UTE: Inferno – Canto X (Prof. E. Galli)

Obiettivo: comprendere come Dante ha costruito questo canto e cosa possano dire ancora a noi del XXI secolo i suoi versi.

Francesco Scaramuzza. Farinata degli Uberti
Francesco Scaramuzza. Farinata degli Uberti

Siamo nella parte più profonda dell’inferno. I dannati sono sdraiati dentro a tombe scoperchiate, che si richiuderanno solo dopo il Giudizio Universale, quando avranno recuperato il loro corpo. Dante parla e il suo linguaggio lo fa riconoscere come fiorentino da un suo concittadino che si alza possente da una delle tombe vicine. E’ Farinata degli Uberti condannato come epicureo (al tempo di Dante erano definiti epicurei gli eretici e chiunque fosse ostile al Papa).

Dante ha gran rispetto per Farinata anche se è ghibellino e quindi suo avversario politico; egli infatti aveva posto davanti a ogni altra cosa la sua passione per la politica, ma, pur combattendo duramente i suoi avversari (battaglia di Montaperti),  aveva però sempre privilegiato il bene della sua città e non quello del suo partito.

Lì accanto si alza appena dalla sua tomba Cavalcante Cavalcanti che chiede notizie di suo figlio, amico di Dante, e, non ricevendo subito risposta, si accascia nuovamente. L’unico suo interesse è legato agli affetti familiari.

Dante mette accanto  due modi opposti di intendere la propria vita: dedicarsi unicamente all’impegno politico-sociale  di Farinata e pensare solo alla propria famiglia di Cavalcante. Entrambi sono da condannare: nella vita bisogna saper conciliare la ricerca del bene comune con la propria vita privata, senza perdere di vista la dimensione religiosa e spirituale.

L’interrogativo che emerge  da questo canto di Dante potrebbe essere il seguente:  quanti tra i politici dei nostri giorni si impegnano veramente per il bene comune e non per interesse di parte o addirittura per interessi personali?

Ringrazio il prof. Galli per questa lettura “attualizzata” dell’opera di Dante.

 

Offendiamoci!

Tollerare che la guida di una delle istituzioni europee sia oggetto di una discriminazione perché donna (anche se ora qualche giustificazione sarà accampata per smentire questa lettura dell’episodio) può essere una metafora di peggiori concessioni. Offendersi, tutti, è pertanto la risposta corretta a un affronto che forse è proprio mirato a misurare la fermezza dell’interlocutore.(da “Avvenire“).

Molte voci si sono levate per protestare contro l’atteggiamento volutamente ingiurioso tenuto da Erdogan nei confronti della Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, ma questo non è sufficiente. Come dice l’autore dell’articolo sopra citato, dovremmo sentirci TUTTI OFFESI e tutti i governi europei dovrebbero protestare vivamente…ma non succederà..

In fondo offendere una donna e, attraverso lei tutte le donne del mondo, non è così grave se viene da uno che viene pagato per difenderci da una presunta “invasione”  di persone che hanno visto la loro vita stravolta e devastata da questioni di interesse politico-economico-strategico.

Se il mondo riesce a tollerare da anni la guerra in Siria, l’offesa ad Ursula, purtroppo, sarà presto dimenticata anche dai media e dai social…

 

 

Voglia di indipendenza.

ragazzo che cucinaDavide (14 anni e mezzo) vuole imparare ad essere autonomo, perchè arriverà certamente il giorno in cui vorrà andare a vivere da solo.  E qual è la prima e fondamentale cosa da imparare: cucinare!! Chi sa cucinare è certo di non morire di fame!!!

E’ per questo che ha voluto imparare a cucinare la pasta: si è organizzato per bene, calcolando quantità della pasta e tempi di cottura, rigorosamente calcolati col timer ed eccolo ingrado di assaporare un buon piatto di spaghetti. Ma poi, dopo aver riflettuto, ha detto a sua madre:- Però ora mi devi insegnare a cucinare anche altre cose, perchè quando vivrò da solo non potrò  certo mangiare solo pasta…!!-

Hai perfettamente ragione, Davide, e, vista la tua buona volontà, credo che tu farai in tempo a diventare un cuoco provetto prima di andare a vivere da solo…

Angoscia.

Sono giorni di angoscia, giorni in cui la gente intorno a me muore …ogni volta che squilla il telefono, mi balza in mente un pensiero che mi fa trasalire: quale altra brutta notizia mi sta arrivando?

Sono amici, conoscenti, vicini di casa, persone con cui ho condiviso momenti della mia vita: se ne vanno in silenzio; qualcuno in modo repentino, altri con un addio più prolungato.

Tutti si portano via qualcosa di me…

Gocce di primavera.

Nei boschi, in questo periodo, è tutta un’esplosione di fiori: fioriscono gli alberi e i prati.

albero fiorito2Dopo aver scorrazzato un po’ per i prati dell’oasi LIPU, poco distante dalla casa di Giovanni e Gioele, quest’ultimo, con l’aria furbetta di chi è stato colto da un’idea molto accattivante,  dice a Giovanni:- Facciamo una doccia?-

Io resto un po’ perplessa: come si può fare una doccia in pieno bosco?  E sto a guardare con curiosità. Tutti e due si dirigono sotto   un alberello dai rami bassi e sottili in piena fioritura, afferrano un ramo  e lo scuotono con energia: una pioggia di petali bianchi li inonda mentre loro ridono felici, poi corrono da me e mi mostrano le loro teste piene di “gocce di primavera”.

Un uomo di parola.

Stasera RAI1, dopo la via Crucis da Piazza San Pietro, ha mandato in onda il docu-film di Wim Wenders: “Papa Francesco: un uomo di parola”. E’ un collage di filmati che si riferiscono a momenti salienti del Papato di Francesco, a momenti della sua vita precedente alla sua elezione a pontefice, in Argentina, e a spezzoni di una lunga intervista in cui Francesco racconta il suo modo di portare avanti la sua missione.

Ne viene fuori un’immagine commovente di un papa che vuole parlare al mondo intero, senza pregiudizi, senza presunzione, senza la pretesa di giudicare, ma sempre con l’atteggiamento del fratello che vuole incontrare i suoi fratelli.

Ho sentito parole molto dure rivolte ai componenti della curia romana, a chi si rende responsabile di abusi sui bambini, a chi cerca di accaparrarsi sempre maggiori ricchezze saccheggiando le risorse del pianeta e condannando gran parte dell’umanità a una povertà che toglie la dignità.

Ho sentito anche parole di grande tenerezza e ho visto gesti amorevoli per i bambini, per i poveri, per i carcerati, per le donne e per l’umanità intera.

Dio non ha etichette: non è cattolico o musulmano o ebreo, Dio è Dio e basta, ha detto Francesco,  e giudicherà gli uomini in base a un solo criterio: sull’amore che avranno saputo donare.