A teatro : Sheherazade.

Oggi alla Scala abbiamo assistito a tre balletti diversi, tutti molto belli; dell’ultimo però non è risultata chiara a nessuno la storia che veniva rappresentata e il motivo è spiegato da Wikipedia:

sheryar-sheherazade-r1Il balletto prende spunto dalla trama introduttiva della prima storia delle Mille e una notte ed è ambientato alla corte dello shah di Persia Shariar. Nel libro di racconti, per vendicarsi di un tradimento subito dalla donna amata, lo shah sposa ogni giorno una vergine che fa poi uccidere l’indomani. L’ultima delle sue spose, Sheherazade, si salva grazie alla sua bravura nella narrazione, incatenando la sua attenzione con le storie da lei narrate, così avvincenti da convincerlo giorno per giorno a rinviare l’esecuzione, per la curiosità di conoscerne il seguito.

La vicenda del balletto costituisce l’antefatto, cioè il tradimento di Zobeide, favorita di Schariar, che determinerà in lui l’odio per le donne. Per mettere alla prova la fedeltà di Zobeide, Shariar finge, insieme al fratello Zahman, di partire per la caccia, lasciando gli eunuchi a guardia dell’harem. Durante la sua assenza, le porte vengono aperte agli schiavi, tra i quali un bellissimo nero, lo Schiavo d’oro. Al suo ritorno, Shariar e il fratello sorprendono un’orgia in corso che coinvolge tutto l’harem, e trovano Zobeide nelle braccia dello Schiavo d’oro. Ne consegue il massacro di schiavi e favorite, ma Zobeide preferisce uccidersi da sé con un pugnale.

La scelta della trama è molto innovativa per l’epoca, non solo perché riporta sulle scene di danza, dopo l’intervallo del romanticismo, la passione amorosa e la morte violenta, che dopo i tempi di Noverre, avevano ceduto il passo all’amore sublimato e incorporeo di cui è l’emblema Giselle, ma perché introduce apertamente il tema della sessualità, condensato nel personaggio dello Schiavo d’Oro dalle sensuali movenze (interpretato da Nijinskij), e culminante nella scena del Baccanale

UTE: Fatima 100 anni dopo.

tre-pastorelli-di-fatimaIl 13 maggio di cento anni fa a Fatima, la Madonna appariva per la prima volta a tre pastorelli, analfabeti o quasi, di sette, nove e diei anni: Giacinta, la più piccola, Francesco e Lucia , la maggiore.

In occasione di questa ricorrenza il nostro don Ivano ci ha parlato diffusamente di questo evento, riconosciuto come “miracoloso” dalla Chiesa.

E’ stata una ricostruzione critica dei fatti, che non ha voluto demolirne la portata religiosa, ma ha cercato di mettere in evidenza i punti critici di testimonianze scritte solo  molti anni dopo che le apparizioni erano avvenute e sottolineando come la spiegazione dei tre famosi “segreti” sia sempre necessariamente legata all’interpretazione soggettiva.

Per quel che mi riguarda, io considero sempre con molto rispetto queste manifestazioni del “divino”, ma non è certo su di esse che, penso, si deve basare la fede di un cristiano. Il Vangelo resta sempre la fonte prima e unica della rivelazione.

Mi sono comunque sempre chiesta perchè in questi ultimi due secoli siano avvenute tante apparizioni mariane; in tutta la storia non si era mai registrata una tale frequenza di accadimenti simili…..