UTE: Armonia e benessere (sintesi di Diana) – Peter Arnold Heise (sintesi di A. D’Albis).

Si sa che nell’antichità classica si dava molta importanza all’armonia tra corpo e mente (mens sana in corpore sano) e lo testimonia la diffusione delle terme presso gli antichi Romani e nelle terre governate dagli Arabi. Negli stabilimenti termali, oltre ai bagni in acque di diverse temperature, ci si sottoponeva regolarmente a massaggi benefici e rilassanti.

Con il Medio Evo, però, la cultura cambiò e tutto ciò che sapeva  di cura del corpo assunse una valenza negativa, così non si parlò più di massaggi o di bagni nelle acque termali, anzi per molti secoli si ritenne molto nociva la pratica igienica del semplice bagno.

In oriente invece il massaggio è stato sempre considerato una pratica molto importante per la salute del corpo e della mente.

Solo nel XVI secolo in Francia, si riscoprono i benefici del massaggio, che si diffuse ampiamente in Svezia nel secolo XIX e poi nel resto dell’Europa.

Oggi il massaggio da noi è praticato soprattutto in ambito sportivo, ma può essere di grande giovamento in varie situazioni.

Esiste il massaggio svedese, che si caratterizza per l’esecuzione di differenti ma ben precise manipolazioni  dell’intero corpo ma, a seconda delle esigenze del massaggiato, è possibile manipolare anche solo alcune aree.

C’è poi il massaggio thailandese: di ispirazione olistica, considera tutta la persona e si basa sul principio di “toccare per guarire”. Anche il massaggio ayurvedico, scienza molto antica, prende in considerazione tutta la persona e si prefigge il raggiungimento dell’equilibrio tra fisico, mente e spirito. Il massaggio TUI-NA viene impiegato per regolare la circolazione sanguigna e linfatica e per regolare il flusso degli ormoni; oggigiorno tuttavia viene sfruttato soprattutto per contrastare o alleviare sintomi dolorosi di diversa natura (dolori articolari, dolori muscolari, mal di testadolore cervicale, ecc.).

Il nostro docente, il sig. Turato, ci ha intrattenuto con passione e ci ha convinto, forse, a considerare di inserire nel nostro programma di vita quotidiana qualche seduta di massaggio:  potremmo averne qualche beneficio.

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I nostri docenti di musica Maria Rosaria Cannatà e Vincenzo Petrucci ci presentano la figura di un musicista sconosciuto, non solo al grande pubblico, ma anche agli addetti ai lavori e che compare di rado nei manuali di Storia della musica: 

Peter Arnold Heise!

I due docenti stanno conducendo uno studio approfondito su questo compositore che si concluderà con la pubblicazione di un libro su di lui, che speriamo di poter leggere presto.

Peter Arnold Heise, pur essendo di origine tedesca, nasce a Copenaghen l’11 febbraio 1830 e muore a Taarbæk il 12 settembre 1879. E’ un compositore danese di origine tedesca e la sua famiglia è di ceto elevato e benestante.

Perde la madre alla nascita e, per questo, si sentirà sempre molto solo. Sin da piccolo, manifesta la passione per il teatro e la musica. Infatti, nelle intenzioni dei familiari, avrebbe dovuto intraprendere la carriera giuridica e diventare avvocato, ma i voti eccellenti in campo musicale fanno loro cambiare idea. Si forma musicalmente a Copenaghen e a Lipsia.

Negli anni della giovinezza scrive la sua prima opera:” La ninna nanna di Aladino”. Dal 1857 al 1865 svolge l’attività di insegnante presso l’Accademia di Soro. Nel 1863 scrive un’opera teatrale per il Teatro di Copenaghen:” La figlia del Pascià”, opera composta da parti recitate e parti cantate, che ha un certo successo.

I nostri docenti spiegano che la scarsa fama di Heise è dovuta a due fattori: il primo è che scrive esclusivamente in danese, mentre i musicisti dell’epoca romantica si ispirano all’Italia, patria dell’opera; l’altro motivo è che, essendo di famiglia agiata, non ha mai avuto bisogno di mantenersi con i proventi del suo lavoro e quindi riesce a non sottostare alle leggi del mercato.

