Un uomo che verrà ricordato per i suoi sogni e per i suoi fallimenti.

E’ morto Gorbaciov.

In genere i grandi uomini vengono ricordati per i loro successi, per le loro vittorie. Gorbaciov invece verrà ricordato per i suoi fallimenti  e per il coraggio con cui ha provato a intraprendere un’impresa titanica: quella di riformare la vecchia URSS, che ormai dava segni di un declino inarrestabile.

Quello che mi è rimasto nella mente riguardo a questo uomo, oltre al suo sogno impossibile, è l’affetto grande che dimostrava per la sua bella moglie Raissa.

Ho trovato su internet un brano tratto da un‘intervista che Gorbaciov ha rilasciato dopo aver partecipato al festival di Sanremo su invito di Fazio: in quete sue parole c’è forse tutto il senso della sua vita:

Le cose che volevo fare e non ho fatto sono moltissime. Non tanto rimpianti, ho avuto la possibilità di fare tante riforme, ma sapete che non esiste un riformatore felice. Mi resta il dispiacere di non aver potuto vedere l’Urss oggi, sapere come avrebbe potuto essere il mondo con un Urss moderna, come avrebbero potuto vivere i popoli con una perestrojika realizzata, ma non ho rimpianti, esprimo speranze. Un altro rimpianto diffuso tra la gente è sempre quello di non avere trovato una persona con cui condividere una vita, io invece sono stato fortunato con Raissa, sono felice come sono, per la mia vita privata e per il mio lavoro.

 

 

Giovani andate a votare!

In questo articolo di Avvenire (che potrete leggere cliccando QUI), viene ben analizzato il fenomeno del disinteresse dei giovani per la politica.

Lo abbiamo visto anche qui a Erba: i giovani che si sono candidati non hanno ottenuto molti consensi, ma è logico:  i loro coetanei disertano le urne e  le persone mature o anziane, che vanno a votare, non li conoscono.

I ragazzi si trovano da sempre a vivere in un paese democratico e danno per scontato ciò che  i giovani delle generazioni precedenti hanno conquistato a prezzo di lotte dolorose e, a volte, della vita.

E’ vero, la politica spesso si dimentica dei giovani, ma questo non cambierà fino a quando i giovani non diventeranno una platea di elettori interessante di cui catturare l’attenzione e l’interesse.

Poesia: Solitudine (Trilussa)

Quand’ero ragazzino, mamma mia
me diceva: “Ricordati fijolo,
quando te senti veramente solo
tu prova a recità ‘n’ Ave Maria
l’anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe’ maggia”.
Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato;
da un pezzo s’è ad dormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna benedetta
e l’anima da sola pija er volo!

Quello della mamma di Trilussa è  un consiglio da seguire: anche a me una breve preghiera sa dare conforto.

Beata solitudo?

“Beata solitudo, sola beatitudo” così recita un antico motto. Forse a lungo andare ci si abitua e quasi ci si affeziona alla propria solitudine, ma …

Solitudine vuol dire accendere radio o TV per non sentire nel silenzio soltanto quel fastidioso acufene.

Vuol dire scegliere il programma che preferisci senza dover mediare coi gusti di chi hai accanto.

Vuol dire che se dimentichi qualcosa al piano superiore non puoi chiedere a nessuno di fare le scale al posto tuo.

Vuol dire non preoccuparsi di cucinare e mangiare quello che capita, in poltrona, davanti alla TV .

Vuol dire fare quel che ti pare e piace quando ti pare e piace, ma…. vuol dire anche fare da sola tutto ciò che ti pesa.

IMG20220825170455 (1)Ho passato un mese in compagnia coi miei nipoti Samuele (15 anni tra pochi giorni) e Davide (16 anni appena compiuti), che sono stati straordinariamente carini, affettuosi e servizievoli con questa nonna al momento un po’ acciaccata. Mi sono abituata alla loro presenza, ai loro passatempi, alle loro risate, ai loro rumori… ora sono tornati alle loro case e sento tutto il silenzio di questa “beata solitudo”

Film: Thor, Love and Thunder.

