Io ho il green pass e pretendo ….

Chi ha sofferto di più dalla crisi? Le fonti di informazione ci hanno ripetuto fino alla noia che sono stati i lavoratori e gli imprenditori dei settori della ristorazione, del turismo e dello spettacolo, categorie che solo da pochi giorni hanno potuto riprendere le loro attività in modo più normale.

Ora non vedo come queste persone che tanto hanno penato per oltre un anno e che sono riuscite a resistere alla buriana COVID (mentre tanti hanno dovuto arrendersi) ora dovrebbero rischiare di doversi fermare di nuovo per l’aumento inevitabile dei contagi. A differenza di un anno fa, abbiamo avuto a disposizione i vaccini e chi ha voluto mettersi in nota ora è in possesso di un codice che lo qualifica come non contagioso (per un altissima percentuale): perchè questi non dovrebbero poter frequentare liberamente i locali pubblici in caso di ritorno alle zone variamente colorate?  Perchè io, vaccinata, non dovrei potermi spostare secondo le mie necessità da una regione all’altra? Mi pare giusto il provvedimento di Macron che impone delle limitazioni solo ai non vaccinati o comunque ai non immunizzati: chi non si vaccina non può condizionare la vita di una nazione.

Alleviamo dei perdenti?

Il mondo è  davvero cambiato!

Ai miei tempi, quando finiva l’anno scolastico, molti ragazzi  pensavano a come guadagnare qualche soldino durante l’estate per potersi pagare i libri per l’anno scolastico successivo o per contribuire al pagamento delle tasse universitarie. Ci si dava da fare per dare lezioni private ai bambini delle medie e delle elementari, o si andava come educatrici nelle colonie estive, o si andava come giornalieri a raccogliere mele, pere uva….

Ora sento invece che i nostri studenti sono rimasti bloccati in Grecia e addirittura a Dubai perché  alcuni  sono risultati positivi al COVID.

Capisco la voglia di festeggiare tra compagni la fine di un percorso scolastico, ma lo si può fare con una cena insieme; non capisco perché questo debba costringere le famiglie a un esborso finanziario tanto pesante e soprattutto non capisco perché chi ha fatto semplicemente il suo dovere (almeno si spera) debba pretendere un premio tanto dispendioso.

Corriamo il rischio di allevare generazioni di ragazzi  pronti solo  a pretendere sempre di più, senza sentirsi mai in dovere di dare il proprio contributo; corriamo il rischio di avere cittadini solo ripiegati su se stessi, indifferenti a quello che accade intorno a loro. Già ne vediamo gli effetti: nel mondo delle associazioni si fa una gran fatica a coinvolgere le nuove generazioni  e se qualche giovane risponde all’appello, spesso è uno di quei nuovi italiani, figlio di immigrati, che ha alle spalle esperienze di fatica e di sacrifici e che  per questo è più motivato a impegnarsi nella vita sociale.

I nostri giovani sono troppo abituati ad avere tutto senza sforzo e temo che  il prossimo futuro li vedrà perdenti nel mondo del lavoro, dove  la competizione è sempre più spietata.

 

Avete voluto la Brexit?

Strani gli inglesi: hanno voluto uscire dall’UE perché loro possono fare a meno dell’Europa con tutti i suoi lacci e lacciuoli,  poi ora pretendono di partecipare all’Eurofestival e ai Campionati europei….

All’eurofestival non hanno ottenuto, a fine gara, nemmeno un voto: a mia memoria non era mai accaduto! E’ stato un po’ come sancire che ormai vengono percepiti anche dalla gente come non-europei ….

Poi avrebbero preteso di insegnare il calcio all’Europa intera e soprattutto agli Italiani, finalisti insieme alla loro squadra, ma non è andata come avevano previsto e la squadra italiana si è guadagnata il sostegno di tutti i paesi europei, anche di quelli sconfitti durante il torneo, nonché il tifo di Irlandesi e Scozzesi che ben conoscono quanto sia pesante il giogo della perfida Albione.

