Sei ancora nel cuore di tutti noi che ti ricordiamo con grande affetto.
Ciao, Vincenzo…
Donna è Bello
“Scrivo da padre, un padre che soffre per il proprio figlio, per tutta la situazione familiare. Sono d’accordo con Lei, solo allontanandolo da questo ambiente il mio bambino avrà un futuro migliore. Se avessi avuto io le stesse possibilità forse non sarei dove sono ora. Decida Lei e stia tranquillo che, visto il mio passato e presente, non farei mai qualcosa che possa influire o danneggiare la vita di mio figlio. Io voglio soltanto il suo bene e mi impegnerò con tutte le mie forze a rispettare le prescrizioni che mi impartirà per il futuro”.
Questa lettera, che è tratta da questo articolo di Repubblica. it, fa sperare che qualcosa stia cambiando, che si possa spezzare quella catena di odio e di soprusi che avvelena l’aria di certe zone e che rendono quasi impossibile per chi vi cresce sottrarsi alle leggi della malavita.
Certo allontanare i bambini dalle proprie famiglie e dalle proprie radici sembra una misura atroce, disumana, ma se è questo il solo mezzo per evitare ai più giovani di rovinarsi la vita seguendo le orme di padri violenti, allora va bene così. E quel che consola è che lo stanno capendo anche i boss stessi…
Dopo una giovinezza turbolenta e scioperata, Chiara approda a un impiego nell’amministrazione giudiziaria, incarico che ricoprirà fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando fuggirà in Svizzera. Al ritorno si dà al giornalismo, alla scrittura di romanzi e alla traduzioni dal francese e dallo spagnolo. Quando decide di tradurre il Satyricon avrà l’aiuto di Rioncoroni , che ancora oggi è il depositario di tutta l’opera di Piero Chiara.
I suoi romanzi ritraggono la vita che si svolge nella sua città di Luino, dove, sotto l’apparente perbenismo, si nascondono passioni e vizi di cui si spettegola sottovoce. Solo lo scandalo fa emergere la verità. Chiara ritrae tutto ciò senza mai esprimere giudizi morali; l’erotismo è una delle note dominanti, ma non cade mai nella volgarità.
Ama mettere a fuoco il mondo degli sfaccendati, che vivono nei bar giocando a bigliardo o alle carte, mondo che lui conosce bene avendoci trascorso la sua giovinezza; allo stesso modo punta il suo obiettivo anche sul mondo della parrocchia, fatto di ipocrisia e di finta integrità.
Riguardo alle donne pare avere uno sguardo cinico: tutte sono prima o poi espugnabili, però Chiara le tratta al pari degli uomini, infatti racconta, senza condannarla, la ricerca costante di soddisfazioni erotiche sia da parte di uomini e di donne, con lo stesso distacco e la stessa ironia.
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Nel VI secolo Giustiniano chiude le scuole filosofiche e in Occidente la ricerca filosofica subisce un arresto che durerà per secoli.
In Oriente invece si ha un gran fiorire di studi su Aristotele, basandosi però sugli scritti di due platonici come Plotino e Proclo. Ecco perchè i filosofi arabi sono portati a mescolare le due teorie e ad elaborarne una nuova ed originale.
Tra i grandi pensatori di questo periodo troviamo Avicenna, un uomo di straordinarie capacità intellettuali e operative: a sedici anni aveva già acquisito una cultura enciclopedica ed esercitava già la professione di medico; a diciotto anni aveva imparato tutto lo scibile di quei tempi.. Tutto questo senza rinunciare a una vita molto avventurosa e alla carriera politica. Di notte si dedicava alla scrittura e ha lasciato moltissime opere riguardanti vari campi scientifici.
La sua filosofia fonde aristotelismo, platonismo, religione islamica e religione ebraica. Per Avicenna l’anima è l’essenza del corpo, che può essere percepita come separata dal corpo, quindi esiste e non muore (per Aristotele l’anima muore col corpo). In ogni anima vi è un Intelletto agente (capacità di percepire le forme astratte) in grado di conoscere la realtà attraverso l’astrazione delle caratteristiche comuni ai varielementi che la compongono.
