La responsabilità di fare la spesa.

Nella provincia di Foggia è coltivato il 40% di tutto il pomodoro italiano. Siamo secondi solo agli Stati Uniti. Il ruolo della Grande distribuzione organizzata è centrale in questo sfruttamento, perché schiaccia anche le aziende, comprando il prodotto prima del raccolto e imponendo il prezzo. I produttori quindi possono tagliare solo sul “capitale variabile”, cioè la forza lavoro. Che in questo caso rasenta il lavoro schiavile.

Queste righe si possono leggere alla fine di questo articolo di Avvenire, nel quale si parla della morte dei due fratellini nell’incendio verificatosi in un campo ROM della provincia di Foggia.

E’ terribile pensare che anche noi che andiamo sempre alla ricerca del prodotto a minor costo possiamo essere in parte moralmente responsabili della morte di due piccoli innocenti e di tante altre sofferenze.

Certo quando scegliamo una passata di pomodoro non pensiamo a chi l’ha prodotta, a quelli che ci hanno lavorato, o se sono stati rispettati i diritti umani e le leggi del nostro Paese: in quel momento siamo presi dalla preoccupazione di contenere l’importo che ci verrà addebitato alla cassa. Per questo bisognerebbe pensare a contraddistinguere i vari prodotti con un’ etichetta che garantisca il rispetto delle regole in tutta la filiera produttiva. E chi dovrebbe attivarsi in questo senso? Penso che dovrebbero farsene carico proprio le grandi marche di supermercati, visto che sono proprio loro a innescare il circolo vizioso che porta a schiavizzare i più deboli tra i deboli.

Che serata!

E’ stata una serata magnifica!

Il Guarneri di Matteo Fedeli e l’orchestra di archi che lo hanno accompagnato hanno creato un’atmosfera magica nel Teatro Excelsior ieri sera.

Prima le note piene di energia e di vita di Vivaldi e Corelli poi via via autori sempre più moderni fino ad arrivare alle musiche avvolgenti di Ennio Morricone  e alle carole natalizie più tradizionali.

Le finalità benefiche della serata sono state ben illustrate dalla brava presentatrice, che ha saputo comunicare quanto di speciale faccia da tanto tempo “la Nostra Famiglia”, una realtà territoriale di cui andare veramente orgogliosi per la sua opera di assistenza e riabilitazione, ad altissimo livello, per bambini affetti da varie disabilità e patologie. Anche per la nostra UTE la presentatrice è riuscita a trovare parole molto belle ispirandosi, devo dirlo senza falsa modestia, alla parte introduttiva del libro “LA NOSTRA STORIA” (scritto in collaborazione tra La Presidente UTE, Maria Guarisco, e la sottoscritta). Lette e interpretate da quel palco quelle pagine mi hanno ripagato della lunga fatica che mi sono costate.

Le lunghe standing ovation che hanno salutato soprattutto gli ultimi brani, hanno indotto maestro ed orchestra a suonare alcuni pezzi fuori programma e hanno concluso la loro splendida performance con le note suggestive ed emozionanti dell'”Alleluja ” di Leonard Cohen: devo confessare che quella melodia mi è entrata nell’anima e l’ha accarezzata con la sua suadente, dolcissima, nostalgica malinconia.

Le note e la “voce” del Guarneri mi hanno accompagnato per tutta la serata.

 

I

La religione? Che c’entra?

Tornavo tristemente a casa ieri  e, mentre mi districavo tra un camion e l’altro  da sorpassare, ascoltavo la radio.

Gianluca Nicoletti dai microfoni di Radio24  faceva risentire  le parole deliranti del Cardinale Viganò  contro i vaccini e il rosario recitato in piazza da manifestanti contro i green pass. Nello stesso tempo si aveva notizia che in Romania una giornalista RAI (Gregoraci, mi pare) veniva fermata dalla polizia romena su denuncia di una parlamentare locale contraria ai vaccini per presunte motivazioni religiose, facendo scoppiare un caso diplomatico.

Sono certa che la religione non debba proprio aver niente a che fare con il COVID e che queste interferenze rientrino in ciò che viene vietato nel terzo comandamento: NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO. Non si può tentare di avvalorare posizioni che nulla hanno di scientifico e di dimostrabile tirando per la giacchetta il Padre Eterno.

Per questo credo sia oltremodo opportuno il pronunciamento dei   Vescovi europei, che invitano tutti a vaccinarsi come gesto di amore per il prossimo.

E speriamo che basti questo a fermare tutti quelli che in malafede o anche per distorta convinzione ritengono che combattendo il vaccino stiano ingaggiando una guerra santa  contro il Maligno.

Ute: Da Baudelaire a Quasimodo.

