Giochi di cuccioli.

Un momento di lotta tra cuccioli d'uomoOggi Samuele (8 anni) è stato un eccellente baby sitter: ha intrattenuto il cuginetto Giovanni (due anni) per tre ore, assecondandolo nei suoi giochi senza spazientirsi. A Giovanni brillavano gli occhi dalla felicità: non gli pareva vero di avere a sua disposizione un compagno di giochi tanto docile a ogni sua richiesta. Naturalmente anche io dovevo giocare a nascondino e partecipare alle corse intorno al tavolo, o contribuire alla costruzione della fattoria coi mattoncini ed era così bello vedere i due bimbi felici di stare insieme.

A un certo punto in Giovanni è affiorato l’ istinto primitivo che induce i maschietti a giocare alla lotta e si è buttato su Samuele per ingaggiare un allegro corpo-a-corpo.

Chi afferma che maschi e femmine sarebbero del tutto simili se non intervenissimo noi adulti a condizionarli sulla scelta dei giochi, secondo me dice una grandissima fesseria……chi suggerisce ai maschi di fare la lotta, magari col rischio di farsi male o di distruggere suppellettili varie? Certamente nessuno, eppure i miei cucciolotti maschi (Elisa è per ora l’unica femmina) non vedono l’ora di incontrarsi per poter fare la lotta e suonarsele di santa ragione….

 

Sotto il cedro…

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Sotto il cedro oggi, primo giorno di primavera
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Sotto il cedro nel mese di novembre.

In questo strano inverno ormai finito, almeno secondo il calendario, le primule non hanno mai smesso di fiorire….. forse l’ inverno non è mai cominciato….

 

UTE: il medico e l’alpinista – Musica romantica.

Nella nostra zona è molto diffusa la passione per le passeggiate sulle montagne vicine ed è per questo che il nostro dr. Alberto Rigamonti ha voluto rispolverare un po’ di consigli utili soprattutto agli escursionisti meno giovani.

Prima di tutto la montagna va affrontata con prudenza e in modo graduale: non ci si deve avventurare in escursioni troppo impegnative se non  si è adeguatamente allenati e se non ci si è sottoposti almeno ad un cardiogramma.

Bisogna sempre tenere conto di: età, stato di salute, forma fisica, esperienza escursionistica, capacità di adattarsi alle situazioni e di gestire esperienze al limite. E’ anche necessario curare l’alimentazione privilegiando i carboidrati, gli zuccheri, le proteine vegetali, e grassi in quantità minima. Importante è portare sempre acqua con sè.

Chi soffre di diabete deve stare molto attento all’idratazione, mentre i cardiopatici devono temere gli sbalzi troppo repentini di altitudine (ad esempio è meglio evitare seggiovie, funivie , ecc.) . In caso di capogiri o difficoltà respiratorie, meglio fermarsi.

C’è poi chi soffre di mal di montagna , con la presenza di sintomi quali cefalea , nausea, vertigini  nei casi più lievi fino ad arrivare al disorientamento, alla perdita di coordinazione e di memoria nei casi più gravi.


 

Nella seconda la docente Zapparoli ci ha intrattenuto con immagini stupende che accompagnavano brani di musica, del periodo del Romanticismo, aventi come tema la  natura. E’ così che abbiamo potuto riascoltare i “Notturni” di Chopin, “Il sogno di una notte di mezza estate” di Mendelssohn, il famosissimo “Mattino” di Grieg,  “La Moldava ” di Smetana e per finire “Finlandia ” di Sibelius che riporto qui di seguito.

 

Reversibilità…

Ho dovuto lasciare il lavoro per accudire chi in famiglia aveva bisogno della mia assistenza, quindi la mia pensione non è proprio d’oro…..la reversibilità fortunatamente mi aiuta a integrare l’assegno mensile.

Da cinque anni a questa parte però l’ assegno di reversibilità subisce periodici tagli e questo può anche andarmi bene, se serve a salvare il welfare nazionale. Ciò che lamento è come questo venga fatto in sordina, senza darti una spiegazione e senza preavvisarti……inoltre mi chiedo: come mai è incostituzionale rivedere anche di poco le pensioni degli alti burocrati e i vitalizi dei politici, mentre è del tutto possibile falcidiare le pensioni delle vedove?

Spero almeno che ciò venga fatto valutando i singoli casi e non vengano messi in difficoltà i vedovi o le vedove che contano sulla reversibilità come unica fonte di reddito…

 

 

Film: Il nome del figlio.

Ieri sera sono andata al cineforum all’Excelsior dove si proiettava “Il nome del figlio” di F. Archibugi.

