Noi della Terza Età di Arcellasco siamo andati a Milano per vedere l’Annunciazione di Filippino Lippi e la “Madonna Litta” attribuita a Leonardo, opera che proviene dall’Ermitage, il museo in cui viene custodita da oltre 150 anni.
Ci siamo riempiti gli occhi di bellezza prima a Palazzo Marino con i due tondi del Lippi e poi con tutte le splendide opere conservate nel museo Poldi Pozzoli, dove abbiamo ammirato anche dei quadri di Botticelli, del Pollaiolo, del Mantegna , esposti in saloni che conservano arredi e suppellettili di grande bellezza.
Quando siamo usciti dal museo era già sera e sono rimasta colpita dalla scarsa illuminazione della città: penso sia una scelta ecologica e, se è davvero questo il motivo, devo dire che mi pare una scelta molto intelligente: anche così si può dare esempio concreto di rispetto per l’ambiente.
La prof. Manuela Beretta, riprende il filo del discorso della lezione precedente, puntualizzando la grande importanza della scuola Bauhaus nell’arte del XX secolo, nonostante la sua vita sia stata brevissima: 14 anni, dalla fine della prima guerra mondiale alla presa del potere di Hitler. Essa era finanziata dal governo socialdemocratico della Turingia, ma nel 1924 cambiò la maggioranza politica di quello stato e terminarono anche i finanziamenti. I docenti, nel 1925, decisero di rescindere il contratto che li legava allo stato e la scuola si spostò a Dessau. Gropius, il fondatore di Bauhaus, pensò allora che la sua scuola doveva essere indipendente sia dalla politica, sia dal punto di vista economico e fu fondata una S.P.A. che doveva vendere gli oggetti prodotti all’interno della scuola stessa. A Dessau Gropius ottenne di poter costruire un complesso di edifici che dovevano ospitare tutte le attività connesse con la scuola e il suo progetto fu davvero innovativo. Partendo dal principio che ” è la funzione che determina la forma” realizzò la nuova scuola con criteri di essenzialità e con materiali nuovi, soprattutto metallo e vetro. Nel complesso erano previsti: aule, laboratori, teatro, uffici, residenze per studenti, villette per i docenti; tutti gli arredi e gli elementi costruttivi erano studiati in base alla loro funzione e realizzati con criteri minimalisti: tutto doveva essere essenziale e il colore
prevalente era il bianco. Il periodo di Dessau (1925/1930) fu il più fiorente, anche perchè si riuscì a realizzare una stretta collaborazione tra arte e tecnica (industrie locali). Nel frattempo però in Germania l’aria si faceva sempre più pesante: avanzava il partito nazional-socialista e aumentavano le pressioni sulla Bauhaus, vista come un covo di anarchici e rivoluzionari. Gropius si dimise nel 1928 e fu sostituito da Hannes Meyer , che introdusse lo studio dell’architettura, ma appena due anni dopo anche Meyer dovette dimettersi e se ne andò in Russia. Arrivò Van Der Rohe il cui motto era “LESS IS MORE” (meno è di più , meno è meglio). Nel 1932 la Bauhaus fu devastata e fu spostata in alcuni capannoni a Berlino. Un anno dopo Hitler andò al potere e il suo primo punto programmatico fu proprio la chiusura della Bauhaus e l’arresto di artisti e docenti che vi avevano operato.
Molti oggetti realizzati in questa scuola compaiono oggi nei musei come esempi di una creatività, che diede una svolta al modo di fare arte e di produrre oggetti e palazzi. Anche oggi il design degli elettrodomestici e degli arredi che abbiamo nelle nostre case, deriva dalle idee e dal metodo di progettazione resi famosi dalla Bauhaus. Anche la stessa IKEA segue la stessa filosofia minimalista e razionale.
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Il nostro docente, scienziato/poeta prof. Damiani, ha continuato a parlarci della inseparabilità dello ST(Spazio-Tempo), in cui siamo sempre immersi. Ci illudiamo che l’universo sia una distesa ordinata di eventi che accadono in uno spazio assoluto, ma solo le posizione reciproche sono oggettive: voler definire come oggettiva una posizione di un qualunque elemento è come piantare una bandiera nel mare, visto che tutto si muove insieme alla terra che ci ospita, in un universo in movimento perenne. Il prof, Damiani ha anche oggi citato una frase di Gibran: “Il passato e il futuro si incontrano in costante e silente comunione” e penso che non gli dispiacerebbe sapere che unisco a questa breve sintesi un passo del suo poeta preferito:
E un astronomo disse: Maestro, che sai dirci del Tempo?
Ed egli rispose:
Voi vorreste misurare il tempo, che è smisurato e immisurabile.
Vorreste conformare la vostra condotta, e perfino guidare il corso dello spirito, secondo le ore e le stagioni.
