Er sorcio de città e er sorcio de campagna Un Sorcio ricco de la capitale invitò a pranzo un Sorcio de campagna. - Vedrai che bel locale, vedrai come se magna... - je disse er Sorcio ricco - Sentirai! Antro che le caciotte de montagna! Pasticci dorci, gnocchi, timballi fatti apposta, un pranzo co' li fiocchi! una cuccagna! - L'intessa sera, er Sorcio de campagna, ner traversà le sale intravidde 'na trappola anniscosta; - Collega, - disse - cominciamo male: nun ce sarà pericolo che poi...? - Macché, nun c'è paura: - j'arispose l'amico - qui da noi ce l'hanno messe pe' cojonatura. In campagna, capisco, nun se scappa, ché se piji un pochetto de farina ciai la tajola pronta che t'acchiappa; ma qui, se rubbi, nun avrai rimproveri. Le trappole so' fatte pe' li micchi: ce vanno drento li sorcetti poveri, mica ce vanno li sorcetti ricchi! Trilussa descrive qui come funzionava il mondo ai suoi tempi, ma chissà perchè mi vien da pensare che non sia cambiato molto da allora...
Il senso di responsabilità.
Avevo forse 20 anni, un diploma fresco in tasca e la prospettiva di dover aspettare parecchio tempo prima di avere l’occasione giusta per il lavoro di insegnante cui aspiravo. Per questo coglievo, insieme ad alcune amiche, tutte le occasioni per partecipare a corsi che arricchissero il mio curriculum.
Eccomi perciò iscritta a un corso per la gestione dei centri ricreativi. Le proposte sono interessanti: giochi di movimento, canto corale, modellaggio ecc. Entrando in palestra naturalmente ci si doveva cambiare le scarpe e indossare una tuta.
Un giorno, una delle dirigenti del corso, all’inizio delle attività, quando eravamo tutte presenti per pianificare la giornata, ci fece una ramanzina che diceva pressappoco così:
“Gentili signore e signorine (eravamo tutte donne), sono certa che le vostre case siano ben ordinate e che nemmeno un granello di polvere sfugga al vostro occhio vigile, ma devo purtroppo farvi notare che il vostro comportamento qui, in questo centro, non corrisponde alle vostre abitudini individuali. Pertanto vi prego di curare le vostre cose, di tenerle in ordine e di consentire la regolare fruizione degli spazi a nostra disposizione.”
E’ proprio così, nel gruppo il senso di responsabilità personale si attenua, si diluisce, perchè non ci sentiamo direttamente individuabili e perchè ci uniformiamo troppo facilmente ai cattivi esempi di chi ci sta accanto (perchè solo io devo comportarmi bene?).
In questi giorni i giornali riportano vari episodi di “reati” perpetrati da ragazzi (e sempre più spesso anche da ragazze) che nel branco compiono azioni che mai commetterebbero da soli. Bisogna educare, in famiglia e a scuola, i nostri ragazzi a chiedersi sempre: farei questa cosa se ci fosse qui mia madre o mio padre? sono sicuro di poter raccontare ciò che sto facendo senza vergognarmi di me stesso?
Amare il presente, secondo Francesco.
Ieri, nella omelia della messa di Pentecoste, Papa Francesco ha parlato dello Spirito Santo che continua a darci speranza anche nei momenti bui, a farci sentire amati anche dopo gli insuccessi e i fallimenti e a un certo punto ha detto le parole che riporto qui di seguito:
….Inoltre, lo Spirito Santo è concreto, non è idealista: ci vuole concentrati sul qui e ora, perché il posto dove stiamo e il tempo che viviamo sono i luoghi della grazia. Il luogo della grazia è il luogo concreto di oggi: qui, adesso. Come? Non sono le fantasie che noi possiamo pensare, e lo Spirito Santo ti porta al concreto, sempre. Lo spirito del male, invece, vuole distoglierci dal qui e dall’ora, portarci con la testa altrove: spesso ci àncora al passato: ai rimpianti, alle nostalgie, a quello che la vita non ci ha dato. Oppure ci proietta nel futuro, alimentando timori, paure, illusioni, false speranze. Lo Spirito Santo no, ci porta ad amare qui e ora, in concreto: non un mondo ideale, una Chiesa ideale, non una congregazione religiosa ideale, ma quello che c’è, alla luce del sole, nella trasparenza, nella semplicità. …
Mi sembra che il concentrarsi sul presente, sapendone apprezzare quanto di positivo ci sta donando, sia il segreto di ogni felicità E’ apparentemente un segreto semplice, ma quanto è difficile perdonarsi gli errori del passato o allontanare i timori per un futuro che appare nebuloso e incerto!! Così, tra paura e rimpianti, rischiamo di accorgerci delle cose buone che abbiamo a portata di mano solo quando le perdiamo proprio per non averle tenute nella dovuta considerazione.
Papa Francesco ha sempre parole di grande sapienza, ascoltiamolo…
Odore di terra
Una sera a Bardolino.
Non ero mai stata sul Garda! Sono 50 anni che passo accanto ai paesi che si affacciano sul lago e non ho mai avuto modo di fermarmi.
Ieri sera, per festeggiare il mio compleanno, sono andata con mia figlia Giovanna e la sua famiglia a Bardolino, sulla sponda veneta del Garda. Faceva un gran caldo e le strade, affollatissime di turisti soprattutto tedeschi, si snodavano tra negozi tipici dei luoghi turistici e una serie infinita di ristoranti tutti al completo.
Era il tramonto quando siamo arrivati sulla riva del lago e una leggera foschia alitava sulle acque tranquille e grigie: non me lo aspettavo così grande! Sono abituata al Lario dove si può sempre vedere la riva opposta . Sul Garda no! Hai l’impressione di essere in riva al mare; solo l’odore dell’aria ti fa capire che non è acqua salata quella che sta sotto di te: è un odore leggermente “muffoso” che pervade l’aria umida.
Siamo stati al ristorante e abbiamo trascorso una bella serata. Mi resta la voglia di rivedere il Garda in pieno giorno, magari sulla riva lombarda.