Ute: Da Baudelaire a Quasimodo.

Il prof. Galli oggi ci ha introdotto nel mondo dei “poeti maledetti”, quelli che hanno inteso rinnovare il linguaggio della poesia introducendovi l’irrazionalità, la trasgressione e l’intento di scardinare tutte le regole della borghesia e del perbenismo.

Questo movimento letterario, definito SIMBOLISMO per l’uso frequente di metafore e simbolismi oscuri,  è nato in Francia nella seconda metà dell’800 ad opera di poeti come Baudelaire, Rimbaud, Verlaine, Mallarmé: poeti dediti ad ogni tipo di sregolatezza, ma che seppero trasferire nelle loro composizioni la loro ribellione, la loro rabbia, le loro emozioni.

In Italia sorse un movimento parallelo, noto col nome di SCAPIGLIATURA, presente soprattutto a Milano. Gli scapigliati (Emilio Praga, Boito…) vivono ai margini della società, ma non riuscirono a imporre un nuovo linguaggio poetico.

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Nella seconda ora di lezione, abbiamo avuto il piacere di assistere alla presentazione del libro “VITE DA RICORDARE” da parte dell’autore, lo scrittore Emilio Magni e del dr. Alberto Rigamonti, che ne ha curato la prefazione.

 

UTE: La lunga vita delle parole.

La professoressa Meggetto, venerdì scorso ha concluso il suo interessante corso dedicato alla “VITA DELLE PAROLE”.

In quest’ultima lezione ha preso in esame alcune parole oggi molto usate, ma forse sarebbe meglio dire “abusate”, soprattutto nei social network.

Prendiamo ad esempio la parola  “amicizia“: una volta era ritenuto un rapporto molto importante, prezioso (chi trova un amico….ecc. …) che si allacciava con le persone che si incontravano, si conoscevano e si frequentavano; si stabiliva così una relazione di reciproca stima e fiducia che a volte poteva diventare anche amore (hanno la stessa radice che viene dal lat. AMOR)

Fare amicizia, costruire un’amicizia . Costruire contiene la preposizione latina “cum” che indica compagnia; costruire un’amicizia è dunque un’azione lenta da fare  mettendo mattone su mattone.

Oggi sui social l’amicizia si chiede e si concede anche a persone sconosciute, con cui non si ha nessun vero rapporto.

Social> deriva dal lat socius che significava alleato, non socio in affari come oggi.

Societas gruppo di persone che hanno qualcosa in comune.

COMES:  quello che viene con noi

Compagno: quello con cui si divide il pane.

Nei social oggigiorno non c’è nulla dei concetti primitivi

Condividere : dividere qualcosa con qualcuno, privandosene di una parte

Sui social condividere non vuol dire rinunciare a qualcosa di nostro per darlo a qualcun altro, ma inoltrare ad altri post o  immagini  che a nostra volta abbiamo ricevuto.

Consultare: cum indica relazione tra individui, sultare origine dubbia..

La possibilità di accedere con facilità alle informazioni del web è solo apparentemente un aumento di democrazia, perché non possiamo sapere quale sia l’autorevolezza della fonte e il rischio è il guazzabuglio di informazioni non attendibili.

 

Alla fine della lezione la prof. Meggetto ( che ha sempre quel suo meraviglioso modo di porgere i contenuti delle sue lezioni con una dizione perfetta e una voce molto gradevole), ha voluto sottolineare il senso di questo corso: attirare l’attenzione sull’importanza delle parole e quindi sull’importanza di usarle in modo consapevole, comprendendone appieno il significato.

Io aggiungerei che un altro pregio di queste lezioni è stato quello di farci comprendere che la lingua è una cosa viva, che muta nel tempo e attraverso l’evoluzione delle parole si può ripercorrere la storia più intima dell’umanità, non quella fatta di guerre, vittorie e sconfitte, ma quella del modo di sentire delle persone. Direi che dall’evoluzione dei significati delle parole salta fuori la cultura e l’anima dell’umanità nelle diverse epoche.