Perchè tieni un blog?

Oggi mi son sentita chiedere il perchè  si può desiderare di scrivere su un blog e non credo di aver risposto in maniera esauriente, perciò eccomi qui a riprovarci:

  • prima di tutto non ho bisogno di molte ore di sonno, per cui durante le mie lunghe giornate viene facile ritagliare qualche momento per scrivere e scrivere mi piace;
  • ho molti parenti , familiari e amici lontani e il blog  ci permette di stare sempre “collegati” , almeno ogni volta che loro ne hanno voglia;
  • è bello esprimere le proprie opinioni o le proprie considerazioni sugli avvenimenti di ogni giorno e potersi confrontare con molte persone che condividono le tue stesse idee o che dissentono da te e ti permettono di confrontarti;
  • molto spesso ci si può associare a iniziative o campagne di sensibilizzazione dell’ opinione pubblica verso problemi importanti, aderendo a petizioni e facendosene divulgatori presso i propri lettori, che non saranno una folla, ma possono a loro volta diffondere l’ idea da sostenere;
  • ma la spinta iniziale è stata la voglia di raccontare i miei ricordi alle pagine di un blog perchè un giorno li possano leggere i miei nipoti. Infatti in ognuno dei blog c’ è una pagina intitolata “altri tempi”.

Se poi allarghiamo il discorso alle motivazioni che mi hanno spinto all’ uso del computer  è d’ obbligo  evidenziare la possibilità che offre di tenersi a contatto col mondo, di avere informazioni e soluzioni di vari problemi a portata di mano (una ricetta , il controllo del proprio conto corrente, ricaricare il telefonino, pagare un bollettino, comprare un libro, o prenotare un volo) di interagire con molte persone alle quali offrire  parole di conforto in momenti bui o condividere momenti di allegria e questo per una persona sola e non più giovane vuol dire scongiurare il rischio di depressione da isolamento e da senso di inutilità.

 

Una chance alla pace.

Dare una chance alla pace

Come non pensare che gli ultimi positivi sviluppi della crisi siriana siano conseguenti alla mobilitazione indetta per sabato scorso da Papa Francesco?

Da uno scenario apocalittico in cui già si affacciavano i fantasmi di un conflitto mondiale si è passati nel giro di 48 ore all’ idea che ci può essere un modo diverso di risolvere la crisi: la Siria, cioè il governo siriano, accetterebbe di mettere sotto controllo internazionale il suo arsenale di armi chimiche , proposta caldeggiata anche dalla Russia che se ne fa garante.

Molte sono state le voci autorevoli che si sono affiancate a quella di Papa Francesco per scongiurare e condannare un ricorso alle armi e questo, penso, avrà avuto il suo peso, ma come cristiani possiamo anche pensare che ancora una volta la preghiera è l’ arma più potente di cui si possa disporre ed è un’ arma che non fa male, non provoca disastri, anzi è spesso in grado di prevenirli.

Papa Francesco si è dimostrato un grande leader: la sua ferma convinzione che si può dare una possibilità alla pace ha contagiato il mondo? Io lo spero molto.

P.S. John Lennon cantava così:watch?v=RkZC7sqImaM

Quand il est mort le poète….

1 Quand il est mort le poète,
Quand il est mort le poète,
Tous ses amis,                                                         Quando è morto il poeta, tutti i suoi amici
Tous ses amis,                                                           piangevano.
Tous ses amis pleuraient.

2 Quand il est mort le poète,
Quand il est mort le poète,                                Quando è morto il poeta
Le monde entier,                                                    il mondo intero piangeva.
Le monde entier,
Le monde entier pleurait.

3 On enterra son étoile,
On enterra son étoile,                                         Seppellimmo la sua stella
Dans un grand champ,                                        in un grande campo
Dans un grand champ,                                         di grano.
Dans un grand champ de blé.

4 Et c’est pour ça que l’on trouve,
Et c’est pour ça que l’on trouve,                       Ed è  per questo che lo si trova
Dans ce grand champ,                                          in questo grande campo di
Dans ce grand champ,                                           mirtilli.
Dans ce grand champ de bleuets

A questo link potrete ascoltare  questa canzone in una suggestiva interpretazione dell’ autore: watch?v=9vqMDujXLyc

Mi pare giusto aggiungere che , mentre in italiano non ha molto senso la trasformazione di un campo di grano in un campo di mirtilli, in francese l’ assonanza tra le parole “blé = grano” e “Bleuets = mirtilli” ( che fanno anche rima) dà, a mio parere, l’ idea che la poesia può trasformare la realtà , rendendola più piacevole e accattivante.

