Si ritorna ai collegamenti on line.

Oggi riprenderanno i collegamenti on line su Zoom per le lezioni della nostra Università della Terza Età.

E’ stata una decisione dolorosa, perché il trovarsi è molto importante per i nostri soci, ma è stato inevitabile. Martedì 11, infatti, alla ripresa delle attività, le presenze erano dimezzate rispetto al periodo prenatalizio e questo ci ha detto chiaramente che c’è ancora tanta paura, nonostante le vaccinazioni e non tenerne conto sarebbe stato da irresponsabili.

Fortunatamente l’esperienza maturata lo scorso anno ora  ci rende tutto più semplice: tutto è già predisposto e sono già partite le mail con il link per il collegamento. Quest’anno non c’è bisogno di richiederlo: tutti i soci provvisti di indirizzo mail riceveranno il messaggio utile per collegarsi. Resta l’incertezza di quanti riusciranno ad accedere a ZOOM: la tecnologia è purtroppo il tallone di Achille dei nostri iscritti.

Le lezioni che il programma prevede per oggi pomeriggio sono interessanti: il dr. Lissoni ci parlerà di osteoporosi e il prof. Creuso ci informerà sulla filosofia dell’abitare.

Spero che molti riescano a collegarsi con noi: non sarà come incontrarsi in Sala Isacchi, ma , come si è soliti dire: piuttosto che niente, è meglio piuttosto…

Cosa accade?

In questi giorni i quotidiani e i notiziari ci raccontano di cose orribili accadute durante i festeggiamenti di capodanno a Milano e oggi leggo anche di questo stupro a Roma nelle stesse circostanze.

Forse questi fatti sono sempre accaduti, solo che  non arrivavano sui giornali, ma può anche essere che si stia manifestando nei giovani e nei giovanissimi un’idea distorta della sessualità, indotta dalla frequentazione di siti porno. Questa era anche l’ipotesi che veniva sostenuta in una trasmissione radiofonica di qualche giorno fa.

I ragazzi non parlano di certi argomenti coi genitori e la scuola non è in grado di sopperire a questa lacuna educativa. Ecco allora che i giovani di oggi, favoriti dalla tecnologia di cui possono disporre senza controlli (o quasi), frequentano i siti pornografici, pensando che quella sia la realtà. Pensano di imparare a diventare grandi, invece interiorizzano un’idea malata della sessualità, identificandola col possesso, con la violenza, con la strumentalizzazione del partner …  Niente di più deviante per delle menti deboli e confuse.

Bisognerà prendere atto che bisogna dare ai ragazzi una visione diversa che parli di amore, di rispetto e che presenti la sessualità come la più alta espressione di comunicazione, che fa battere due cuori come se fossero un solo cuore.

Ma perchè non oscurare nel web certi siti?  Incitare alla violenza non è forse un reato?  Allora quei siti dovrebbero essere oscurati per apologia di reato e non mi si venga a dire che sarebbe una censura di stampo reazionario …

I miei gioielli.

A Natale ci siamo ritrovati tutti insieme e i cinque nipoti si sono fatti un selfie: eccoli ! Sono bellissimi e sono molto felice quando li ho vicini.

Ho messo questa foto su Facebook e ha ottenuto molti like e molti commenti.  Loro sono davvero i miei gioielli, quanto di più prezioso può vantare la nostra famiglia.

Non passa giorno che non pensi a voi, ragazzi! Non passa giorno senza che una mia preghiera chieda per voi saggezza e coraggio.  Il Signore vi protegga sempre !

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UTE: La peste nella storia ( sintesi di Diana) – Il panettone (Sintesi di A. D’Albis).

E’ certo di grande attualità, vista la pandemia che ci affligge, il tema scelto da don Ivano per questo inizio di anno: La peste nella storia. L’intento è quello di analizzare le pandemie dal punto di vista letterario e antropologico.

Oggi l’attenzione era puntata sulla prima peste raccontata nella storia dell’umanità: quella di Atene, descritta e narrata da Tucidide, il quale ha vissuto sulla sua pelle la malattia  e ha potuto osservarne gli effetti su se stesso e sugli altri. Tucidide definisce la peste “il Male” non riferendosi soltanto alla malattia , ma soprattutto all’effetto disgregante sul tessuto sociale.