Così,  per parafrasare un noto detto popolare (hai voluto la bicicletta? e mo’ pedala!) potremmo dire con garbo e perfidia british: avete voluto la Brexit? e mo’ statevene per i fatti vostri e organizzatevi delle  manifestazioni a livello del Commonwealth!!

 

Può essere un mestiere?

Sono totalmente d’accordo: la prostituzione non può essere considerata un lavoro, nemmeno nel caso in cui, inizialmente,  fosse stata scelta  liberamente. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata una commissione del Senato dopo due anni di indagini e di ricerche.  Pertanto non credo che la si debba regolamentare, ma combattere, colpendo la domanda, come si fa in Svezia.

Se si pensa che molte donne che si trovano a fare questo “mestiere” sono vittime di sfruttamenti e violenze inenarrabili, come si legge qui, credo che sia una vera ipocrisia solo pensare di tollerare che la dignità umana possa essere così ignobilmente calpestata.

 

 

La fame uccide più del COVID

Un rapporto pubblicato da OXfam denuncia che la fame sta uccidendo più persone di quante non ne faccia morire il COVID. Pertanto l’emergenza principale a livello globale è rappresentata dalla malnutrizione, spesso usata come arma di guerra. Come si può battere la fame?

Ecco quanto si legge nel rapporto Oxfam.

Il COVID colpisce molto democraticamente anche i paesi ricchi che si sono rapidamente rimboccate le maniche e hanno trovato subito un rimedio…. La fame invece colpisce i paesi più poveri o paesi resi poveri dalle guerre e da politiche ingiuste nella distribuzione delle ricchezze e delle risorse, per questo  non scandalizza nessuno.

A Wembley.

Se, come Samuele, sei nato da mamma italiana, papà irlandese e sei cittadino londinese è difficile decidere a quale nazionalità appartenere.

Ma poi arrivano i Campionati europei di calcio e la nazionale italiana si fa onore, tanto da arrivare alle semifinali grazie al suo bel gioco e allo spirito di squadra. La partita contro la fortissima Spagna si gioca proprio a Londra, come non andare allo stadio? il costo dei biglietti è piuttosto salato, ma forse l’evento vale anche un sacrificio,

Samuele e la mamma arrivano allo stadio per tempo e già solo il fatto di essere lì dove è nato il calcio è una grande emozione. Accanto ci sono tre giovanotti  che tifano per l’Italia. Le squadre entrano in campo e al momento dell’inno nazionale Samuele canta a squarciagola insieme ai diecimila italiani presenti: è un momento da far accapponare la pelle.

Inizia la partita e si capisce subito che ci sarà da soffrire: la Spagna gioca la sua migliore partita di questo campionato e l’Italia arranca per difendersi dagli assalti…. Poi una magia di Chiesa  e il pallone entra nella rete spagnola!!!! Lo stadio esplode!! Tutti gli Italiani saltano e ballano: la mamma cerca  Samuele per gioire insieme, ma lo vede già abbracciato a uno dei tre giovanotti vicini, che, non sapendo chi abbracciare (visto che gli altri due amici si erano già stretti insieme), ha  afferrato Samuele in un impeto incontenibile di gioia.

In quel momento sentirsi italiano è molto bello.

Poi arrivano il pareggio, i supplementari e la roulette dei rigori, che decide la vittoria dell’Italia: Samu scrive su Whatsapp: It’s the best moment of my life!!!

Per Raffaella.

E’ morta Raffaella Carrà e, come accade in queste circostanze, si è scatenata una ridda di commenti tutti tendenti a beatificarla.  Credo che ci siano molti motivi per rimpiangerla: agli inizi della sua carriera televisiva incantava per l’energia che sprigionava nei suoi balli, per la spontaneità e la facilità con cui comunicava con la gente, per l’allegria e l’amore per la vita e per le persone  che sapeva esprimere.

