Poesia: Le stelle (Mahvash Sabet)

Casualmente, navigando su internet, mi sono imbattuta in una poetessa che non conoscevo.
Mahvash Sabet è iraniana ed è stata condannata  per la sua appartenenza a una fede minoritaria nel paese. Dalla sua prigionia durata 9 anni, ha continuato a scrivere poesie. Ne pubblico una, copiata da questo sito.
                                Le stelle
stelleIl mio cuore soffre per il silenzio delle stelle,
per l’angosciosa sete del deserto
che anela allo scroscio della pioggia.
Il mio cuore soffre per il soffio del vento,
che spira sulle acque deserte.
La luna illumina il prato, nel livido tremore del lago.
La piana s’accende di una vivida luce.
Dov’è la folta chioma del salice dormiente,
che si chinava sulle verdi spalle delle acque?
Dov’è la penetrante fragranza della rosa rossa,
che impregnava il dorato giardino della gioia?
Perché trascorre nel dolore questa vita
e nel buio della notte non sorridono le stelle?
Quanta struggente malinconia traspare da questi versi! Il richiamare alla mente le cose belle della natura provoca nell’autrice, chiusa in una buia cella, un dolore profondo: lei ne è stata privata…..

Polemiche, polemiche, polemiche…uffa!

“No, dichiarare l’emergenza sanitaria il 31 gennaio non è stato un complotto, ma la prassi quando l’organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di emergenza per il coronavirus in Cina.

Serviva per mettere in moto quel sistema di sorveglianza che ancora oggi ci sta dando una enorme mano nella gestione della crisi.

La durata di 6 mesi vuol dire che per 6 mesi a partire dal 31 gennaio il Sistema Sanitario Nazionale e la protezione civile sono in stato di massima allerta per il Covid-19.
Il chè è una cosa sacrosanta.

Mi auguro che chi sta diffondendo il panico e i complotti con video fuffa sia prima o poi chiamato a rispondere delle sue azioni nelle sedi più opportune.
E mi auguro per lui di non trovarmelo davanti.”

Questo è quanto scriveva ieri in un post su Facebook l’onorevole Giuditta Pini per confutare le numerose accuse che venivano rivolte al governo circa i ritardi con cui sarebbe intervenuto per fermare il coronavirus.

Mi pare di capire che:

  1. effettivamente il 31 gennaio è arrivato l’avviso dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per allertare i governi sulla epidemia;
  2. è logico pensare che questo avviso sia stato mandato a tutti i governi, visto che ancora non si sapeva dove l’epidemia si sarebbe sviluppata uscendo dalla Cina; aveva la stessa valenza di “un avviso ai naviganti”
  3. come si poteva immaginare allora che proprio l’Italia sarebbe stata la prima dei paesi europei ad essere colpita?
  4. Come si poteva immaginare dove sarebbe sorto il primo focolaio?
  5. Bisognava bloccare allora tutta l’Italia? Su quali basi scientifiche?
  6. Se alla introduzione della prima zona rossa (su dati epidemiologici concreti) è successo un pandemonio di critiche durissime per allarme eccessivo, cosa sarebbe successo con un intervento ancora più precoce?
  7. Se quell’allarme della OMS doveva essere inteso come ordine di mettere in campo provvedimenti restrittivi, forse avremmo dovuto assistere a ordinanze generalizzate in tutti i paesi del mondo per costringere la gente a stare a casa, invece si sono mossi tutti peggio dell’Italia e con gravissimo ritardo….

Come Giuditta anche io mi arrabbio molto quando in questi giorni si vuole buttare fango a tutti i costi sull’operato di questo governo, che avrà pure commesso qualche sbavatura, ma che, ricordiamocelo, sta operando in una situazione mai verificatasi da cent’anni a questa parte e che ha avuto come palla al piede la resistenza degli imprenditori a fermare le imprese.

 

Dopo un mese di clausura.

E’  da un mese che dura questa clausura: sono uscita una volta sola per fare la spesa e una volta per  una visita medica.

Sono sola in casa, quindi ho avuto modo di stare in silenzio per molte ore e di rabbrividire ogni volta che si sentiva l’urlo di una sirena  passare nella strada vicina, sia di giorno che nel cuore della notte.

Ogni volta il mio pensiero andava a chi era in quell’ambulanza: prima di tutto a colui che veniva portato all’ospedale  e poi a chi lo assisteva e a chi guidava il mezzo: tutti accomunati in una guerra  del tutto nuova senza avere la certezza di aver tra le mani le armi più adatte.

Immagino quanto sia terribile trovarsi improvvisamente trasformati in una fonte di contagio, essere diventati tutt’uno col virus che ti porti dentro: oltre alle sofferenze derivanti dalla malattia, che dicono essere terribili, deve essere straziante doversi sentire un pericolo per chi ti sta vicino e per chi ti soccorre .

So di persone anziane rimaste sole in casa in quarantena dopo aver visto morire più di un familiare….. dev’essere atroce essere da soli a piangere i propri cari senza averli potuti salutare un’ultima volta.

Se penso a queste cose, mi sento molto fortunata: sono al sicuro in casa mia e sto bene; posso spendere il mio tempo come più mi piace, posso cominciare mille cose e lasciarle a metà perchè so che potrò finirle poi, in un momento successivo, non c’è fretta… E le mie giornate sono per fortuna  rese meno monotone dalle telefonate e dai messaggi di figli, nipoti, amici e amiche.

