UTE: il male di vivere – nulla succede per caso.

Proseguendo il discorso sulla “melancolia”, il prof. Porro oggi ci ha prima di tutto guidato alla scoperta di pittori , come Friederich o Füssli, che, nell’800, hanno trattato questo tema nelle loro opere . Il Romanticismo infatti ha segnato una svolta nel modo di intendere la malinconia, che da consapevolezza della vanità e fugacità della vita diventa “il male di vivere”.

Tra i poeti  il più grande , Leopardi, è arrivato a dire “a me la vita è male” nel suo bellissimo “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” (ricordate?  – Che fai tu luna in ciel, dimmi che fai silenziosa luna?).In Francia Baudelaire dice: “vivre est un mal”.

de-chiricoTra la fine dell’800 e i primi del novecento  il male di vivere pervade l’opera di pittori come Van Gogh, Munch, Bocklin, De Chirico e di poeti come Rainer Maria Rilke o Montale.  Ed è proprio di Montale la poesia “Spesso il male di vivere”  che incollo qui di seguito…

 

 

 

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

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Il prof. Damiani, ritornato all’UTE dopo molto tempo, ci ha intrattenuto su un tema affascinante: Nulla succede per caso o invece tutto è un capriccio del caso?

Il mondo non è un capriccio del caso; il Cosmo è bello e ordinato e questo non accade per caso. Tutto funziona al meglio in modo che ne derivi il meglio per tutti. La moltitudine degli eventi obbedisce a precise leggi non casuali, ma di simmetria e diventa prevedibile.

La Meccanica quantistica è : discontinuità, indeterminatezza, ambiguità e interazione ( nulla esiste in sè, ma tutto è risultato di relazioni).

Il risveglio del vento (R.M. Rilke)

Il risveglio del vento

Nel colmo della notte, a volte, accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, vien per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.

Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case, intorno;
tutte le querce mute.

Misericordia.

Oggi a Milano si terrà una cerimonia funebre per dj Fabo, il ragazzo che è andato in Svizzera per ottenere il suicidio assistito.

Certo il suicidio non può essere mai approvato, ma in questo caso come si fa a non avere compassione per chi deve vivere coscientemente in condizioni tanto strazianti (era diventato cieco e tetraplegico)? E, visto che è stata la madre a chiedere questo momento di preghiera, come si fa a non accondiscendere alla sua richiesta dettata dall’amore e da un dolore senza fine?

Sono contenta che la Curia milanese abbia saputo mettere in pratica l’insegnamento della misericordia , tanto caro a Papa Francesco.