Il terrore tra noi.

Ieri non si poteva parlare d’ altro se non degli attacchi terroristici di Parigi. Personalmente ho testimoniato in vari modi la mia vicinanza ai Francesi colpiti in modo così sconvolgente, poi ho condiviso una foto che ritrae uno dei kamikaze che piange  prima di farsi esplodere , dicendo che andrebbero puniti in modo esemplare quelli che inducono dei ragazzi a gesti che vanno contro  natura.

A questo punto qualcuno mi ha accusato  di stare dalla parte dei terroristi !!!! Questo mi sembra proprio assurdo, come mi sembra assurdo che noi scopriamo il terrorismo solo quando colpisce qui da noi e non ce ne occupiamo quando quotidianamente miete vittime innocenti nel Medio Oriente o in Pakistan o in Africa.

Il terrorismo è figlio di politiche dissennate portate avanti da decenni e ora dobbiamo farci i conti. Il brutto è che si nasconde tra noi e sa camuffarsi.

C’è chi dice che bisogna fermare l’ immigrazione, ma temo che sarebbe come voler svuotare l’ oceano con un cucchiaio.

Perchè invece non coinvolgere di più le comunità musulmane in questa lotta : la maggioranza dei suoi membri è senz’altro rappresentata da gente pacifica, che proprio per dimostrare il suo rifiuto del terrorismo dovrebbe smascherare chi al suo interno ha invece propositi di morte.

Non credo che se in una famiglia c’ è un terrorista nessuno se ne accorga nel suo entourage. Allora direi che una volta scoperto un violento tutta la sua famiglia deve dimostrare di aver collaborato al suo isolamento e alla sua denuncia , altrimenti dovrebbe essere espulsa senza pietà.

Davide e l’ amicizia.

Davide ha una accentuata miopia , che lo costringe a portare occhiali da vista molto costoi. L’ altro giorno a scuola , forse per un gioco un po’ più movimentato, un suo compagno di classe glieli ha fatti cadere e si sono rotti.

L’ insegnante , accortasi del guaio, ha chiesto a Davide chi ne fosse il colpevole . Davide allora ha risposto :

– Maestra,  io lo so chi è stato , ma non te lo dico, perchè  è un mio amico e non voglio che tu lo sgridi.-

Grande, Davide! Tu hai capito bene cos’è l’ amicizia!!!

Ute: calendario della prossima settimana.

Martedì 17/11/2015.. 

   ore 15 : Medicina :  Vegetariani e vegani : senza proteine animali  cosa ci manca?                        Il docente , dr. Alberto Rigamonti , illustrerà questo argomento                                            particolarmente attuale , puntualizzando  vantaggi e rischi delle diete oggi tanto                    propagandate.

 

ore 16  : Filosofia    : Physis e nomos. Natura e uomo nell’ antica Grecia                                                                      (docente: Brunella Tatafiore ).

Venerdì 20 /11/2015. .

 0re 15: Storia europea della Grande Guerra : L’ Italia dalla neutralità all’                                                          intervento: le ragioni dei contendenti.

Il prof. Massimiliano Cossi continuerà il discorso già avviato nello                                        scorso Anno Accademico.

ore 16 : Filosofia Inseguendo un hayku tra Europa e Giappone:                                                                     estetica della natura a colloquio con la scrittura.

Il prof. Marco Creuso  propone questo argomento certo piuttosto                                            insolito, ma molto stimolante.

 

Preghiera per la pace (S. Francesco).

Davanti all’ orrore per quanto è successo ieri sera a Parigi ( 127 morti, 80 feriti gravi per attacchi terroristici) sento che l’ unica cosa che possiamo fare noi comuni mortali è pregare e voglio farlo con questa bella preghiera di S. Francesco….il santo venerato e rispettato anche dai musulmani…

San Francesco d’Assisi

Oh, Signore,
fa’ di me lo strumento della Tua Pace;
Là, dove è l’odio che io porti l’amore.
Là, dove è l’offesa che io porti il Perdono.
Là, dove è la discordia che io porti l’unione.
Là, dove è il dubbio che io porti la Fede.
Là, dove è l’errore che io porti la Verità.
Là, dove è la disperazione che io porti la speranza.
Là, dove è la tristezza, che io porti la Gioia.
Là, dove sono le tenebre che io porti la Luce.

Oh Maestro,
fa  ch’io non cerchi tanto d’essere consolato, ma di consolare.
Di essere compreso, ma di comprendere.
Di essere amato, ma di amare.

Ute: Il mito della caverna ed ecologia.

Oggi all’ ute il prof Porro ci ha tenuto una interessantissima lezione sul mito della caverna di Platone che riporto qui con un provvidenziale copia-incolla.

Il mito della caverna

Platone (per bocca di Socrate) immagina gli uomini chiusi in una caverna, gambe e collo incatenati, impossibilitati a volgere lo sguardo indietro, dove arde un fuoco. Tra la luce del fuoco e gli uomini incatenati vi è una strada rialzata e un muricciolo, sopra la strada alcuni uomini parlano, portano oggetti, si affaccendano nella vita di tutti i giorni. Gli uomini incatenati non possono conoscere la vera esistenza degli uomini sulla strada poiché ne percepiscono solo l’ombra proiettata dal fuoco sulla parete di fronte e l’eco delle voci, che scambiano per la realtà. Se un uomo incatenato potesse finalmente liberarsi dalle catene potrebbe volgere lo sguardo e vedere finalmente il fuoco, venendo così a conoscenza dell’esistenza degli uomini sopra il muricciolo di cui prima intendeva solo le ombre. In un primo momento, l’uomo liberato, verrebbe abbagliato dalla luce, la visione delle cose sotto la luce lo spiazzerebbe in forza dell’abitudine alle ombre maturata durante gli anni, ma avrebbe comunque il dovere di mettere al corrente i compagni incatenati. I compagni, in un primo momento, riderebbero di lui, ma l’uomo liberato non può ormai tornare indietro e concepire il mondo come prima, limitandosi alla sola comprensione delle ombre.

