Per ricordare la fine della Grande Guerra (1918), il gruppo culturale Lazzati della Parrocchia di Arcellasco, invita i concittadini ad aprire cassetti e scatoloni alla ricerca di foto e documenti che ricordino quell’evento e, insieme, si vorrebbe riportare alla luce i momenti sereni e laboriosi degli anni a seguire. A questa iniziativa è stato dato il titolo di “GUERRA E PACE”.
War or peace
Chi volesse rispondere a questo appello, deve scrivere dietro ogni documento (foto, poesie, lettere, cartoline…): nome, cognome e numero di telefono, quidi consegnare il tutto in busta chiusa in SEGRETERIA PARROCCHIALE ENTRO LA FINE DI APRILE.
Il materiale eventualmente raccolto verrà utilizzato per una possibile mostra e/o un calendario; sarà cura del gruppo culturale conservare con cura ogni documento e restituirlo a conclusione dell’iniziativa.
Lunedì 26 febbraio.
ore 14.30 – Don Ivano Colombo ci guiderà alla comprensione del linguaggio cinematografico, attraverso la lettura di immagini tratte dal film ” Il segreto di Esma” che racconta lo strascico di sofferenze e di fatiche che una guerra atroce (ex-Jugoslavia) ha lasciato dietro di sè.
Martedì 27 febbraio.
ore 15.00 – Letteratura – MITO E CONTEMPORANEITA’: CIRCE, LA SEDUZIONE DEL SESSO. – docente: Elena Meggetto.
ore 16.00 – Filosofia – MARXIZMO E NEOMARXISMO. LA SCUOLA DI FRANCOFORTE: MARX VA A SCUOLA DI FREUD – docente: Brunella Tatafiore.
Venerdì 2 marzo.
ore 15.00 – Storia – LE SIGNORE DEL RINASCIMENTO. LUCREZIA BORGIA, DUCHESSA DI FERRARA. – docente: Alberta Chiesa.
ore 16.00 – Medicina – MEDICINA SCIENTIFICA E MEDICINA ALTERNATIVA. – docente: Alberto Lissoni.
Ecco un nuovo dono della mia carissima amica Piera.
Se frequenti persone,// che ti conoscono da tempo,// che ti vogliono bene e ti stimano,// non hai bisogno di molte parole.
Riesci a percepire// affetto e calore// come quando sei avvolta// da una coperta morbida.
Ti senti accolta e protetta// e nasce e cresce// trasparenza,//genuinità,//fiducia,// energia,// sicurezza,// autostima ……
Si dilata la mente,// si pensa con il cuore,// ci si perde nella gioia// senza pudore.
Questa poesia è proprio pensata con il cuore, un cuore sensibile e pieno di dolcezza. Chi trova un amico, trova un tesoro, una perla preziosa da custodire.
Il leninismo è l’interpretazione teorico-pratica del marxismo, di cui esalta il carattere rivoluzionario, adattandolo a un paese arretrato.
La lezione della prof. Tatafiore ha preso il via dalla biografia di Lenin, il quale, mentre era studente in giurisprudenza, venne espulso dall’università per aver organizzato manifestazioni di protesta. Era un rivoluzionario per vocazione e per portare avanti le sue idee affrontò la prigione, il confino in Siberia, l’esilio a Londra, a Monaco e a Zurigo.
La Russia era ancora un paese molto arretrato alla fine del 19° secolo; contrariamente a quanto era accaduto in Europa, non vi si era mai formata una classe imprenditoriale borghese e non era mai iniziata una vera industrializzazione del paese. Per questo la popolazione viveva in grande miseria e la situazione si aggravò per la guerra contro il Giappone del 1905 (che fu un vero disastro per la Russia) e per una terribile carestia che si abbattè sul paese.
In questa situazione scoppia una rivolta soffocata nel sangue dalla polizia, ma lo Zar impaurito concede l’istituzione di un parlamento (Duma, che verrà in seguito abolita), mentre nelle fabbriche nascono i SOVIET (sindacati).
Lenin intanto dal suo esilio sostiene che il cambiamento si otterrà solo con l’azione di intellettuali, professionisti della politica che attraverso la rivoluzione sappiano realizzare le riforme utili al benessere del popolo.
Scoppia poi la Grande Guerra, in cui la Russia entra impreparata solo in forza delle alleanze vigenti (Triplice Intesa); le perdite umane e la scarsità di risorse generano molto malcontento e nel 1917, Lenin con l’appoggio dei Tedeschi, rientra in Russia dove con un colpo di Stato viene proclamato un governo provvisorio e lo Zar viene destituito.
Lenin prende le redini del governo e impone la nazionalizzazione delle fabbriche, delle terre e delle banche, ma ben presto si arrivò alla terribile guerra civile tra armata rossa e armata bianca. Accanto a Lenin emergono due personaggi di spicco: Trotzkij e Stalin, che alla sua morte di disputeranno la successione al potere.
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Dopo l’ora di storia abbiamo potuto assistere a una sorprendente lezione di musica, tenuta dal M.° Alessandra Zapparoli affiancata brillantemente dal prof. Francesco Pintaldi, che ha montato per noi splendidi filmati con cui accompagnare il percorso dell’evoluzione della composizione musicale, dal gregoriano, al contrappunto, all’ armonia, alla musica dodecafonica.
