Un Belmondo a sorpresa.

Oggi ho visto un film francese per la TV; si intitola “Un uomo e il suo cane”.E’ la storia di un marinaio che vive per anni con la vedova di un collega, ma a un certo punto questa decide di sposarsi e lo mette alla porta insieme col suo cane. Comincia un periodo molto triste , ma l’ uomo trova nella fedeltà e nell’ affetto del suo animale la ragione per continuare a vivere…

La cosa straordinaria di questo film, di per sé non eccezionale, è l’ interprete: Jean Paul Belmondo. Non l’ ho mai apprezzato molto come attore, forse perchè non mi piacevano i film che interpretava….Qui ho fatto fatica a riconoscerlo in un primo momento: è così diverso dal giovane attore affascinante, un po’ guascone, dallo sguardo malandrino  e dal fisico atletico che ricordavo! Il film è del 2008 e Belmondo ci appare nella verità della sua età avanzata: capelli bianchi, volto rugoso, sguardo intenso e malinconico……nessun tentativo di minimizzare i segni del tempo.

La sua interpretazione misurata e intensa me lo ha fatto apprezzare e devo dire che mi è parso molto più bello di quando spopolava sugli schermi e faceva infiammare le sue fans.

Ute: un pomeriggio molto interessante.

Ieri all’ UTE il “nostro” don Ivano , coordinatore insostituibile della nostra associazione , ci ha intrattenuto sul documento conciliare che va sotto il nome di “DEI VERBUM” , che mette a fuoco tutto ciò che concerne la Rivelazione della Parola di Dio. Leggendo QUI si possono rivedere e rinfrescare le proprie conoscenze in merito.

Il nostro docente si è comunque soffermato principalmente sul problema di come leggere le Sacre Scritture, che non possono essere certo  intese come qualche secolo fa, quando ogni cosa che non fosse coerente col testo letterale della Bibbia veniva tacciata di eresia. Da questa visione miope sono venute tante sofferenze e tante atrocità, come i roghi sulle piazze o il carcere e le torture anche per personaggi importanti come Galileo.

Gli studi archeologici dell’ 800 hanno però dato il via a una serie di studi sui testi antichi e tra questi anche la Bibbia ha potuto essere reinterpretata alla luce della conoscenza degli stili letterari in uso presso le culture antiche .

Ai miei scolari insegnavo sempre ad esempio che il racconto della creazione è il racconto quasi poetico di un qualcosa che gli uomini di 3.000 anni fa potevano esprimere solo ricorrendo a immagini mitiche, ma che ora la scienza può spiegare più razionalmente: i giorni biblici possono essere interpretati come ere geologiche. Ciò che alla fine conta è che nella Creazione si è manifestato l’ intervento divino.

La Bibbia insomma non è un trattato di storia o di scienza e va interpretata risalendo agli antichi testi scritti in lingue antiche e in contesti storici difficilmente decifrabili con certezza.

Sarebbe bello che nell’ ora di religione nelle scuole si studiasse la Bibbia, con lo stesso spirito con cui si studiano i poemi epici, non per fare proselitismo, ma per conoscere e capire uno dei testi su cui si fonda la nostra civiltà.

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Il dr. Mauri ci ha poi introdotto quello che sarà l’ argomento di sua competenza: la Belle Époque nel territorio erbese e dintorni.

Per Belle Époque si intende quel periodo storico che va dal 1870 circa al 1914, un lungo periodo di pace (come non era mai accaduto in Europa dai tempi dell’ Impero Romano-le guerre c’ erano ma erano guerre coloniali, fuori dall’ Europa) nel quale tra le classi dominanti , grazie alle conquiste tecnologiche e allo svilupparsi dell’ industria, si diffuse un notevole benessere economico con conseguente ostentazione  e spreco di ricchezza . Naturalmente la maggior parte della popolazione rimaneva in uno stato di grande miseria e povertà , per cui cominciarono a diffondersi anche i nazionalismi e le idee anarchiche, con conseguenti ripetuti regicidi.

In quel periodo era la Francia a dettare legge nel campo della cultura, della moda e delle arti in genere, ma qui nell’ erbese questo modo di concepire la vita come spensieratezza, ottimismo e godimento delle cose belle della vita, cominciò anche un po’ prima che in Francia: dopo il  matrimonio del principe Umberto di Savoia con la sua seconda moglie, la cugina Margherita, donna di non straordinaria bellezza, ma di grande fascino e di grande intelligenza politica.

I due principi si insediarono nella Villa Reale di Monza attirando attorno a sè molte famiglie nobili che si stabilirono nei dintorni per partecipare alla vita di corte. Margherita capisce subito che non sarà una moglie felice, date le plateali infedeltà del marito, ma sa che lei è comunque destinata a diventare regina d’ Italia e come tale cerca di accattivarsi la benevolenza dei suoi sudditi e di affascinare la nobiltà . A lei furono dedicate una torta , un tipo di pizza ben noto anche oggi, vari teatri e lo stile liberty che caratterizza questa epoca fu inizialmente chiamato qui da noi “stile Margherita”.

La Brianza , vicina alla sede dei principi, diventa meta dei numerosi viaggi di Margherita e del suo seguito; il Pian d’ Erba , in particolare, diventa zona turistica di grande attrazione: i nobili riaprono le loro ville, sorgono alberghi e ristoranti e a Erba nasce un ippodromo famoso in tutta Italia a quei tempi. Si ricordano numerose escursioni verso la grotta più grande della Lombardia, il Buco del Piombo, che fa parte del territorio cittadino, e l’ inaugurazione dell’ asilo di Arcellasco, ora frazione del nostro comune.

Inutile dire che entrambi gli argomenti sono stati seguiti dai numerosi presenti con grande interesse e grande soddisfazione.