Tuttavia confesso che a un certo punto non mi attirava più tanto: era evidente che a ballare erano ormai più i capelli che le gambe e bene fece a dedicarsi ad altro tipo di TV.  La ricordo in “Pronto Raffaella” dove la sua straordinaria capacità comunicativa  era la sua arma vincente. Mi piaceva meno “Carramba che sorpresa!” che ho seguito solo per le primissime puntate: è vero riusciva a regalare momenti di gioia a tanti, ma non mi piaceva l’idea di spettacolarizzare i sentimenti e il dolore della gente. Certo l’impatto di quella trasmissione dev’essere stato ben forte se addirittura il termine “carrambata” è entrato nel linguaggio comune e nei dizionari!

A lei va comunque riconosciuto il coraggio di intraprendere nuove strade, rischiando in proprio.

Il cordoglio di tanti che l’hanno conosciuta fa pensare che non sarà dimenticata tanto presto.

Per noi, non più giovani, resta la malinconia  di veder scomparire a poco a poco coloro che hanno arricchito di emozioni e di buoni sentimenti il nostro cammino, mentre sorgono attorno a noi personaggi che non sempre comprendiamo e che ci restano estranei.

In queste circostanze mi vengono sempre in mente  i versi del Pascoli, tratti dalla poesia “L’aquilone” …

Sì: dissi sopra te l’orazioni,
e piansi: eppur, felice te che al vento
non vedesti cader che gli aquiloni!

Chi vive a lungo è destinato a veder cadere attorno a sé tanti volti amici.

 

Una denuncia inascoltata?

Da anni collaboro col sito “Per Lunga Vita” gestito dalla mia amica Lidia, che ha alle spalle una lunga e qualificatissima esperienza nel campo dell’assistenza agli anziani.

In questi giorni, proprio tramite quel sito, mi è pervenuta questa segnalazione:

 “Sono stato testimone di numerosi giornalieri maltrattamenti fisici e psicologici in una casa famiglia di Novara da parte di operatore sanitario a pazienti, siano essi poveri ragazzi aventi sindrome di down che signore anziane costrette a vita in sedia a rotelle e alcuni, anche se corti e pochi causa il luogo, li ho filmati col cellulare!!
La cosa assurda e vergognosa è che organi predisposti di zona hanno destato interesse meno che zero. Per organi intendo Giudici, medici, assessori, servizi sociali, politiche sociali ecc….quindi se la faccenda, che a me non fa dormire per non essere mai stata valutata da questi senza aver voluto visionare nulla, può essere presa in considerazione ne sarei enormemente grato premettendo che non voglio alcun tipo di compenso, elogio, pubblicità, ma il mio desiderio sarebbe far punire strutture come questa e personale retribuito, classificato operatore sanitario. Se un consiglio è di rivolgersi alle Forze dell’ordine di zona, ci terrei a farlo con testimoni visto che essendomi recato solo nella mia nuova regione di residenza e da pochi mesi sposato a 300 km dai fatti elencati, sono rimasto molto deluso dalla ridicola risposta datami.”

Questa segnalazione mi riempie davvero di angoscia: ciò che succede in certe strutture per disabili è paragonabile a quanto è accaduto nelle prigioni di Santa Maria Capua Vetere: le violenze, gli abusi, le torture  arrivano proprio da coloro che hanno il compito di proteggere, custodire, garantire sicurezza e dignità a coloro che sono stati loro affidati dallo Stato o, in questo caso, dalle famiglie. E se è inaccettabile la violenza sui detenuti, loè ancora di più quella sui disabili, sulle persone più indifese a causa di handicap fisici o mentali.

Il sig. Carlo, autore della missiva pervenutami, denuncia anche l’indifferenza delle autorità preposte al controllo e questo fa veramente molto male, perchè credo che ci sarebbe comunque la possibilità di verificare, tramite telecamere nascoste, la veridicità dei fatti denunciati e quindi di intraprendere eventualmente i provvedimenti del caso.

Oso sperare che l’indifferenza delle autorità abbia avuto lo scopo di non alzare polveroni anzitempo, ma che stiano attenzionando con discrezione la struttura in questione.

IO, nel mio piccolo, do comunque voce al sig. Carlo e spero che questo serva ad allertare tutti coloro che hanno a che fare con strutture assistenziali: è l’attenzione dei familiari il primo baluardo a difesa dei più deboli.