Poesia: Il dolore.

Il dolore è un postino , dice il poeta ungherese,……..è un postino che bussa più volte nella vita di ognuno….

IL DOLORE

Il dolore è un postino grigio, silenzioso,
col viso asciutto, gli occhi d’un azzurro chiaro,
dalle sue spalle fragili pende
la borsa, il vestito è scuro e consumato.
Nel suo petto batte un orologio
da pochi soldi; timidamente sguscia
di strada in strada, si stringe
ai muri delle case, sparisce in un portone.

Poi bussa. Ed ha una lettera per te.  (ATTILA JOSZEF)

C’ era un ragazzo….

Per ricordare Vincenzo ripubblico  il post che gli avevo dedicato per il suo compleanno di qualche tempo fa……

Aveva finito la quinta elementare e aveva dimostrato intelligenza vivace e volontà di continuare a studiare.
Del resto il padre era convinto, come molti a quel tempo, che era importante far studiare i figli maschi e quello era il primogenito.
Per frequentare le scuole medie però bisognava recarsi nella cittadina di Carpi a 15 chilometri dal paese e si era in tempo di guerra: i treni non funzionavano più, non c’erano altri mezzi di trasporto pubblici e l’ unico modo per raggiungere le scuole era di arrivarci in bicicletta.

Quel ragazzino di 11 anni, piuttosto mingherlino, tirò fuori un coraggio che oggi sembra fuori dell’ ordinario: tutte le mattine si faceva più di un’ ora di bicicletta insieme ad altri due o tre ragazzi del paese.
Lo immagino d’ inverno uscire di casa col buio, mentre la brina o la neve imbiancavano il panorama o sotto la pioggia , inforcare la sua vecchia bici e pedalare di buona lena per scaldarsi fino a raggiungere la sua scuola e lì cominciare la sua giornata di studente. Mia madre mi raccontava (sto parlando di mio fratello maggiore) che lo avevano soprannominato “maglia verde” per il fatto che lei gli lavava la sera quella maglia che doveva rimettere la mattina seguente.
A costo di tanti sacrifici riuscì a diplomarsi radiotecnico e io lo ricordo alle prese con la radio di qualche vicino che gli chiedeva di sostituire una valvola o di saldare qualche filo che non faceva più contatto.
Poi venne il lungo servizio militare e subito dopo la sua partenza per Torino, poi a Roma e in giro per l’ Italia per lavoro.
Poco dopo mio padre dovette smettere di lavorare e ricordo come tutti aspettavamo i soldi che mio fratello continuava a mandare a casa: io avevo dieci anni e da allora sento per lui una grande gratitudine.
In questi ultimi anni ci teniamo sempre in contatto e ho scoperto in lui, prima spesso taciturno e severo, una vena umoristica spiccata che me lo rende ancora più caro.
Oggi quel ragazzo non c’è più….si è riunito a coloro che lo hanno preceduto e che  ha amato, ma non se ne andrà mai dal cuore di noi che lo abbiamo conosciuto e apprezzato…

A Vincenzo…..

Da tanti anni, quando scrivevo su queste pagine, sapevo che qualcuno le avrebbe lette con particolare interesse e con affetto : mio fratello Vincenzo. Era il nostro modo di restare collegati nonostante le distanze che da sempre ci hanno separati. Spesso fino a qualche tempo fa, mi scriveva poi qualche suo commento via mail e ci trovavamo spesso d’ accordo su tante cose. D’ ora in poi quando mi metterò a scrivere qui, penserò sempre a quel lettore che non potrà più collegarsi …. Ciao, Vincenzo! Ti accompagnano la mia preghiera, il mio affetto, la mia gratitudine…

Come cinque anni fa…

Come cinque anni fa….il giorno di S. Valentino che  per tutti evoca gioia, voglia di volersi bene, tenerezza, per me invece evoca pensieri di perdita, di distacco, di dolore….

Cinque anni fa assistevo alle ultime ore di vita di mio marito, che se ne andava dopo lunghe sofferenze…….stasera  invece sto ripensando a chi proprio poche ore fa ci ha lasciato in silenzio, senza dare disturbi…come voleva lui…