Vorreste fare del tempo una corrente sulle cui rive sedervi a guardarla fluire.
Eppure ciò che in voi è senza tempo, sa che la vita è senza tempo.
E sa che ieri e domani non sono che il ricordo e il sogno dell’oggi.
E che quello che in voi medita e canta vive tuttora nei confini di quel primo momento che seminò le
stelle nello spazio.
Approfittando delle temperature non troppo rigide di questa mattina inoltrata, mi son decisa a rimuovere le ultime foglie secche nell’orto e nel giardino.
Proprio mentre raccoglievo quelle che si ostinavano a resistere al rastrello, ho visto sotto un cespuglio questa viola!!! A dicembre!!!! Cosa ci fa una viola a dicembre?!! Cosa le è saltato in testa! ??
Dev’essere una giovane avventata viola con la fissa della trasgressione a tutti i costi. … Nel buio del suo angolino sottoterra si sarà detta:- Perchè aspettare? Tutte sappiamo cosa accade a febbraio/marzo, ma nessuna di noi sa cosa accade a dicembre là fuori…. si vocifera di una gran festa …. voglio scoprire cosa c’è di vero! – E la sventatella è uscita allo scoperto ed è fiorita!!!
Se avesse aspettato la primavera, si sarebbe confusa tra le mille altre e avrebbe potuto continuare a vivere per molti giorni, invece, volendo fare la snob, ha attirato la mia attenzione e …. l’ho colta …. ora quasi me ne pento e cercherò di prolungare il più possibile la sua vita in un vasetto pieno di acqua fresca….
Don Ivano ci propone oggi l’ultima riflessione sulle opere minori di Manzoni. Le tragedie sono state un vero insuccesso sia come spettacoli teatr ali, sia come opere letterarie e come tali sono state subito stroncate dalla critica. Anche Manzoni riconobbe il suo fallimento in questo genere e da allora cominciò a dedicarsi al suo romanzo. Per capire i motivi che lo avevano indotto a scrivere le sue tragedie, bisogna riandare al periodo storico in cui sono state scritte: dal 1816 ai primi anni venti. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, in Italia era stato restaurato l'”Ancien Régime”, e nei vari stati in cui era divisa erano tornati gli antichi sovrani, sotto il controllo diretto o indiretto dell’Austria. Si respirava pertanto un’aria di profonda delusione.
Manzoni sapeva di non poter polemizzare apertamente contro il potere costituito, perchè sarebbe incorso nella censura e volendo comunque esprimere la sua critica politica, scelse di farlo attraverso le tragedie che gli consentivano, proprio attraverso i cori, di commentare i fatti scenici e, nello stesso tempo, di far riflettere sulla situazione politica del suo tempo. Perchè le parole del coro fossero più facilmente memorizzate e interiorizzate dal pubblico, dovevano avere un ritmo orecchiabile, quasi musicale e a questo si deve la scelta di scrivere in versi decasillabi sciolti. In Italia comunque il sentimento nazionale non si era ancora diffuso tra la gente e solo una ristretta élite di intellettuali cominciava a sentire il peso della dominazione straniera e per questo diede vita alle sette segrete.
Nel coro del Carmagnola, Manzoni rappresenta la condizione miserevole dell’Italia divisa e in preda a continue guerre fratricide; nel primo coro dell’Adelchi è invece protagonista il popolo che si risveglia come da un antico torpore e ritrova la sua fierezza; nel coro che parla di Ermengarda morente, la giovane donna assurge al ruolo di simbolo della sofferenza di tante donne nella storia dell’umanità, vittime di sopraffazioni e di ingiustizie in ogni tempo. (Diana)
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Il professor Cossi riprende la sua lezione su Federico Chabod e oggi ci parla di “Chabod tra storia e politica”.
Si sofferma ancora sul soggiorno berlinese del giovane storico italiano che si reca in Germania tra il 1925 e il 1926. Chabod, pur avendo solo 25 anni, è già laureato e insegna alla scuola media superiore. Vince una borsa di studio presso l’Università di Berlino. Questo soggiorno berlinese gli permette di migliorare il suo tedesco, ma gli dà soprattutto la possibilità di poter studiare con gli storici più importanti del periodo.
Subito lo colpisce lo “stacanovismo” dei tedeschi che lavorano incessantemente con ritmi impressionanti, ritmi che non ci sono in Italia. Nota che questi ritmi di lavoro esagerati sono anche una caratteristica del mondo accademico. A Berlino, Chabod conosce e si lega a Bachmann, storico medievista famoso, ma non grandissimo, secondo Chabod.
