La croce bianca.

Chagal: Crocifissione bianca

Dopo la lezione sentita all’ UTE sono andata a rivedere le opere di Chagall e mi ha particolarmente colpito questa “Crocifissione bianca” . Sulla enorme  croce investita da un fascio di luce, c’ è un Gesù ebreo (il panno che lo ricopre è quello che portano gli Ebrei nei momenti di preghiera) che , mentre muore, sembra vedere  la storia delle persecuzioni future contro il popolo in mezzo al quale è nato e che lo ha condannato. Sulla sinistra della croce c’ è un sicuro riferimento ai pogrom russi , avvenuti sotto lo zar e anche sotto il regime comunista, mentre sulla destra si vedono episodi che potrebbero far pensare alle persecuzioni dell’ Inquisizione (il libro sacro che brucia). Mi ha colpito poi un  particolare: accanto alle case devastate c’ è sempre una sedia rovesciata.  E’ un quadro un po’ misterioso, che si presta a molte interpretazioni.

Buon compleanno!!!

Tantissimi cari auguri a uno dei miei lettori più affezionati: mio fratello !

Il numero delle candeline non corrisponde all’ età del festeggiato, ma del resto il numero degli anni è solo un particolare trascurabile. Spero che tu possa trascorrere ancora tanti anni felici! Un abbraccio a te e a chi oggi ti è vicino.

UTE: Montparnasse

Quando, all’ inizio del ‘900 , Montmartre diventa meta di turisti in cerca di mondanità, gli artisti che vi avevano vissuto fino a quel momento, si trasferiscono sulla riva sinistra della Senna e si stabiliscono a Montparnasse, il cui nome rievoca il monte Parnaso, su cui, secondo gli antichi Greci , abitavano le Muse.

Il luogo in cui si incontrano e dove lavorano gli artisti è La Ruche, una strana costruzione circolare, al centro della quale si trova una grande sala e tutt’ attorno vi sono dei minuscoli locali che vengono affittati a poco prezzo ai pittori. Vi è un gruppo di pittori ebrei, fuggiti dalle loro terre, perchè la pittura è proibita dalla religione ebraica.

Il più famoso tra di loro  è Marc Chagall. E’ un tipo molto riservato, solitario, di grande spiritualità e poesia. Non si lascia influenzare dalle correnti artistiche del suo tempo , anche se in un suo autoritratto è evidente il riferimento allo stile di Picasso. Caratteristica inconfondibile della sua pittura è l’ atmosfera di sogno:  i colori non sono  aderenti alla realtà; compaiono sempre simboli ebraici e personaggi che popolavano il mondo della sua prima giovinezza nelle campagne russe; in molte tele compaiono gli sposi che volano spinti dal loro amore. Accanto a ciò che ricorda il suo passato, sullo sfondo non manca mai qualche elemento che ricorda Parigi.

A Montparnasse vivono poi due grandi amici, molto diversi tra loro, ma stranamente in grande sintonia: Soutine e Modigliani.  Il primo, ebreo, trae da un’ infanzia molto difficile una personalità contorta : vive nella miseria più nera, nella sporcizia e la sua pittura  esprime una forza rabbiosa. Modigliani invece , pur essendo povero, è sempre molto curato ed elegante, e sta sempre vicino all’ amico Soutine che aiuta in moli modi. Entrambi resteranno sempre molto indipendenti e non aderiranno mai ad alcuna corrente artistica. Modigliani in un primo tempo si dedica alla scultura ispirandosi all’ rte primitiva dell’ Africa e dell’ Asia, poi però una malattia polmonare lo costringe ad abbandonare la scultura e si dedica alla pittura, nella quale però porta la stessa eleganza e la stessa stilizzazione delle sue sculture.

La grande svolta dell’ arte, il Dadaismo, a Montparnasse arriva dopo la Grande Guerra, con Duchamp e Man Ray : anche gli oggetti comuni, tolti al loro uso quotidiano e reinventati in contesti diversi diventano opere d’ arte. Si afferma l’ idea che non è l’ opera d’ arte ad avere valore, ma l’ idea che l’ ha creata. Man Ray si dedicherà poi alla fotografia.

 

Quando la moglie va in vacanza…

Ieri sera sono andata a vedere una commedia musicale dal titolo molto conosciuto : “Quando la moglie va in vacanza…”.

La trama è presto detta: un marito, rimasto solo in città perchè la moglie è andata al mare con il bambino, ha occasione di incontrare una bella ragazza che occupa l’ appartamento soprastante al suo. La tentazione di lanciarsi in un’ avventura è molto forte, ma altrettanto forte è la voce della coscienza che gli prospetta in  ogni momento le conseguenze disastrose della sua infedeltà. Naturalmente non succede nulla e il bravo marito scoprirà di amare troppo la moglie per poterla tradire.

Il primo tempo si è trascinato stancamente :  troppi monologhi e canzoni non particolarmente piacevoli, anche se sono state composte da Renato Zero ; il secondo tempo è stato più vivace e godibile. Massimo Ghini, protagonista dello spettacolo, ha dato buona prova sia come attore che come cantante, mentre la Santarelli è apparsa più bella che brava. All’ uscita i commenti degli spettatori erano più benevoli di quelli delle spettatrici.

Forse nuoce a questo spettacolo il confronto impietoso con la versione cinematografica interpretata da una superba Marylin Monroe.

