Ricordando Don Milani.

Salmi 117,22.

22 La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d’angolo…..

Questo versetto spesso citato a proposito di Gesù, può essere citato a ragione anche per Don Milani….

don-milaniChi lo aveva “scartato”, confinandolo in uno sperduto borgo di montagna per cercare di renderlo innocuo, di avvolgerlo nel silenzio, ha invece dato modo a questo uomo di grande intelligenza e lungimiranza di mettere in pratica le sue geniali intuizioni educative.

Ora, a cinquant’anni dalla sua morte, tutti riconoscono la portata rivoluzionaria della sua sperimentazione e oggi al Ministero dell’Istruzione  si terrà una manifestazione in suo onore.

Riporto qui sotto un brano del libro scritto dai ragazzi di Barbiana sotto la guida di don Milani:

« A poco a poco abbiamo scoperto che questa è una scuola particolare: non c’è né voti, né pagelle, né rischio di bocciare o di ripetere. Con le molte ore e i molti giorni di scuola che facciamo, gli esami ci restano piuttosto facili, per cui possiamo permetterci di passare quasi tutto l’anno senza pensarci. Però non li trascuriamo del tutto perché vogliamo accontentare i nostri genitori con quel pezzo di carta che stimano tanto, altrimenti non ci manderebbero più a scuola. Comunque ci avanza una tale abbondanza di ore che possiamo utilizzarle per approfondire le materie del programma o per studiarne di nuove più appassionanti. Questa scuola dunque, senza paure, più profonda e più ricca, dopo pochi giorni ha appassionato ognuno di noi venirci. Non solo: dopo pochi mesi ognuno di noi si è affezionato anche al sapere in sé… Prima l’italiano perché sennò non si riesce a imparar nemmeno le lingue straniere. Poi più lingue possibile, perché al mondo non ci siamo soltanto noi. Vorremmo che tutti i poveri del mondo studiassero lingue per potersi intendere e organizzare fra loro. Così non ci sarebbero più oppressori, né patrie, né guerre. »

Una frase famosa di Don Milano è quella che paragona la scuola a un ospedale che cura i sani e scarta gli ammalati. Credo che una scuola che si prende cura dei più deboli non solo non limita i più capaci, ma dà modo a tutti di approfondire di più le proprie conoscenze e di acquisire esperienze umane preziosissime.

71…. e sentirli, ma non troppo…

diana-71Oggi ho compiuto 71 anni! Cominciano a essere tanti, è vero, ma ho la fortuna di godere ancora di buona salute (e di questo ringrazio Dio mille volte al giorno), anche se gli acciacchi non mancano.

E’ questo un periodo in cui attorno a me vedo amiche, più o meno della mia età, lottare contro gravi malattie e questo mi fa pensare che potrà accadere anche a me …..  quindi questo tempo di residua efficienza fisico-psichica deve essere considerato un dono prezioso da mettere a frutto, da usare al meglio…

Per questo mi viene difficile dire di no quando mi si offre l’occasione di impegnarmi in qualche cosa di utile  per la comunità o per qualcuno in particolare.  Così  mi sono ritrovata tanti impegni da dover incastrare durante le mie  giornate ed è capitato più di una volta di accorgermi soltanto a tarda sera di non aver avuto il tempo di rifarmi il letto!!!

Mi sono occupata delle mie amiche anziane, di seguire le lezioni del gruppo di inglese, di dare una mano per il catechismo, di seguire le lezioni dell’Università e di curarne le relazioni con i giornali locali, di  partecipare al “Gruppo culturale”, di collaborare alla realizzazione di una raccolta di memorie scritte e orali riguardanti Arcellasco e , ultimamente, di impegnarmi in politica …. senza dimenticarmi di figli e nipoti…

Non credo di aver sprecato molto tempo, anche se quello che passo su questo blog e al computer forse non è proprio da considerare impiegato al meglio…ma per me è un modo per rilassarmi, per riflettere, per farmi compagnia…

So che non potrà sempre essere così, ma è inutile pensarci ora e mi metto nelle mani misericordiose di Dio….

