Prima conversazione.

– ‘Ngù!!! ‘Nggò- diceva oggi Giovannino.

Giovannino (due mesi!!) oggi ascoltava le mie parole con sguardo intenso e mostrando uno sforzo notevole di concentrazione , poi socchiudeva la boccuccia e ascoltava la sua voce che riusciva a modulare quel suono che voleva essere una risposta , un tentativo di comunicazione.

La nostra “conversazione” si è protratta per qualche minuto e …..ci siamo trovati perfettamente d’ accordo su tutto!!!  :))

Com’ è bello seguire i progressi di un bambino!

 

Una sera a teatro :” Gl’ innamorati” di Goldoni

Il bello delle commedie di Goldoni sta forse nell’ uso del linguaggio veneziano, almeno così ho pensato ieri sera assistendo alla rappresentazione, in lingua italiana,  de “GL’INNAMORATI”, opera che si incentra esclusivamente sui bisticci di due giovani , innamorati e rosi dalla gelosia.

La compagnia teatrale ha introdotto delle novità : una scenografia che si ispira all’arte moderna (una enorme griglia in legno; rappresenta forse la trappola delle convenzioni sociali in cui tutti i personaggi sono invischiati? ) e che permette agli spettatori di vedere gli artisti mentre cambiano costume di scena per interpretare ruoli diversi; un attore maschio  interpreta un ruolo femminile, mantenendo bene in vista la sua calvizie ;  a tratti gli attori si muovono imitando le movenze tipiche dei burattini e delle marionette o recitano esagerando il birignao in modo farsesco; e poi i tuoni che sottolineano ogni momento di “burrasca” tra i due innamorati.

Tutto questo però non è riuscito a sopperire all’ esilità della trama. Bravissimi tuttavia gli interpreti, fra i quali è da menzionare in particolare la bravissima ISA BARZIZZA (84 anni!!!) che ha recitato magistralmente il suo ruolo con tanta freschezza e con la padronanza di scena di una mattatrice.

Ute: poesia dialettale: Tren de nott.

Ore 15: Poesia dialettale comasca (docenti Ghioni E. – Gottardi F.)

I commenti  illuminanti del dr. Ghioni e la lettura efficacissima del sig. Gottardi ancora una volta ci hanno consentito di immergerci nella magia della poesia dialettale comasca, che forse non è conosciuta  come meriterebbe. Eccone qui un esempio…..

  Treno de nott (Gisella Azzi)     

Testo originale  
Treno da trenta vagon,
che te vee, te vee
per sta campagna scura
cor minga, cor minga
inscì fort: gh’hoo paura!La banchetta l’è pienna; e tucc sti gent
che vann a lavorà
inscì lontan de cà,
varden el finestroeu e dìsen nient.La banchetta l’è dura, l’è de legn
(la banca che gh’è là
taccaa al camin, a cà,
l’è nò inscì dura)…Chì, nissun fa segn:

vàrden el finestroeu e disen nient:
ma foeura gh’è nagott
de vedè: gh’è la nott
negra come ‘l carbon; e dent per dent

domà ‘na quaj stazion la passa via,
la cor senza fermass:
che bordell, che frecass!
(Coss’è che la farà la mia Lucia

a st’ora chì? I fioeu sarann in lett
giamò indormentaa.
Lee la gh’avrà insegnaa
a dì su l’orazion…quand che i scarpett

borlen giò in terra, cont i pescitt biott
– ven voeuja de cagnàj –
tucc i ser, i bagaj
giugàtten, fann dannà, baloss!)…Che nott!

Che scur a gh’è! Ma adess on quaj ciarin
là in fond, bell sberlusent,
el par on poo parent
di lugher de la brasca, in del camin,

però minga inscì viscor; (i lugher!
Vedèi ammò a volà
dent in la cappa, a cà!)
questi hinn fregg, come i stell. Cambiemm pensér.

Quand che ‘l soo’l scalderà ‘l vagon e i oss
avremm passaa ‘l confin;
e sto pan moresin,
che adess el canta ammò, el sarà poss.

. . . . . . . . . . . .