Videoforum : “Morte a Venezia”

Gustav vov Aschenbach è un musicista non più giovane che sta attraversando un periodo difficile, sia  per alcuni insuccessi professionali che lo hanno costretto a ripensare il suo concetto di arte, sia per motivi di salute: il suo cuore ha bisogno di riposo.

E’ il 1911, alla fine della Belle Époque, e il musicista arriva al Lido di Venezia. L’ Hotel Des Bains nel quale trova alloggio, accoglie turisti appartenenti all’ élite della società del tempo e tra questi c’ è una famiglia polacca di cui fa parte un adolescente bellissimo, che sembra incarnare l’ idea di bellezza e di purezza che lui ha sempre inseguito con la sua arte. Ma il suo interesse diventa amore e lui prima rifugge da questo suo sentimento , poi vi si adagia e trova felicità nell’ osservare i giochi del ragazzo sulla spiaggia. Intanto la sua mente ripercorre momenti felici, momenti tragici (la morte della figlioletta), i fallimenti della sua vita artistica e le lunghe discussioni a sfondo filosofico con un suo amico e collaboratore. Venezia  lo ha accolto con le sue atmosfere morbide, con le sue luci velate e con la bellezza dei suoi palazzi , ma nasconde una terribile verità : le sue strade sono percorse da un’ epidemia di colera e le sue calli rivelano un aspetto diverso della città, fatto  di labirinti bui invasi dalla sporcizia.

Gustav, arrivato in città in cerca di salute, non solo fisica , ma anche spirituale, contrarrà invece la malattia e morirà in un’ amosfera di lento disfacimento sulla spiaggia, mentre il giovane polacco si allontana nel mare e gli addita un orizzonte lontano, avvolto da una luce magica e malinconica insieme.

Sono ammirevoli le ricostruzioni degli ambienti sia interni che esterni: abiti, arredi e ogni particolare è studiato per ricreare l’ atmosfera di un’ epoca straordinaria , che però comincia a perdere le sue illusioni. I dialoghi sono scarsissimi, ma parlano gli sguardi  e le inquadrature che indugiano a lungo sulle scene e sui personaggi, imponendo alla narrazione un senso di lento decadimento, quasi di sfinimento.

Mi ha colpito il  dialogo in cui si paragona il tempo della vita a quello segnato dalla clessidra: all’inizio il  ritmo sembra lento e non si è indotti a riflettere sull’ inesorabilità del suo scorrere, ma, quando si arriva alla fine, ecco che il tempo, come la sabbia, scivola via senza lasciarci alcuna possibilità di fermarlo.

Visconti ha condensato in questo film un po’ della sua storia personale e molto del suo modo di concepire l’ arte e la vita.

 

Cara vecchia amica auto….

Ieri sera, dopo una giornata passata in cucina, stavo per andare a messa. Salita in macchina , ho girato la chiave ed ho avuto una spiacevolissima sorpresa: invece del solito baldanzoso scoppiettare del motore della mia vecchia 307, è uscito dal cofano solo un malinconico gorgoglio, quasi un rantolo…..

– Dev’ essere la batteria- mi son detta con un certo sgomento. -E’ da parecchi anni che non la cambio e già una volta stava per abbandonarmi….( Ricordi? L ‘ avevamo cambiata insieme guardando le istruzioni trovate sul computer….) –

Sono rientrata in casa: era troppo buio e troppo freddo per uscire a piedi. Durante la lunga serata che è seguita, ho avuto modo di pensare che avere a disposizione un’ auto su cui poter contare è per me molto importante: mi permette di essere indipendente e autonoma nello sbrigare ogni tipo di incombenze e mi permette anche di essere d’ aiuto a chi invece non ha a disposizione un mezzo proprio: come farei ad andare a prendere la mia amica L. per andare insieme a fare la spesa? come farei ad andare a prendere la mia amica R. per portarla con me all’ UTE? come potrei dare qualche passaggio alle vicine in varie occasioni? La mia vecchia auto mi permette di essere indipendente nei brevi spostamenti come in quelli più impegnativi (quando vado a trovare i niptini) e mi consente anche di tenere in vita rapporti di amicizia importanti.

Stamattina per prima cosa ho chiamato l’ officina meccanica qui vicino, ma era troppo presto; ci ho riprovato dopo il rientro dalla lezione di inglese ed ecco che in un batter d’ occhio il meccanico è arrivato con una batteria nuova e nel giro di pochi minuti me l’ ha cambiata. Gioia grande!!!!

Ora giro la chiave e risento il motore che canta : è un po vecchio, ma è ancora arzillo, proprio come me!

 

Solidarietà a Milano.

A volte pare che il male dilaghi e stia per sopraffarci, ma se cliccate QUI troverete l’ elenco di tutte le iniziative benefiche in programma a Milano in questo periodo prenatalizio e questo vuol dire che esiste un silenzioso esercito di gente di buona volontà che lavora lontano dai riflettori per portare un po’ di aiuto ai tanti che vivono situazioni di difficoltà. Tra tutte, quella che più mi pare degna di segnalazione è quella del 5 Dicembre in S. Fedele: l’ ingresso non si paga in denaro, ma consegnando una coperta, un maglione o un cappello di lana…..

A tutti coloro che si dedicano al volontariato, in qualunque settore si impegnino, va la nostra gratitudine perchè sono loro che rendono ancora vivibile questo paese.