Noi ci impegniamo… (don P. Mazzolari)

Ci impegniamo noi, e non gli altri;
unicamente noi, e non gli altri;
né chi sta in alto, né chi sta in basso;
né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo,
senza pretendere che gli altri si impegnino,
con noi o per conto loro,
con noi o in altro modo.
Ci impegniamo
senza giudicare chi non s’impegna,
senza accusare chi non s’impegna,
senza condannare chi non s’impegna,
senza cercare perché non s’impegna.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si muta se noi mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura.
La primavera incomincia con il primo fiore,
la notte con la prima stella,
il fiume con la prima goccia d’acqua
l’amore col primo pegno.
Ci impegniamo
perché noi crediamo nell’amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta
a impegnarci perpetuamente.

 

Quando ci viene voglia di lamentarci per i mali del mondo che ci circonda, dovremmo rileggere questa poesia e ….. rimboccarci le maniche senza pensare se il nostro impegno sarà produttivo, che risultati otterremo. Il solo fatto che noi ci impegniamo e cambiamo il nostro atteggiamento renderà il mondo migliore ..anche se saremo solo una goccia nell’oceano.

Ci risiamo….

La tanto temuta seconda ondata è qui …. il virus è tra noi più gagliardo che mai, forte anche delle nostre “distrazioni” e di qualche leggerezza di troppo.

Quando è scattato a febbraio il primo lockdown ero un po’ frastornata: cosa stava capitando? Cosa era  questo virus? Come ci si poteva difendere?  Queste domande mi rimbalzavano in testa, ma sentivo di avere le energie fisiche e psichiche per affrontare il lockdown serenamente , anche perchè si era alla fine dell’inverno e si sperava nell’ aiuto che poteva venire dalla bella stagione incipiente.

Da domani, per noi che siamo in zona rossa (rossissima, direi), comincia un nuovo periodo di clausura, con però un po’ di sfiducia in più e con meno speranze man mano che arrivano notizie di contagiati sempre più vicini alla nostra cerchia di relazioni.

Ho il freezer pieno, così posso limitare al minimo le uscite e cominciare ad affrontare quello che si annuncia un triste, buio e solitario  inverno.

Parlando di vocali.

Giovanni è in prima elementare e, anche se il COVID ha complicato la sua vita di scolaro, trova che alcune cose siano interessanti….

Si stava parlando della vocale “O” e delle parole che cominciano con quel suono;  Giovanni, che da tempo si è appassionato alla lettura di “Siamo fatti così”, ha detto:- O ..come organo! –

La maestra forse non si aspettava una risposta di questo genere e ha chiesto:- Chi mi sa dire il nome di un organo?:

  • Vasi del sistema linfatico!! – risponde prontamente Giovanni, che una volta tornato a casa dice alla sua mamma:- La maestra ha capito che so un sacco di cose!!-

Ma noi, invece, lo sapevamo già da tempo …

Per Gigi.

E ci ha lasciato anche lui, Gigi Proietti, al quale va il mio grazie per i momenti sereni e per le risate che mi ha regalato, sempre in modo intelligente e garbato.

Mi piace postare qui questa poesia satirica di Trilussa e mi piace fare finta di sentire la voce di Gigi che la legge con tutta l’ironia di cui era capace.

Anticamente, quanno li regnanti
ciaveveno er Buffone incaricato
de falli ride — come adesso cianno
li ministri de Stato,
che li fanno sta’ seri, che li fanno —
puro el Leone, Re de la Foresta,
se mésse in testa de volé er Buffone.
Tutte le bestie agnedero ar concorso:
l’Orso je fece un ballo,
er Pappagallo spiferò un discorso,
e la Scimmia, la Pecora, er Cavallo…
Ogni animale, insomma, je faceva
tutto quer che poteva
pe’ fallo ride e guadambiasse er posto;
però el Leone, tosto,
restava indiferente: nu’ rideva.
Finché, scocciato, disse chiaramente:
— Lassamo annà: nun è pe’ cattiveria,
ma l’omo solo è bono a fa’ er buffone:
nojantri nun ciavemo vocazzione,
nojantri semo gente troppo seria!

Ciao, Gigi! Tu sei stato un buffone nobile, uno che ha onorato l’arte  della recitazione e dell’intrattenimento con tutta la maestria e la versatilità straordinaria di cui eri dotato.

Sono vicino a noi.

Il giorno dei morti mi riporta sempre a ricordare una scena del film “Amistad”. Il capo degli africani che si sono ribellati ai loro negrieri affronta il processo decisivo: è accusato, insieme ai suoi compagni, di ammutinamento e dell’uccisione del capitano della nave negriera che lo stava portando nelle Americhe.  A chi gli chiede se avrà paura di entrare nell’aula del tribunale risponde che no, non avrà paura, perchè sa che avrà al suo fianco tutti coloro che sono vissuti prima di lui, i suoi avi:   al momento è lui l’unica ragione per cui essi sono esistiti e lo assisteranno.

E’ il concetto cristiano della Comunione dei Santi: tutti coloro che ci hanno preceduto nella Casa del Padre sono sempre vicino a noi, stanno al nostro fianco e ci sostengono nei momenti bui. Ecco io oggi sento vicino a me tutte le persone a cui ho voluto bene, tutti quelli che mi hanno preceduto e chiedo a loro di proteggere me e i miei cari, così come io mi ricorderò di tutti loro nelle mie preghiere.