Portavo ancora le calzine corte… Antonio era piccolissimo…forse quattro anni? E mia madre aveva ancora dei capelli scuri…
Ma eravamo già in vicolo Sport perciò la foto risale presumibilmente ai primi anni ’60.
Donna è Bello
Questa è l’ultima delle contrapposizioni tra i due maggiori esponenti della coalizione di destra, che nonostante ciò risulterebbe in testa nei sondaggi!!!
A parte il fatto che i temi portati avanti da Berlusconi e soci sono gli stessi proposti 25 anni fa; a parte il fatto che sappiamo già come abbiano governato per 20 anni questi signori (puntando tutto sugli interessi e sui problemi giudiziari del miliardario di Arcore, fregandosene del debito pubblico, fregandosene di accompagnare l’entrata nell’euro e ignorando la crisi che si stava preannunciando) che fiducia può ispirare questa coalizione se i due capi sono sempre in antitesi tra di loro? Se sono perennemente in competizione per la leader-ship? Quale programma hanno concordato se non sono mai d’accordo su nulla?
Purtroppo il loro punto di forza resta la paura dell’immigrazione, paura instillata nell’opinione pubblica ad arte e questo fa passare sotto silenzio tutte le contraddizioni e fa dimenticare i brutti anni che il centro destra ci ha regalato quando è stato al governo. Forse vinceranno le elezioni, ma riusciranno a governare? Io ho molti dubbi.
Domenica pomeriggio alle ore 16.00 all’oratorio di Arcellasco, la compagnia teatrale dell’UTE di Como “SUBITOINSCENA” presenterà la commedia in due atti
Venite e trascorreremo insieme un pomeriggio in allegria!!!
Che l’Università della Terza Età sia un’ istituzione preziosa per la nostra città è confermato dalle numerosissime presenze che si registrano ad ogni lezione. La sala è quasi sempre al completo e il gradimento degli argomenti proposti è evidente.
Organizzare questa istituzione non è affatto cosa semplice: riuscire a comporre il mosaico degli argomenti da trattare, degli orari che devono essere compatibili con le disponibilità dei docenti richiede un lungo lavoro che occupa buona parte dell’estate. A questo si aggiunga la fatica di far quadrare i conti: i docenti vengono pagati attingendo alle quote versate dai soci al momento dell’iscrizione.
Purtroppo però in questi ultimi anni si assiste a un curioso fenomeno: mentre la stragrande maggioranza dei frequentatori dell’UTE si precipita, già a inizio dell’Anno Accademico, a versare la propria quota di iscrizione (che equivale all’incirca al costo di una lezione), ce ne sono altri (e non pochi) che continuano a frequentare senza iscriversi mai.
Questo comportamento mette a rischio l’esistenza stessa dell’UTE, che non può più contare sul contributo di enti pubblici e privati che un tempo sostenevano l’associazione e che ora non sono più in grado di farlo.
Questo mio post vuole essere un accorato appello a tutti coloro che, per dimenticanza o trascuratezza, non hanno ancora provveduto a contribuire al sostentamento della nostra UTE, che per sopravvivere ha bisogno dell’aiuto di tutti.
Quale riflesso ha avuto la Riforma Protestante sull’architettura?
Questa è la domanda a cui ha risposto oggi la prof. Manuela Beretta. Il primo cardine della Riforma Luterana consiste nell’imperativo: SOLA SCRIPTURA. Con questo il monaco ribelle voleva dire che la sola fonte cui un credente deve attingere è la Sacra Scrittura; da questo deriva che anche le immagini perdono di importanza e infatti le Chiese calviniste ne sono del tutto prive. Mentre, nell’età del barocco, le chiese cattoliche ridondano di decorazioni e immagini, le chiese protestanti assumono un aspetto ascetico, austero, che deve favorire l’ascolto della Parola. Sempre per sottolineare la centralità della Parola, la parte più importante nelle chiese protestanti è rappresentata dal pulpito dal quale il celebrante commenta le Scritture ai fedeli raccolti in un’unica navata. Nelle chiese protestanti non ci sono tabernacoli, perchè l’osia consacrata non viene consevata, e non ci sono reliquie di santi. C’è la tavola della Cena, che spesso è una semplice asse di legno posta a ricoprire il fonte battesimale.