SE c’è un genere di film che proprio non sopporto è quello fantastico che ha per protagonisti super-eroi e che è costellato da scene di battaglia, a suon di armi megagalattiche, accompagnate da effetti speciali fantasmagorici.

Ma per accontentare i miei due nipoti adolescenti, ecco che accetto di sottopormi a due ore di sofferenza andando a vedere “THOR, Love and Thunder”

Il film è proprio come me lo aspettavo: una trama artificiosa (per saperne di più cliccate QUI), troppe battaglie, troppi paesaggi computerizzati, troppi mostri, troppe armi con poteri specialissimi. Una scena però mi ha divertito molto: quella in cui Zeus (interpretato da un Russel Crow ingrassato e invecchiato malamente) nega il suo aiuto a Thor. L’ironia  pervade tutta la scena: Zeus è un dio pavido che si nasconde in un angolo segreto dello spazio, Onnipotens-City, per sfuggire a Gorr e ha movenze e fisico che nulla hanno a che vedere con l’idea di un essere onnipotente. Le battute surreali fanno il resto.

In fondo, la morale che ne viene fuori è accettabile: vale la pena di difendere il bene anche a costo della vita.

I muron fan minga l’uga.

Ho letto, non so più dove, che alcune associazioni femministe si stanno schierando a favore della Meloni, solo perché sarebbe la prima donna a poter ricoprire la carica di Presidente del Consiglio.

La cosa mi lascia veramente allibita: non ci si può illudere che solo perché è donna, la Meloni possa fare il bene del nostro paese, nonostante non abbia mai veramente disconosciuto la storia inquietante che ha alle spalle il suo partito e non abbia mai preso veramente le distanze da certe frange chiaramente antidemocratiche presenti tra i suoi adepti.

Donne, usate il cervello e ricordate un saggio vecchio proverbio brianzolo: I MURON FAN MINGA L’UGA (I gelsi non fanno uva).

Film: I due Papi.

Raccomando vivamente a chi utilizza NETFLIX la visione di questo film “I due Papi” di cui potete trovare qui la recensione.

il regista brasiliano immagina un incontro tra Benedetto XVI e l’allora Cardinale Bergoglio a Castel Gandolfo. Entrambi stanno attraversando un periodo di incertezze e di travaglio interiore: Bergoglio vorrebbe tornare a fare il semplice parroco, Benedetto XVI sente di non avere più la forza di affrontare le grandi questioni che travagliano la Chiesa (pedofilia, IOR, scandali di vario genere …).  Per questo convoca il confratello argentino, che  notoriamente ha una concezione della missione della Chiesa molto diversa da quella piuttosto conservatrice di Papa Ratzinger.

A mio avviso il regista ha delineato molto bene le due figure attraverso dialoghi serrati, efficaci non privi di humour in certi momenti. I due uomini raccontano l’uno all’altro le proprie inquietudini e da distanti quali erano all’inizio dell’incontro, si ritrovano alla fine in grande sintonia e Benedetto XVI decide di dimettersi, certo che il suo successore, Bergoglio, sarà in grado di portare nella Chiesa uno Spirito nuovo, più consono ai tempi nuovi.

L’interpretazione degli attori Jonathan Pryce (Bergoglio) e Anthony Hopkins (Ratzinger) è veramente magistrale e la loro somiglianza con i due ecclesiastici da loro interpretati è davvero incredibile.

Il film riesce a disegnare due personaggi altamente credibili, dalle esperienze di vita molto diverse, ma accomunati dallo stesso amore per la Chiesa e dalla stessa coerenza e onestà intellettuale.

 

Quanto tempo è passato…

Sembra ieri quando li tenevo in braccio e cercavo di consolare il loro pianto cantando qualche canzoncina … ora sono più alti di me e sono loro ad aiutarmi …Vi voglio un gran bene Davide e Samuele!nonna e nipotoni