Giace lassù la mia infanzia. Lassù in quella collina ch'io riveggo di notte, passando in ferrovia, segnata di vive luci. Odor di stoppie bruciate m'investe alla stazione. Antico e sparso odore simile a molte voci che mi chiamino. Ma il treno fugge. Io vo non so dove. M'è compagno un amico che non si desta neppure. Nessuno pensa o immagina che cosa sia per me questa materna terra ch'io sorvolo come un ignoto, come un traditore. In un paese come il nostro, in cui si è avuta e si ha tutt'ora una intensa migrazione interna ed esterna, chissà quanti hanno provato questo sentimento duplice che il poeta rievoca: da una parte la grande nostalgia per la terra natale, per gli amici dell'infanzia, per gli odori che hanno accompagnato quegli anni; dall'altra parte la vita che ti ha portato via da quei luoghi continua a tenertene lontano e non ti pare di appartenere più a nessuna terra.
A Vezzolano e Torino.
Quanti tesori nascosti può vantare il nostro paese!
Non avevo mai sentito parlare della Canonica di S. Maria in Vezzolano nell’astigiano e stamattina per me è
stata una sorpresa molto piacevole scoprire la bellezza e la particolarità di questo antichissimo luogo di culto (costruito intorno all’anno mille) in uno splendido stile romanico e decorato con affreschi ancora in parte ben conservati. All’andata la nebbia piuttosto fitta ci aveva impedito di ammirare il paesaggio, ma nel pomeriggio, il sole era riuscito a fugarla e colline e vallate ci si sono spalancate in tutta la loro bellezza: viti ordinate in perfetti filari ornavano le alture più esposte al sole, tra prati e boschi verdeggianti sì, ma in cui si intravvedevano già le prime sfumature dei colori dell’autunno appena iniziato.
Dopo un piacevolissimo pranzo, abbiamo potuto passeggiare per le vie del centro di Torino e ammirare le sue belle piazze circondate dai palazzi che ricordano i tempi in cui la città era governata dai Savoia. Il tempo stringeva, ma abbiamo potuto anche ammirare alcune chiese barocche, compresa quella in cui viene custodita la Sacra Sindone, che ora non è esposta, ma ne abbiamo potuto ammirare una versione fotografica su tela.
A guidarci in questa visita c’era un brillante ed arzillo ex-insegnante ottantenne dallo spirito arguto, che però è riuscito a far innervosire alcuni del nostro gruppo con le sue frecciatine ai comaschi.
E’ stata una bella giornata tra arte, storia, cultura e buona compagnia.
P.S. : Una curiosità: sapete perchè si dice “andare a ramengo?” Perchè vicino a Vezzolano, si trova un piccolo paese (forse un tempo piuttosto sperduto tra le colline astigiane) chiamato ARAMENGO, in cui venivano confinati i condannati per debiti.
Si riparte dall’Oasi.
Nella sede dell’Oasi Francescana “S. Maria degli Angeli” abbiamo celebrato la tradizionale messa con cui ha inizio il nuovo anno accademico dell’UTE,
Oggi la Chiesa ricorda S. Teresa del Bambino Gesù e don Ivano ne ha tratto spunto per farci ripercorrere le tappe della vita di questa giovane claustrale, patrona delle missioni, mettendone in risalto la straordinaria spiritualità.
Alla fine del rito, molto coinvolgente anche per il ricordo dei soci che ci hanno lasciato nel corso dell’anno, ci ha accolto nel parco antistante la villa dell’Oasi un gustoso buffet con torte, bibite e tisane varie. Abbiamo così avuto il piacere di rivedere e di salutare gli amici e di riallacciare dialoghi interrotti durante l’estate.
Nel congedarci ci siamo dati appuntamento a Venerdì prossimo per la prima lezione del Nuovo Anno Accademico. Molti di noi hanno atteso con ansia questa ripresa delle attività della nostra associazione.
Buon Anno Accademico e Buona UTE a tutti noi!