Insegnare è un bel mestiere.

Ho fatto la maestra per molti anni ; all’ inizio dubitavo molto della mia attitudine per questo mestiere. Mi spaventava la grande responsabilità che esso comporta nei confronti dei bambini. Sbagliare con loro vuol dire pregiudicare le loro possibilità di riuscita e lasciare cicatrici nelle loro personalità in formazione…..Poi ho capito che si può sbagliare anche senza volerlo, ma che, per fortuna, c’è quasi sempre la possibilità di rimediare…Ai miei tempi nessuno ti insegnava come si fa ad insegnare ai bambini e dovevi farti le ossa sul campo; ricordo più di una notte passata a rimuginare sulle modalità da seguire per presentare ai bambini un concetto o una tecnica operativa non immediatamente intuibile o per trovare la strategia più efficace per aggirare una difficoltà. Poi arrivavano i momenti che ti ripagavano delle ansie e delle difficoltà e quelli che mi sono rimasti più impressi nella memoria sono legati ai bambini con handicap, che ti sorridevano felici quando si sentivano aiutati.

Ora , da  pensionata, mi sto dedicando , come volontaria, all’insegnamento dell’ italiano agli stranieri. La mia esperienza passata non è servita a molto: qui ho a che fare con adulti e soprattutto con adulti che hanno una conoscenza minima della nostra lingua; solo in qualche caso fortunato c’è la possibilità di comunicare anche in  francese o in inglese , più spesso invece è molto difficile trovare un terreno comune …. Anche qui i primi tempi mi sono serviti per orientarmi un po’, poi a poco a poco mi son sentita più a mio agio e stamattina una signora di mezza età , proveniente dal Marocco, dopo avermi ringraziato perchè ha finalmente capito l’ uso di una particolare struttura linguistica mi ha detto: – Tu maestra spieghi bene …- e sorridendo felice mi ha stretto a lungo la mano… e’ vero che sono volontaria e che nessuno mi paga, ma io la mia ricompensa l’ ho avuta lo stesso!!

 

Forse sono troppo vecchia…

Forse sono troppo vecchia per riuscire a comprendere certe cose….. Capisco l’ inseminazione artificiale  all’ interno della coppia, ma non riesco ad accettare che per assicurare il “diritto” (ma è proprio un diritto? ) a procreare  si debbano stravolgere le regole della natura, fino ad arrivare a negare il diritto del neonato a conoscere, una volta cresciuto, la sua vera identità o fino ad ammettere che si possa delegare un’ estranea  a portare in grembo un figlio da “vendere” …In India è nata la nuova industria degli uteri in affitto: le donne più povere si sottopongono a queste maternità forzate per pochi soldi, mentre a guadagnarci sono le cliniche, che non assicurano loro nessuna assistenza o tutela..

Forse sono davvero troppo vecchia..