Poesia: Farò della mia anima…

Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.

Kahlil Gibran

Bellissima poesia che sa creare immagini di una dolcezza e di una profondità uniche.

Shoah: infanzia rubata.

Oggi sono andata all’ inaugurazione della mostra fotografica intitolata “Shoah infanzia rubata” nella sala mostre della biblioteca comunale di Erba. All’ allestimento hanno contribuito i ragazzi della scuola media statale.
Mi è parsa un’ ottima idea coinvolgere i giovanissimi in questa iniziativa:è in loro che dobbiamo mantenere viva la memoria di quegli anni terribili , che videro il verificarsi di una tragedia immane.

Due ragazzi hanno illustrato il tema e l’ impostazione della mostra, poi lo scrittore Pietro Arienti ha presentato il suo libro sulla shoah dal titolo “Dalla Brianza ai lager del Terzo Reich” e così i numerosi presenti (la sala era al completo)sono venuti a conoscenza dei nomi dei tanti che 70 anni fa qui in questa città furono arrestati e deportati per non tornare più.Dagli archivi comunali è emersa una verità che, a volte, si tende a minimizzare: la persecuzione degli ebrei e la confisca dei loro beni fu opera dei fascisti italiani ben prima dell’ occupazione tedesca.

La mostra sarà aperta al pubblico per tutta la prossima settimana e consiglio a tutti di andare a visitarla portando con sè i propri bambini.

Imparare il mestiere di genitori.

Fare i genitori è il mestiere più difficile del mondo ed è quello in cui si è sicuri di sbagliare. Se però si potesse trovare un aiuto per imparare questo mestiere, credo che molti ne sarebbero felici . Ora pare che la biblioteca comunale di Erba si faccia promotrice di una lodevole iniziativa in tal senso.

E’ da segnalare l’ attività di questa nostra istituzione cittadina, che sempre propone iniziative apprezzabili. Fra poco più di un’ ora ad esempio verrà inaugurata una mostra sui “bambini della Shoah”

UTE: Medicina e storia.

Ore 15 – Medicina : IL PAZIENTE FRAGILE.(dr. Alberto Rigamonti)
Chi sono i pazienti fragili?
* soggetti di età avanzata;
* soggetti affetti da patologie croniche multiple;
* soggetti con stato di salute instabile;
* soggetti colpiti da certe disabilità;
* soggetti nei quali la malattia e l’ invecchiamento si uniscono alle difficoltà socio-economiche.

Il medico dovrebbe essere tanto saggio ed esperto da curare la persona fragile e non solo le sue singole malattie; spesso un atteggiamento sbagliato porta a somministrare molte medicine, che a volte possono anche far peggiorare la qualità di vita dell’ anziano. Il bravo medico a volte deve anche saper individuare i casi in cui il farmaco è utile e quelli in cui può essere superfluo o dannoso.
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Ore 16: Storia: La stampa nel periodo della Belle Epoque.(dr. Cossi)

Prima di parlare della stampa dell’ epoca è bene porsi la domanda seguente: quanti lettori potenziali potevano accedere ai giornali?
* Poco prima della proclamazione del Regno d’Italia, la legge Casati del 1859 rese obbligatoria e gratuita la scuola per almeno due anni.
* Nel 1877 con la legge Coppino, la sinistra storica stabilì che la scuola elementare durasse cinque anni e che i primi tre fossero obbligatori; furono anche previste sanzioni per gli inadempienti.
*La legge Orlando del 1904 (governo Giolitti) estende l’ obbligo scolastico fino ai dodici anni di età.

Con una interessante tabella il docente ci ha documentato la situazione dell’ analfabetismo in Italia dall’ unità d’Italia al 1911; da essa risultava evidente che l’ analfabetismo femminile era molto più accentuato di quello maschile e che nelle regioni del sud il fenomeno era molto più diffuso (Non sarà perchè ai latifondisti conveniva tenere i figli dei contadini lontano dalle scuole per poter avere mano d’ opera più docile e più sottomessa?)

