Ero straniero…..

Alla scuola di italiano per stranieri, si sono iscritti anche i profughi ospitati a Erba fin dall’ inizio dell’ autunno. Il loro arrivo ha scatenato molte polemiche in città, polemiche su cui la Lega ha soffiato abbondantemente con le motivazioni già note , le quali fanno presa di più oggi su un’ opinione pubblica messa sotto pressione dalle difficoltà derivanti da una crisi economica che non sembra avere fine. E così molto spesso si sente dire che non è giusto mantenere degli stranieri quando molti italiani sono disoccupati e bisognosi di aiuto…..

E oggi durante l’ omelia il Padre Passionista ha certo pensato a queste polemiche, quando ha commentato il Vangelo di oggi ….. “…venite, benedetti dal Padre mio….perchè ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto…..Allora i giusti risponderanno….Quando mai ti abbiamo visto straniero  e ti abbiamo accolto?  ”

E la risposta di Gesù è nota: tutto quello che avremo fatto a un bisognoso lo avremo fatto a lui…….Allora, diceva il predicatore , perchè farsi tante domande, fare tante polemiche e non mettersi invece  nei panni di chi si vede costretto a fuggire dalla propria terra, e si trova in un luogo, di cui non conosce nulla, circondato da gente che si mostra ostile e insofferente…..Perché non cerchiamo di vedere in chi arriva a chiedere il nostro aiuto quel Cristo , del quale, a parole, ci diciamo seguaci?

Ho apprezzato molto l’ omelia del Passionista , soprattutto perchè altre volte non ho sentito parole altrettanto chiare venire dal pulpito.

(P.S. Colgo l’ occasione per rinnovare questo appello:  sarebbero necessari nuovi volontari per insegnare l’ italiano agli stranieri, visto che, per fortuna, le più giovani tra noi hanno trovato lavoro e non possono più rendersi disponibili….Ricordate?  ERO STRANIERO e mi avete accolto….e offrire l’ opportunità di imparare la nostra lingua è la prima e più importante forma di accoglienza).

 

Nonnasprint ? Eccola….

Mi  hanno riferito che ieri qualcuno all’ Ute, vedendomi arrivare, è uscito con questa espressione : – E’ arrivata la nonnasprint!- Forse non ricordava il mio nome (anch’ io non conosco il suo) e voleva far riferimento al nome di questo blog, ma ha fatto un po’ di confusione….

Posso essere indulgente con l’ autore del lapsus, che certo è da attribuire ai suoi (e anche miei) ricordi di gioventù, quando in TV tra i programmi per ragazzi spopolava la serie “Giovanna, la nonna del Corsaro Nero” , la cui sigla cominciava così:

Un grande urrà per Nonnasprint , la vecchia che è più forte di un bicchiere di gin….

Ecco cosa dice Wikipedia di  Giovanna,_la_nonna_del_Corsaro_Nero, l’ autentica nonna sprint.

Ed ecco la sigla :watch?v=6uil6vxCk9Q

 

 

Una sera a teatro: Don Giovanni.

Ieri sera al teatro Manzoni di Vighizzolo di Cantù era di scena Alessandro Preziosi in una versione rivisitata del “Don Giovanni”.

Mettendo insieme varie versioni teatrali  del “libertino amorale” per antonomasia,  viene delineata una storia che vuole essere improntata all’ analisi dell’ anima perversa  del personaggio , senza trascurare qualche momento comico che affiora qua e là nel dialogo serrato tra il protagonista e il suo servo Sganarello. Quest’ ultimo rappresenta il sentire comune della gente timorata di Dio e non lesina rimproveri e consigli al suo scapestrato padrone, ma nulla cambi nel modo sciagurato di vivere di Don Giovanni, che ha come filo conduttore della sua vita solo il soddisfacimento dei suoi capricci, forse per sfuggire alla noia e all’ angoscia di una vita cui non sa dare senso.