 

Tra Brexit e terrore…

attacchi-a-london-bridgeFino a qualche tempo fa venire a Londra voleva dire immergersi in una città accogliente, in cui il tuo valore e la tua preparazione erano le sole unità di misura con cui dovevi confrontarti; era la città delle mille culture che convivevano pacificamente, in cui ognuno poteva vestirsi e acconciarsi come più gli piaceva senza sentirsi guardato con sospetto o con pregiudizi.

Da un po’ di tempo però non è più così: gli europei sono diventati all’improvviso degli indesiderabili e trovano difficoltà anche sul posto di lavoro dopo che il governo ha chiesto alle imprese di denunciare il numero di stranieri impiegati e da quando le cariche più elevate vengono riservate agli Inglesi.

Se a questo si aggiungono gli attentati che, come ieri sera a London Bridge, seminano imprevedibilmente  terrore e morte tra passanti inermi è facile immaginare come si viva qui in questi giorni.

Chi deve necessariamente recarsi al lavoro passando per i punti nevralgici della città, vive col fiato sospeso e nell’ansia continua: in certe stazioni in cui si incrociano più linee della metropolitana sovrapposte l’una all’altra nelle viscere della terra, basterebbe un grido di allarme o lo scoppio di un petardo a seminare reazioni di panico dalle conseguenze disastrose.

Un consiglio: lasciamo, quando è possibile, la Gran Bretagna agli Inglesi, visto che ci tengono tanto al loro isolamento ……. io però continuerò a venirci finchè qui resteranno  un pezzo della mia famiglia e del mio cuore.

P.S. : Mi sono affacciata ora al balcone (nono piano) da cui si vede una panorama piuttosto vasto, ebbene le vie sono tutte insolitamente vuote e anche nella stazione ferroviaria qui sotto solo pochissimi viaggiatori: tutti preferiscono oggi restarsene  a casa……

Quando si viaggia…

Quando si viaggia si sperimenta in maniera molto più concreta l’atto della Rinascita. Ci si trova dinanzi a situazioni del tutto nuove, il giorno trascorre più lentamente e, nella maggior parte dei casi, non si comprende la lingua che parlano gli altri. E’ proprio quello che accade a un bambino appena nato dal ventre materno. Con ciò si è costretti a dare molta più importanza alle cose che ti circondano, perchè da esse dipende la sopravvivenza. Si comincia a essere più accessibili agli altri, perchè gli altri ti possono aiutare nelle situazioni difficili. E si accoglie qualsiasi piccolo favore degli dei con grande gioia, come se si trattasse di un episodio da ricordare per il resto della vita. Nello stesso tempo, poichè tutte le cose risultano nuove, se ne scorge solo la bellezza, e ci si sente più felici di essere vivi.

Paulo Coelho.

Bolle di sapone.

Quando ero piccola, mi preparavo da me le mie bolle di sapone: un barattolo vuoto, qualche scaglia di sapone e  uno stelo cavo di dente di leone o di spiga. Il tutto andava lasciato riposare fino a quando il sapone non si fosse ben sciolto, poi potevo affacciarmi a una finestra del ballatoio al primo piano e da lì ammirare le mie bolle iridescenti che volavano leggere per qualche attimo prima di svanire.

wp_20170531_16_51_05_pro-1Ora le bolle di sapone si comprano già pronte per l’uso e ne esistono di tantissimi tipi…… ci sono anche quelle degli artisti di strada.

Ce n’è uno che si trova ogni giorno davanti al Parco di Greenwich: è un giovanotto alto, biondastro, magro, che, con una reticella appesa a due bacchette inventa vere e proprie nuvole di bolle e i bambini gli si affollano intorno per catturarne il maggior numero possibile.

I genitori fanno cerchio intorno a quella festa e ogni tanto lasciano cadere una moneta nella ciotola posata a terra e quando il giovanotto pensa di aver raccolto a sufficienza per quelle sue ore di “lavoro” raccoglie le sue poche attrezzature e se ne va, mentre genitori e bambini si allontanano soddisfatti