Ebru se ne è andata in silenzio….

 

Ricevo tramite Whatsapp e non conosco l’autore…

Se n’è andata in silenzio, ieri pomeriggio, in una stanza d’ospedale, dove era stata trasferita dal carcere in seguito al precipitare delle sue condizioni.

timtik-1200Se n’è andata al 238esimo di uno sciopero della fame con cui chiedeva un processo equo in un Paese, la Turchia, in cui l’equità e la giustizia sono concetti inesistenti. Specie se sei donna. Specie se sei un’avvocata per i diritti umani. Specie se non pieghi la schiena di fronte a un potere che vorrebbe tapparti la bocca.

È morta così, Ebru Timtik, di fame e di ingiustizia. Il suo cuore si è fermato semplicemente perché non aveva più nulla da pompare in un corpo scarnificato dall’inedia.

È morta per difendere il suo diritto ad un giusto processo, dopo essere stata condannata a 13 anni, insieme ad altri 18 avvocati come lei, detenuti con l’accusa di terrorismo, solo per aver difeso altre persone accusate dello stesso crimine.

È morta come Ibrahim e come Helin e come Mustafa del Grup Yorum, morti dopo 300 giorni di digiuno per combattere la stessa accusa.

È morta combattendo con il proprio corpo, fino alle estreme conseguenze, una battaglia che nella Turchia di Erdogan non è più possibile combattere con una parola, un voto, una manifestazione di piazza.

È morta come fanno gli eroi, sacrificando la propria vita per i diritti di tutti.

C’è solo un modo per celebrare la memoria di questa grande donna: non restare zitti. Far arrivare la sua voce il più lontano possibile, dove lei non può più arrivare.

Ci sono idee così forti capaci di sopravvivere anche alla morte.

Addio Ebru. Viva Ebru. Noi ti ricorderemo così:

Ebru

50 anni di umanità.

Copio e incollo qui di seguito la mail inviatami Da Medici senza Frontiere, organizzazione che sostengo da anni:

……..
Medici-Senza-Frontiere-ItaliaEra il 1971 quando a Parigi un gruppo di medici e giornalisti reduci da difficili esperienze umanitarie in Biafra e Bangladesh, decidono di inaugurare un nuovo modo di portare assistenza d’emergenza che unisce l’azione medica indipendente all’impegno della testimonianza e
fondano Medici Senza Frontiere.

Gli stessi principi e lo stesso spirito guidano ancora oggi oltre 65.000 operatori umanitari impegnati ogni giorno a portare cure mediche e aiuto incondizionato in più di 80 paesi nel mondo.

Sono trascorsi 50 anni durante i quali siamo intervenuti nelle grandi emergenze, conosciute o dimenticate: il genocidio in Ruanda, lo tsunami in Indonesia, il terremoto ad Haiti, ma anche conflitti in Medio Oriente, l’epidemia di Ebola, le rotte della migrazione, le tante crisi dove migliaia di persone non hanno accesso alle cure. Il presente ci pone davanti a grandi sfide e nuove emergenze, come la pandemia di Covid-19 che continuiamo a fronteggiare in Italia e nel resto del mondo.

Non ci fermiamo perché nuove sfide ci attendono.

Insieme possiamo andare oltre.

Ringrazio questa organizzazione per il bene che sa portare là dove ci sono le situazioni più critiche e spero che molti continuino a sostenerla sempre.

Sorella acqua.

…. Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,

la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta… (Cantico delle creature)

 

terra-acqua (1)Milena Gabanelli in questo video racconta una proposta di investimenti, nell’ambito del Recovery Plan, che viene dal mondo dell’agricoltura per sfruttare l’acqua piovana e farla diventare sia una risorsa in periodi di siccità, sia una fonte di energia idroelettrica pulita. La realizzazione di questa proposta comporterebbe anche la creazione di molti posti di lavoro e questo non è un aspetto da trascurare di questi tempi.

Mi sembra un’ ottima idea: va nella direzione giusta, visto che è  da tempo universalmente accettato il fatto che l’acqua sarà sempre più in futuro un problema  anche nel nostro paese.

Dovremmo rendercene conto tutti e contribuire tutti in ogni modo a non sprecare un bene così prezioso; dovremmo capire che non  sarà più così scontato averla a disposizione senza limiti come è stato fino ad ora.

Io, per quel che posso, mi sto già attrezzando: ho riflettuto che anche nella mia cucina sprecavo molta acqua che poteva benissimo essere riutilizzata e ho deciso di cambiare le mie abitudini.

