Les sanglots longs
Des violons
De l’automne
Blessent mon coeur
D’une langueur
Monotone.
Tout suffocant
Et blême, quand
Sonne l’heure,
Je me souviens
Des jours anciens
Et je pleure,
Et je m’en vais
Au vent mauvais
Qui m’emporte
Deçà, delà,
Pareil à la
Feuille morte.
Paul Verlaine : Canzone d’ autunno. (traduzione)
I singhiozzi lunghi dei violini dell’ autunno mi feriscono il cuore con un languore monotono. Affannato e pallido quando suona l’ ora, io mi ricordo dei giorni passati e piango. E me ne vado nel vento maligno che mi trascina qua e là come una foglia morta.
&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&&
Quanta tristezza traspare da questa poesia! ma la musicalità dei versi, me l’ ha resa indimenticabile e fa sì che assomigli a una canzone più che a una poesia, proprio come dice il titolo.
Montmartre:Il nome della località deriva forse dal latino e potrebbe significare o “Monte di Marte” o più probabilmente “Monte dei Martiri” , perchè lì fu martirizzato Saint Dénis, il primo vescovo del luogo. Era uno sconosciuto quartiere di periferia, che non faceva parte della città di Parigi, quindi si pagavano meno tasse e gli artisti squattrinati vi potevano trovare appartamenti a buon mercato. Le case degne di questo nome erano ben poche, mentre molte erano le baracche .
Molti furono gli artisti che abitarono a Montmartre: Corot, Rénoir, Dégas, Van Gogh, Toulouse Lautrec, Utrillo e Picasso solo per nominare i più conosciuti.
Essi dipingono i paesaggi circostanti e i personaggi che popolano quel quartiere in cui si mescola un’ umanità variegata e spesso ai margini della società.
Corot dipinge Montmartre a metà dell’ 800 e vi si vede un mulino a vento e poi la campagna (da sottolineare che solo in quell’ epoca si cominciò a dipingere all’ aperto – en plein air , come dicono i Francesi – perché erano stati inventati i colori in tubetto e quindi non si era costretti a rimanere nei propri laboratori a pestare e mischiare sostanze coloranti diverse).
Nel 1870, dopo la sconfitta di Sédan contro i Prussiani, si comincia la costruzione della basilica del Sacro Cuore, in cima alla collina, per ricordare i caduti in quella guerra disastrosa, però essa fu terminata solo nel 1914 e inaugurata poi nel 1919, al termine della Grande Guerra (con la soddisfazione di aver battuto i tedeschi).
Con la venuta degli artisti, si cominciano ad aprire ristoranti, trattorie e luoghi di divertimento che nei fine settimana attirano anche i cittadini della vicina Parigi.
Uno dei ristoranti più famosi fu il “Moulin de la Galette” un antico mulino , frequentato per lo più da persone di basso rango; poi fu aperto nel 1889 il “Moulin Rouge” che era solo un finto mulino e nel quale non si mangiava soltanto, ma si poteva assistere a spettacoli frizzanti che culminavano con il ballo del “can can”: qui la clientela era più ricca e raffinata. Vi lavorarono soubrette molto famose , come la Goulue e Jane Avril.
Altro luogo molto frequentato dagli artisti era il “Circo Medrano”, ma anche il “Lapin agile”, che diventa un vero e proprio circolo culturale, o “Le chat noir” o il “Cabaret Mirliton”.
Toulouse Lautrec, che aveva “copiato” da Degas il modo di inquadrare il soggetto alla maniera dei fotografi, preparava i manifesti per questi locali e i suoi soggetti abituali erano perciò i protagonisti degli spettacoli che vi si svolgevano
Le mattine in cui resto in casa, mi piace ascoltare la radio mentre mi occupo delle faccende domestiche. La radio è una compagna discreta, che ti lascia la libertà di fare ciò che ti necessita senza pretendere di tenerti inchiodata nelle sue vicinanze, come fa invece la TV. Da qualche tempo c’ è per me un’ attrattiva in più nelle mattinate radiofoniche: il noto giornalista Giovanni Minoli , sfrattato dalla TV pubblica, prima intervista i protagonisti dell’ attualità, poi ripresenta i personaggi più significativi della nostra storia repubblicana attingendo al vasto repertorio da lui accumulato in tanti anni di gloriosa carriera giornalistica. Qualche giorno fa ha riproposto un bel ritratto del “sindaco santo” di Firenze: Giorgio La Pira. Quelle che seguono sono sue parole pronunciate quando dovette giustificare la requisizione di case sfitte per alloggiare degli sfrattati:
« Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia!
Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.). È il mio dovere fondamentale questo: dovere che non ammette discriminazioni e che mi deriva prima che dalla mia posizione di capo della città -e quindi capo della unica e solidale famiglia cittadina- dalla mia coscienza di cristiano: c’è qui in giuoco la sostanza stessa della grazia e dell’Evangelo! Se c’è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l’amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non c’è! »
Sono parole che vorremmo sentir pronunciare ancora oggi dai nostri politici. La sua azione non si limitò ai confini della sua città adottiva (lui era siciliano), ma si estese in campo internazionale cercando di promuovere azioni per porre fine alla guerra in Vietnam, per promuovere la pace ad ogni livello e soprattutto per costruire rapporti di amicizia e di collaborazione fra tutti i paesi mediterranei.
Chi volesse saperne di più può leggere QUI e credo che ne valga la pena per ricordarci che la politica non è necessariamente “sporca”, come purtroppo siamo indotti a pensare ai nostri giorni.
Leggere questi articoli in questi giorni fa venire una gran paura……Il livello dei mari si innalza sempre più rapidamente per i ghiacciai dei poli che si sciolgono; Il più grande Oceano della Terra è diventato un’ immensa discarica priva di qualsiasi forma di vita a causa della pesca selvaggia; il polmone della Terra viene aggredito sempre di più dalla deforestazione dissennata…..
Ce n’ è abbastanza per pronosticare un avvenire molto triste per questo nostro pianeta e per i suoi abitanti . A Varsava si sta discutendo dei cambiamenti climatici e delle risoluzioni da assumere per fermare questa corsa vertiginosa verso il disastro ambientale più totale. Spero che tutti i partecipanti a quel Congresso siano informati della situazione reale in cui versa i Pianeta.
Gira da tempo sulla rete questo racconto. Oggi me lo ha proposto l’ amica Rina. Se cliccate sul link potete trovare la versione in inglese : è piuttosto facile da leggere e da capire e può servire a qualche amica per ripassare la propria conoscenza della lingua che stiamo studiando. La storia è molto bella e vale la pena raccontarla anche in italiano; naturalmente la racconto alla mia maniera, non è una traduzione letterale.
” In una stanza di ospedale vi sono due uomini gravemente malati; uno è costretto a stare sempre coricato, l’ altro invece può sedersi sul letto un po’ di tempo ogni giorno e guardare dalla finestra vicina al suo letto. Tra i due si stabilisce una certa confidenza, parlano della loro casa, della loro famiglia, del loro lavoro e quando quello vicino alla finestra puà sedersi sul letto, comincia a descrivere all’ altro ciò che si vede fuori . Descrive gli alberi, il sole , il cielo, il panorama, i bambini che giocano con le barchette nell’ acqua del laghetto, le anatre e gli auccelli che popolano il piccolo parco, gli innamorati che si prendono per mano…. Questo momento è il più bello delle loro lunghe giornate di malati e quello dei due che non può muoversi trova grande conforto in questi racconti.
Una mattina però il letto vicino alla finestra rimane vuoto: il paziente che vi riposava è morto durante la notte. Allora , quando entra l’ infermiera , il malato superstite chiede di poter cambiare letto per poter guardare dalla finestra, ma quando arriva lì vicino vede che oltre il vetro della finestra c’ è solo un muro bianco. Chiede allora all’ infermiera che fine abbia fatto il piccolo parco che il suo amico gli descriveva così bene e l’ infermiera risponde che non c’ è mai stato nessun parco e che il compagno di stanza scomparso era completamente cieco……”
Mi pare una storia stupenda che insegna come possiamo portare un po’ di felicità a quelli che ci stanno attorno se cerchiamo di non rattristarli con le nostre lamentele e con i nostri guai , ma badiamo a rendere più bella la loro vita con i mezzi a nostra disposizione.
Ore 15: Diritto Internazionale (prof. Michele Spagnuolo)
Oggi abbiamo avuto un’ interessante lezione su alcuni casi di un passato non troppo lontano, che hanno suscitato vasto clamore:
il caso del sequestro della giornalista Sgrena , per la liberazione della quale morì l’ eroico Calipari;
il disastro del Cermis in cui persero la vita una ventina di persone a causa di una manovra anomala di un aereo da combattimento americano proveniente dalla base di Aviano;
il caso di Öcalan, il capo dei curdi condannato a morte in Turchia, transitato in Italia con la speranza di ottenere l’ asilo politico;
il caso attualissimo dei marò italiani tenuti in prigione in India.
La concretezza dei casi ha reso la lezione particolarmente interessante, anche se abbiamo capito che in campo internazionale vale spesso la ragione del più forte.
