Un veliero tra i grattacieli.

Camminando stamattina ho catturato questa immagine che mi è sembrata molto curiosa:  un veliero attraccato tra i grattacieli che sorgono accanto al centro finanziario di Londra; le vele e gli alberi che spuntano sopra gli alberi!!!  A proposito quanti sono questi grattacieli!!! e come sono appiccicati tra loro!! Forse solo per acquietarsi la coscienza è stato riservato qualche metro quadrato a un po’ di verde: qualche aiuola, qualche albero, qualche cespuglio, tutti rigorosamente delimitati da cemento.

Qui abitano tutti quelli che lavorano nelle banche vicine. Alcune di esse hanno preannunciato che in caso di Brexit lascerebbero la piazza di Londra e allora cosa accadrebbe a tutti questi grattacieli?

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God save the Queen!

La BBC questa mattina ha dedicato ampio spazio ai festeggiamenti per il 90° compleanno della regina Elisabetta. Nella cattedrale di Saint Paul si è tenuta una lunga, solenne , fastosa liturgia di ringraziamento . La Regina indossava uno dei suoi soliti completi color pastello (questa volta era giallo – crema – pasticcera) con l’immancabile cappello in tinta a falda larga. Accanto a lei il principe Filippo, che oggi festeggiava i 95 anni , il principe Carlo con la moglie Camilla, i nipoti (William, Kate e Harry), i rappresentanti del governo e non saprei chi altri, ma la chiesa era al completo.  Tutte le signore portavano i cappellini immancabili nelle cerimonie in questo paese: tutti in tinte molto chiare e delicate, dalle forme più strane , quasi tutti portati in modo da coprire prevalentemente la parte destra del capo. Solo tre pastore, che avevano concelebrato la cerimonia , erano a capo scoperto.

La Regina ha assistito ai discorsi augurali, alle preghiere, ai saluti delle varie categorie ( tra cui una rappresentante di un’associazione ippica e una donna di solo due giorni più giovane della regina ),  ha accennato a cantare gli inni intonati dal coro della cattedrale senza dare segni di cedimento o di stanchezza o di noia.

Alla fine, quando le volte della cattedrale si riempivano delle voci di tutti i presenti che con entusiasmo cantavano “God save the Queen”, lei sola era a bocca chiusa …..non poteva certo mettersi a cantare “Dio salvi me” !!!!

All’uscita, mentre si soffermava davanti al portone dove i membri del clero  si erano schierati per il saluto, si è notato il suo passo forse un po’ più lento , la sua schiena leggermente incurvata, ma aveva ancora la forza di soffermarsi a salutare e a sorridere a tutti, poi si è avviata giù per la scalinata senza bisogno di aiuto ed è salita sull’auto, la prima naturalmente di una lunga fila che sfilava via via per accogliere le varie personalità in rigoroso ordine gerarchico.

Capisco perchè gli Inglesi siano ancora attaccati alla monarchia: in questo mondo in frenetico divenire, nel quale è facile sentirsi disorientati, la monarchia con le sue cerimonie e le sue tradizioni  può rappresentare un punto di riferimento rassicurante.

El condor pasa.

Da stamattina mi frulla in testa sempre questa melodia..La versione cantata da Simon e Garfunkel è forse più coinvolgente, ma questa versione strumentale, mi pare più aderente alla storia e al testo originale


….

Oh majestuoso Cóndor de los Andes,
llévame, a mi hogar, en los Andes,
Oh Cóndor.
Quiero volver a mi tierra querida y vivir
con mis hermanos Incas, que es lo que más añoro
oh Cóndor.

En el Cusco, en la plaza principal,
espérame
para que a Machu Picchu y Huayna Picchu
vayamos a pasear.

TRADUZIONE (da internet)
Oh maestoso Condor delle Ande
portami a casa mia, sulle Ande
Oh Condor
Voglio tornare alla mia amata terra e vivere
con i miei fratelli Inca, che è ciò che più rimpiango
Oh Condor

A Cuzco, nella piazza principale
aspettami
affinché sul Machu Picchu e sull’Huayna Picchu
andremo a passeggiare.

Letture: Storia di chi resta e di chi fugge.