Da un paio di giorni si sentono meno sirene di ambulanze e questo mi aveva fatto sperare in un rallentamento del contagio, cosa  che ieri i dati hanno confermato. I nostri sacrifici cominciano a dare frutti? Speriamo di sì e questa speranza deve renderci ancora più fermi e più convinti che stare alle regole è l’unica strada per uscire da questo incubo.

 

Scaffali vuoti anche a Londra.

scaffali vuoti a LondraCredo che le giravolte di BJ (Boris Johnson) e di Trump a proposito del coronavirus siano da record.

In particolare il premier inglese in pochi giorni è passato da “la polizia costringerà le scuole a restare aperte per creare l’immunità di gregge”  a “chiudiamo tutte le scuole e si consiglia di restare a casa” ed è bastato questo per scatenare la corsa all’accaparramento di generi alimentari, come è avvenuto qui da noi qualche tempo fa…. Ecco cosa scrive oggi “The Times”:

Tesco came in for particular criticism, with shoppers reporting that many shelves were empty by the time its elderly hour started at 9am because panic buyers had started clearing lines from 6am. Others reported that some staff did not appear to know about the initiative.

La gente ha assalito il ssupermercato fin dalle 6 del mattino e alle nove gli scaffali erano già vuoti…..c’era forse qualcuno che diceva che certi comportamenti sono prettamente italiani?

Se ben ricordo un giornalista inglese ha anche detto nei giorni scorsi , commentando i provvedimenti del nostro governo, che per gli Italiani ogni scusa è buona per non lavorare …..ora pare che il fancazzismo abbia contagiato anche gli inglesi ….il coronavirus è democratico, non fa differenze …

Poesia: il vento portò da lontano…. (Aleksandr BloK)

E anche quest’ anno è arrivata la primavera: le ordinanze governative non hanno potuto nulla contro la sua ostinazione a voler risvegliare il mondo come sempre, come se nulla di tragico stesse accadendo.

Nella poesia che copio-incollo qua sotto, il poeta, Alexandr Blok, è triste, come lo siamo noi oggi: le sue corde cupe e profonde piangono, nel suo cuore è ancora inverno, ma il vento che porta un canto di uccelli e apre uno squarcio d’azzurro intenso nel cielo parla di speranza…. speriamo anche noi  che questa primavera possa portare il sereno nei nostri cuori, oltre che nei nostri cieli.

primavera di BotticelliIl vento portò da lontano
l’accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

Quando fare la spesa diventa un problema….

Ho fatto fortunatamente una buona provvista di viveri prima che cominciasse l’emergenza, ma, col perdurare delle restrizioni, arriverà anche il momento in cui le scorte saranno agli sgoccioli.

Ho provato a prendere in considerazione varie possibilità per non essere costretta a uscire: ho pensato di fare la spesa on line, ma tutti i siti sono saturi e a volte non consentono nemmeno l’accesso;  ho contattato qualche numero telefonico di rivenditori che si dicevano disposti a consegnare la spesa a domicilio, ma ho trovato solo segreterie telefoniche e nessuno mi ha ricontattato.

– Poco male – mi dicevo – c’è sempre la possibilità di ricorrere al servizio messo a disposizione dal comune per la consegna di farmaci e alimentari di prima necessità – Ma proprio oggi ho parlato con un’amica la quale mi ha detto che a questo numero ti dicono di chiedere ai figli, anche se lontani, o ai vicini (perchè dovrei mettere a rischio un vicino che è nella mia stessa situazione, dato che nel condominio siamo tutti anziani ?) .

A questo punto credo che mi farò una mascherina fai-da-te e al momento in cui non potrò farne a meno andrò in qualche negozio possibilmente piccolo e farò una spesa superveloce.

 

Bill Gates come Cassandra.

Nella storia dell’umanità tutto si ripete: ricordate Cassandra? Prediceva il futuro, ma non era creduta. E’ accaduto anche ai nostri tempi:
tutto quello che sta capitando in questi giorni era prevedibile ed infatti era stato previsto, ma si è continuato ad ignorare il pericolo nuovo che si prospettava

Un picnic in-door.

In questi giorni di clausura forzata, anche chi non ha mai pensato di fare passeggiate all’aperto sente  il richiamo dei boschi, dei sentieri fuori mano per interrompere la monotonia di queste giornate scandite dai bollettini del contagio, ed è così che sono state multate migliaia di persone nelle ultime ore.

Probabilmente anche Giovanni e Gioele sentono un po’ di noia: sono molto bravi comunque a disegnare, passano molto tempo a giocare con le macchinine, possono stare sul loro grande terrazzo a respirare aria meno inquinata del solito, ma vuoi mettere l’emozione di un picnic?

picnicIeri sera infatti, durante una delle frequenti video-chiamate, cosa vedo? Gioele e Giovanni che mangiano seduti al loro tavolino dei giochi in salotto, mentre papà e mamma sono sul divano e tengono in mano i loro piatti.  Per i due bambini interrompere la routine dei pasti consumati a tavola tutti ben composti ed educati è una festa, una novità che rende più interessante anche il momento della cena: per loro cenare in salotto equivale a fare un picnic, potremmo definirlo un picnic indoor.  Con la fantasia puoi immaginare di avere sotto di te un bel prato verde, di essere all’ombra di un grande albero su cui cinguettano tanti uccellini, mentre le farfalle  e le api volano di fiore in fiore.

Salutandoli, ho raccomandato loro di stare attenti: quando si fanno i picnic le formiche sono sempre in agguato!!!