Ore 16: Scienze naturali : A cosa serve il sesso? (dr. Sassi)
La risposta alla domanda ci pareva fin troppo scontata e invece abbiamo imparato cose nuove :
La lotta per la sopravvivenza non avviene tra specie antagoniste, ma tra individui della stessa specie: la gazzella inseguita dal leone non ha come avversario il leone, ma la gazzella che corre davanti a lei e che deve cercare di superare per poter sopravvivere.
La sopravvivenza deve coniugarsi al successo riproduttivo per trasmettere i geni “vincenti”.
La riproduzione asessuale (quella dei batteri, per esempio) è molto più efficiente per la moltiplicazione di individui tutti uguali, mentre quella sessuale produce molti meno individui con patrimonio genetico diversificato e quindi sono più adattabili al variare delle situazioni.
La riproduzione sessuale serve a proteggersi dai parassiti !!!
Quest’ ultima affermazione è certo l’ ultima cosa a cui noi avremmo pensato come risposta da dare al titolo della lezione.
Questa è davvero una bella notizia e di questi tempi si rischia di rimanere storditi a leggere cose di questo genere, abituati come siamo a leggere solo notizie oltremodo deprimenti.
In Svizzera hanno trovato benevola accoglienza all’ incirca 180 MILIARDI (!!!!) di euro depositati da cittadini italiani per sfuggire al fisco! ….. E se pensiamo che sono mesi che si discute su IMU o non IMU e su come far quadrare i conti perchè mancano sempre cifre dell’ ordine di 2/3 miliardi, è facile capire che se anche solo una parte di questi soldi potesse essere tassata o rientrare in Italia , il bilancio dello Stato non sarebbe più un problema.
Speriamo che la Svizzera faccia il suo dovere e il nostro paese in agonia avrebbe una boccata d’ ossigeno!
E’ una storia ambientata nella Belle Époque, agli inizi del 1900. Léa è una “escort” (diremmo oggi) di alto livello , ancora bellissima; ormai ricca, è decisa a ritirarsi a vita privata. Charlotte, una sua collega più anziana, le affida il figlio diciannovenne dedito a una vita dissoluta. Léa, che conosce il ragazzo fin dalla nascita e che lo ha soprannominato CHERI, dapprima crede di poter controllare, come sempre ha fatto nella sua vita, questa relazione : la prende come un gioco; poi però , incredibile a dirsi, si innamora ricambiata e i due vivono insieme per ben sei anni.
Charlotte a questo punto rientra in scena per dirigere la vita del figlio verso il matrimonio con una giovane, figlia di un’ altra prostituta sua amica. Chéri, obbedisce di buon grado anche se non è ancora innamorato della fidanzata.
Léa dissimula con eleganza la sua disperazione , poi lascia la sua casa e fa perdere le sue tracce. Intanto Chéri scopre di non poterla dimenticare e lascia la sua giovane sposa per ritornare alla vita dissoluta di un tempo. Léa , saputa la notizia della crisi matrimoniale dei due giovani, ritorna nella sua casa e il ragazzo si precipita da lei per rivederla , ma dopo una notte di passione intensa e disperata , Chéri appare titubante di fronte alla decisione di Léa di partire insieme…..si è accorto di preferire l’ amore fresco e ingenuo della moglie. Léa capisce e finalmente riesce a superare il proprio egoismo e spinge il ragazzo verso un futuro che lei non può dargli : è troppo vecchia e se non può essere per lui la compagna di una vita, può però fare per lui un gesto da madre e lasciarlo andare. La voce narrante conclude il film dicendo che di lì a poco Cheri andrà soldato , combatterà nella Grande Guerra, sopravviverà all’ ecatombe, ma non riuscirà poi a sopravvivere al fallimento della sua vita, quando si accorgerà di aver abbandonato l’ unica donna che avesse veramente amato.
La storia ha forse qualche forzatura, ma la fotografia è stupenda e l’ ambientazione accuratissima. Ci sono immagini di una bellezza mozzafiato sia nelle scene girate all’ esterno sia in quelle girate in ambienti che riproducono con grande fedeltà il gusto e le atmosfere dello stile liberty. I costumi poi sono di un’ eleganza raffinatissima ed esaltano in modo mirabile la bellezza di Michelle Pfeiffer , che interpreta il suo personaggio con estrema sensibilità e verità.
Il mondo dorato della Belle Epoque, in cui si privilegiavano l’ apparenza e la spensieratezza , finirà col franare rovinosamente sotto l’ impeto della Grande Guerra, questo è forse quanto ci vuole dire il regista inglese Stephen Frears.