Sieger Köder nasce nel 1925 a Wasseralfingen in Germania. Durante la seconda guerra mondiale, viene fatto prigioniero in Francia; al ritorno si dedica agli studi di arte e all’insegnamento, ma poi intraprende gli studi teologici e all’età di 46 anni viene ordinato sacerdote. Da quel momento esercita il suo ministero in una parrocchia. Contemporaneamente vive il suo periodo di maggiore creatività artistica. Muore a 90 anni nel 2015.
Nelle sue opere rappresenta episodi biblici, parabole e momenti della vita di Gesù. Le figure sono tratteggiate in modo apparentemente rozzo, quasi naif, ma hanno una forza espressiva formidabile dovuta all’ uso dei colori, al tratto marcato che dà tragicità alle scene, all’ uso sapiente di simboli e alle inquadrature originalissime.
Nell’Ultima Cena,come spesso accade nei quadri di questo artista, la figura di Gesù, che è il protagonista della scena, non compare direttamente. Qui si vedono solo le sue mani, che hanno appena spezzato il pane e ora stanno benedice il vino. Si vede solo il riflesso del suo viso nel calice . Gesù non viene ritratto, ma questo anzichè sminuirne la figura, la ingigantisce, la circonda di mistero e di sacralità.
Sullo sfondo, appena tratteggiata, una figura nell’ ombra striscia contro i muri e cerca di andarsene senza dare nell’ occhio, ma qualcuno se ne accorge e pare presentire la tragedia imminente. Gli altri apostoli sono tutti intenti ad ascoltare Gesù. Infatti tutti gli occhi sono rivolti a Lui che pronuncia parole di difficile comprensione, ma piene di amore e con il sapore delle cose dette perché restino scolpite nelle menti e nei cuori, come un testamento.
Dai visi stupiti e smarriti degli Apostoli traspare la consapevolezza di essere testimoni di un fatto straordinario e unico: un uomo che ha camminato insieme a loro compie gesti mai compiuti e pronuncia parole mai dette prima…