All’ inizio del ‘900 il giornale diventa un’ importante mezzo di informazione e di formazione dell’ opinione pubblica.La sua efficacia viene aumentata dal potenziamento delle comunicazioni telefoniche, che consentono di pubblicare articoli anche sugli avvenimenti delle principali capitali europee e dall’ adozione della stenografia che rende più veloce la stesura degli articoli.
Vi sono pagine di cronaca nera, bianca, cronaca sportiva, cultura, intrattenimento e compare anche la pubblicità.
Erano gli anni del Futurismo, che fece delle tecniche pubblicitarie il mezzo per propagandare le proprie idee.
A questo punto il dr. Cossi ci ha letto il MANIFESTO dei futuristi che ci ha lasciati veramente strabiliati per la sua provocatorietà e per il suo elogio della violenza; poi la lezione si è conclusa con l’ ascolto di una poesia del Marinetti letta con grande sapienza interpretativa dallo stesso autore.

Classe seconda G.

Ieri si è compiuta una di quelle magie che solo le moderne tecnologie consentono : una mia compagna delle scuole superiori è riuscita a rintracciarmi e dopo quasi 50 anni abbiamo ripreso il dialogo con la gioia di ritrovarsi a parlare degli avvenimenti e delle persone che hanno reso belli quegli anni. Ringrazio molto la mia amica Giliola per avermi cercata e per farle cosa gradita provo a pubblicare qui la foto della nostra classe: eravamo in seconda magistrale.

Io sono la seconda da destra in prima fila in basso e la mia amica Giliola è quella al centro nella fila più in alto.
Allora andavano di moda i capelli cotonati e lo si capisce bene dai nostri ciuffi così abbondanti….
(Non so ancora modificare bene le foto e il risultato è sempre scadente, ma mi riprometto di migliorare….)

A proposito di Petrarca……

Movesi il vecchierel……..

Movesi il vecchierel canuto e bianco
del dolce loco ov’ha sua età fornita
e da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;

indi traendo poi l’antiquo fianco
per l’estreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, e dal cammino stanco;

e viene a Roma, seguendo ‘l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch’ancor lassú nel ciel vedere spera:

cosí, lasso, talor vo cerchand’io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.

Come un vecchio lascia la sua casa e la sua famiglia per andare a Roma in pellegrinaggio per vedere il volto di Colui che vedrà poi in Cielo, così il poeta cerca nelle altre donne i tratti dell’ amata.

Viene da chiedersi se il mettersi in pellegrinaggio verso Roma , da vecchi,fosse un’ usanza diffusa…e viene da chiedersi anche se ofsse un modo per risolvere il problema degli anziani: da pellegrini potevano contare sull’ assistenza delle persone di buon cuore che incontravano via via e nello stesso tempo toglievano alla propria famiglia il peso di una bocca in più…chissà se era veramente così…non ci avevo mai pensato prima….

UTE: Ozanam e Petrarca.

Ore 15: Ozanam (soc. di S. Vincenzo) don Ivano Colombo.

“*Bisogna quindi formare un’associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici, dove si trovi amicizia, sostegno ed esempi, dove si possa trovare un simulacro della famiglia religiosa nella quale si sia stati nutriti. Il legame più forte è la carità: e la carità non può esistere nei cuori di più senza espandersi all’esterno. La fede e la virtù non hanno bisogno dell’associazione per conservarsi, ma solamente per svilupparsi. Occorre che ci siano contatti più frequenti, che ci diano una lodevole emulazione per il bene, e che ci rendano comunque la gioia dei successi di ciascuno. (A Leonce Curnier, 4 novembre 1834, p. 41).
*La carità non deve mai guardare dietro di sé, ma sempre avanti poiché il numero delle sue buone opere passate è sempre troppo piccolo e perché infinite sono le miserie presenti e future, che essa deve alleviare. (A Leonce Curnier, Parigi, 23 febbraio 1835, p. 48).”