Ebbene sì! In questi giorni trascorsi in attesa del ritorno da scuola di Samu, mi sono dedicata alla lettura in modo intensivo ed è così che ho già letto anche il terzo volume della quadrilogia  di Elena Ferrante ” L’amica geniale” intitolato :”Storia di chi resta e di chi fugge”.

Riassumerne in breve la trama non è così semplice; tanti sono i capovolgimenti nella vita di Lila e Lenù : la prima dopo il matrimonio che la sottrae alla miseria e le dà l’agiatezza, lascia il marito e il rione per amore di un ragazzo che poi la lascerà e lei si vedrà costretta ad andare a lavorare in condizioni disumane in un salumificio. Qui viene a contatto con un mondo sindacale troppo lontano dai problemi concreti di chi lavora e verrà coinvolta , forse suo malgrado, in contestazioni sempre più violente: sono gli anni di piombo e il sangue scorre a più riprese nel rione e fuori. A darle una mano c’è un vecchio amico d’infanzia, col quale si inventerà un lavoro nuovo dopo aver studiato di notte con lui le basi dell’informatica. Questo la indurrà a ritornare nel rione e a riallacciare i rapporti con le vecchie conoscenze. Lenù invece , dopo il suo primo successo letterario si sposa e ha due figlie. Vive a Firenze e ha solo sporadici rapporti con le vecchie conoscenze. La sua vita è piena , tranquilla….forse troppo tranquilla e le incombenze casalinghe rischiano di spegnere in lei la sua vena di scrittrice. Si appassiona ai temi dibattuti iin quegli anni dal femminismo più battagliero, dal movimento studentesco e  finisce per sentire la sua famiglia e il suo matrimonio come una gabbia.

Mi ha interessato molto, perchè a mio modo di vedere  dipinge ciò che è veramente accaduto,  la descrizione di come  sia cambiata in fretta la mentalità della gente : là dove una volta pareva inaccettabile e scandalosa ogni trasgressione a regole secolari, in breve queste vengono messe da parte , dimenticate . L’ansia di riscattarsi dalla miseria fa accettare senza particolari scrupoli situazioni di compromesso anche con chi è notoriamente coinvolto col malaffare e col crimine: i soldi soffocano valori, ideali, onorabilità.

Credo che dovrò per forza acquistare anche il quarto volume…..

Salvare l’ Artico!!!!

Mi è arrivato da Greenpeace l’invito a firmare una petizione : lo

Orso polare alla deriva....
Orso polare alla deriva….

scioglimento dei ghiacci del Polo Artico sembra abbia scatenato le brame di chi vuole approfittare della situazione per sfruttarne le risorse naturali .

I tempi per poter far sentire la nostra voce di persone preoccupate di riconsegnare ai nostri figli e nipoti una Terra ancora vivibile, sono piuttosto stretti, infatti:

Il 20 Giugno si riunirà l’OSPAR, l’Organismo internazionale che deve decidere se istituire una riserva protetta di oltre 226 mila chilometri quadrati, nel Mar Glaciale Artico.

Bisogna aver fiducia nel potere che le nuove tecnologie ci permettono di esercitare allo scopo di difendere la “Nostra madre Terra” dall’ingordigia e dall’avidità che ne stanno mettendo irrimediabilmente  in pericolo l’equilibrio.

Chi vuole unirsi in questa impresa può firmare QUI la petizione di Greenpeace.

Alla fermata dello scuola bus.

i pullman in uso fino a 10 anni fa
i pullman in uso fino a 10 anni fa.

Al mattino alle sette e un quarto accompagno il nipotino alla fermata dello scuola-bus. E’ un’ora di grande traffico  e  veicoli di ogni tipo formano un fiume che scorre in continuazione, interrotto soltanto dal periodico stop imposto dai semafori.  Ci passano vicino persone di svariatissime provenienze : quelli che potrebbero apparire autoctoni sono certamente una esigua minoranza.

Nei pochi minuti di attesa,  passano e si fermano davanti a noi tantissimi pullman, quelli rossi a due piani, che sono un po’ il simbolo di Londra e che vantano una storia di quasi due secoli. Il servizio dei route master data infatti dal 1829, quando erano trainati dai cavalli. Poi un secolo fa circa furono meccanizzati conservando però la loro forma tradizionale.

Solo da una decina d’anni sono stati cambiati per agevolare i disabili, le mamme con passeggino o gli anziani, che naturalmente hanno posti riservati a loro nel piano inferiore.