Ho acquistato una bacinella di plastica di dimensioni tali  da poter entrare nel lavandino della cucina e quando lavo la verdura o la frutta,  quando mi capita di sciacquare un attimo le mani sena usare il sapone, o quando lavo la caffettiera, recupero l’acqua che altrimenti andrebbe sprecata finendo direttamente nello scarico e la utilizzo per annaffiare orto e giardino.

Certo il mio risparmio influisce solo minimamente sulla mia bolletta dell’acqua e non ha certo ripercussioni  sull’andamento generale del consumo idrico, ma, se tutti provassimo a limitare gli sprechi, certamente ne gioverebbe tutto l’ambiente.

UTE: Le forme di mercato (A. Calimani)

La dr.ssa Calimani oggi ci ha guidato a riscoprire alcune nozioni di economia che sono utili per meglio comprendere il mondo in cui viviamo.

Concorrenza perfetta: è un concetto astratto che vuole indicare il punto di equilibrio tra domanda e offerta, equilibrio solo teorico e mai realizzato in realtà.

Monopolio: esiste un solo produttore di un certo bene e quindi tale produttore può imporre al mercato le proprie condizioni (prezzi alti); il consumatore può sottrarsi solo non acquistando più quel prodotto.

pubblicità progressopubb. progr.pubb. progr.      Monopolio naturale: si ha quando un imprenditore sfrutta una risorsa naturale locale in posizione di privilegio; monopolio legale: si ha quando è lo stato a imporre le regole; monopolio di fatto: si ha quando c’è un solo produttore in grado di offrire un certo bene a molti acquirenti e al prezzo imposto dall’imprenditore.

Concorrenza monopolistica: si ha quando molti produttori offrono lo stesso tipo di prodotto differenziandone la presentazione. In questo campo interviene la pubblicità che, nata per informare i consumatori sui nuovi prodotti disponibili sul mercato, è diventata poi una forma di persuasione occulta mirante a indurre i consumatori a comprare indipendentemente dai propri bisogni reali. La pubblicità progresso è finalizzata a diffondere messaggi utili alla comunità. I costi della pubblicità fanno sì che le grandi imprese possano imporsi sul mercato a scapito dei piccoli imprenditori.

Oligopolio:  si verifica quando vi sono pochi grandi produttori conosciuti di un dato bene.

Commercio internazionale: un tempo si parlava semplicemente di commercio estero, di importazioni ed esportazioni. Ora, favorito dallo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti si parla di commercio internazionale o di globalizzazione, che consente ai vari paesi di approvvigionarsi dei beni che non producono in proprio. Una globalizzazione senza regole consente la concentrazione di ricchezze ingentissime nelle mani di pochi a scapito dei paesi e dei ceti più poveri.

Impresa sociale: è quella che si prefigge finalità a beneficio dell’ambiente in cui opera, ma questo tipo di impresa in Italia è poco diffusa per le dimensioni ridotte delle nostre imprese.

Il panorama attuale presenta molte incognite legate alle conseguenze di alcuni eventi, come la pandemia in atto o la Brexit, e al ruolo della Cina sullo scenario mondiale.

Come sempre, anche questa lezione ci ha portato ad aggiungere qualcosa di nuovo alle nostre conoscenze. Grazie, Allegra!

P.S.: mi scuso per i difetti di impaginazione del post: volevo inserire delle immagini , ma la piattaforma non me lo ha consentito e ora non mi consente nemmeno di cancellarne le tracce.

 

 

Dopo la pioggia di Aprile.

prato fioritoE’ tornato il sereno e il vento, ora più calmo, scuote appena le fronde degli alberi e fa ondeggiare l’erba alta dei prati.

La pioggia di ieri ha lustrato i petali dei fiori e i loro colori ora splendono al sole per la gioia di api e farfalle. (D.C)

 

Storie della Bibbia: Giuseppe tradito dai fratelli.

Giuseppe era il figlio prediletto da Giacobbe. Questo scatenò l’invidia dei fratelli e l’invidia aumentò con i sogni che facevano presagire la futura supremazia di Giuseppe su di loro. L’invidia è sempre cattiva consigliera e i fratelli decisero di ucciderlo. L’occasione si presentò un giorno in cui Giacobbe mandò il figlio prediletto a cercare i fratelli che erano lontano da casa a pascolare il bestiame… Giuseppe cammina a lungo poi  ….

giuseppe venduto dai fratelli3Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch’egli indossava, 24poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua. 25Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, con i cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano a portare in Egitto. 26Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è ad uccidere il nostro fratello e a nasconderne il sangue? 27Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli lo ascoltarono.

28Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto. 29Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c’era più. Allora si stracciò le vesti, 30tornò dai suoi fratelli e disse: «Il ragazzo non c’è più, dove andrò io?». 31Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero la tunica nel sangue. 32Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero pervenire con queste parole: «L’abbiamo trovata; riscontra se è o no la tunica di tuo figlio». 33Egli la riconobbe e disse: «E’ la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l’ha divorato. Giuseppe è stato sbranato». 34Giacobbe si stracciò le vesti, si pose un cilicio attorno ai fianchi e fece lutto sul figlio per molti giorni. 35Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: «No, io voglio scendere in lutto dal figlio mio nella tomba». E il padre suo lo pianse. 36Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie.

Così comincia l’avventura egiziana di Giuseppe che lo vedrà protagonista di alterne vicende…

Come trasformare una democrazia in dittatura: ovvero: LA FATTORIA DEGLI ANIMALI.

Ieri, leggendo come anche nel nostro paese si sia passati, un secolo fa, da una monarchia costituzionale alla dittatura fascista,  mi sono ricordata di un libro letto tanti anni fa e riletto recentemente: “La fattoria degli animali” di Orwell, una lunga allegoria di come l’uso del potere possa essere distorto per asservirlo ai propri interessi.

fattoria degli animaliSono i maiali a guidare la rivoluzione contro il padrone della fattoria in nome di una giusta rivendicazione dei propri diritti, ma una volta al comando Napoleone, il capo dei maiali, fa cacciare il suo compagno di lotta Palladineve che si era messo in testa di istruire pecore, conigli, cavalli e pollame vario: l’istruzione delle folle è un pericolo per chi vuole poterle manovrare a proprio piacimento. Ecco allora che Palladineve, da eroe della Rivoluzione, decade al ruolo di nemico numero uno, al quale si possono attribuire tutti i mali e tutti i guai che possono capitare. Per fare questo però bisogna poter convincere la gente ed ecco che se ne incarica un maiale fedele a Napoleone: basta ripetere molte volte degli slogan ben mirati e la “plebe”, che non può accedere ad altre fonti di informazione, vince lo sconcerto iniziale  e accetta la nuova versione dei fatti. Altro passo importante è il cambio delle regole in corso d’opera con piccole, ma sostanziali modifiche, ad esempio al primo comandamento “GLI ANIMALI SONO TUTTI UGUALI” , viene aggiunto notte tempo “MA ALCUNI SONO PIU’ UGUALI”  e così accade agli altri comandamenti scritti a grandi caratteri sui muri della fattoria.

In breve i capi  si trasformano a poco a poco in sfruttatori del tutto simili agli antichi padroni e le condizioni di vita degli animali, che con  duro lavoro assicurano loro lauti guadagni, non solo non cambiano, ma addirittura peggiorano.

L’allegoria di George Orwell è chiaramente riferita alla Rivoluzione Russa, ma si può ben adattare anche a tutte quelle situazioni in cui un capopopolo arrivato a ricoprire un’alta carica  con mezzi democratici riesce poi subdolamente ad accentrare tutti i poteri nelle mani sue e dei pochi “fedelissimi” che ne assecondano le mosse.

 

Metodi da dittatori

Nel 1934 mio padre aveva votato e raccontava:

  • C’erano due liste e chi te le consegnava dentro al seggio ti “consigliava” con toni poco rassicuranti con queste parole:- Questa è la scheda buona e quest’altra è quella cattiva: quale scegli?-

E’ facile immaginare cosa potesse “scegliere” (era davvero una scelta?) la gente che sapeva delle spedizioni punitive, delle squadracce di manganellatori, delle purghe a base di olio di ricino, delle deportazioni e del carcere riservati agli oppositori…

E così Mussolini si assicurava la rielezione sua e di tutti i membri del suo apparato…

Ci sono tanti modi per tradire la democrazia e in genere si parte dai giornali, e dai mezzi di comunicazione imponendo la censura e tappando la bocca a chi non si allinea alle direttive del capo politico di turno e mi pare che Erdogan sappia bene come si fa. Lo possiamo definire un dittatore? Penso di sì.