24 anni di buio.

Credo che ogni italiano , che il 19 luglio 1992 aveva raggiunto l’età della ragione, abbia impresso nella mente nella mente le immagini dell’attentato a Borsellino. Era domenica e le trasmissioni furono improvvisamente interrotte per mostrare ciò che stava accadendo in via D’Amelio a Palermo : mucchi di lamiere, fumo, sirene , grida e le parole concitate del telecronista che informava del terribile attentato che si era appena verificato.

Ricordo la sensazione di angoscia che mi prese: era una scena che si stava ripetendo a 57 giorni di distanza dall’attentato di Capaci e sentivo che tutti eravamo in balia di forze tanto potenti quanto oscure……

Sono passati 24 anni e ancora la coltre di fumo che ha invaso via D’Amelio quel giorno continua a persistere su quegli avvenimenti…..

 

Una buona notizia: insieme contro la fame dei più poveri.

bottura e DeNiroTra i temi messi in evidenza da EXPO2015 c’era anche quello dello spreco alimentare: un terzo del cibo prodotto nel mondo va sprecato , mentre la fame miete ancora tante vittime innocenti in tanti paesi .

E’ da qui, per dare un esempio di come limitare questo scandalo, che uno dei più grandi chef , Massimo Bottura, ha dato il via a una lodevole serie di iniziative :  chiamare i più grandi chef a cucinare gli avanzi per le mense dei più poveri.  Così è stato realizzato il Refettorio Ambrosiano a Milano durante l’Expo, così verrà aperto il Refetto-Rio durante le Olimpiadi di Rio De Janeiro  così nascerè il Refettorio nel Bronx, uno dei quartieri più poveri di New York. In quest’ultima opera il nostro campione tra i cuochi verrà affiancato da un grande nome del cinema americano e mondiale : Robert De Niro.

Certo non sarà con queste iniziative che si potranno risolvere i problemi dello spreco alimentare e della fame nel mondo, ma bisogna pur fare sempre il primo passo e si spera che l’esempio di questi due GRANDI possa essere imitato da molti altri . Solo unendo gli sforzi di tanti sarà possibile limitare gli scandali derivanti dall’ingiustizia di un mondo che ha sempre come priorità il profitto a tutti i costi.

 

Film: Uno sguardo dal ponte.

E’ un film di 54 anni fa. Non l’ho visto  quando uscì, anche se ricordo i poster che lo pubblicizzavano con la bella faccia di Raf Vallone in primo piano, nè ho avuto mai modo di vederlo in TV prima di ieri.

uno sguardo dal ponteSi tratta di “Uno sguardo dal ponte” , tratto dall’omonima opera teatrale di Arthur Miller (uno dei mariti di Marilyn Monroe, per intenderci). E’ senz’altro un film che ritrae una certa mentalità siciliana (che si spera superata), ma che conserva molti spunti di interesse ancora oggi, anche se la lettura di questi temi oggi deve essere fatta sotto una luce diversa.

Se lo avessi visto quando uscì nelle sale cinematografiche nel 1962, certamente avrei colto la denuncia del maschilismo del protagonista, che pretende dalla moglie e dalla nipote (adottata dopo la morte della madre), una sottomissione assoluta; avrei inoltre visto il problema della clandestinità come una grave ingiustizia verso i poveri emigranti italiani che vedevano nell’America l’unica possibilità di sfuggire alla miseria e alla fame.

Vedendolo oggi ho invece apprezzato moltissimo l’interpretazione di Raf Vallone, che ha saputo rendere con grande efficacia il dramma del protagonista, Eddi Carbone, preso da un sentimento ambiguo per la figlia adottiva, sentimento che lui vuole definire “paterno”, ma la sua gelosia, la sua possessività fanno intendere qualcosa di diverso. Quando Eddi ospita due parenti arrivati in America come clandestini per cercare lavoro, lui in un primo momento si prodiga per aiutarli, ma quando il più giovane mostra interesse per la ragazza, che  ricambia l’affetto del giovane, Eddi è costretto a confrontarsi coi suoi sentimenti e se ne lascia sopraffare.

Interessante è anche la ricostruzione dell’atmosfera che regna nel quartiere di migranti italiani, dove la solidarietà per i clandestini è totale e dove il denunciarli è ritenuto atto infamante, imperdonabile; chi se ne rende colpevole viene isolato , disprezzato  da tutti: è un reietto.

