UTE: Arte astratta russa: Kandinskij – Fermo e Lucia: pagine a confronto.

L’astrattismo è difficile da interpretare, perché è avulso dalla realtà. I pittori russi sono stati i primi a distaccarsi dall’arte figurativa, in prosecuzione dell’arte ieratica e simbolica delle icone. Infatti già nel 1500, quando da noi l’arte imitava la realtà, in Russia le icone avevano un carattere prevalentemente spirituale.

Il termine ASTRATTO significa: che non ha contatto con la realtà; ASTRATTISMO  è quindi la corrente pittorica che non ritrae la realtà; essa nasce nel 1910, secondo i critici e gli studiosi, ma da sempre l’arte ha fatto ricorso, anche se parzialmente, all’ astrazione.

Già Cezanne aveva affermato che tutto si può ritrarre utilizzando solo tre forme geometriche fondamentali: il triangolo, la sfera e il cilindro. Questa ricerca di una nuova forma espressiva dell’arte pittorica era diventata una necessità, perché la fotografia riusciva a ritrarre la realtà meglio di qualsiasi quadro.

Abbiamo così le composizioni di Mondrian, i quadri di Gauguin e Matisse con i loro colori irreali, soggettivi.

Kandinskij dipinge il suo primo acquerello astratto nel 1910; egli cerca la spiritualità,  che elevi l’uomo. La prima ispirazione gli era venuta anni prima, guardando un quadro di Monet: aveva intuito che l’arte non ha bisogno della realtà, il suo scopo è l’armonia dei colori,  che provocano emozioni in chi li guarda  Per questo pittore è la musica l’arte per eccellenza, perché è la più astratta; per sviluppare questa sua idea arriva a stilare il parallelismo tra colori e strumenti musicali: il loro fine è comune: l’armonia. Nella sua produzione artistica ha seguito tre linee guida: le IMPRESSIONI (quadri astratti che nascono da qualcosa di reale), le IMPROVVISAZIONI (che nascono dalla sua fantasia e dalla sua sensibilità), le COMPOSIZIONI, opere meditate alla ricerca di equilibrio tra forme e colori.

Negli anni ’20 Kandinskij insegna alla Bauhaus e le sue opere diventano più “tecniche”.

Gradevolissima questa lezione della bravissima prof. Manuela Beretta. Grazie a lei io (e forse anche qualcun altro tra i soci Ute) ho capito qualcosa di più di una forma d’arte che ho sempre considerato astrusa e incomprensibile.

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FERMO E LUCIA: PAGINE A CONFRONTO.

Con questa lezione il nostro valentissimo Don Ivano conclude il ciclo di lezioni dedicato al confronto tra il romanzo di Manzoni  “Fermo e Lucia” degli anni 20 del 1800, con l’edizione definitiva del romanzo pubblicata vent’anni dopo con il titolo di “I Promessi Sposi”.

Nell’arco di quei venti anni lo scrittore ha continuato a limare, modificare, affinare non solo il linguaggio, ma anche le situazioni, i personaggi e la struttura stessa degli episodi narrati.

Il risultato  lo si può ammirare leggendo (e rileggendo) le sue pagine, dalle quali trapela la sua visione della storia  guidata dalla Provvidenza. Siamo poi passati alla comparazione tra gli episodi più famosi: l'”Addio monti” . “la madre di Cecilia” e la “follia di don Rodrigo”

Per i primi due brani, don Ivano ci ha proposto una scrittura in forma di poesia moderna senza rime e a metrica libera e il risultato è stato davvero sorprendente: quella prosa, già poetica di per sé, ha acquisito un ancora maggiore carica emotiva e una capacità ancora più intensa di commuovere.

Perchè possiate constatare l’effetto dell’artificio proposto da don Ivano , copio-incollo qui solo poche righe  dell'”addio monti”:

Addio,

monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo;

cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi,

e impresse nella sua mente,

non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari;

torrenti, de’ quali distingue lo scroscio,

come il suono delle voci domestiche;

ville sparse e biancheggianti sul pendìo,

come branchi di pecore pascenti;

addio!

Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!

Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente,

tratto dalla speranza di fare altrove fortuna,

si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza;

egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere,

e tornerebbe allora indietro,

se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso…..

Grazie, don Ivano!!!

Che pomeriggio fantastico!!!