5 Marzo ’72

Man mano che si avvicinava la fine di quella mia seconda gravidanza, cresceva in me una determinazione: sarei andata all’ospedale solo per partorire , non avrei rivissuto in solitudine le pene del travaglio. Il ricordo del primo parto era ben vivo nella mia mente…..

Mancava ancora una decina di giorni al termine previsto e quella domenica mattina mi ero svegliata con un po’ di malessere, ma non ci avevo fatto caso;  nel pomeriggio mio marito  disse che stava andando un po’ al bar e allora mi feci accompagnare da mia suocera: non volevo stare da sola in casa con la mia prima bambina di appena 16 mesi.

Passai il pomeriggio sferruzzando e chiacchierando, ma ogni tanto avvertivo qualche doloretto: – Non sono certo i dolori del parto – mi dicevo – ci vuole ben altro….lo ricordo bene….

Si arrivò così all’imbrunire  e mia suocera a un certo punto, guardandomi in faccia,  mi disse che secondo  lei era venuto il  momento di andare all’ ospedale. Lasciai lì la bambina, con mio marito passai da casa a prendere la valigia che avevo preparato da tempo e andammo all’ospedale.

Alle  20.35 ero al Pronto Soccorso e alle 21 era nata Giovanna: ero così felice che tutto fosse andato nel migliore dei modi e la bambina era così bella….

In ricordo di una donna coraggiosa…

Berta-Caceres-770x470-300x225La notizia della sua uccisione ha occupato le prime pagine solo per qualche momento, forse perchè era solo una donna o forse perchè lottava per l’ ambiente e per il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene , che forse contano troppo poco nello scenario politico-economico mondiale.

Lei, Berta Cacères, era stata oggetto di reiterate minacce, ma nessuna scorta le era stata assegnata dal suo governo. Ufficialmente risulta uccisa nel corso di una rapina, ma quali rapinatori sparano a bruciapelo vittime immerse nel sonno ?

Rendiamo omaggio a questa donna coraggiosa, madre di 4 figli, che per preparare loro un mondo migliore non ha esitato a esporsi fino donare la propria vita.

Kimia.

KimiaIeri sera sono stata solo davanti alla TV, niente computer, niente libri o altro, e facevo zapping tra RAI1 con la partita incredibile tra Inter e Juventus, RAI4 che trasmetteva la replica di una puntata dell’ ispettore Coliandro e ogni tanto davo un rapido sguardo The Voice su RAI2.

E proprio qui tra la Carrà e gli altri mi è capitato di ascoltare Kimia, una ragazza persiana, che , dopo aver cantato una canzone della sua terra , ha parlato di quanto sia triste la vita delle donne nel suo paese e  mentre parlava si è tolta il velo. Ora lei vive a Bologna ed è incinta ed è felice di poter finalmente cantare liberamente, cosa a lei proibita nel suo paese di origine. E’ stato un momento di grande emozione per me e credo per tutti coloro che hanno assistito alla sua testimonianza.

Spero che il coraggio di Kimia dia forza a tutte le donne che sono sottoposte a discriminazione ed emarginazione in ogni paese, ma spero anche che il nostro paese sia in grado di tutelarla dalle ritorsioni dei fanatici religiosi che esistono anche qui da noi e che potrebbero vedere in lei un minaccioso esempio di rivendicazione di diritti negati da sempre.

UTE : ludopatia, malattia da riconoscere e combattere.

ludopatiaLudopatia : una malattia in aumento vertiginoso in questi ultimi anni anche per le aumentate occasioni di gioco che il mercato reale e on line offre ogni giorno.

Finchè il gioco resta nei limiti che gli sono propri è utile e positivo, ma quando diventa bisogno di azzardare sempre di più allora diventa patologico.

Il gioco d’ azzardo muove quantità immense di denaro e ci guadagnano lo Stato, i gestori e che fornisce le slot-machine ai locali pubblici. Spesso ci sono infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il gioco patologico interessa ampi strati di popolazione dai giovanissimi agli anziani, che vengono risucchiati in un vortice che porta alla distruzione delle famiglie.

Di fronte alla ludopatia non si può restare neutrali, invece lo Stato si limita ad incassare i proventi senza fare alcuna opera di prevenzione: si potrebbe almeno cominciare a proibire la pubblicità dei giochi d’ azzardo nei media e via mail, ma è urgente la necessità di nuove norme.