Treno da trenta vagon,
che te vee, te vee
per sta campagna scura
cor minga, cor minga
inscì fort: gh’hoo paura!

La banchetta l’è pienna; e nun, poer gent,
che vemm a lavorà
inscì lontan de cà,
vardom el finestroeu. E dìsom nient.

TRADUZIONE:  Treno di trenta vagoni, che vai, vai per la campagna scura, non correre così forte: ho paura! I sedili son pieni e tutta questa gente che va a lavorare così lontano da casa, guarda il finestrino e non dice niente. Il sedile è duro, è di legno (la panca che c’ è accanto al camino, a casa, non è così dura) Qui nessuno fa segno: guardano il finestrino e non dicono nulla, ma fuori non c’è nulla da vedere: c’è la notte nera come il carbone, solo qualche stazione passa via, corre senza fermarsi: che rumore, che fracasso!(cosa starà facendo la mia Lucia? I bambini saranno a letto, già addormentati. Lei avrà insegnato loro a dire la preghiera…mentre le scarpette cadono in terra, coi piedini nudi….vien voglia di mangiarli -prenderli a morsi – tutte le sere i bambini giocherellano, fanno dannare, i birichini!)

Che notte! Com’è buio! Ma adesso un po’ di luce là in fondo, splendente assomiglia alle scintille della brace nel camino, però non così vivace (Poterle ancora vedere volare dentro la cappa del camino a casa!). Questa luce è fredda come le stelle….ma pensiamo ad altro… Quando il sole scalderà il vagone e le mie ossa, avremo passato il confine e questo pane  morbido ancora croccante, sarà raffermo.

Treno di trenta vagoni che vai, vai per questa campagna scura, non correre, non correre così forte: ho paura! I sedili sono pieni; e noi povera gente, che andiamo a lavorare così lontano da casa, guardiamo il finestrino. E non diciamo niente….

Ieri sera si parlava di ipertensione…

Ieri sera in Sala Isacchi si è tenuta una conferenza sull’ ipertensione: medici dell ‘ ospedale cittadino hanno spiegato in modo accessibile , ma scientificamente corretto il problema dell’ ipertensione e di quanto si può fare per prevenire il suo insorgere o per limitare i danni.

La sala era strapiena e c’ era molta gente in piedi ; ci sono state anche domande interessanti da parte del pubblico .  Mi piace qui riportare le parole della direttrice di “Ca’ Prina” durante la presentazione della serata:

– Questo è un esempio di come coalizzando le risorse presenti sul territorio (Casa Prina, Ospedale Fatebenefratelli e Comune) si possano realizzare iniziative importanti di informazione e prevenzione a costo zero….-

Ci saranno altre serate come quella di ieri sera e suggerisco  a chi può intervenire di non lasciarsele sfuggire

Schiavisti e schiavi d’ oggi .

Arrestato trafficante di esseri umani

Sul “Messaggero” si legge la notizia dell’ arresto di un trafficante romeno di schiave. E’ una notizia che può solo far piacere, anche se il leggere che è stato condannato ad appena 7 anni di carcere per i misfatti compiuti mi lascia molto perplessa.

Dell’ orrore della moderna schiavitù si è occupato anche Papa Francesco nei giorni scorsi infatti in Vaticano è stato sottoscritto un documento da parte di rappresentanti di diverse religioni, è un documento che impegna a combattere questa piaga che , se è possibile, è anche più terribile della schiavitù dei negri d’ America o di quella vissuta dagli schiavi dell’ antichità.

Come può l’ umanità oggi tollerare che milioni di donne, bambini, uomini vengano costretti a vivere in condizioni di totale negazione della dignità umana e dei diritti più elementari? E non sono situazioni  esistenti solo in posti dimenticati da Dio e dagli uomini…sono situazioni che possiamo riscontrare anche qui da noi: nelle nostre campagne per le raccolte stagionali, nei laboratori clandestini, agli angoli delle nostre vie cittadine, ai bordi delle strade o in improbabili “centri benessere…. Già! Questo tipo di schiavitù… non mira a sfruttare la forza lavoro, ma mira a ridurre un essere umano ad oggetto , a costringerlo a vivere non la propria vita, ma in funzione del soddisfacimento dell’ avidità e del piacere di altri esseri ignobili e senza coscienza…..