Poi avviene l’ imprevedibile: la statua di colui che Don Giovanni ha ucciso in duello , si muove e si mette a parlare: è il mistero che interpella il cinico  Don Giovanni.  Così nel secondo atto si ha l’ impressione di trovarsi di fronte a un Don Giovanni diverso: è nella sua casa, vestito di nero , assediato dai creditori…..Apparentemente intenzionato a cambiare vita, si scopre infine che ha invece deciso di adottare  come tanti la maschera dell’ ipocrisia , ma la statua di pietra gli lancia un’ ultima sfida che Don Giovanni accetta sfrontatamente e per lui sarà la fine.

I ritmi del primo atto sono apparsi piuttosto lenti, ma la recitazione di Preziosi e del coprotagonista è stata superba; la scenografia ridotta all’ essenziale ha tuttavia creato momenti suggestivi ( soprattutto ben riuscita la scena finale del rogo che avvolge e divora Don Giovanni).

Molti applausi finali hanno salutato tutta la compagnia.

 

UTE: Scienze naturali – Letteratura.

Scienze Naturali: Cos’è un mammifero?

Dalla rappresentazione di un albero filogenetico, si può capire da quali ascendenti comuni derivino le specie animali ;  i mammiferi e i rettili hanno come antenato comune una specie di grossa lucertola, l’ Archeotiride, che risale a 320 milioni di anni fa e che presenta la mandibola tipica dei mammiferi.  Credo che molti resteranno sorpresi come me nel sapere che i paleontologi riconoscono i mammiferi dalle ossa del cranio e in particolare dalle ossa dell’ orecchio interno.

Un altro antenato dei mammiferi  è il CINODONTE, che presentava denti differenziati e forse aveva il corpo coperto da una pelliccia. Alla fine del Triassico i cinodonti scompaiono quasi del tutto, soppiantati dai dinosauri che domineranno per 150milioni di anni. Gli unici mammiferi che continueranno a sopravvivere sono dei topolini. 65milioni di anni fa, la caduta di un asteroide gigantesco (zona Messico), provocò l’ estinzione dei dinosauri ed ecco che i nostri topolini hanno la loro occasione per evolversi e diffondersi .

Nell’ Oligocene, 25milioni di anni fa, le foreste arretrarono e comparvero i grandi mammiferi, che continuarono ad evolvere e a differenziarsi per molti milioni di anni.

Poi comparve , nel Pleistocene, 1,8milioni di anni fa comparve il genere HOMO (contemporaneo dei mammuth) che cominciò a esercitare una pressione in tutte le specie di grandi mammiferi.

Le caratteristiche tipiche dei mammiferi sono : il pelo che ricopre il corpo per mantenere costante la temperatura interna e spesso favorisce il mimetismo; la viviparità, cioè la capacità di far nascere figli vivi; l’ allattamento dei piccoli.

Il mammifero più grande che sia mai esistito è la balenottera azzurra (150 tonnellate e 30 m. di lunghezza), mentre il più piccolo è il toporagno (3 cm. di lunghezza e 2 grammi di peso).

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Letteratura: Pirandello -“Novelle per un anno”

Per poter comprendere l’ opera di un autore , si deve partire dalla sua biografia  ed è proprio quello che il prof. Galli ci ha brillantemente illustrato, facendo anche riferimento a un libro di Camilleri. I fatti più incisivi sono stati certamente l’ ostilità verso il padre e la malattia della moglie. L’ infelicità della sua vita ha avuto certamente un grande peso nella sua opera letteraria e teatrale, dalla quale si evince il suo modo di intendere la vita e la realtà. I ruoli che rivestiamo in società , pensa Pirandello, sono solo maschere che ci estraniano dalla nostra vita profonda, tuttavia non è possibile vivere senza maschera; la vita è senza senso e non esiste una realtà oggettiva.

