè del suo figlio diciottenne rapito nessuno parlava più.
Non ha potuto aspettare le mosse della polizia nella sua casa di Pavia e se ne è andata tutta sola in Calabria, a S. Luca, a Platì, dove le ‘ndrine controllano ogni cosa, ogni foglia, ogni soffio di vento.
Si è incatenata sulle piazze, si è attendata tra le case dei malavitosi, sfidandoli a mani nude, e facendo risaltare quanta vigliaccheria ci fosse in quei rapimenti che speculavano sui sentimenti dei familiari dei rapiti.
Si è messa a parlare con la gente per le strade e parlava da mamma con le mamme di laggiù, che certo hanno dovuto capire quanta determinazione e quanto coraggio ci fosse in quella piccola donna apparentemente tanto fragile. E le donne si sono schierate dalla sua parte e hanno organizzato fiaccolate di protesta contro i rapimenti e alla fine “madre coraggio” ha potuto riabbracciare suo figlio.
Poi è tornata nell’ ombra a fare la mamma e la nonna, fino a ieri.
Sorellitudine.
Da quanto tempo non passavamo una giornata insieme, non so…. L’ occasione ci si è offerta nei giorni scorsi: sono stata ospite da mia sorella per due giorni.
La differenza di età ci ha impedito da piccole di dividere giochi ed esperienze e quando io ero appena una ragazzina , lei si è sposata e i suoi problemi sono stati sempre molto diversi da quelli che vivevo io. Poi la vita mi ha portata via dal paese e da allora solo qualche incontro fugace con due eccezioni in occasione di miei guai di salute.
Abbiamo avuto ognuna la propria parte di tribolazioni: le mie non erano certo paragonabili alle sue, ma ugualmente mi hanno impedito di poterle essere vicina nei momenti più bui. Solo il telefono ci consentiva di capire i nostri stati d’ animo più con le parole non dette che con quelle espresse con un filo di voce, spesso incrinata dalla paura.
Ritrovandola dopo tanto tempo, ho potuto nuovamente apprezzarne le doti di ottima cuoca, l’ abilità nell’ arte del cucito, la sensibilità, la generosità, la forza di carattere sostenuta da una fede ammirevole e l’ affetto di cui mi ha saputo circondare.
Forse solo ad una certa età si sa apprezzare veramente il fatto di avere sorelle e fratelli, persone su cui puoi contare sempre.
Etichette anti-schiavitù.
http://www.unimondo.org/Notizie/Nutella.-Il-lato-oscuro-del-cioccolato
Chi non ha mai mangiato “nutella” e chi non ha mai spalmato una fetta di pane con quella gustosa crema per darla ai propri bambini come merenda?
Ebbene, da ora in poi quando mi verrà voglia di acquistarne un vasetto, credo che ci penserò un po’: pare che il cacao utilizzato dalla ditta Ferrero provenga da piantagioni in cui viene impiegato il lavoro di bambini schiavi. Non ci sono prove dirette di queste accuse che vengono mosse alla ditta piemontese, ma sarebbe bene che noi consumatori facessimo pressione perchè si faccia chiarezza in merito a questo problema.
Dobbiamo pretendere che sulle etichette vengano specificati i paesi di provenienza e il rispetto dei diritti dei lavoratori impiegati in tutto il ciclo di produzione.
Da un Roberto all’ altro.
Ieri sera si è conclusa la serie di spettacoli condotta da Fiorello, all’ insegna di due Roberto (senza voler nulla togliere a Jovanotti).
Tutti stamattina parlano di Roberto Benigni , e a ragione, ma la sua genialità è talmente riconosciuta da tutti che non sarò certo io, parlandone, ad aggiungere qualcosa di nuovo. Vorrei invece soffermamrmi su Roberto Bolle.
Vederlo danzare è come veder impersonata l’ ARMONIA : armonia e perfezione delle forme fisiche, armonia dei gesti, armonia globale di un umano che pare volare, come se avesse carpito agli uccelli il segreto della loro leggerezza: i suoi salti e i suoi volteggi sembrano vincere la forza di gravità e lui sembra librarsi nell’ aria come sospeso a fili invisibili che ne rallentino il ritorno al suolo.
Mi piace l’ idea che Bolle porti nel mondo il nome del nostro Paese: la sua è un’ immagine di grande genialità unita a costanza, capacità di sacrificio e umiltà nel sottoporsi a continui allenamenti.
Chi lo ammirerà prossimamente nei maggiori teatri del mondo non potrà non pensare che l’ Italia non è solo un paese arrivato sull’ orlo del baratro per troppa cialtroneria, ma dovrà richiamare alla mente il grande contributo di genio e di sensibilità che il nostro Paese ha dato alla cultura mondiale.
Una settimana particolare.
Questa che è appena passata è stata una settimana particolare:prima un breve ricovero in un ospedale a misura d’ uomo, dove dottori e infermieri non lesinano mai una parola gentile o una battuta di scherzo, mentre forniscono le cure e le spiegazioni eventualmente richieste, poi il ritorno a casa (non a casa mia, dove sarei stata troppo sola), circondata dalle gentilezze di fratelli, sorelle, figlia, genero e nipoti.
Non ero più abituata a sentirmi “accudita” ed è stato bello .
Spero solo di potermi riprendere completamente al più presto e di riprendere la mia vita di sempre.