Tuttavia, lo storico italiano ammira in Bachmann la capacità di essere “multidisciplinare”, cioè di far dialogare la sua materia di studio (la Storia) con le altre discipline (la letteratura, la psicologia ecc.). A Berlino, Chabod segue anche i seminari di Friedrich Meinecke, storico tedesco di primo piano. Nel periodo di permanenza a Berlino, Chabod è anche corrispondente per il quotidiano “La Stampa”.
Il docente passa poi a illustrare la situazione della Germania dopo la “Prima guerra mondiale” e nel periodo del soggiorno berlinese di Chabod. Ci racconta che la Germania, avendo perso la guerra, si aspettava però una pace “onorevole”. Invece le fu richiesta una resa senza condizioni.
Il trattato di Versailles aboliva la coscrizione militare in Germania ponendo grosse limitazioni alle forze armate tedesche, che non dovevano superare le 100.000 unità. Inoltre, alla Germania fu imposto il pagamento agli stati dell’Intesa di una indennità di guerra salatissima, una cifra enorme. Si chiedeva, anche, che la Germania cedesse tutte le colonie, accettasse per sé tutta la colpa per la guerra, riducesse le dimensioni delle sue forze armate e cedesse territori a favore di altri Stati. In questa Germania in ginocchio, vanno al governo i social-democratici (forza di sinistra, ma senza i comunisti). Finisce l’Impero tedesco e nasce la Repubblica di Weimar, che prende il nome dalla città di Weimar in cui si tenne un’assemblea nazionale per creare una nuova Costituzione.
Durante questa repubblica nasce il mito della “pugnalata alla schiena”, mossa propagandistica con la quale i nazionalisti tedeschi addossano le colpe della perdita della guerra ai politici che firmarono il trattato. In questo clima, Hitler non fa fatica a salire al potere e, legalmente eletto nel 1934, diventa Presidente della Repubblica e instaura la dittatura.
Ai tempi di Chabod, però, ci dice il professore, non c’è ancora tutto questo, ma a Berlino si vive un clima di tensione. Nel 1930 Chabod torna in Italia, si sposa e continua ad insegnare alle scuole medie superiori dove impara l’arte della “comunicazione” del sapere. Per insegnare non bisogna soltanto conoscere bene la propria materia, ma anche saperla trasmettere. Poi, diventa docente universitario. Chabod è uno storico scrupoloso, scrive e pubblica poco, proprio per la sua precisione. Nella vita normale è una persona espressiva, che riesce a creare delle buone relazioni.
Il professor Cossi termina la lezione sottolineando la capacità di Chabod di saper prestare attenzione alla psicologia dei personaggi che studia e di far interagire la Storia con le altre discipline.
Con questo ci saluta e rimanda alla prossima e ultima lezione che si terrà nel mese di gennaio. Grazie professor Cossi per questa bella e intensa lezione! (Angela D’ Albis)
Ricordo bene quando la mamma diceva – Oggi Vincenzo compie gli anni! – e sospirava perchè eri lontano e allora non c’era il telefono in casa nostra e non poteva farti gli auguri…. Ora non posso nemmeno io augurarti buon compleanno, ma posso mandarti un pensiero pieno di affetto e gratitudine accompagnato da una preghiera.
«Trovo bella la vita, e mi sento libera. I cieli si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile, ma non è grave. Dobbiamo prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà allora da sé: e “lavorare sé stessi” non è proprio una forma di individualismo malaticcio. Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile. E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto d’eternità che ci portiamo dentro può esser espresso in una parola come in dieci volumi. Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra.»
(Diario, pp. 126-127)
Leggendo queste righe senza sapere chi le abbia scritte, ci si immagina che l’autrice sia una donna fortunata, contenta della sua vita….. ma se pensiamo che l’autrice era una giovane donna imprigionata ad Auschwitz che stava vivendo la condizione più terribile che mente umana abbia mai potuto escogitare, queste righe assumono un ben altro significato. L’autrice, Etty Illesum, assume una statura morale dinanzi alla quale non ci si può che inchinare con ammirazione infinita.
Il dr Silvio Pontiggia, dopo un breve riepilogo della lezione precedente, ci ha intrattenuto sui termini oggi più comunemente usati nelle cronache finanziarie.
Lo spread: esprime il livello di rischio per gli investimenti nei vari paesi e viene calcolato, per l’Italia, in base alla differenza tra BTP e Bund tedeschi. Lo spread fluttua anche in relazione alle vicende politiche interne di un paese.
Il CDS (Credit Default Swap) è strettamente legato allo spread ed è lo strumento utilizzato per assicurarsi contro il rischio di default (fallimento) di un paese.