Sono due citazioni tra le tante che si possono trovare su Wikipedia alla voce ” Frederic Ozanam – citazioni”.
Ozanam è il fondatore delle Società di S. Vincenzo ancora oggi molto diffuse. Era nato a Milano nel 1813, dove la sua famiglia era arrivata al seguito di Napoleone, ma tornò ben presto in Francia dove studiò legge e letteratura. Giovanissimo cominciò a interessarsi delle condizioni di vita degli abitanti delle periferie e cercò di organizzare gruppi di giovani che potessero dedicarsi a sollevare le sofferenze dei più poveri. Aveva capito che la Chiesa ufficiale continuava ad arroccarsi in difesa di privilegi ormai fuori dal tempo e non si accorgeva dei cambiamenti che si stavano verificando nelle società in seguito all’ industrializzazione . Ozanam si proponeva di fare da anello di collegamento tra la società del suo tempo e la Chiesa.
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Ore 16: “Il Canzoniere” di Petrarca. (Prof. Galli)

Unica opera del Petrarca in lingua volgare, il Canzoniere è frutto di un lavoro di revisione e di perfezionamento che durò tutta una vita, sempre alla ricerca della perfetta armonia delle parole e del loro ritmo. Al centro di quest’ opera non è Laura, ma il tormento interiore del poeta. Egli trae la sua fonte di ispirazione dall’ antica letteratura classica:infatti studiò a lungo Orazio, Tibullo, Catullo, ma anche la Bibbia e S. Agostino. Usa un linguaggio letterario ed elegante, che resterà per secoli il modello per i poeti italiani ed europei. Anche Leopardi che pure rivoluzionerà il linguaggio poetico risente della sua influenza, così anche Saba.

Ricopio qui uno dei sonetti più famosi del Petrarca , con relativa breve spiegazione.

SOLO E PENSOSO…

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human la rena stampi

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve6 sappian7 di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so, ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co·llui.

In questo sonetto (il trentacinquesimo del Canzoniere) scritto da Petrarca prima del 1337, la solitudine è descritta come la situazione più congeniale al tormento amoroso del poeta: egli rifugge lo sguardo altrui, al quale il proprio sentimento risulterebbe manifesto, e, prediligendo l’immensità della natura, cerca invano un riparo alla propria passione

Vita coi nipoti.

Da un paio di giorni la casa è di nuovo vuota. Per tre settimane c’ è stato un bell’ andirivieni, che ha consentito di ritrovarci tutti e inoltre per otto giorni ho fatto la nonna a tempo pieno per i due cuccioli maschi di famiglia, che sono rimasti qui insieme a me senza la presenza delle mamme.
Sono stati bravissimi, perchè hanno stabilito tra loro un rapporto di sana competizione che tende a rendere miglori entrambi: Da una parte Davide, più serio e maturo, induce Samu a tralasciare qualche capriccio inutile quando ad esempio non vuole decidersi a fare la doccia o ad andare a letto; dall’ altra parte Davide viene trascinato in molte attività e giochi ai quali abitualmente non dedica molta attenzione e si decide a fare i compiti più volentieri vedendo il cuginetto al lavoro.
Il loro passatempo preferito era “fare la lotta”e ogni tanto concedevo loro dieci minuti per lasciarsi andare a questa attività fisica. generalmente sapevano giocare senza farsi male, ma se il gioco si protraeva poi diventavano più aggressivi e bisognava sospenderlo. E’ giusto , a mio avviso porre dei limiti , ma è anche giusto che abbiano l’ occasione per misurare la loro forza e per apprendere in condizioni favorevoli come affrontare eventuali bulli, che non mancheranno certo sul loro cammino.

Era bello la sera vederli prepararsi per la notte, poi sedersi accanto a me sul letto per ascoltare la lettura di qualche libro, sentirli recitare insieme una breve preghiera e infine disporsi al sonno serenamente.

Fare la spesa insieme a loro era un’ impresa non da poco: prima dell’ ingresso al supermercato, facevo loro una specie di lavaggio del cervello per convincerli che non avrei comprato giocattoli e che quindi non volevo sentire capricci, arrivati all’ interno, si arrampicavano sulle sponde del carrello , uno da una parte e l’ altro dall’altra e io manovravo quel veicolo divenuto piuttosto ingombrante con qualche difficoltà, ma con grande divertimento loro e mio.
Alle casse potevo contare sul loro aiuto per lo svuotamento del carrello e per il riempimento delle borse e il loro aiuto meritava sempre un piccolo premio.

Spero che possano ripetersi occasioni di questo genere: potranno costituire un prezioso bagaglio di ricordi, che consentiranno loro di cercarsi anche quando saranno cresciuti.