Le donne e la tecnologia.

Pensavo che solo le persone di una certa età avessero difficoltà ad utilizzare le nuove tecnologie, ma non è così: stamattina alla radio si diceva che solo una minima percentuale di donne  è in grado di stare al passo con le innovazioni che sempre più vengono introdotte nella vita di tutti i giorni e nell’ambiente di lavoro.

Per millenni le donne non hanno avuto accesso all’istruzione e sono quindi state discriminate in famiglia e nella società, considerate sempre cittadine di serie B; ora che, almeno qui da noi, certi tabù sono caduti e le ragazze che vengono avviate agli studi dimostrano di saper battere spesso per impegno e capacità i colleghi maschi, ora, dicevo, sono le stesse donne che si ritraggono davanti alle nuove tecnologie….. ne hanno timore, credono di non riuscire a impadronirsene!!!!

Questo stato di cose non deve continuare o il gap tecnologico ricaccerà le donne in posizioni di secondo piano e questa volta l’avranno scelto loro stesse.

 

Il dilemma.

Immaginiamo di essere un medico impegnato ad affrontare questa emergenza “coronavirus” ; immaginiamo che abbia solo un posto disponibile in rianimazione e che ad attendere il ricovero ci siano una signora ultraottantenne e una giovane mamma di quarant’anni, entrambe in una fase critica.  Cosa faremmo? A chi garantire una possibilità di sopravvivenza?

Davanti a questa eventualità non così remota, giustamente i medici chiedono chiarezza.

Per parte nostra, noi che siamo nella terza (o quarta) età sarà bene che usiamo tutte le cautele suggerite ad ogni piè sospinto in questi giorni: sarà meglio non ammalarsi….