Sulle pagine di “Formiche.net” è riportata un’intervista al prevosto di Lecco don Davide Milani, che intende spiegare le motivazioni della dura presa di posizione della CEI contro l’ultimo decreto del Presidente del Consiglio. Don Milani afferma che i vescovi firmatari della protesta non perseguono altro fine se non quello di difendere un modo di concepire l’uomo, che non è solo un consumatore, ma anche un essere spirituale che “ha bisogno di sperare, di credere, di alimentare la propria anima”.
Io credo che don Milani e la CEI si facciano portavoce di un bisogno reale, ma credo che forse non abbiano ben presenti le condizioni in cui versa il nostro paese. Stamattina su “Radio24” Enrico Letta spiegava come l’Italia in questo momento si regga solo grazie agli stanziamenti della BCE, che ci impediscono di sprofondare in una crisi senza ritorno.
L’Italia è sull’orlo di un burrone, è come uno che sta per morire di inedia e che ha bisogno di mangiare e bere; credo che il primo intervento da fare sia quello di consentirgli di continuare a vivere, poi si potrà pensare ai suoi bisogni spirituali, che nessuno sta negando o conculcando, ma che verranno ampiamente riconosciuti quando il pericolo maggiore sarà passato. La gradualità nell’allentare le restrizioni è imprescindibile per poter controllare l’andamento del contagio: una nuova ondata sarebbe il colpo di grazia per il nostro paese.
Pazientiamo tutti e continuiamo ancora per un po’ nelle piccole chiese domestiche: mai prima d’ora ci sono state tante possibilità di seguire messe feriali e festive e preghiere ad ogni ora del giorno…..