I nostri maschi italiani non hanno nulla da rimproverarsi a questo riguardo? Come possono sentirsi “clienti” e non biechi sfruttatori quando approfittano delle prestazioni di donne giovani e giovanissime evidentemente in stato di costrizione? Se poi si pensa che la maggior parte di loro (ho sentito parlare del 70%) è sposata ed ha famiglia, beh ! allora la nausea diventa invincibile….

Ute: Filosofia e poesia.

Ore15: Filosofia:  Bergson e il fluire del tempo. (prof. M. Porro).

Il secolo 19° era stato dominato dalla filosofia positivista (Comte ne fu uno dei maggiori esponenti) che poneva al centro della sua indagine la materia e tutto quanto poteva essere oggetto di conoscenza scientifica: nel progresso della scienza e della tecnica sono riposte le speranze di uno sviluppo immancabile della società umana.

Bergson (1859 – 1941) incentra la sua ricerca filosofica , come per reazione al positivismo, sull’uomo, che non è fatto di sola materia: ha anche una coscienza che lo rende consapevole di sè, ha cioè una dimensione spirituale che non è indagabile dalla scienza. La sua corrente di pensiero prende perciò il nome di Spiritualismo.

Uno dei temi da lui affrontati è quello del TEMPO; i positivisti non sanno spiegare il tempo. E’ questo un tema già affrontato dai filosofi greci e da S. Agostino con risposte diametralmente opposte (tempo ciclico /tempo lineare). Bergson afferma che il tempo dell’ orologio è solo una rappresentazione spaziale del tempo che passa, ma non è il tempo, che è invece DURATA. Il tempo fluisce come un fiume ed è irreversibile.

Ciò che è proprio dell’ uomo è la creatività: lo spirito è forza creatrice, energia. Egli accoglie anche le teorie evoluzioniste di Darwin: evolversi vuol dire differenziarsi, creare esseri diversi.

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ore 16: Poesia: Il Canzoniere di Saba (prof. E. Galli)

Una poesia “onesta” , sincera, che vuole rappresentare la vita quotidiana senza ricorrere al linguaggio ricercato , aulico dei poeti del suo tempo: questa è la poesia di Saba di cui riporto qui la seguente composizione:

Dopo una passeggiata.

Quando fino ad un colle o lungo il mare
noi pure usciamo nelle belle sere
a passeggiare,
vedo che a tutti appare
cosa fraterna l’alleanza nostra.
Noi cui la vita tanto sangue costa
e tanta inusitata gioia rende,
nulla abbiamo che in vista il volgo offende;
siamo a tutti due buoni, due tranquilli
cittadini, a cui mèta è un buon bicchiere.
Solo nei cuori rispondono squilli,
si spiegano al vento bandiere.E nei giorni di festa, se pur tanto
v’ha di strano, che cerco il più deserto
dei sobborghi, chi mai vedrebbe in noi
altro che due che cenano all’aperto?
Un marito che già ostenta un rimpianto
di libertà, la sua moglie gelosa;
non v’ha, dico, una cosa
che dai molti distingua, amica, noi,noi che rechiamo in cuore
i nostri due avversi destini
d’arte e d’amore.

 

 

 

Gemellaggio ROLO-COGLIATE: una bella festa!!

Dopo i 19 gradi di tre giorni fa, oggi nel primo pomeriggio qui il termometro segnava 5 gradi, soffiava un vento gelido e pioveva a dirotto. Nonostante ciò è stata una bellissima giornata e vi racconto perchè.

A Cogliate, un piccolo centro della Brianza, oggi si celebrava il gemellaggio con Rolo, il paese in cui sono nata e in cui ho trascorso i miei primi 23 anni. Non potevo perdermi l’ occasione di incontrare mia figlia , tutta la sua bella famiglia e anche qualche vecchia conoscenza. E’ così che guidata dal Tom-tom sono arrivata in quel paese che non avevo mai sentito nominare prima. Ho faticato un po’ a trovare il grande tendone in cui ospiti e ospitanti stavano consumando allegramente il pranzo , ma alla fine ci sono riuscita. Ho potuto lì incontrare e abbracciare i miei nipotini e i loro genitori, poi ci hanno raggiunto anche mio figlio, mia nuora e il piccolo Giovanni , ma il tempo era veramente terribile in quel momento e la loro visita si è in breve conclusa.