Per Avicenna DIO è l’essere necessario che ha causato tutti gli esseri possibili (tutto il creato); in lui essenza ed esistenza coincidono e non possiamo dire niente di Dio, non possiamo definirlo. Dio è causa necessaria del mondo, Dio non può non creare.
Il Cristianesimo trasforma questa concezione di Avicenna e afferma che la creazione è un atto di libertà assoluta di Dio.
Bisogna qui aggiungere che la bravura delle nostre docenti, Meggetto e Tatafiore, è riuscita a tenere desta l’attenzione e a suscitare vivo interesse nei soci prsenti, che alla fine hanno ringraziato con un sentito e caloroso applauso.
Quando la mamma doveva uscire, Gioele stava tranquillo in braccio a me; intanto Giovanni, come al suo solito, giocava con le macchinine o si metteva a ballare e a cantare sul ritmo delle canzoncine che gli piacciono tanto. Il tempo scorreva serenamente fino al rientro della mamma.
L’altra mattina , la mamma doveva andare a prendere Giovanni, che ha cominciato a frequentare (allegramente!!) la scuola materna e ha lasciato Gioele (sei mesi) con me. Appena la mamma ha chiuso la porta dietro di sè, il piccolo si è messo a piangere disperatamente. Non sapevo come consolarlo e l’ho portato fuori, dopo averlo imbaccuccato con cura. Appena ha sentito l’aria fredda Gioele si è zittito e rilassato fino ad assopirsi.
Mentre lo guardavo dormire, riflettevo sul motivo di quel cambiamento di atteggiamento e ho capito che la sicurezza di Gioele è sì legata, come sempre accade, alla presenza della mamma , ma anche a quella del fratellino, al cui cinguettio è abituato fin da quando era ancora nel pancione in attesa di nascere.
Giovanni è ancora piccolo, ha solo tre anni, ma per Gioele è il suo fratello maggiore.
Aggiornamento: Il primo film verrà proposto il 27 febbraio e non il 20 come detto in precedenza.
Da lunedì 20 febbraio prenderà il via la consueta rassegna di film che ogni anno ci offre interessanti spunti di discussione e occasioni per capire meglio il linguaggio cinematografico, sotto la sapiente guida di don Ivano.
Quest’anno potremoanalizzare le seguenti pellicole:
IL PASSATO – regia di Asghar Farhadi – 2013
L’ATTESA – ” di Piero Massina – 2015
BEYOND – ” di Pernilla August – 2010
WILD – ” di Jean Marc Vallée – 2014
Il filo conduttore delle quattro pellicole sarà il mondo femminile. Chi ha già seguito queste iniziative dell’UTE certamente non si lascerà sfuggire questa occasione.
Oggi sarebbe il tuo compleanno e per ricordarti voglio riportare qui uno dei ricordi che più frequentemente rievocavi….
Era il 1943 e gli Alleati avevano occupato la Sicilia procedendo lentissimamente per rischiare il minor numero di soldati, ma senza curarsi delle sofferenze della popolazione che doveva sopportare i disastri che i bombardamenti infiniti producevano su cose, animali e persone. Suo padre era andato in guerra come volontario lasciando a casa una moglie e 4 figli di cui lui, Giuseppe, era il maggiore. Soldi in casa non ce n’erano e c’era anche poco da mangiare; quando si poteva arrangiare qualcosa erano sempre patate : bollite, arrostite, fritte, in umido….ma sempre patate…. Giuseppe allora si ingegnò a vendere vino ai soldati americani. Una signora di sua conoscenza glielo forniva e lui lo portava a un militare con cui aveva stabilito dei contatti. Il ricavato era per comprare la farina, qualche uovo , un po’ di olio. Un giorno però qualcosa andò storto: forse la donna che procurava il vino era rimasta a corto di rifornimenti e probabilmente lo aveva annacquato….così quando Giuseppe tornò dal soldato, si vide accogliere con un’arma puntata e con parole minacciose, che nemmeno riusciva a capire…. Lui ebbe molta paura e scappò a gambe levate col cuore che gli scoppiava in petto.