Appartenere a una famiglia benestante gli reca anche dei vantaggi: può intraprendere tranquillamente dei viaggi senza avere alcuna preoccupazione economica. Anche la moglie è ricca e non hanno figli.

Heise e sua moglie si recano in Italia, dove respirano e vivono l’atmosfera culturale e artistica di Roma. Qui soggiornano dal 1861 al 1862 e, oltre a visitare i monumenti e le ville della capitale, intrecciano rapporti con tante personalità artistiche del tempo. Conoscono persone molto interessanti, come il famoso pianista Giovanni Sgambati, e si avvicinano a una cultura e a un modo di vivere molto diversi da quelli dei paesi del Nord Europa.

Heise afferma che a Roma si sente in un’”oasi di pace”, nonostante il periodo non proprio tranquillo che sta vivendo l’Italia per le guerre d’indipendenza che porteranno all’unificazione della nazione.

Nel 1862 torna in Danimarca e si dedica alla composizione. Nel 1882 scrive la sua opera più famosa:” Drot og Marsk” (Il re e il maresciallo), che racconta la storia dell’assassinio di un re medioevale (Eric V).

I docenti concludono la loro lezione con una curiosità: a 20 anni avevano diagnosticato ad Heise una malattia cardiaca e un medico gli aveva predetto che sarebbe morto d’infarto a 49 anni. Infatti così è stato!

Peter Arnold Heise muore il 12 settembre 1879!

 

 

La Terra soffre.

Giornata mondiale per la Terra: qui potete trovare un articolo di FOCUS molto esauriente sul tema del cambiamento climatico.

E’ indubbio: il problema è grave e urgono interventi a breve, medio e lungo termine. Non possiamo più perdere tempo o i nostri nipoti dovranno emigrare in altri pianeti simili al nostro, che pare siano numerosi nell’universo; c’è però un problema ancora irrisolto: come raggiungerli visto che la loro distanza dalla Terra è un problema difficilmente risolvibile?

In attesa di soluzioni così estreme sarà meglio darci una mossa tutti insieme per poter  consegnare ai nostri posteri un pianeta ancora vivibile e, possibilmente, ancora bellissimo come lo abbiamo ricevuto noi dai nostri antenati.

Donne… è inutile lamentarsi se poi …

Dico alle donne: è inutile lamentarsi e piangere sulla discriminazione di cui siamo oggetto ancora in tanti campi. La legge ci riconosce il diritto di contare, ma siamo noi stesse a rendere inefficace quella legge: perchè è così difficile trovare donne che si candidino nelle liste elettorali, dove per legge sono previste delle quote rosa che, se non rispettate, invalidano le liste stesse? Cosa trattiene le donne dalla partecipazione alla politica, dal prendere posizione? La paura di esporsi e di dichiarare apertamente il proprio modo di leggere la realtà?

 

 

Oltre i muri, oltre le guerre.

La serata è cominciata con un filmato veramente scioccante. Mostrava tutti i luoghi della terra in cui si stanno vivendo crisi umanitarie devastanti. Campi profughi,  dove una umanità dolente sopravvive in ripari di fortuna, si estendono all’infinito in mezzo a pianure deserte dove non cresce un filo d’erba, masse di persone di ogni età in fuga si attendano alla meglio davanti ai fili spinati che dovrebbero arginare la loro disperazione …. e tutto questo mentre si spendono risorse infinite per le armi e mentre una ristrettissima minoranza di multimiliardari si arricchisce sempre più.

Dopo questo choc iniziale cui il pubblico attonito ha assistito con sgomento, è iniziato il “dibattito” sulla guerra in Ucraina con le testimonianze di due giornalisti, Luigi Geninazzi e Nello Scavo di Avvenire, che ben conoscono il problema che oggi preoccupa tutti noi.

Sono state ben inquadrate dal punto di vista geo-politico le cause remote di questo conflitto “sacrilego” (come dice Papa Francesco): alla dissoluzione dell’URSS, l’Ucraina ebbe il riconoscimento dalla Russia di Eltsin della propria indipendenza da Mosca, ma ora Putin non riconosce più quei trattati e vuole riportare sotto l’influenza russa i territori che facevano parte dell’impero zarista.