Nei due discorsi che Tucidide fa pronunciare a Pericle (che allora governava Atene) due discorsi : nel primo egli parla della democrazia e nel secondo spiega come ha affrontato la peste.

Tucidide cerca di dare una spiegazione razionale del fenomeno, senza dare spazio a dicerie e superstizioni e punta il dito sull’irresponsabilità di chi non ha a cuore il bene comune.

QUI potete leggere  tutta la lezione di don Ivano.

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La dottoressa Anna Sartori ci ha proposto una lezione interessante su un dolce che ha caratterizzato le festività appena trascorse: il panettone.

Parlare di panettone vuol dire parlare di un tema legato alla tradizione, ma anche alla cultura.

Nato come prodotto solo artigianale, il panettone è diventato poi un prodotto industriale. Come mai? Perché sono nate tante trasmissioni televisive intorno a questo prodotto? Perché è diventato un affare interessante dal punto di vista economico, un business, per il mondo della grande industria?

La dottoressa ha spiegato che, partendo dagli anni’70, il mondo dell’industria ha cominciato a riconoscere il valore dell’artigianalità, ha capito che cresceva un nuovo business che apparteneva ad ambiti diversi ai quali venivano riconosciuti valori diversi e con marginalità differenti ed ha saputo cogliere questa opportunità.

Questo avveniva negli anni ’70.

In seguito, l’industria è entrata nel mondo artigianale, più che con la concorrenza, utilizzando gli stessi artigiani.

Questa è stata la strategia della grossa industria.

La dottoressa ci spiega che la parola “artigiano” significa: arte/ capacità che l’individuo ha di adattarsi grazie alla sua esperienza e alle sue competenze.

L’artigianalità è, quindi, un mix di qualità che fanno capo all’individuo, ma, nel momento in cui l’industria si lega al mondo artigiano, quest’ultimo perde l’indipendenza e l’artigianalità.

La dottoressa continua affermando che i prodotti industriali non sono né peggiori né migliori di quelli artigianali, sono semplicemente diversi.

Questa diversità non si può vedere solo attraverso il gusto. Infatti, il gusto va esercitato per riuscire a capire la differenza.

Allora come si fa a distinguere un vero panettone artigianale?

La dottoressa sottolinea che dipende dalle tecniche e dall’uso degli ingredienti, che non possiamo trovare nelle etichette.

Il panettone semi-industriale non ha rinfreschi, (l’impasto con lievito madre deve essere nutrito con costanza con acqua e farina), ma usa lievito madre liofilizzato o mix. Di conseguenza, ha bisogno anche del lievito di birra, degli aromi e dei coadiuvanti.

Tutto questo non si capisce dal gusto.

La docente ci invita, quindi, a prestare attenzione e ad esercitare il gusto cercando, nell’assaggio, non quello che piace, ma quello che fa star bene.

L’educazione al gusto è importante perché ci aiuta a saper distinguere tra prodotti che richiedono professionalità, valore (etica), gusto e benessere.

Ricorderemo il suo sorriso.

Ci sono persone che, pur non conoscendole direttamente, tuttavia sanno farsi apprezzare ed amare.

David Sassoli era per me una di queste persone. Già quando era giornalista RAI apprezzavo il suo sorriso dolce e quasi timido, il garbo della sua voce  e la limpidezza del suo sguardo. Poi si è impegnato in politica e ho subito avuto fiducia in lui: sarebbe stato un ottimo rappresentante dei suoi elettori…. e così è stato.

La sua scomparsa mi addolora  e spero soltanto che il vuoto lasciato da lui sia occupato da una persona che abbia il suo stesso rispetto per le persone e per le istituzioni e la sua stessa onestà. Che il Signore dia conforto alla sua famiglia e lo accolga tra le sue braccia.

Segnali inquietanti.

Ieri più di una rete televisiva ha dedicato le sue attenzioni all’assalto al Campidoglio di un anno fa. Le trasmissioni che ho seguito io (RAI3 e La7) sono arrivate alle stesse conclusioni: negli USA è in pericolo la stessa democrazia a causa del grande seguito che continuano ad ottenere i suprematisti bianchi che riconoscono in Trump il loro leader.