Passando poi all’attualità il nostro docente ci ha fatto rilevare come anche la moderna tecnologia ci immerge in una realtà filtrata dai vari media , in un mondo di ombre virtuali.

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Don Ivano , il nostro coordinatore ha proseguito sul tema “Un’ecologia integrale”, ribadendo il concetto della poeticità (e non certo scientificità) del racconto biblico della creazione, racconto nel quale la natura viene donata all’ umanità (Adamo significa semplicemente “uomo”) dal Creatore perché ne fossimo, non i dominatori con permesso di abusarne, ma custodi .

 

Una cartolina brianzola: Civate.

Il nostro paese è veramente straordinario. Dove meno te l’ aspetti, anche lì nel paese più sconosciuto, puoi trovare dei tesori storico-artistici incredibili.

E’ quello che mi son detta anche oggi. Noi dell’ UTE siamo andati a Civate, un paesino di poco più di 4000 anime a dieci minuti di auto da Erba.

Abbiamo visitato la basilica di S. Calocero con la sua suggestiva cripta, la Casa del Pellegrino e il suo panorama bellissimo : alle spalle le Grigne e di fronte , in basso,  il lago di Annone. Un bel pomeriggio. Grazie UTE!

Ute: Storia e Arte.

La prof. Alberta Chiesa ci ha intrattenuto sul momento storico in cui si svolge la vicenda de “I Promessi Sposi”.

L’ Italia , quasi tutta (tranne Venezia e lo Stato Pontificio), era sotto il dominio spagnolo. In Spagna regnava Filippo IV d’ Asburgo e don Gasparo Guzman ricopriva la carica di governatore di Milano.

Quello spagnolo si può definire certamente malgoverno per l’ esosità fiscale, per i privilegi dei potenti, per le violenze e i soprusi quotidiani dei signorotti e dei loro bravi.

A questo si aggiungano le conseguenze della guerra tra Mantova e il Monferrato che aveva attirato in Italia orde di soldati , dediti al saccheggio e alle violenze di ogni genere; si assisteva così all’ abbandono delle campagne  e quindi alla decadenza economica e all’impoverimento della popolazione.

E’ in questo quadro che si inserisce la vicenda di Renzo e Lucia con gli avvenimenti realmente accaduti dell’ assalto ai forni, della carestia e della successiva peste.

Il Manzoni ha tratto le notizie storiche dagli scritti di Ripamonti, Rivola, Tadino e Gioia.

Personalmente ho gradito molto questo ripasso storico, che mi ha fatto ricordare un romanzo che ho apprezzato molto, non tanto a scuola, quanto in seguito e per questo sono grata alla nostra sempre bravissima docente.

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Nella seconda ora la prof. Manuela Beretta ci ha intrattenuto sul “paesaggio idealizzato” nellarte, da Giotto a Klimt.

Abbiamo potuto ammirare quadri di Giotto, di Piero della Francesca, di Giovanni Bellini, di Segantini, Gauguin, Klimt e il sapiente commento della nostra giovane docente ci ha fatto apprezzare la funzione del paesaggio nei vari autori e le note innovative che ognuno ha saputo apportare.

Un’ ora di lezione particolarmente piacevole!.

 

 

C’era un ragazzo…..

Aveva finito la quinta elementare e aveva dimostrato intelligenza vivace e  volontà di continuare a studiare.
Del resto il padre era convinto, come molti a quel tempo, che  era importante far studiare i figli maschi e quello era il primogenito.
Per frequentare le scuole medie però bisognava recarsi nella cittadina di Carpi a 15 chilometri  dal  paese e si era in tempo di guerra: i treni non funzionavano più, non c’erano altri mezzi di trasporto pubblici e l’ unico modo per raggiungere le scuole era di arrivarci in bicicletta,

Quel ragazzino di 11 anni, piuttosto mingherlino, tirò fuori un coraggio che oggi sembra fuori dell’ ordinario:  tutte le mattine  si faceva più di un’ ora di bicicletta insieme ad altri due o tre ragazzi del paese.
Lo immagino d’ inverno uscire di casa col buio, mentre la brina o la neve imbiancavano il panorama o sotto la pioggia , inforcare la sua vecchia bici e pedalare di buona lena per scaldarsi
fino a raggiungere la sua scuola e lì cominciare la sua giornata di studente.
A costo di tanti sacrifici riuscì a diplomarsi radiotecnico e io lo ricordo (sto parlando di mio fratello maggiore) alle prese con la radio di qualche vicino che gli chiedeva di sostituire qualche valvola o di saldare qualche filo che non faceva più contatto.
Poi venne il lungo servizio militare e subito dopo la sua partenza per Torino, poi a Roma e in giro per l’ Italia per lavoro.
Poco dopo mio padre dovette smettere di lavorare e ricordo come tutti aspettavamo i soldi che mio fratello continuava a mandare a casa: io  avevo dieci anni e da allora sento per lui una grande gratitudine.
In questi ultimi anni ci teniamo sempre in contatto e ho scoperto in lui, prima spesso taciturno e severo, una vena umoristica spiccata che me lo rende ancora più caro.