L’accusa di “nazismo” nei confronti degli Ucraini si regge, secondo il modo di vedere di Putin, sul fatto che essi  rivendicano la propria identità e indipendenza; le accuse verso la Nato, poi, perdono di consistenza se si pensa che il suo allargamento non è stato imposto con la forza a nessuno dei nuovi stati membri, che anzi hanno loro stessi chiesto di entrare a fare parte di questo organismo di difesa, proprio per diffidenza nei confronti del colosso russo.

Quanto alle trattative, da tutti auspicate per trovare una soluzione condivisa e porre fine alla guerra e alle sue atrocità, richiedono un riconoscimento reciproco e una volontà da entrambe le parti in causa che al momento non ci sono e pertanto nessuno può prevedere la durata del conflitto in atto e le sue possibili soluzioni.

Sentire le testimonianze dirette di Nello Scavo, appena tornato da Kiev, è stato illuminante: in una guerra nessuna delle due parti in conflitto ha l’esclusiva dell’innocenza,   ci sono atti di violenza da entrambe le parti; ma questo non ci deve far confondere: l’aggressore è uno solo ed è Putin ed è il suo esercito a radere al suolo intere città.

Come un gambero…

Quante parole, proclamate in lungo e in largo per tanto tempo, appaiono oggi più che mai suoni vuoti, senza senso.

Abbiamo sentito declamare l’uguaglianza tra gli uomini e il loro diritto alla libertà e alla felicità da quasi tre secoli e assistiamo continuamente a soprusi, verso individui meno fortunati, perpetrati al solo fine di schiavizzarli.

Abbiamo sentito proclamare in tutte le lingue del mondo il diritto all’autodeterminazione dei popoli e ancora oggi si nega la possibilità di esistere a popoli come i Palestinesi o i Curdi e ultimamente abbiamo sentito dire che l’Ucraina come Stato non ha diritto di comparire sulle carte geografiche.

Credevamo di essere nel XXI secolo, ma forse la storia ci sta riportando indietro di qualche secolo… come se fosse un perfido, sadico gambero.

Giovanni venditore.

giocare a vendereLa zia L. ha un negozio di cartoleria, che continua a gestire, nonostante l’età avanzata, per consentire ai dipendenti di raggiungere l’età della pensione (quanti imprenditori hanno la stessa sensibilità e onestà?).

Giovanni (8 anni) è sempre andato volentieri a trovare la zia sul luogo di lavoro, fin da piccolo, anche perchè c’erano sempre giocattoli nuovi da vedere, libri o altro e qualcosa riusciva sempre a portarlo a casa. Ora però è più grande e va un pomeriggio alla settimana in negozio per aiutare a sistemare la merce: riordinare gli scaffali, mettere in vista gli articoli più richiesti al momento;  qualche volta non esita a consigliare i clienti sugli acquisti più adeguati alle loro esigenze.

E’ stato così che un giorno c’era in negozio una signora molto incerta sul tipo di agenda da acquistare. Giovanni le ha illustrato con dovizia di particolari quanto fosse più bella, anche se un po’ più costosa, una certa agenda e la cliente ha seguito il consiglio del piccolo venditore. Giovanni era molto orgoglioso del suo successo …. chissà se da grande potrà mettere a frutto questa sua propensione alle attività commerciali.

UTE: Riflessione Pasquale. (sintesi di A. D’Albis)

La riflessione pasquale del nostro docente Don Ivano, pur avendo per soggetto un argomento religioso, come esplicitato dal titolo, si sviluppa anche in un contesto culturale e di attualità.

Nella lettura dei testi evangelici della Passione, i momenti culminanti sono quelli in cui si richiama la vera natura di Colui che viene sottoposto a giudizio: la sua umanità!

I Vangeli della Passione vanno oltre il racconto della cronaca di quelle ore drammatiche, ma fanno risaltare la persona che, pur condannata, percossa, devastata, non perde la sua dignità e appare sempre nella grandezza della sua fisionomia umana.

Quando Pilato presenta alla folla Gesù torturato, con la corona di spine sul capo, dice:” Ecco l’uomo”.