Come ho sempre pensato anche io, questo rigurgito di razzismo radicale è stato rinfocolato dalla presidenza di Obama: i simpatizzanti del vecchio KKK hanno ritenuto un pericolo per la supremazia bianca il fatto che una persona di colore fosse riuscita a scalare la più alta carica del potere politico e hanno serrato le fila, incoraggiati dalla politica di Trump. Questi ancora oggi diffonde notizie false circa la legalità del risultato elettorale che ha portato Biden alla Casa Bianca e questo non fa che aumentare le fila di coloro che sono disposti a distruggere le istituzioni repubblicane e a smantellare la Costituzione.

Se le mire di questi terroristi (così sono stati definiti dai commentatori) dovessero realizzarsi, potrebbe scoppiare forse una terribile guerra civile? E quali conseguenze sono ipotizzabili sulla politica italiana e mondiale? Già adesso molti sovranisti europei sono in contatto e ottengono appoggi dai suprematisti americani, sapremo noi fermarli difendendo i principi democratici su cui si fonda la nostra convivenza civile?

Film: Mio fratello, mia sorella.

Il film inizia con una cerimonia funebre: è morto Giulio, professore di astronomia e lascia in eredità ai figli, Nikola e Tesla, che non si vedevano da vent’anni, la casa di sua proprietà in cui abita la stessa Tesla con i due figli, Sebastiano, affetto da malattia mentale e Carolina. Non potendo al momento vendere l’immobile i due eredi sono “costretti” a coabitare. E’ così che si viene via via scoprendo il motivo per cui Nik si è allontanato da casa vent’anni prima e si capisce il dramma che sta vivendo Tesla che si annienta giorno per giorno nella cura del figlio malato.

Secondo me la sceneggiatura è un po’ carente soprattutto nel finale, ma sono certo apprezzabili le interpretazioni di Claudia Pandolfi, di Alessandro Preziosi e del ragazzo malato.

Non nascondo che mi sono sentita profondamente commossa quando Tesla riesce finalmente a comunicare al fratello tutto il suo dolore da troppo tempo represso, la sua annosa  fatica di mostrarsi sempre forte nonostante la sua solitudine (il marito è fuggito lontano dai problemi della famiglia): è stato un momento molto intenso e mi ha fatto pensare a quante mamme nella realtà vivono la stessa situazione, sopportando un dolore che non ha fine. Mi è piaciuto anche come sia stato messo in luce un’altra solitudine: quella di Carolina, che vede la mamma completamente assorbita dalla cura del fratello e si sente non accudita, non amata: anche questo può succedere nella realtà.

Il finale tuttavia è un po’ ambiguo, forzatamente consolatorio e ha il grave difetto di far intendere che solo con la morte del figlio malato la situazione può trovare uno sbocco e tutti possono  trovare finalmente  la loro serenità. idea che certamente non è condivisibile. Deve esistere un modo per consentire a chi ha persone disabili in famiglia di poter continuare a vivere, magari con il supporto di strutture di assistenza improntate al rispetto per la vita e per la dignità di ogni essere umano.

 

“Amen” per Sidney Poitier.

Un altro ritratto che ha tappezzato da oltre 60 anni le pareti ideali del mio immaginario è stato staccato e ha lasciato una malinconica impronta di sè. E’ morto infatti a 94 anni uno dei miei attori preferiti: Sidney Poitier.

Il primo ricordo che ho di lui è quello legato a un film in bianco e nero: “AMEN” in cui veniva ingaggiato, un po’ obtorto collo, da alcune monache che avevano bisogno di aiuto per svolgere lavori impegnativi nel loro convento.  La fatica veniva alleviata dal canto il cui titolo dava il nome al film stesso.

Era un Sidney Poitier nel fiore degli anni, bello, aitante, con un sorriso dolce e incantevole. Mi era piaciuto molto quel film (dovevo avere circa 14/15 anni e ricordo che lo andai a raccontare alla mia amica del cuore di allora che non aveva ancora la TV.

In seguito imparai ad apprezzare le sue doti di attore in altre pellicole memorabili e ancor di più lo ammirai per il suo impegno garbato, ma tenace per la parità di diritti.

Spero che le TV nostrane gli dedichino qualche serata e ritrasmettano qualche suo film. Il bello del cinema e delle tecnologie moderne è che possono farci sentire come ancora presenti e vivi i protagonisti che più abbiamo amato, anche dopo che  hanno lasciato questa terra.

Ecco qui di seguito un breve video che ricorda il film da me citato.