Film: L’insulto.

“L’insulto” è un film ambientato in Libano, una terra martoriata da lunghe , terribili guerre tra le etnie che la popolano.

La vicenda, molto verosimile, prende l’avvio da un tubo non a norma che spunta fuori da un balcone.  Yasser, un capocantiere palestinese, dopo essersi presa sulla testa l’acqua caduta da quel tubo, chiede a Tony, un libanese cristiano maronita, di poter provvedere alla regolarizzazione dello scarico, ma ne ottiene un netto sprezzante  rifiuto. Yasser risponde con un insulto. Dalle mancate scuse del palestinese, inizia una spirale di ripicche, con conseguenze pesanti per entrambi i contendenti, che sfociano in un processo. Le varie fazioni politiche naturalmente soffiano sul fuoco e scoppiano anche tumulti di piazza tra Libanesi e Palestinesi (rifugiati in Libano dopo essere stati cacciati dai territori occupati da Israele). I due contendenti, che non volevano accadesse tutto questo, cominciano a ridimensionare i rispettivi risentimenti e a guardarsi non più come nemici, ma come persone.

La situazione si risolve in una seduta di quello spinoso processo: l’avvocato che accusa Yasser, proietta in aula un filmato che ricorda ai presenti i fatti tragici avvenuti 40 anni prima, nei quali la famiglia di Tony (allora bambino) era stata coinvolta tragicamente. E allora si capisce che la protervia di Tony veniva da una rabbia inconscia e lungamente sepolta.

Le parole più toccanti vengono pronunciate dall’avvocato:- Qui nessuno può vantare l’esclusiva della sofferenza!- Il pubblico presente in aula, prima diviso nelle due opposte fazioni, comprende che in fondo non ci sono vittime e carnefici, ma tutti sono stati e continuano ad essere vittime di giochi politici al di fuori del loro controllo. Gli animi si placano e il processo finisce con l’assoluzione di Yasser.

E’ un film da vedere perchè  fa capire quanto sia difficile vivere in quei paesi del Medioriente in cui la tensione fra i vari gruppi etnici è tale che ogni minimo screzio  può essere preso a  pretesto per far scoppiare una guerra civile. Il regista, comunque, mostra come le donne siano sempre più propense a smussare i contrasti, a cercare di calmare gli animi facendo capire ai rispettivi mariti quanto sia più importante la buona convivenza rispetto alla soddisfazione di veder appagato il proprio orgoglio.

(Visto su Raiplay)

Se una rondine non fa primavera..

L’autunno sta facendo, come ogni anno, il suo mestiere e il giardino da un po’ di giorni era ormai sommerso dalle foglie cadute dagli alberi vicini. Stamattina mi sono decisa e ho cominciato a raccoglierle in mucchi per poterle poi insaccare e portare alla discarica comunale.

Le  foglie gialle sull’erba  ancora verde sembravano  fiori senza stelo e a far loro compagnia c’erano solo i  tagete che continuano a fiorire fino all’autunno inoltrato. Continuando a rastrellare, sono arrivata ai piedi del cedro pendulo e lì il mio sguardo è stato attirato da una piccola macchia violacea ,,,,,

viola novembrina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • E’ mai possibile? – mi chiedevo, mentre mi chinavo per accertarmi di cosa si trattasse. Ed era proprio una viola mammola, una piccola viola, ingannata dalle temperature piuttosto miti di questi giorni. Però è pur sempre autunno e se una rondine non fa primavera, a maggior ragione non farà primavera nemmeno una viola mammola un po’ confusa e disorientata.

Fino a qualche anno fa, la prima settimana di novembre portava sempre la prima brinata, ora fioriscono le viole …. forse è un altro segno del cambiamento climatico che si sta verificando.

 

UTE: Simbolismo ed Ermetismo – I modi di acquisto della proprietà ( sintesi di A. D’Albis)

In occasione del bicentenario della nascita di Baudelaire e del centoventesimo di quella di Quasimodo, il professor Galli ci propone delle lezioni molto interessanti su questi due poeti, sottolineando la linea di continuità che c’è tra loro, ma anche la loro discontinuità.

In questa prima lezione, il professore ci presenta il poeta francese Charles Baudelaire, che è stato per tanti poeti un punto di riferimento. Con lui, infatti, comincia la corrente del Simbolismo, che sarà fondamentale per la poesia occidentale e arriverà anche in Italia, in un percorso che terminerà con l’”Ermetismo”, la grande scuola poetica italiana che si afferma tra la prima e la seconda guerra mondiale. 

Con Baudelaire finisce la poesia dell’800 e inizia la poesia moderna. Iniziano anche due percorsi: uno in cui la poesia ha per tema di fondo il malessere, la noia, l’angoscia; l’altro di una poesia alta che si stacca dal passato e costruisce un linguaggio poetico nuovo. Per capire l’opera poetica di Baudelaire, bisogna conoscere un po’ della sua vita. Continue reading “UTE: Simbolismo ed Ermetismo – I modi di acquisto della proprietà ( sintesi di A. D’Albis)”

Ricchi, super-ricchi e inquinamento.

Nel Vangelo di Luca si legge:

Guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione.  Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame….

Ora a puntare il dito contro i super ricchi del pianeta non sono i fautori di una rivoluzione di tipo marxista, ma  IL CONVEGNO DI GLASGOW che denuncia come lo stile di vita dei super-ricchi del mondo non sia più sostenibile: anche se possono permettersi consumi inimmaginabili per i comuni mortali, non è detto, anche in questo caso, che tutto quello che è possibile sia anche lecito.

Una gran parte delle emissioni inquinanti è dovuta a una ristrettissima minoranza di nababbi, che ora si sono inventati anche il turismo spaziale che, in caso si diffondesse, potrebbe diventare un vero pericolo per l’ecosistema planetario.