Se 54 anni fa la clandestinità poteva essere un incubo per i nostri emigranti , oggi invece è un incubo che noi, come comunità nazionale, infliggiamo a chi viene nel nostro paese a cercare una via di scampo a guerre e miseria infinita. Da vittime , ci siamo trasformati in carnefici.

Forse 54 anni fa non avrei colto l’accento posto dal regista anche sull’omofobia di Eddi e del suo ambiente di lavoro , dove viene deriso il biondo Roberto, che canta con voce tenorile, che sa cucire e cucinare e che per questo non può essere un vero uomo.

Un’altra riflessione che il film può suggerire è questa: chi emigra, tende a conservare tradizioni, pregiudizi e mentalità della terra da cui proviene e ad esse si aggrappa per mantenere la sua identità culturale, ignorando che, nel frattempo, nella terra che ha lasciato, tutto si muove, tutto si evolve, come è giusto che avvenga in ogni società che non rinuncia a confrontarsi col mondo che cambia.

Alla fine del film, mi sono chiesta il perchè del titolo (mi è sfuggito l’inizio, dove forse ne veniva spiegato il significato); cercando su internet ho potuto capire che il ponte di cui si parla è quello che collega la ricchissima Manhattan con Brooklyn, il quartiere dei poveri portuali migranti….l’autore , dall’alto di quel ponte, guarda verso la povera umanità che vive in un altro mondo così vicino, ma anche così lontano.

 

 

 

 

 

Di nuovo il terrore….

Eravamo in campeggio sulla Costa Azzurra, precisamente a S. Rafael, ed era il 14 luglio. C’era gran folla nella zona e verso sera, quando le luci hanno cominciato a punteggiare l’orizzonte, nell’aria si diffondevano le melodie delle canzoni che provenivano  dai centri abitati dei dintorni. Siamo andati un po’ in giro e ovunque ci fosse una piazza c’era gente che ballava per ricordare la presa della Bastiglia, l’inizio della Rivoluzione …..tutti erano molto impegnati a far festa al suono di una fisarmonica o di un disco per un evento molto sentito da tutti i Francesi.

Forse anche stasera a Nizza c’era la stessa aria di festa, la stessa voglia di stare insieme e di affermare il proprio orgoglio di appartenere a una stessa comunità nazionale e per questo i terroristi hanno scelto questo momento per falciare con un camion la folla in attesa dei fuochi d’artificio…..i bollettini continuano ad aggiornare il numero delle vittime: prima 30, poi 60,  70, ora 73….L’angoscia mi chiude la gola …e posso solo mormorare una preghiera.

Aggiornamento del 15/7/16 – ore 8 –

Purtroppo il numero dei morti continua a salire e ora siamo a 84, ma ci sono molti feriti gravi….Mi chiedo come possa essere sfuggito ai servizi segreti francesi , che pure erano in stato di allerta …..ma forse è quasi impossibile prevenire questi attacchi di lupi solitari invasati dall’odio. Per questo dobbiamo essere sempre più coordinati e più compatti a livello di stati europei. Il terrorismo non si batte se si procede in ordine sparso….ricordiamocelo!!!

A egregie cose….

A egregie cose il forte animo accendono
l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta.

Queste parole che il Foscolo scrisse nella sua composizione “I sepolcri”, dicono qualche cosa che è e resterà sempre vera : ricordare quelli che ci hanno preceduto e che hanno lasciato questa terra è utile soprattutto a chi ancora sta percorrendo le strade del mondo. I morti non hanno certo nessun giovamento dall’avere una tomba con un nome scritto , per loro tutto questo non ha più significato, ma  quel nome  può aiutare noi a ricordare ciò che di buono e di grande ognuno  può compiere per restare nel cuore  di chi lo ha amato.

Per questo sono contenta che a Bernardo Provenzano vengano negate le esequie pubbliche  e vorrei, come dice la sindaca di Corleone , che non venisse nemmeno seppellito nel suo paese, visto che a causa sua Corleone è nel mondo sinonimo di mafia, di stragi spietate. Chi ha scelto di diventare simbolo di morte e di sopraffazione non merita di essere ricordato. Può forse sperare nella pietà di Dio, ma non merita quella degli uomini.