Il prof. Galli oggi ci ha introdotto nel mondo dei “poeti maledetti”, quelli che hanno inteso rinnovare il linguaggio della poesia introducendovi l’irrazionalità, la trasgressione e l’intento di scardinare tutte le regole della borghesia e del perbenismo.

Questo movimento letterario, definito SIMBOLISMO per l’uso frequente di metafore e simbolismi oscuri,  è nato in Francia nella seconda metà dell’800 ad opera di poeti come Baudelaire, Rimbaud, Verlaine, Mallarmé: poeti dediti ad ogni tipo di sregolatezza, ma che seppero trasferire nelle loro composizioni la loro ribellione, la loro rabbia, le loro emozioni.

In Italia sorse un movimento parallelo, noto col nome di SCAPIGLIATURA, presente soprattutto a Milano. Gli scapigliati (Emilio Praga, Boito…) vivono ai margini della società, ma non riuscirono a imporre un nuovo linguaggio poetico.

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Nella seconda ora di lezione, abbiamo avuto il piacere di assistere alla presentazione del libro “VITE DA RICORDARE” da parte dell’autore, lo scrittore Emilio Magni e del dr. Alberto Rigamonti, che ne ha curato la prefazione.

 

UTE: La lunga vita delle parole.

La professoressa Meggetto, venerdì scorso ha concluso il suo interessante corso dedicato alla “VITA DELLE PAROLE”.

In quest’ultima lezione ha preso in esame alcune parole oggi molto usate, ma forse sarebbe meglio dire “abusate”, soprattutto nei social network.

Prendiamo ad esempio la parola  “amicizia“: una volta era ritenuto un rapporto molto importante, prezioso (chi trova un amico….ecc. …) che si allacciava con le persone che si incontravano, si conoscevano e si frequentavano; si stabiliva così una relazione di reciproca stima e fiducia che a volte poteva diventare anche amore (hanno la stessa radice che viene dal lat. AMOR)

Fare amicizia, costruire un’amicizia . Costruire contiene la preposizione latina “cum” che indica compagnia; costruire un’amicizia è dunque un’azione lenta da fare  mettendo mattone su mattone.

Oggi sui social l’amicizia si chiede e si concede anche a persone sconosciute, con cui non si ha nessun vero rapporto.

Social> deriva dal lat socius che significava alleato, non socio in affari come oggi.

Societas gruppo di persone che hanno qualcosa in comune.

COMES:  quello che viene con noi

Compagno: quello con cui si divide il pane.

Nei social oggigiorno non c’è nulla dei concetti primitivi

Condividere : dividere qualcosa con qualcuno, privandosene di una parte

Sui social condividere non vuol dire rinunciare a qualcosa di nostro per darlo a qualcun altro, ma inoltrare ad altri post o  immagini  che a nostra volta abbiamo ricevuto.

Consultare: cum indica relazione tra individui, sultare origine dubbia..

La possibilità di accedere con facilità alle informazioni del web è solo apparentemente un aumento di democrazia, perché non possiamo sapere quale sia l’autorevolezza della fonte e il rischio è il guazzabuglio di informazioni non attendibili.

 

Alla fine della lezione la prof. Meggetto ( che ha sempre quel suo meraviglioso modo di porgere i contenuti delle sue lezioni con una dizione perfetta e una voce molto gradevole), ha voluto sottolineare il senso di questo corso: attirare l’attenzione sull’importanza delle parole e quindi sull’importanza di usarle in modo consapevole, comprendendone appieno il significato.

Io aggiungerei che un altro pregio di queste lezioni è stato quello di farci comprendere che la lingua è una cosa viva, che muta nel tempo e attraverso l’evoluzione delle parole si può ripercorrere la storia più intima dell’umanità, non quella fatta di guerre, vittorie e sconfitte, ma quella del modo di sentire delle persone. Direi che dall’evoluzione dei significati delle parole salta fuori la cultura e l’anima dell’umanità nelle diverse epoche.

Le contraddizioni di Giorgia.

Leggo che Giorgia Meloni caldeggia la candidatura di Berlusconi a Capo dello Stato e la cosa non mi stupisce, ma mi manda in confusione.

Si è sempre detto che i tre capisaldi della destra siano “Dio-patria-famiglia” e mi pare che Berlusconi sia proprio in aperta contraddizione con questo motto.

Famiglia: nel caso di Berlusconi sarebbe opportuno parlare di famiglie, ne ha avute più di una e credo che, se le sue mogli decidessero di parlare di lui, forse non sarebbero troppo indulgenti, viste le sue “cene galanti” e la sua inclinazione verso le giovanissime.

Patria: chi ama la patria paga le tasse e non corre il rischio di essere condannato per evasione fiscale, come è successo a Berlusconi. Chi ama la patria non trasferisce la sede legale della sua mega-azienda (Mediaset) in Olanda.