Porre un limite alla tracotanza di certi super-ricchi dovrebbe essere uno dei primi punti nelle agende degli ecologisti di oggi.

 

Il mal d’ Africa e i suoi mali.

Non so se si parla ancora di mal d’Africa, cioè di quella nostalgia, di quella voglia di tornarci, che coglie coloro che l’hanno conosciuta e se ne sono poi allontanati.

Quand’ero piccola c’era un nostro vicino che era stato soldato in Africa e che affermava di sentirne ancora tanto il calore, che anche d’inverno lo si vedeva andare in giro in maniche di camicia.

Ora di Africa si parla ben poco; i nostri giornali hanno una visione del mondo molto limitata: in genere si occupano quasi esclusivamente di politica di casa nostra o al massimo di quella europea, ma dedicano ben poca attenzione al continente nero.

Chi riesce a tenerlo d’occhio è certamente Romano Prodi e lo dimostra questo suo articolo pubblicato ieri sul “Messaggero” non per parlare di mal d’Africa, ma per parlare di uno dei tanti mali dell’Africa.  E’ la nostra dirimpettaia sulle rive del Mediterraneo e l’evoluzione più o meno positiva e pacifica  dei tanti popoli che la abitano, determinerà anche il futuro dei paesi europei: vale la pena dunque occuparsene e darsi da fare per farne un continente pacificato e in grado di contribuire, con le sue infinite risorse, al benessere della comunità mondiale.

Giovanni e l’ordine pubblico.

Dopo cena, si sta conversando sui fatti dell’attualità ed è inevitabile parlare delle manifestazioni anti green-pass che da molto tempo movimentano e agitano le piazze di tante città nei fine settimana.

Siamo tutti d’accordo nel biasimare questi che pretendono di non vaccinarsi gratuitamente e vogliano poi essere curati gratuitamente con grande dispendio e spreco di risorse pubbliche; tutti approviamo la scelta di disperdere i manifestanti in modo energico, deciso.

Giovanni (7 anni) parrebbe non ascoltare, ma ad un certo punto interviene chiedendo:- Come hanno fatto a mandare via la gente? – Io rispondo:- L’hanno innaffiata per bene e la gente ha dovuto correre via per cambiarsi gli abiti fradici!-

Alla mente di Giovanni certamente affiorano i ricordi estivi, quando ingaggiava  battaglie all’ultimo spruzzo  coi cugini ed esclama: – Ci sarei andato anche io con la mia pistola ad acqua ad aiutare la polizia!-

Tutti scoppiamo a ridere: è molto divertente pensare ai poliziotti impegnatissimi a fronteggiare la folla con le pistole ad acqua…..Non so quanto sarebbe popolare Giovanni come ministro dell’Interno….

UTE: Mario Rigoni Stern (sintesi di A. D’Albis) – Bioetica animale ed ambientale.(sintesi di Diana)

Il professor Porro ci propone una lezione su Mario Rigoni Stern che vuole essere un invito alla lettura o alla rilettura delle sue opere.

Mario Rigoni Stern è conosciuto soprattutto per il suo romanzo:” Il sergente nella neve”, pubblicato nel 1953.

Questo libro è il racconto della ritirata dalla Russia, durante la Seconda Guerra Mondiale, di uno sconosciuto sergente maggiore degli Alpini, nato ad Asiago il 1° Novembre 1921.

Con questo libro, lo scrittore vince un importante premio letterario. Nel’62 pubblica un altro libro: ”Il bosco degli Urogalli” (“urogallo” è il “gallo cedrone”) e da qui comincia la sua carriera di scrittore che lo porterà ad avere una certa agiatezza negli anni ’70.

Il prof. Porro ci dà alcune notizie riguardo alla biografia di questo autore, perché ci serve per meglio comprendere le sue opere.

Infatti, in esse, egli racconta principalmente le sue esperienze personali, soprattutto quelle vissute durante la guerra, in uno stile semplice e comprensibile.

Il professore aggiunge che Mario Rigoni Stern non è un romanziere (i suoi libri non sono “romanzi”, ma “racconti lunghi”), ma è un “NARRATORE”.

Cosa significa essere un “narratore”?

Il professor Porro ci spiega che il “narratore” è lo scrittore che racconta, nelle sue opere, le sue esperienze di vita, le tragedie che ha vissuto.

Inoltre Rigoni Stern è un “narratore” non solo perché racconta le sue esperienze di vita, ma anche perché riporta ciò che ha ascoltato, durante la sua infanzia, dai suoi parenti.

Spesso l’autore ricorda, nelle sue opere, il mondo in cui è nato, l’altipiano di Asiago, dove la gente, poveri pastori e contadini, usava riunirsi alla sera nelle stalle davanti alle vacche che emanavano calore perché non potevano permettersi la legna e raccontavano i loro ricordi. Continue reading “UTE: Mario Rigoni Stern (sintesi di A. D’Albis) – Bioetica animale ed ambientale.(sintesi di Diana)”

Storie della Bibbia: Il mandato.

Mosè rimane presso Ietro, sposa una delle sue figlie e (lui cresciuto come un principe)  diventa il pastore che accudisce il  bestiame del suocero. Un giorno…..

roveto-ardente-secondo-chagall-large…..Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. 4Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. 5Riprese: “Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!”. E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.

….. 9Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. 11Mosè disse a Dio: “Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?”. 12Rispose: “Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”.

L’eternità di Dio viene proclamata in quelle parole di grande effetto: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco….”

“Io sarò con te” sono le parole che ogni credente dovrebbe sempre ripetere a se stesso: chi crede non è mai solo, perchè avverte accanto a sé, soprattutto nei momenti difficili, una presenza che conforta e sostiene.