Tra i ricordi di guerra, quali i crampi di stomaco provocati dalla fame, i bombardamenti provenienti dalle navi militari e dai carri armati , le mine antiuomo, questo era quello che raccontava con una certa soddisfazione pensando forse che aveva fatto quello che era nelle sue possibilità come fratello maggiore….
Oggi al teatro Grassi di Milano ho assistito insieme ad alcuni amici dell’Università della Terza Età alla rappresenrazione del lavoro teatrale “Mister Green”
Mister Green è anziano ebreo rimasto vedovo da poco; un giorno attraversando la strada viene buttato a terra da un’automobile alla cui guida è il giovane Ross. Per punirlo della sua guida poco prudente, il giudice condanna il ragazzo a visitare una volta la settimana Mister Green e a portargli aiuto. L’anziano però rifiuta a più riprese la mano tesagli , anche se non volontariamente , da Ross: lui è orgoglioso, non ha bisogno di nessuno lui, lui vive bene nella sua casa disordinata….Ma Ross DEVE continuare a fargli visita e a poco a poco il vecchio si addolcisce un po’ soprattutto quando viene a sapere che anche il giovanotto è ebreo e si lascia andare a qualche confidenza su Ester, la moglie perfetta che ha vissuto accanto a lui per 59 anni. Ma proprio quando sembra che l’accordo tra i due sia a portata di mano ecco che Ross confessa di essere gay e di vivere la pena del rifiuto della sua famiglia per quella sua condizione.
Il vecchio rimane sconcertato: un ebreo non può essere gay, l’omosessualità è contro la religione , contro i comandamenti, contro natura…Mister Green si arrabbia moltissimo e in preda all’ira si lascia sfuggire che Ross è proprio come sua figlia!!!! Lui aveva sempre detto di non avere avuto figli….. Sotto l’incalzare delle domande di Ross racconta che, sì, aveva una figlia di nome Rachele, ma per lui è come morta da quando ha voluto sposare un uomo non ebreo….Sarà Ross a risolvere la situazione ….
Allo spettacolo erano presenti moltissimi ragazzi delle superiori e credo che esso potrà offrire molti spunti di discussione:
Sono stati veramente molto bravi i due interpreti della pièce: Massimo de Francovich e Maximilian Nisi, che hanno saputo emozionare il pubblico presente con una recitazione misurata ed efficace.
Oratorio Santo Stefano di Lentate
Cenni storici
L’oratorio è stato costruito nel 1369 su commissione del conte Stefano Porro, personaggio molto potente ed importante, uomo di fiducia dei fratelli Gian Galeazzo e Bernabò Visconti , signori di Milano, ed ambasciatore di questi presso la corte dell’Imperatore Carlo IV di Boemia..
I motivi che spingono il nobile all’edificazione della cappella sono presumibilmente due: il primo è che voleva avere un posto privilegiato di preghiera, secondo la moda del tempo di avere un luogo di culto privato. Il secondo motivo, è che lo stesso sentiva l’esigenza di riconciliarsi con Dio perché nel 1252 due suoi antenati avevano pianificato col capo degli eretici (i catari) della zona, un certo Confalonieri di Agliate, l’omicidio del predicatore domenicano Pietro da Verona, inquisitore inviato dal Papa per combattere l’eresia.
L’oratorio di Santo Stefano, cappella di epoca medioevale, dopo un periodo di restauro è stato riaperto al pubblico il 21 ottobre 2007.
Il più importante affresco dell’oratorio è la Crocefissione di Anovelo da Imbonate, della scuola di Giovanni da Milano (che fu discepolo di Giotto), il quale dipinge anche le vele e l’Imago pietatis posta sulla lunetta del portone d’entrata. Gli affreschi di Anovelo richiamano così tanto il pittore fiorentino che si è a lungo creduto fossero di quest’ultimo
Gli altri affreschi sono opera di un gruppo di pittori chiamati per convenzione Maestri di Lentate.
Il ciclo di affreschi dedicato al Santo si compone di 43 riquadri disposti su due registri. Gli affreschi narrano vicende legate alla vita del Santo prima e dopo la sua morte.