Dio: non credo che certi comportamenti pubblici e certe contiguità (vedi Dell’Utri condannato per mafia) del “nostro” siano proprio graditi a Dio.

Per questo penso che la posizione della Meloni sia quanto mai contraddittoria e l’unica speranza che resta a chi la pensa come me è che tutto questo parlare di Berlusconi presidente sia solo un depistaggio per mascherare le trattative sotterranee tra i partiti.

I peccati più gravi.

Nel viaggio di ritorno dalla Grecia, il Papa ha pronunciato una frase che ha colpito molto i giornalisti, come se fosse una svolta imprevista nel magistero della Chiesa. La frase in questione è: “I peccati più gravi non sono quelli della carne”.

A dir la verità  non è proprio una novità, come si legge in questo articolo  del 2019.

Disprezzare la corporeità è stato per troppi secoli un atteggiamento della cristianità, culminato nel medioevo e oltre, quando addirittura non lavarsi era considerato un atto di penitenza gradito a Dio  e il ricercare le sofferenze corporee un mezzo per raggiungere la santità.

Per parte mia non ho mai capito tali atteggiamenti e da molti anni anche sacerdoti di mia conoscenza andavano dicendo le stesse cose che Papa Francesco va ripetendo: il nostro corpo fa parte della creazione, è opera mirabile di Dio  e come tale va rispettato, curato e difeso.

Certamente l’attività sessuale è una straordinaria possibilità di comunicare  e di partecipare alla Creazione e pertanto va esercitata sempre con grande senso di responsabilità e rispetto per l’altro, con l’intento di darsi reciproco sostegno.

Ciò che, spesso, in questo campo, veniva considerato grave peccato in passato, non si può certo paragonare al male provocato da chi riduce in schiavitù altri esseri umani, da  chi li sfrutta, da chi li degrada,da  chi li schiaccia per conseguire più successo e più potere.

Un cambiamento di “registro” in questa materia potrà forse riavvicinare i  molti che si sono allontanati dalla Chiesa non sentendola più in sintonia con la realtà e con il  modo odierno di intendere la vita.

Un anniversario passato in sordina.

E’ trascorso senza troppe sottolineature e senza troppi clamori un anniversario che verrà studiato dai nostri nipoti sui banchi di scuola, come uno degli eventi fondamentali del XX secolo:  l’8 dicembre 1991, 30 anni fa, infatti veniva dichiarata al mondo la fine dell’URSS e del suo regime comunista che era stato figlio della rivoluzione russa del 1917.

I giovani non possono capire come sia cambiato il mondo da allora, quando due blocchi ostili si fronteggiavano in quella che fu chiamata guerra fredda, quando il rischio di una guerra atomica era un’eventualità non troppo remota.

Noi Italiani  abbiamo visto cambiare rapidamente il nostro modo di stare insieme e di fare politica. Ricordo quando, prima di entrare in cabina elettorale, non pensavi tanto alle persone a cui stavi accordando la tua fiducia, quanto al fatto che col tuo voto avresti potuto sconvolgere gli equilibri del mondo intero e questo ha immobilizzato la politica del nostro paese per quasi cinquant’anni e per questo siamo dovuti passare attraverso le tragedie del terrorismo  degli “opposti estremismi”, per questo la politica ci rabboniva con privilegi assurdi per certe categorie (come le baby pensioni o il riconoscimento facile di invalidità inesistenti). Allora, quando il debito pubblico si è effettivamente creato, non se ne  sentiva mai parlare…

Poi il rapido crollo dell’URSS.

Qui da noi in campo politico fu come aprire i cancelli arrugginiti di una vecchia caserma.     da allora gli elettori italiani si sono sbizzarriti a crearsi nuovi miti e ad abbatterli poco dopo e tutto è diventato più imprevedibile.  Da allora il mondo nostrano  dei partiti ha visto rivoluzioni epocali con la creazione di nuove alleanze e nuovi poli di attrazione. Non ci sono più le ideologie a orientare le scelte della gente e questo ha avuto ripercussioni di segno opposto in molti campi.

Una persona di mia conoscenza, fuggita dal suo paese che  faceva parte dell’URSS, proprio nel periodo  del suo crollo, racconta del  caos, del disorientamento della gente, della crisi economica spaventosa e della sua scelta, per certi versi obbligata, di emigrare verso l’ovest, visto come unica possibilità di sopravvivere.

Non essendo stata impegnata politicamente e non avendo mai dovuto subire i duri trattamenti riservati ai dissidenti, quella mia amica rimpiange del mondo comunista la sicurezza del posto di lavoro alla fine del percorso scolastico: forse non avresti avuto occasioni straordinarie di successo, ma certo non eri costretto a emigrare per guadagnarti un tozzo di pane.