Per saperne di più si può leggere Qui

 

Letture: Storia del nuovo cognome – L’amica geniale (vol. 2°)

Avevo letto qualche tempo fa il primo volume de “L’amica geniale” di Elena Ferrante e ora ho avuto modo di leggerne il seguito : Storia del nuovo cognome.

Questi due libri fanno parte di una quadrilogia , che narra le vicende di due amiche , Lila e Lenù, dalla loro infanzia nel primo dopoguerra fino ai giorni nostri.

Questo secondo volume inizia esattamente là dove era finito il primo: dal matrimonio della sedicenne Lila, matrimonio che mostra la sua inconsistenza già dal pranzo di nozze, quando Lila scopre che suo marito non è come aveva sempre mostrato di essere. E da lì inizia una storia di maltrattamenti , di litigi alternati a momenti di apparente bonaccia; intanto Lenù (diminutivo di Elena) continua la sua carriera scolastica ,aiutata in vari modi da incontri fortunati, fino ad arrivare alla Normale di Pisa e alla laurea col massimo dei voti.  Mentre la vita di Lenù si svolge abbastanza lineare, pur tra delusioni, sconfitte e sbandamenti, quella di Lila , che  resta sempre  ribelle e immune dall’ipocrisia dominante, è molto più tumultuosa e passerà dall’agiatezza alla povertà senza rimpiangere nulla, ma sempre con la voglia di conoscere e sperimentarsi che la contraddistingueva già da bambina…. Il finale un po’ a sorpresa lascia la voglia di sapere come continuerà questa storia, che racconta dei rioni popolari di Napoli più di un’inchiesta giornalistica….

Riporto qui un brano che ben illustra la mentalità diffusa tra le donne costrette a subire da sempre la violenza maschile; perchè si possa meglio capirne il senso è bene sapere che ci troviamo al punto in cui la giovane sposa ha già subito parecchie volte la violenza del marito…

……….Ma verso Stefano adesso non manifestava nessuna esplicita aggressività. Certo, la spiegazione era semplice: avevamo visto i nostri padri picchiare le nostre madri fin dall’infanzia.  Eravamo cresciute pensando che un estraneo non ci doveva nemmeno sfiorare, ma che il genitore, il fidanzato, il marito potevano prenderci a schiaffi quando volevano,  per amore, per educarci, per rieducarci…..

Ma Lila ha ben capito che in tutto questo modo di vedere è la parola “amore” che è fuori posto e ne trarrà le conseguenza.

Una lettura piacevole e appassionante.

 

 

Guardando la TV.

Ho guardato qua e là un po’ di programmi tv in questi giorni, e, naturalmente ,quelli che riesco a seguire sono per lo più le trasmissioni di eventi sportivi. Così ho potuto godermi il torneo del Rolland Garros , che in Italia penso sia solo sulle pay-tv, dato che non lo vedo da anni. In finale c’erano  Murray e Djokovich e mi ha sorpreso il fatto che la TV inglese non abbia esultato nè tifato per Murray e mi è stato detto che la cosa si spiega col fatto che Murray non è inglese, ma scozzese, quindi un forestiero….!!!!

Ieri sera ho potuto seguire la partita di calcio per beneficienza (quella che da noi si chiama “partita del cuore”) : in campo c’erano vecchie glorie del calcio inglesi e di ogni parte del mondo ; tra loro c’era il nostro Cannavaro e mi ha fatto piacere rivederlo ancora in gran forma.

bORIS JohnsonStamattina invece ho guardato per un po’ un evento in diretta da Stratford upon Avon (dev’essere la città natale di Shakespeare) dove il primo ministro Cameron e Boris Johnson (ex sindaco di Londra) si fronteggiavano per sostenere le proprie tesi a proposito del referendum  sull’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea.  Ho capito che si rimprovera ai sostenitori del Brexit la mancata spiegazione delle conseguenze economiche a breve e lungo termine di questa eventualità. Ma la mia perplessità più grossa, il mistero più intrigante è stato per me la capigliatura di Boris : ha due riporti ai lati del capo che si incrociano nel mezzo della testa in un arruffamento del tutto singolare. E io continuo a chiedermi angosciosamente : Come farà a pettinarsi così?   😀 😀