Ivana Montani riceve gli applausi del pubblico
Per documentare questa evoluzione abbiamo potuto risentire la splendida voce di un Pavarotti ancora giovane nell’interpretazione di brani di Stradella (Pietà Signore) di Donizetti (Una furtiva lacrima), di Verdi (Di quella pira..). Quest’ultimo brano era accompagnato dal video di una giovanissima e deliziosa ballerina (di cui non ricordo il nome) i cui genitori erano presenti in sala.
Silvia Conti nei panni di Tosca
Ma la “chicca” del giorno è stata l’esibizione dal vivo di due giovanissimi soprani, che fanno parte del coro UTE : Ivana Montani che ha cantato un brano da “La serva padrona” di Pergolesi e un brano da “Le nozze di figaro” di Mozart, e Silvia Conti che ha interpretato “Vissi d’arte” dalla Tosca di Puccini e il sempre struggente “Un bel dì vedremo” dalla Madama Butterfly di Puccini. Una sarta aveva preparato anche i costumi di scena adatti ai vari personaggi interpretati!!
Silvia Conti ed io in un immancabile selfie.
La sala era al completo e tutti i presenti sono rimasti felicemente sorpresi da questo “happening” imprevisto, che ha reso indimenticabile il nostro pomeriggio. Non credo che sia così facile avere altrove la possibilità di godere di momenti come questo. Grazie al M.° Zapparoli, al prof. Pintaldi e alle due giovani e bravissime cantanti che si sono esibite con bravura in condizioni certamente non ottimali.
Anche qui è cominciata la Quaresima, che, nel rito ambrosiano, dura 4 giorni in meno rispetto al rito romano. L’imposizione delle ceneri non avviene perciò di mercoledì, ma la domenica e vuole richiamarci a un rinnovamento spirituale a un rinnovato impegno.
Pare che la celebrazione della Quaresima (da quadragesima) risalga al II secolo dopo Cristo e che allora prevedesse non solo l’astinenza dalle carni, ma anche da altri alimenti di origine animale come il latte, il formaggio e le uova, per tutto il periodo quaresimale.
Durante la celebrazione dei riti religiosi in questo periodo il sacerdote indossa paramenti viola e si dice che l’ avversione della gente di teatro per questo colore sia legata al fatto che in Quaresima anticamente erano proibiti gli spettacoli teatrali e questo per gli attori significava non realizzare incassi e soffrire la fame.
“Nel territorio salentino si personificava la Quaresima con un fantoccio di paglia, chiamato “Quaremma, Coremma o Caremma“. Il fantoccio aveva le sembianze di una donna, vestita di nero, con in mano il fuso e la conocchia, si esponeva all’esterno delle case, sulle terrazze o sui balconi. In altre zone dell’Italia Meridionale la Quaremma veniva appesa ad un filo che correva da una casa all’altra, di finestra in finestra, per le vie del paese, e poi, pubblicamente bruciata o sparata con il fucile il giorno di Pasqua. Dare fuoco alla Quaremma metaforicamente significa dare fuoco alla povertà, bruciare collettivamente la miseria” (da Quaresima e Quaremma).
Qui il Carnevale è finito sabato scorso, come vuole il rito ambrosiano.
Per Samuele era la prima volta che poteva vedere come lo si festeggia qui da noi. Ho trovato un vestito da cinesino che avevo fatto per mio figlio Paolo e che a Samuele era subito piaciuto tantissimo; avevamo comprato una maschera e un sacchetto di coriandoli: poteva partecipare anche lui alla sfilata insieme ai cuginetti a Cesano M.
Giovanni era vestito da “gecomimetismo” (praticamente da lucertola) e Gioele si pavoneggiava nel suo abito da Peter Pan. Insieme hanno camminato a lungo per le vie della città divertendosi a tirare coriandoli e stelle filanti.
Al rientro erano tutti sfiniti dalla stanchezza, ma soddisfattissimi del loro Carnevale.
Penso che nessun’altra cosa ci conforti tanto, quanto il ricordo di un amico, la gioia della sua confidenza o l’immenso sollievo di esserti tu confidato a lui con assoluta tranquillità: appunto perché amico. Conforta il desiderio di rivederlo se lontano, di evocarlo per sentirlo vicino, quasi per udire la sua voce e continuare colloqui mai finiti.
Cosa pensare di un popolo che guarda indifferente le stragi ricorrenti dei propri figli?
In America ieri un ragazzo di 19 anni ha aperto il fuoco uccidendo 17 persone in una scuola…. e questa è la 19^ sparatoria dall’inizio di quest’anno!!!! Ma nessuno parla di limitare il commercio delle armi….dicono che si devono curare le persone instabili: e questo va benissimo.
Ma se una persona instabile ha a disposizione un’arma da guerra, fa certo più danni che se avesse soltanto un coltellino svizzero o una cerbottana….direi io.
Il fatto che queste stragi avvengano preferibilmente nelle scuole, mi fa pensare che ci sia anche qualche problema nel sistema educativo americano…..non sarà troppo selettivo? tenderà in maniera inadeguata all’integrazione dei soggetti più deboli? Non so….
Certo è che la misura di armare anche gl’ insegnanti, proposta ventilata da qualcuno, mi pare la meno adeguata per arginare il problema. E intanto padri e madri stanno alla finestra a guardare…