Parafrasi: l’ ultima notte di attesa…

La sue notti erano diventate sempre troppo lunghe e difficili, da molto, troppo tempo…Dormiva poche ore e si svegliava di colpo sempre alla stessa ora, quando era ancora notte fonda e allora cominciava a pensare…avrebbe voluto distrarsi pensando ai lavori da fare nei campi, agli animali da portare al pascolo o al mercato, ma la sua mente ritornava subito a quel figlio  lontano…a quando gli aveva chiesto con un po’ di arroganza la parte di beni che gli spettavano per andarsene . Era sempre stato il suo figlio più vivace, più fantasioso, più intelligente, ma  anche il più irrequieto, quello che non era mai contento, che aveva sempre la smania di scoprire cosa ci fosse al di là delle colline o al di là del fiume….e per questo lo aveva amato tanto.  Per questo , quando aveva manifestato il desiderio di andarsene, non si oppose: sarebbe stato inutile e a nulla sarebbero valse le sue preghiere, i suoi ammonimenti….

Era partito con la sua parte di beni e con una grande smania di libertà, ma anche con tante illusioni, tanti sogni, che rischiavano di farlo scontrare duramente con una realtà che non conosceva…..Chissà dov’ era in quel momento? Questa domanda gli rimbalzava nella mente da quel giorno….. Gli era giunta notizia , tramite alcuni viaggiatori, che si era dato alla bella vita e che si era fatto  tanti amici….ma erano veri amici?….

Continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, finchè come spesso accadeva si alzò per andare sulla terrazza a passeggiare, a scrutare l’ orizzonte mentre il sole sorgeva….l’ alba era sempre il momento in cui gli incubi notturni venivano attenuati dalla speranza.

Quella mattina l’ aria era particolarmente limpida e lo sguardo si spingeva lontano, lontano…..la casa era ancora addormentata e solo gli uccelli cominciavano a svegliarsi nei loro nidi……C’era un viandante laggiù, come un punto nero un po’ barcollante: doveva essere  molto provato dalle fatiche del viaggio e man mano che si avvicinava pareva sempre più prostrato…..aveva certo bisogno di aiuto….poi riconobbe il mantello: era uno di quelli che si tessevano in casa sua……ma allora??’ Non poteva che essere lui, suo figlio che tornava…..Il cuore gli scoppiava in petto dalla gioia e gli corse incontro…..non aveva più importanza il dolore che quel ragazzo gli aveva causato, nè il danaro che evidentemente aveva sperperato…..l’ importante era che era tornato a casa, al sicuro…

 

Storia di una monaca… (parte seconda)

Nelle immagini seguenti possiamo rivedere il giorno dei voti solenni (lo si capisce dalla coroncina di fiori che ha sul velo ) tra mia madre e me, davanti alla porta del parlatorio; nell’ immagine successiva  è già in Thailandia , giovanissima maestra delle novizie e di lì a poco madre generale delle Cappuccine tailandesi.

Storia di una monaca….(prima parte)

Sto imparando a manipolare le vecchie foto al computer ed eccomi a tentare il primo esperimento con alcune vecchie immagini che ricordano momenti significativi della vita di mia sorella Vanna, che oggi ha compiuto 53 anni di vita monastica.

Eccola, diciassettenne , alcuni giorni prima della sua entrata in convento e poi nel giorno della sua vestizione insieme a me e a mia sorella Ilva.

 

8 settembre : data importante in famiglia….

8 settembre 1960 : era un pomeriggio caldo e mia sorella , 17 anni, si stava recando al convento delle Clarisse Cappuccine di Carpi. Dopo molte insistenze aveva ottenuto il permesso dai miei genitori per intraprendere la sua nuova vita di suora di clausura.

C’erano qualche parente e qualche amica a salutarla; io mi sentivo un po’ confusa: come sarebbe stata la sua vita? Come sarebbe stata la mia vita dopo la sua partenza?

Dopo 53 anni posso rispondere: la sua è stata una vita molto intensa, con tante opere realizzate in terra tailandese;  è stata una vita vissuta sempre col sorriso sulle labbra (almeno quando ho potuto incontrarla) e questo l’ ha fatta molto amare dalle sue comunità.

La mia vita da quel momento è stata illuminata dal suo esempio di fede e di determinazione, ma dopo la sua partenza, ho sentito anche che la casa era più vuota .

Tanti auguri, Sr Giovanna! Che il Signore ti conceda ancora lunghi anni e nuove sfide!

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8 settembre 2013.

Samuele compie 6 anni !!! Una tappa importante: a sei anni non si è più bebè e Samuele sa essere  grande all’ occorrenza.

Ti auguro di crescere sempre bravo e affettuoso come sei ora , per la gioia della tua mamma e di noi tutti. Ricorda  che siamo in tanti a volerti bene e che potrai sempre contare su di noi.