UTE: “il Bacio” di Klimt – intermezzo- Il “Don Giovanni” di Mozart.

Tra i pittori che tra la fine dell’800 e i primi del ‘900  aprirono nuove vie alla pittura, troviamo certamente Gustav Klimt, che nasce e vive in una Vienna ancora molto legata ai suoi valzer e ai suoi salotti esclusivi, ma già è evidente il declino dell’Impero Austro-ungarico ancora retto dall’ormai anziano Francesco Giuseppe, legato tenacemente al passato.

Nonostante i suoi atteggiamenti anticonformisti (abbigliamento e aspetto molto trascurato), Klimt ottiene molte commesse dai membri della corte; gli viene chiesto infatti di decorare il museo delle arti e in esso già si vedono i primi segnali di innovazione accanto ad altri decisamente romantici.

Alla fine degli anni 90 dell”800, a Vienna nasce il movimento della “Secessione”, guidato dallo stesso Klimt: gli artisti che vi aderiscono vogliono creare una rottura col passato e il loro motto è: “Ad ogni tempo la sua arte, ad ogni arte la sua libertà.

Gustav cerca anche di superare il dualismo, regnante nell’arte da tempi immemorabili, tra la donna-angelo e la donna-peccato e produce alcune opere, come Giuditta e La Speranza in cui queste due concezioni si fondono.

IL BACIO : quest’opera appartiene al momento in cui Klimt esce dal movimento “La Secessione” per seguire una strada tutta sua. Bisogna ricordare che era figlio di un orafo e che forse per questo era rimasto molto colpito dai mosaici bizantini di Ravenna. In questa che è forse la sua opera più famosa, l’oro assume diverse sfumature, che danno l’idea di movimento. I due amanti sono avvolti da due tuniche che si fondono e si distinguono solo dalle decorazioni diverse: rettangolari per l’uomo, circolari per la donna.  Attorno alle due figure, pericolosamente vicine a un baratro, c’è solo il vuoto. Non c’è prospettiva, nè profondità.

Con questa, si conclude il ciclo delle lezioni della prof. Beretta, che ha sempre il grande merito di condurci alla scoperta dei tesori dell’arte con la semplicità, che solo chi padroneggia al meglio la sua disciplina può permettersi.

Un grazie sentito alla prof. Beretta e arrivederci all’anno prossimo!

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A questo punto ieri è successo qualcosa   di inusuale: il gruppo del teatro e quello del coro, che hanno appena ripreso la loro attività, hanno dato una breve dimostrazione del lavoro fatto in queste ultime settimane: certo si capiva che il tempo per la preparazione era stato troppo breve, ma ugualmente hanno potuto far capire che i due gruppi si sono ricostituiti e che c’è posto per chi volesse aggiungersi ai pochi coraggiosi che  hanno  intrapreso questo cammino.

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Dopo il breve intervallo, il prof. Petrucci ci ha portati dentro l’opera mozartiana del “Don Giovanni” che fa parte della trilogia italiana (l’opera in quel momento storico parlava soltanto italiano)  del grande musicista austriaco.

Il mito di Don Giovanni è il più rappresentato nel mondo dell’arte e della letteratura; ad esso si sono ispirati autori come Goldoni, Kierkegaard, Byron, Puskin, Shaw, Brancati, Maraini.

Il librettista dell’opera è l’italiano Da Ponte, un sacerdote dalla vita piena di contraddizioni.  Fu introdotto alla corte di Vienna da Salieri e collaborò con i più grandi musicisti del suo tempo.

L’opera racconta di un nobile, don Giovanni appunto, che si prefigge di sedurre ogni donna che stimoli la sua ansia di conquista e per questo si ritrova oggetto delle ire delle donne da lui ingannate e dal desiderio di vendetta degli uomini ad esse vicini. Alla fine gli verrà data la pocssibilità di pentirsi e redimersi, ma don Giovanni sceglierà deliberatamente la dannazione e sarà inghiottito dal fuoco dell’inferno.

Il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di ascoltare nel modo migliore i brani più significativi dell’opera, ma ugualmente abbiamo potuto apprezzare la musica di Mozart così piena di brio e di melodie che ben descrivono lo stato d’animo dei personaggi.

Questa  è stata l’ultima lezione di questo Anno Accademico ed è toccato al prof. Petrucci, che abbiamo conosciuto da poco tempo, ma che  ha conquistato la stima e l’affetto di tutti i soci insieme alla cara Maria Rosaria, sua compagna di vita e preziosissima collaboratrice. Un grazie sentito da tutti noi e un arrivederci al prossimo anno.
Al link indicato di seguito è possibile ascoltare uno splendido Pavarotti in una delle arie più+ note del “Don Giovanni”.