Una sera a cena si ritrova il piccolo clan familiare composto da fratello (Gassman ),  sorella( Golino) , rispettivi consorti e l’amico di famiglia di sempre (Rocco Papaleo). E’ in arrivo un bebè e durante la cena il futuro padre annuncia, per fare uno scherzo, che ha deciso di chiamarlo Benito e questo scatena le ire dei commensali: la famiglia è ebraica e certo quel nome evoca tempi bui e un mai dimenticato incubo del passato. Da questa discussione prende il via una serie di accuse reciproche, di confessioni , di dichiarazioni  impreviste: loro sono cresciuti insieme e credono di conoscersi a fondo , invece scoprono che ognuno ha solo interpretato un ruolo di fronte agli altri. L’unica che sa vedere le persone per quel che sono in realtà è la donna incinta, che proviene non dall’alta borghesia come gli altri, ma dai quartieri popolari. Alla fine il tanto atteso maschio si rivela essere una femminuccia e i genitori devono cambiare il nome a cui avevano pensato, forse questo segna una svolta nella vita dei personaggi verso un’ autenticità che avevano dimenticato.

Un pomeriggio a teatro: QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO.

Questa-sera-si-recita-a-soggetto-Lo-Cascio-4-175x300” Molti teatri sono (infatti) contenuti in questo testo: il teatro brechtiano, quello naturalistico (e i due lottano l’uno con l’altro), la farsa, il dramma sentimentale, l’opera lirica (continui i riferimenti operistici anche nella trama), nella terza parte si presagisce addirittura il teatro di poesia di Eliot e Pasolini.”

Questo si legge nella presentazione dello spettacolo “QUESTA SERA SI RECITA A SOGGETTO” di Pirandello, alla cui rappresentazione  ieri ho potuto assistere. Raccontarne la trama credo sia superfluo vista la notorietà di quest’ opera che viene rappresentata da quasi un secolo in tutti i teatri. Vale forse la pena di sottolineare che la si può intendere come un trattato su cosa sia il teatro, su cosa sia il lavoro del regista e su come intendere la recitazione.

Io ho gradito molto soprattutto il primo atto, dove l’ironia faceva da filo conduttore al dialogo tra i personaggi, mentre il secondo atto mi è parso piuttosto pesante, anche perché troppo lungo il monologo di Mommina. In questa pièce, come nelle altre della Trilogia  pirandelliana, rimane sempre stimolante il gioco dei personaggi  (gli attori conservano i loro veri cognomi), che entrano ed escono in continuazione dal loro ruolo di scena.

Mi ha fatto un enorme piacere ammirare dal vivo la recitazione di Luigi Lo Cascio (nel ruolo del regista), attore che avevo potuto apprezzare in vari film : è veramente molto bravo e sa usare voce e corpo in modo mirabile. Tutta la compagnia ha comunque offerto un’ ottima prova , soprattutto di Massimo Verdastro nei panni di Sampognetta, che ha saputo interpretare il suo personaggio tragicomico con intelligenza, ironia e leggerezza.

Si fa presto a dire Brianza…

Laghi brianza.jpg_20092123352_Laghi brianza Si fa presto a dire Brianza, ma quali sono i suoi limiti territoriali e cosa ne ha fatto una zona tanto particolare?

Ieri sera ho imparato molte cose nuove su questa terra  in cui vivo da 47 anni.

Ho imparato che il nome Brianza, a parte alcune fantasiose ipotesi formulate da vari autori, deriva da antiche parole celtiche che vogliono dire “alture abitate fortificate”.

Ho imparato che il nucleo originario della Brianza era costituito da cinque pievi a ridosso dell’ Adda ,  esentate dal pagamento delle tasse da Bernabò Visconti, che era allora in lotta contro l’ esercito del Papa, e che, elargendo questo privilegio, intendeva assicurarsi la lealtà e il sostegno delle popolazioni locali. Questo particolare trattamento , rinnovato per secoli, fece sì che la zona prosperasse molto più dei paesi circostanti, che aspiravano a far parte della Brianza. A testimonianza dell’eccezionale ricchezza del territorio resta una descrizione del bottino fatto dai Veneziani , vincitori in una delle tante battaglie, durante un saccheggio nella zona.

Con l’ avvento del dominio spagnolo  le cose cambiarono radicalmente e la ricchezza di un tempo svanì sotto il peso di un governo rapace. Vennero poi gli Austriaci che, pur imponendo tasse pesanti, realizzarono molte opere pubbliche a vantaggio del territorio. Con Napoleone finisce definitivamente ogni trattamento particolare, la Brianza perse i suoi connotati e i suoi confini si dilatarono….

Moltissimi scrittori nel corso della storia magnificarono la bellezza del territorio e la laboriosità della sua gente, e se ancora oggi la Brianza incanta tutti coi suoi laghi , i suoi boschi, i suoi monti, si può solo immaginare quanto fosse meravigliosa prima dell’ inquinamento e della selvaggia speculazione edilizia di questi ultimi decenni.

Un grazie di cuore al dr. Ghioni per la sua dotta e interessantissima esposizione e un grazie anche al gruppo culturale Lazzati che ha organizzato l’ evento.