Da Qoelet…

Questa è la lettura che il celebrante ha commentato stamattina durante la messa in ricordo di Vincenzo e Silvana nella Certosa di Bologna. E’ stato bello ritrovarsi insieme.

1Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»;
2prima che si oscurino il sole,
la luce, la luna e le stelle
e tornino ancora le nubi dopo la pioggia;
3quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
4e si chiuderanno i battenti sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
5quando si avrà paura delle alture
e terrore si proverà nel cammino;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
6prima che si spezzi il filo d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo,
7e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato.
8Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
tutto è vanità.

 

Mattina d’autunno.

campo-aratoAnche la pianura può essere molto bella in una mattina serena d’autunno: lo sguardo può spingersi lontano sui campi di stoppie sbiadite e su quelli giù arati . Il sole , sorto da poco,fa luccicare le zolle scure e fa salire dal suolo una nebbiolina leggera, che dà un tocco di magia al paesaggio.  Casolari ridenti spuntano qua e là tra alberi e cespugli ancora verdi, ma di un verde già stanco, un po’ spento. Si sente venire da un boschetto lo strillo chiassoso di un pavone, cui fanno coro dei passeri petulanti e delle  più timide tortorelle.

Mi fermo per un attimo ad ascoltare.