UTE: Ritratti di donna – Natura da dominare …da amare.

leonardo-lady-with-an-ermineNella pittura rinascimentale i pittori non ritraevano le proprie donne, ma le donne dei committenti, perchè l’arte di quel periodo  non metteva in primo piano il vissuto dell’artista, ma badava solo a soddisfare le richieste dei mecenati del tempo, desiderosi di mostrare la propria potenza.

La Gioconda è l’esempio più conosciuto nel mondo di questo tipo di ritrattistica. Leonardo ci lavora per anni e produce un’opera del tutto innovativa, infatti la Gioconda ( Monna Lisa Gherardini – moglie di Francesco del Giocondo) guarda lo spettatore, pare voler stabilire un dialogo con quel sorriso quasi d’intesa. Prima non era mai stato dipinto un ritratto di persona sorridente.

La dama con l’ermellino è il primo ritratto dipinto da Leonardo e ritrae Cecilia Gallerani, una giovanissima favorita di Ludovico il Moro e l’ermellino fa proprio riferimento al signore di Milano (che era stato investito dell’ordine degli Ermellini).

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ritrae invece le sue donne, che sono spesso le frequentatrici delle taverne in cui lui passava le sue giornate. A quel tempo a Roma le prostitute erano riconosciute come lavoratrici e venivano celebrate delle messe riservate a loro. La prima modella di Caravaggio è Anna Bianchini che compare nei panni di Maddalena; seguono poi Fillide, a causa della quale il pittore commetterà un omicidio, e Maddalena Antognetti, detta Lena, compagna del Caravaggio, che viene ritratta nei quadri: Madonna dei Pellegrini e Maddalena penitente.

A questo punto la nostra bravissima docente, Manuela Beretta, ha dovuto accelerare i tempi e ha fatto un salto di qualche secolo per arrivare a parlare delle donne di Picasso, tutte muse ispiratrici delle sue opere. Fernande Olivier è appena ventenne quando conosce Picasso appena arrivato a Parigi; lei è un po’ frivola e lavora nei locali notturni e lui, gelosissimo arriva a chiuderla in casa. Nella vita del pittore entra poi la ballerina ucraina Olga Kochlova, che lo introduce nei salotti-bene di Parigi; diventa sua moglie e gli darà un figlio. Ma mentre è sposato con Olga , Picasso intreccia una relazione anche con Marie Therèse Walter dalla quale avrà una figlia. Il pittore tratta malissimo le sue donne e così proibisce a Dora Maar, altra sua compagna, di continuare a fare la fotografa, la induce a dipingere e la deride poi per i suoi scarsi risultati. Ultima musa ispiratrice sarà Françoise Gilot dalla quale avrà due figli.

Argomenti come questo , che consentono di fare rapidi excursus nella storia dell’arte, con l’ausilio di immagini stupende, dovrebbero avere maggiore spazio, dato l’altissimo gradimento che riscuotono ogni volta.

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Nella seconda ora, che  ho potuto seguire solo in parte, la prof.ssa Russo ci ha portato a fare un interessante confronto sul nostro modo di rapportarci con la natura e quello di altre culture.

Noi viviamo in ambienti fortemente antropizzati senza quasi accorgerci della bellezza di quanto la natura ci offre. Il nostro tenore di vita è molto superiore a quello di altri popoli, perchè è nel nostro Occidente che si è sviluppato il progresso tecnologico che ha portato con sè maggiore ricchezza, ma anche tanto inquinamento che provoca molte malattie.

In altre culture la natura è sacra, come emanazione della divinità . Per i monaci buddisti l’albero è sacro (so di una setta di monaci che tiene sulla bocca un fazzoletto per evitare di ingoiare qualche insetto) e le donne indiane si sono legate agli alberi della foresta per evitare che i bulldozer li abbattessero. In molti villaggi indiani c’è un albero sotto cui tutti si riuniscono per pregare.

Credo sarebbe stato molto interessante poter seguire l’intera lezione, ma non mi è stato possibile restare fino alla fine.

 

 

Un lavoro di gruppo.

WP_20161206_13_24_04_Pro

WP_20161206_13_21_20_ProCome ho già avuto modo di dire, il gruppo culturale, di cui faccio parte, si è occupato di redigere un calendario particolare per le famiglie della parrocchia di Arcellasco.

E’ particolare perchè riporta 12 foto donate da famiglie del luogo ,scelte in base ai voti conseguiti nel corso di una mostra allestita in estate. Ogni foto è accompagnata da una frase , scritta con grande sensibilità e , direi, poesia dallo psicologo del gruppo.  Inoltre a ognuna di esse è stato abbinato  un modo di dire o un proverbio brianzolo con relativa traduzione.

In fondo a ogni pagina è stata poi sintetizzata in dodici “tranches” la storia di Arcellasco, desunta dal “Chronicum”, il diario dei parroci succedutisi nei secoli messo a disposizione da chi con amore custodisce le memorie della parrocchia.

E’ stato un bel lavoro di gruppo in cui ognuno dei collaboratori ha cercato di dare il meglio e il risultato mi pare apprezzabile, che ne dite?

P.S. La foto in alto documenta il periodo d’oro della nostra città, quando tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900 era meta della nobiltà milanese che trascorreva qui le vacanze e i fine settimana nelle numerose ville di sua proprietà.

La seconda foto ricorda un “patriarca” del luogo.