La Chiesa cattolica reagisce alla Riforma protestante convocando il Concilio di Trento, che fissa regole di austerità per l’iconografia religiosa, ma , mentre Roma vi si adatta con fatica, a Milano S. Carlo fissa regole minuziose per gli arredi sacri, per la loro disposizione e per la manutenzione delle chiese. E’ sempre S. Carlo a imporre che il Battistero sia esterno alla chiesa o almeno vicinissimo all’ingresso e inoltre fissa minuziosamente le dimensioni di ogni elemento dei confessionali, che invece sono del tutto assenti nelle chiese protestanti, visto che il sacramento della Penitenza non viene riconosciuto.
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Don Ivano ha continuato il discorso su Lutero, figura oltremodo interessante e, per certi versi, inquietante. Egli nei primi anni della sua vita monastica era ossessionato dall’idea del peccato e dal timore del giudizio divino, tanto che si confessava tutti i giorni, senza per questo riuscire a trovare serenità.
Egli riteneva che la natura umana fosse talmente impastata di peccato da non poter sperare nella salvezza se non per l’opera giustificatrice di Dio. Anche le buone opere sarebbero troppo poca cosa per poter sperare nella salvezza. Per questo l’uomo è chiamato alla penitenza, intesa come conversione.
Ritornare alla solita routine non è così semplice: sarà il jet lag che ancora scombina i ritmi del sonno? O sarà la nostalgia delle cose e delle persone lasciate? Come scordare le voci che ci hanno salutato l’ultimo giorno?
Vorrei ritrovare ogni giorno, qui, la dolcezza e la soavità dei modi, il verde perenne delle foreste, i sapori e i colori di un mondo che ora posso solo ricordare e sperare di riincontrare ….
Viaggiare è camminare verso l’orizzonte, incontrare l’altro, conoscere, scoprire e tornare più ricchi di quando si era iniziato il cammino.
(Luis Sepúlveda)
Bangkok significa, se ben ricordo, “Città degli Angeli” e l’altra sera a vederla dall’alto del 55° piano dell’hotel, dove eravamo ospiti, veniva da pensare che meritava davvero questo nome.
Il giorno seguente, lunedì, siamo state guidate da due care amiche in un’escursione su barca su uno dei canali navigabili in cui si dirama il fiume Chao Phraya, sulle cui rive sorge Bangkok.
I due barcaioli ci hanno fornito di giubbotti salvagente e ci hanno portato a vedere gli angoli più suggestivi della città, invitandoci a visitare i templi buddisti più importanti, così maestosi e ricchi di colori.
Sulle rive del fiume puoi vedere bene come la città stia rapidamente modificando la sua fisionomia attraverso costruzioni modernissime e ardite, ma puoi anche vedere le ultime case sull’acqua: autentiche palafitte dall’aspetto poverissimo entro cui ancora vivono famiglie di pescatori. Lungo il tragitto, spesso movimentato da ondate improvvise provocate dai numerosi battelli turistici, ci è venuta incontro una piccola imbarcazione su cui una donna esponeva la sua merce da vendere: frutta di ogni genere, che qui da noi non arriva e che ci è totalmente sconosciuta.
Qua e là sui pontili o davanti alle case affacciate sul fiume, si potevano vedere grossi lucertoloni addormentati al sole: sembravano varani, ma non saprei indicarne il loro vero nome. A un certo punto i barcaioli ci hanno dato due sacchetti di pane e ci hanno invitato a sbriciolarlo e a lanciarlo in acqua: immediatamente l’imbarcazione è stata circondata da una miriade di pesci anche di grandi dimensioni e di specie diversissime tra loro. Incredibile!!!
Prima di partire abbiamo poi voluto provare a girare la città a bordo di un took-took, il caratteristico mezzo di trasporto che si vede per le vie di Bangkok. Il conducente era un giovane (ma sarà stato davvero giovane? Sembrano tutti ragazzini e poi scopri invece che hanno un bel po’ di anni sulle spalle) thai molto intraprendente, che voleva a tutti i costi portarci a fare un nuovo giro in barca e quando finalmente ha capito che non ci interessava, ci ha portati davanti a un negozio di abiti e stoffe…. era chiaro che voleva accaparrarsi la percentuale sugli introiti procurati a negozianti e battellieri.
Viaggiare su un took-took è un’esperienza da non ripetere: questo piccolo mezzo motorizzato viene lanciato a tutta velocità in mezzo al traffico caotico della città, senza curarsi troppo di rallentare in prossimità di dossi e curve e ti senti sempre come se da un momento all’altro dovessi essere catapultato fuori dal veicolo per trovarti tra le ruote di furgoni e auto, che, al contrario dei took-took , viaggiano lentissimi , quasi a passo d’uomo.
Il nostro conducente doveva sentirsi molto bello e affascinante visto che voleva 20 bat per farsi fotografare!!!