 

 

Dedicato “to my friends” (del corso di inglese)

Dedico alle mie amiche del corso di inglese il testo di questa famosissima canzone , che mi pare di facile comprensione:

Que Sera Sera

When I was just a little girl,                                           Quando ero solo una bambina

I asked my mother: “What will I be?                             Ho chiesto a mia madre:” Cosa sarò?
Will I be pretty? Will I be rich?”                                     Sarò bella? Sarò ricca?”
Here’s what she said to me:                                             Ecco quello che lei mi disse:
Que sera sera                                                                       Che sarà, sarà
Whatever will be, will be                                                   Qualunque cosa sarà, sarà
The future’s not ours to see                                              Non possiamo vedere il futuro
Que sera sera                                                                        Che sarà, sarà.
What will be, will be                                                            Che sarà sarà

Since I am just a boy in school,                                        Da quando sono uno scolaro
I asked my teacher: “What should I try?                        ho chiesto al mio insegnante: “Cosa d
Should I paint pictures? Should I sing songs?”            dovrei provare? Dovrei fare il pittore
This was her wise reply:                                                     Dovrei cantare canzoni?” Questa fu
Que sera sera                                                                        la sua saggia risposta: Che sarà, sarà
Whatever will be, will be                                                    Qualunque cosa sarà, sarà
The future’s not ours to see                                               Non possiamo vedere il futuro
Que sera sera                                                                        Che sarà, sarà….
What will be, will be                                                            Che sarà , sarà…
When I grew up and fell in love,                                       Quando diventai grande e
I asked my lover: “What lies ahead?                                m’innamorai, Chiesi al mio amore:
Will we have rainbows day after day?”                            “Che cosa ci aspetta? Avremo
Guess what my lover said:                                                  arcobaleni giorno dopo giorno?”
Que sera sera                                                                         Indovina cosa disse il mio amore:
Whatever will be, will be                                                     Che sarà, sarà, qualunque cosa
The future’s not ours to see                                                 sarà, sarà…Non possiamo vedere il
Que sera sera                                                                          futuro…che sarà, sarà…che sarà,
What will be, will be                                                              sarà…
Now I have children of my own                                          Ora ho dei bambini miei e loro
They ask their mother: “What will I be?”                         chiedono alla loro mamma: “Cosa
“Will I be pretty?” “Will I be rich?”                                    sarò? Sarò bella? Sarò ricco?”
I tell them tenderly:                                                               Io dico loro teneramente:
Que sera sera                                                                           Che sarà, sarà…ecc.
Whatever will be, will be
The future’s not ours to see
Que sera sera
What will be, will be

E poi potremmo anche provare a cantare insieme a Doris Day

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Film: Attacco a Leningrado.

Ieri sera ho visto un film in TV: “ATTACCO A LENINGRADO”.

Siamo nel 1941 e i tedeschi hanno assediato la città, che rimane ben presto senza viveri e senza carburanti ,mentre il terribile inverno russo stringe sempre di più la sua morsa mortale su una città popolata di fantasmi.  Le protagoniste principali sono due donne: una giornalista inglese e una giovane poliziotta russa. Entrambe aiutano con grande coraggio i familiari ,e non solo loro, a sopravvivere in condizioni disumane.

Leggendo le recensioni che si trovano in vari siti dedicati al cinema, in nessun  commento ho trovato il riferimento a un romanzo,  che racconta la stessa storia, anche se con alcune differenze. Il libro, al quale , a mio avviso, gli sceneggiatori si sono ispirati, si intitola “L’assedio” ed è della scrittrice inglese Helen Dunmore.

Il romanzo è molto avvincente, spesso commovente, e fa rivivere la tragedia della morte per fame e per freddo di migliaia e migliaia di uomini, donne , bambini, costretti a far bollire le cinture di pelle per aver qualcosa da masticare o a bruciare i libri e i mobili per potersi scaldare, mentre nelle stanze attigue giacciono i cadaveri congelati dei familiari che si son dovuti arrendere.

Il film a mio avviso è molto meno coinvolgente del romanzo, anche perchè deve per forza far apparire come eroina della situazione una giornalista inglese rimasta intrappolata nella città assediata. Tuttavia bisogna riconoscere al regista e agli sceneggiatori il merito di riportare alla memoria una tragedia di cui si sente ben poco parlare.

La camelia.

Una pioggia incessante, insistente, scende violenta  da ore ed ore..
  Il vialetto del cortile è ormai un ruscello  e l’ insalata nell’ orto sta affogando.
C’ è però la camelia,  che continua a fiorire e, anche sotto la pioggia battente  di questo novembre impietoso, sembra dire: ” Io resisto”