Chi volesse rileggersi il testo integrale de “I Sepolcri” può cliccare QUI.

Dopo il temporale.

dopo il temporale

 

 

 

 

 

 

 

Un classico temporale estivo  con breve grandinata si è appena concluso. Il cielo appare ancora cupo, con nuvole di varie tonalità di grigio che si rincorrono nel cielo, mentre all’orizzonte filtra una luce rosata. Il vento , robusto, soffia  piegando violentemente le cime dei pini e delle betulle del cortile. A tratti si sente ancora il brontolio di tuoni ormai lontani.

Dopo il gran caldo dei giorni scorsi accolgo con grande piacere l’aria fresca sulla pelle e anche i fiori del giardino sembrano soddisfatti.

Per fortuna la grandine non ha danneggiato la mia auto sempre  esposta a tutte le intemperie, anzi la pioggia scrosciante ha portato via la polvere che si era accumulata nei giorni scorsi e ora appare lucida e splendente come se fosse appena uscita da un autolavaggio.

UTE: proposte per il prossimo A. A.

L’UTE di Erba ha da poco chiuso i battenti per le vacanze estive, ma  già si sta pensando al prossimo Anno Accademico.

Ieri si sono riuniti i docenti per concordare le linee guida attorno alle quali si svilupperà il programma  della stagione 2016/2017 e quello che ho sentito mi fa dire che sarà oltremodo stimolante e interessante seguire le lezioni che verranno proposte.

Continuerà a essere messa sotto la lente di ingrandimento la cultura delle popolazioni nordafricane dal  Medio Evo all’ inquietante e variegata realtà odierna; ci sarà data l’occasione di approfondire le caratteristiche di alcuni territori specifici del nostro paese, per scoprirne le peculiarità culturali, economiche ed eno-gastronomiche; poi saremo messi al corrente delle ultime tematiche di ricerca in medicina, alla scoperta delle microtossine, della omotossicologia e delle ultimissime tecniche di neurochirurgia. Come sempre ci saranno anche lezioni di scienze naturali, di diritto, di musica, economia e storia dell’arte.

Ce n’è per tutti i gusti e, vista la varietà dell’offerta culturale, nulla vieterà ai soci vecchi e nuovi di scegliere ciò che più è attinente ai propri interessi, creando così un proprio programma personalizzato.

Da questo momento i docenti sono al lavoro per preparare gli argomenti sui quali ci intratterranno e a loro va un particolare ringraziamento, perchè nessuno di loro si limita a proporre argomenti già noti o già presenti nel proprio programma di docenti delle scuole del territorio, al contrario ognuno inizierà un lavoro di ricerca per esporre argomenti e temi del tutto nuovi e inediti.

Con questo post intendo attirare l’attenzione di tanti amici e amiche di Erba e dintorni perchè comincino a considerare l’opportunità di  frequentare questa Università della Terza Età, unanimemente considerata tra le migliori nel suo genere.

 

 

 

 

Complimenti per la trasmissione!

Complimenti per la connessione!  E’ il titolo di una nuova rubrica serale di Rai1 , che vuole spiegare agli Italiani l’uso di internet e del computer. Mi sembra un’ottima iniziativa; forse la Rai si è ricordata che è sua precisa “mission ” fare servizio pubblico e aiutare la gente a vincere le proprie paure nei confronti delle nuove tecnologie è sicuramente cosa lodevole. Noi Italiani siamo un popolo di età media molto avanzata, ed è forse per questo che l’ Italia è tra i paesi che in Europa usano di meno il computer, perciò  ben venga la trasmissione RAI , se può invogliare qualcuno a non vederlo più come una diavoleria di cui diffidare, ma come un mezzo per sentirsi più inseriti in una realtà in continuo divenire.

Le lezioni, della durata di pochi minuti, hanno come protagonisti i personaggi della serie “Don Matteo” e Frassica, con il suo modo di fare sempre un po’ stralunato  saprà certamente interpretare il ruolo dell’ apprendista informatico con la sua solita, divertente ironia.

Complimenti per la trasmissione! Questa frase , tanto abusata, in questa occasione mi pare cada proprio a fagiolo, come si suol dire….