Le agenzie di rating sono indipendenti rispetto alle società che emettono i titoli; esse valutano il livello di affidabilità di un titolo o di un paese. Sono ritenuti sicuri, e quindi a basso rendimento, i titoli classificati con le sigle comprese tra AAA e BBB+, quelli al di sotto di queste classificazione sono titoli speculativi a rischio più o meno elevato: possono procurare un elevato rendimento o una perdita notevole. Le agenzie di rating valutano gratuitamente gli Stati, ma vengono pagate dalle società che richiedono il loro giudizio. Attualmente esse sono soltanto tre, sono tutte americane e vivono sulla loro credibilità e sulla loro reputazione.
Il benchmark è la valutazione di rischi e opportunità (in sede di costruzione di un portafoglio) rispetto all’andamento dei mercati.
Bitcoin è una criptovaluta basata sulla tecnologia blockchain . Non è emessa nè controllata da una banca centrale di uno stato, la quale perde così parte del suo potere. Non c’è ancora una normativa che regoli l’uso e la crircolazione dei bitcoin e delle altre criptovalute e proprio per questo vengono molto utilizzate nelle transazioni illegali.
Yield curva: rappresenta con un grafico il rendimento degli investimenti in un determinato periodo di tempo.
Duration: indicatore di rischiosità delle obbligazioni; Junk Bonds: titoli spazzatura; Fondi etici o ESG: strumenti per investimenti con criteri etici (escludere società produttrici di armi o al contrario privilegiare società che producono in modo ecologicamente sostenibile).
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Il dr. Sassi oggi ci ha affascinato parlandoci con la sua solita passione dei cambiamenti climatici avvenuti sulla Terra nel passato, prendendo spunto da foto scattate nel nostro territorio che li documentano.
Alle pendici del Cornizzolo un grande cumulo di ghiaia e ciottoli non è altro che una morena abbandonata lì 15.000 anni fa da un grande ghiacciaio che copriva quasi interamente il Triangolo Lariano.
Ma quando si è cominciato a studiare i cambiamenti climatici avvenuti sulla Terra? Circa due secoli fa il paleontologo Louis Agassiz cominciò a studiare le ere glaciali. La presenza di massi erratici e di rocce striate documentano quelle lontane epoche.
Il climatologo britannico James Croll spiegò i cambiamenti climatici come conseguenza di: precessione degli equinozi, eccentricità dell’orbita terrestre. Sulla stessa linea in seguito anche Milutin Milankovic approfondì lo studio dei cambiamenti climatici, del clima delle varie zone della Terra e dei pianeti.
Oggi le variazioni climatiche del passato vengono studiate, grazie alle moderne tecnologie, analizzando i fondali marini.
Tornando al nostro territorio, il nostro docente ci ha mostrato foto di massi erratici presenti in grande quantità; il più noto è certo la Pietra Lentina . Sulle rive del torrente Perlo una fascia di colore giallastro documenta la presenza di un antico lago in epoca glaciale.
Tra 50mila e 20mila anni fa, i ghiacci coprivano tutta l’Europa del nord e il territorio circostante le nostre Alpi e tutt’attorno si estendeva la tundra. Proprio grazie alle glaciazioni nel nostro territorio vivono forme vegetali autoctone uniche. In quell’epoca la nostra Europa era abitata dall’homo neanderthalensis (ben adattato al freddo) che visse poi per molti millenni accanto all’homo sapiens (che era venuto dai paesi caldi dell’Africa).
L’uomo di Neanderthal scomparve circa 30mila anni fa.
E’ stato un pomeriggio veramente interessante, che ci ha dato modo di mettere a fuoco elementi della realtà odierna (glossario della finanza) e di trasportarci nei tempi più remoti della vita del/sul nostro pianeta. Grazie UTE!
Vi ricordate i dibattiti interminabili di qualche anno fa su “nucleare sì” “nucleare no”?
Dopo il disastro di Fukushima che ancora tiene in scacco i pur intraprendenti Giapponesi, nessuno parla più di costruire nuove centrali, anzi la Germania pensa di spegnerle tutte nel giro di qualche anno.
E ricordate quando si diceva che noi avevamo fatto la scelta sbagliata quando con un referendum ci siamo opposti alla produzione di energia nucleare? Si diceva che tanto le centrali sono tutte sui nostri confini e che intanto gli altri ne traevano grandi vantaggi economici e dividevano con noi l’inquinamento che ne derivava? E’ vero, i paesi vicino a noi si sono avvantaggiati economicamente per l’energia a poco prezzo, ma ora vorrei che la Germania rendesse pubblici i costi dello smantellamento delle centrali e della costruzione del sito per custodire (per milioni di anni) le scorie radioattive.
Sarebbe interessante poter calcolare costi e benefici nei tempi lunghi e lunghissimi …… Sarà un caso che ora non si dice più che le rinnovabili non potranno mai sostituire le fonti fossili?
Noi Italiani siamo sempre biasimati come popolo pasticcione, ma devo dire che per una volta, con quel referendum, ci siamo mostrati saggi e lungimiranti.