Mentre si protraeva il pranzo, il maltempo ha concesso una breve tregua e i bambini si sono potuti sgranchire le gambe sul piazzale del santuario lì vicino. E’ stato lì che ho incontrato alcune vecchie conoscenze, che, devo dire, io ho riconosciuto immediatamente, mentre loro hanno stentato un po’ (può darsi che ciò sia dovuto al fatto che son passati quasi cinquant’ anni?…Mah!!). Grazie a una di queste vecchie amiche, ho avuto modo di conoscere anche il sindaco attuale di Rolo: una donna molto stimata da tutti i suoi amministrati ed ho avuto anche il piacere di scoprire che è una lettrice di  questo mio blog!!!! Ne sono molto lusingata.

Il momento clou della giornata è stata la premiazione dei disegni eseguiti dai bambini delle scuole primarie dei due paesi gemellati. Anche Davide è stato chiamato a salire sul palco per essere premiato: ha stretto la mano al sindaco di Cogliate e poi ha tenuto ben in mostra  il suo pacco-dono con aria trionfante. E’ stato un momento di grande gioia per tutti noi.

A riscaldare ulteriormente l’ ambiente , già cordialissimo, ci ha pensato il trio rolese dei “Cantabali” . Quando li ho visti esibirsi mi pareva che almeno due di loro non fossero facce nuove, ma non riuscivo a mettere a fuoco i miei ricordi; quando però ho sentito i loro soprannomi ecco che si è squarciato il velo che mi offuscava la memoria: erano Sardèla e Giuben!!! Il primo abitava poco distante da casa mia quando ero una bambina e l’ altro era nientemeno che il mio primo compagno di giochi, quello che la mattina in estate mi veniva a chiamare per andare a giocare “sòta ai pom”. Era proprio Erminio!!! Ora , invecchiato anche lui  come me, canta in questo brillantissimo trio musicale; il  repertorio è fatto di canzoni italiane  ever-green , di canzoni dialettali e di divertentissimi scherzi musicali . La loro esibizione ha riscosso un vero meritatissimo successo. Bravi Cantabàli!

A questo punto era ormai tardi , io ho dovuto riprendere la via del ritorno e , mentre guidavo, mi sentivo presa da un senso di gratitudine per i Cogliatesi , che avevano saputo organizzare una così bella festa.

A Teatro: “Carmen”.

Ieri sera, al teatro “Il Cenacolo Francescano ” di Lecco, ho assistito, insieme a un numeroso gruppo della parrocchia di Arcellasco, alla rappresentazione della “Carmen” nella versione tradizionale in lingua francese.

E’ stata per me una piacevole sorpresa  scoprire che a Lecco esiste un’ orchestra sinfonica di buon livello, che in zona esistono  scuole di danza classica e cori molto apprezzabili per la loro preparazione .

La “Carmen” è opera molto nota per la sua musica spumeggiante e per la storia a tinte forti. Ho apprezzato molto le due interpreti femminili nei ruoli di Carmen e di Micaela. La prima , Margherita Settimo, si è fatta apprezzare per la sua voce dalle grandi potenzialità espressive, ma dovrebbe migliorare , a mio avviso, le sue abilità di danzatrice; la seconda, Angela Alesci, è sembrata perfetta per il suo ruolo (certo meno complesso e impegnativo di quello della protagonista), infatti ha dato sfoggio di ottime qualità vocali e di grande sensibilità interpretativa. Anche gli interpreti maschili si sono fatti apprezzare , anche se mi sono sembrati meno incisivi delle loro colleghe.

Insomma, abbiamo passato tre ore piacevolissime e nemmeno il maltempo che imperversava è riuscito a rovinare la nostra bella serata.

Sento di dover ringraziare il gruppo Terza Età di Arcellasco e le sue bravissime coordinatrici per averla resa possibile.