A JS/07/M/378
LO STATO DEDICA
QUESTO MONUMENTO MARMOREO
L’Ufficio Statistico attesta
che mai fu fatta contro di lui querela,
e rapporto sulla sua condotta non si dà
che non lo giudichi un santo nel senso moderno di un termine antiquato,
perché in ogni atto egli servì la Comunità.
Tranne che in Guerra, finché andò in pensione
lavorò in una fabbrica e mai fu licenziato,
ma piaceva ai padroni, Fudge Motors Inc.
Eppure non era un crumiro né aveva idee bizzarre,
perché il sindacato attesta che pagava le sue quote
(e ci è attestato che il Sindacato non mente)
e i nostri Assistenti Sociali hanno rilevato
che era popolare tra i suoi compagni e beveva di gusto.
La Stampa è convinta che comprasse ogni giorno un quotidiano
e che non reagisse alla pubblicità in modo strano.
Le polizze a suo nome mostrano che era assicurato a vita,
e il suo Libretto Sanitario prova che fu in ospedale una volta ma ne uscì guarito.
Le varie Ricerche di Mercato dichiarano
che sapeva usufruire dei Piani Rateali
e che aveva tutto quanto occorre all’Uomo Moderno,
un grammofono, una radio, un’auto e un frigo.
I vari Sondaggi d’Opinione rilevano soddisfatti
che aveva l’opinione giusta al momento giusto;
quando c’era la pace, voleva la pace; quando c’era la guerra, partiva.
Era sposato e accrebbe di cinque figli la popolazione,
numero perfetto secondo il nostro Eugenista per un padre della sua generazione,
e i nostri insegnanti riportano che non ostacolò mai i loro programmi.
Era libero? Felice? Che domande assurde:
se qualcosa non avesse funzionato, di certo ne saremmo stati informati.
In molti paesi, dopo la Prima guerra mondiale furono eretti monumenti al MILITE IGNOTO, un soldato caduto sul campo di battaglia, al quale non si è potuto dare un’identità e pertanto gli onori a lui tributati si intendono estesi a tutti i soldati che non sono più tornati alle loro case, né vivi né morti.
Questo poeta invece nel 1939, già prima dell’esplosione della società dei consumi, dedica la sua ode al CITTADINO IGNOTO, quello che, per il suo perfetto conformismo, lo Stato riconosce come simbolo di tutti i cittadini che si sono sempre comportati come tutti si aspettavano. E’ un’ode a chi non si pone mai domande, non si chiede il perchè dei suoi comportamenti, ma si adegua acriticamente a ciò che gli viene chiesto e imposto. E’ significativo il fatto che sia stata scritta nel 1939, quando scoppiava la seconda guerra mondiale, quando interi popoli (troppo pochi sono stati i dissidenti), obbedendo a slogan propagandistici che incitavano all’odio, hanno portato il mondo a impegnarsi in un conflitto lungo e devastante con conseguenze rovinose.
E’ poi significativo il verso “non si dà chi non lo giudichi un santo nel senso moderno di un termine antiquato”. In un mondo dove tutto è programmato per la massima efficienza, non c’è posto per Dio e per la spiritualità e santo è colui che non dissente mai.