Con questa dichiarazione, Pilato suo malgrado, mette al centro “un uomo”, anzi, l’”uomo” che rappresenta tutti gli uomini maltrattati, torturati, privati della loro libertà, ai quali Egli restituisce dignità e rispetto.

Gesù sulla croce ha dato tutto sé stesso, continua il docente, si è “messo a disposizione” e, nel momento della morte, si è rivelato Figlio di Dio.

Purtroppo, la Pasqua di quest’anno è segnata dai rumori di una guerra che si manifesta con gli ennesimi atti di violenza e brutalità che calpestano l’uomo e gli tolgono, insieme alla vita, la dignità e il rispetto.

Dio, invece, è venuto sulla terra per insegnarci a vedere le persone in mezzo alle brutalità; a ritrovare, nelle vicende brutte della Storia, uno spirito più umano e a rispettare sempre la dignità umana che c’è in ciascun uomo.

Don Ivano cita Primo Levi che, nel suo testo più famoso, ci ha lasciato l’impegno di ricercare, anche dentro le persone abbrutite dall’inferno dei lager nazisti, l’uomo con tutta la sua grandezza e non solo un “sopravvissuto”.

Un altro aggancio letterario è con Dostoevskij, del quale abbiamo festeggiato i 200 anni dalla nascita l’anno scorso, con il romanzo: “L’Idiota”.

Come in tutte le opere di Dostoevskij, anche questo romanzo è segnato dall’azione negativa del male e ha come protagonista un uomo semplice e buono che è definito “idiota”.

Egli è l’”idiota” per eccellenza che, nonostante si faccia apparire “menomato”, ha la sua bellezza intrinseca che salverà il mondo.

Don Ivano ci legge una piccola parte del capitolo IV de “L’Idiota”.

Il protagonista, che rappresenta l’autore, rimane “sconcertato” davanti a un dipinto che raffigura l’immagine del cadavere di Gesù di Hans Holben il giovane, che l’autore ha avuto occasione di vedere a Basilea.

In questa immagine sono evidenti i segni di disfacimento del cadavere e viene spontaneo dubitare di una sua eventuale resurrezione.

Tuttavia, esso rappresenta il venir meno dell’Umanesimo e di alcuni valori morali, soprattutto in quel mondo europeo dove regnano le ideologie che Dostoevskij giudica diaboliche.

Anche Papa Francesco richiama il dipinto e il passo del romanzo di Dostoevskij nella sua prima enciclica “Lumen Fidei”. Egli lo fa ricordando che l’immagine del Cristo nella passione è da contemplare per riconoscervi l’amore vero e, quindi, il modo con il quale l’uomo può diventare più autentico e credibile.

Il docente legge anche un breve brano tratto dalle” Lettere di Etty Hillesum al suo amato Julius Spier” (luglio 1942) e conclude la sua lezione con una nota di speranza: nonostante i dolori e le numerose vittime della Storia, la vita continua, se continua, però, ad esserci l’amore che è più potente dell’odio.

Gesù, morendo in Croce “in quel modo”, come dice il Centurione, cioè donando tutto sé stesso, ci ha indicato la strada.

Solo se riusciamo ad accompagnare le tante persone sofferenti che ci circondano, dentro le quali continua la passione di Cristo, possiamo scoprire che in esse ci sono “persone” la cui esistenza è di valore ed è tale da far crescere in umanità anche noi.

Buona Pasqua a tutti!

Un concerto entusiasmante

E’ stato bellissimo!!

I nostri nuovi docenti di musica, Petrucci  (baritono) e Cannatà (soprano) accompagnati al pianoforte dal maestro Scaioli, ci hanno deliziato con alcuni noti brani tratti da opere liriche e da operette. Le loro esibizioni sono sempre state precedute da brevi ed efficaci presentazioni dei brani  e dei loro autori (Mozart, Rossini, Verdi, Kalman..)

Le voci così calde e ben modulate, frutto di lunghi studi e di tanta passione, hanno saputo ricreare atmosfere ora allegre, ora mistiche, ora scanzonate con tale intensità che tutti i presenti ne sono rimasti rapiti ed entusiasti.

Alla fine una lunga standing ovation ha ringraziato i due cantanti/docenti.

Speriamo che l’evento possa ripetersi a breve.