La ludopatia è assimilabile alla dipendenza da droga o alcool, però se il ludopatico arriva a commettere reati per procurarsi il denaro per giocare, non può usufruire delle attenuanti previste per i tossicodipendenti o gli alcolisti; questi ultimi inoltre possono essere sottoposti a trattamenti terapeutici obbligatori, mentre nulla di tutto questo è previsto per i ludopatici.

Un coraggioso sindaco dell’ Emilia Romagna ha ordinato la chiusura anticipata dei locali in cui si gioca d’ azzardo; naturalmente è stato presentato ricorso al TAR avverso la sua ordinanza, ma il TAR ha dato ragione al sindaco che ha inteso così salvaguardare la salute pubblica dei suoi concittadini. Speriamo che molti sindaci seguano il suo esempio.

Questa interessante lezione è stata tenuta in collaborazione dal dr. Lissoni per l’ aspetto medico e dal prof. Spagnuolo per l’ aspetto giuridico. La presenza contemporanea di due esperti ha permesso di sviluppare un discorso a tutto tondo con grande soddisfazione di tutti i presenti.

 

Film: La spia.

Avete in mente James Bond? Pensate che tutte le spie lavorino con armi fantasmagoriche e abbiano sempre successo nelle loro missioni e che gli agenti segreti siano sempre belli , aitanti e spregiudicati? Scordatevelo.

In questo film la spia è un agente un po’ depresso, che si aiuta fumando in continuazione e bevendo un po’ troppo. Non porta  pistole e cerca di capire se davvero quel ragazzo arrivato ad Amburgo da clandestino sia  un terrorista o un povero ceceno perseguitato ingiustamente. C’ è però chi non ha tempo di aspettare : sono gli americani che vogliono chiudere in fretta l’ operazione antiterroristica in terra di Germania. Il protagonista, interpretato da Philip Seymour (sua ultima interpretazione), aiutato da alcuni collaboratori , intende arrivare a scoprire una rete di finanziamento del terrorismo, che si nasconde dietro la facciata nobile della beneficenza e l’ esca potrebbe proprio essere quel ragazzo ceceno, che rifiuta di entrare  in possesso del notevole patrimonio frutto delle azioni criminali del padre.

Il film termina con un grido disperato della spia che vede vanificato il suo lavoro ancora una volta.

In questa storia tutto non è come appare: il presunto terrorista in realtà è un ragazzo in fuga da un mondo di violenza; il filantropo finanzia i terroristi; le spie sono meno violente e meno ciniche della polizia…… C’è ben descritta la tensione che si respira oggi nelle grandi città del mondo dopo l’ 11 settembre e dopo i vari attacchi terroristici: il nemico può essere ovunque, può sederti accanto e colpirti quando meno te lo aspetti e tu non sai riconoscerlo…

Ma il regista offre un’ ancora di salvezza: i giovani; è infatti  una giovane avvocatessa che  si adopera per aiutare il clandestino a procurarsi un permesso di soggiorno, è il figlio del filantropo che aiuta la spia a smascherare il padre e il clandestino vuole solo rifarsi una vita.

Un bel film, ottimamente interpretato è stato un bel modo di passare la prima serata del mese di marzo….

 

Poesia: MARZO (di S. Di Giacomo).

Ho trovato questa poesia di Salvatore Di Giacomo, che del mese di marzo dice  quello che diciamo un po’ tutti: è un po’ pazzo, così dibattuto tra il mantenere le caratteristiche dell’ inverno e il lasciarsi conquistare dalla primavera….ma questa poesia è un po’ diversa dalle altre sullo stesso tema, sia per il linguaggio , un dialetto napoletano peraltro comprensibilissimo, sia per il finale che si può definire a sorpresa.

Marzo

Marzo: nu poco chiove giunchiglia
e n’ato ppoco stracqua
torna a chiovere, schiove,
ride ‘o sole cu ll’acqua.Mo nu cielo celeste,
mo n’aria cupa e nera,
mo d’’o vierno ‘e tempesta,
mo n’aria ‘e Primmavera.

N’ auciello freddigliuso
aspetta ch’esce ‘o sole,
ncopp’’o tturreno nfuso
suspireno ‘e vviole.

Catarì!…Che buo’ cchiù?
Ntiénneme, core mio!
Marzo, tu ‘o ssaie, si’ tu,
e st’ auciello songo io.  (Salvatore Di Giacomo)