Letture: Millenovecentottantaquattro.

Non mi era mai capitato di leggerlo prima d’ora, ma ho capito perché è giustamente tra i libri più famosi del secolo scorso.

Credo che faccia molto pensare, faccia nascere interrogativi anche sulla nostra realtà odierna, in cui sembrano verificarsi tanti fenomeni profetizzati da Orwell.

Il Big Brother, che tutto vede e tutto controlla, non si manifesta al giorno d’oggi tramite uno schermo televisivo che ti spia (come accade nei più beceri reality odierni), ma siamo comunque sempre monitorati attraverso l’uso della tecnologia, sia che telefoniamo, che facciamo la spesa, che usiamo il bancomat o che consultiamo i siti commerciali o di informazione. In troppi sanno troppo di noi tutti.

Nella realtà ipotizzata da Orwell, chi detiene il potere ha una grande preoccupazione: eliminare il maggior numero di parole, inventare un nuovo linguaggio sempre più povero perché eliminando le parole si toglie alla gente la capacità di pensare. E cosa accade oggi? I sociologi affermano che il nostro linguaggio si impoverisce sempre di più, influenzati come siamo da mezzi di comunicazione di massa preoccupati solo di fare soldi e non di promuovere il livello culturale degli utenti.

Un altro assillo del Big Brother orwelliano è quello di cambiare la storia, riscrivere il passato, perché non resti il ricordo di tempi in cui c’era la libertà; ai giorni nostri c’è chi cerca di mistificare i fatti del passato per tentare di far apparire giusto ciò che giusto non può essere.

E cosa dire poi dell’informazione? Nell’Oceania, in cui è ambientato il romanzo, c’è un ministero apposito per manipolare le informazioni e addomesticarle secondo quanto può essere più conveniente per il regime imperante. E oggi? La tecnologia moderna è in grado di inventare notizie e farle sembrare credibili, di creare fotografie che sembrano vere e invece sono create al computer: spesso non sappiamo se credere o meno alle notizie da cui siamo bombardati e che ci siamo abituati a chiamare “fake news”.

Il protagonista del romanzo è tra i pochi che ricorda il tempo precedente la rivoluzione; riesce a comprendere come la realtà intera viene distorta dal sistema di governo e cerca di ribellarsi mettendosi in contatto con quelli che gli appaiono “cospiratori”, ma anche questi si riveleranno dei mistificatori il cui unico fine è individuare i potenziali “ribelli” e neutralizzarli con ogni mezzo.

Forse se avessi letto questo romanzo 70 anni fa, quando è stato pubblicato, lo avrei giudicato come un  originale prodotto di una fantasia prodigiosa, ma  oggi  è una lettura inquietante e spesso anche poco allettante, proprio perché appare in tutta la sua dimensione “profetica” e  suscita disagio nel farti riflettere sui pericoli cui siamo esposti anche nella realtà attuale.

Ute: La marcia su Roma: il ruolo di re e Parlamento – La Milano di Gadda.

Riprendendo il tema della “marcia su Roma”, don Ivano ci ha ricordato che Mussolini era già prima del 1922 il capo dei “Fasci di Combattimento” formati in prevalenza da reduci della Prima Guerra Mondiale, scontenti del trattamento ricevuto a fine conflitto.

Al momento della marcia su Roma, che non fu affatto un evento epico, come poi la propaganda fascista lo volle far diventare, Mussolini, ricevendo l’incarico di capo del governo, poteva contare solo sul 7% dei deputati presenti in Parlamento e dovette dunque costituire un governo di coalizione che comprendeva alcuni cattolici di destra e i nazionalisti, ma escludeva socialisti, comunisti e repubblicani. Il suo discorso di insediamento del nuovo governo è molto eloquente: il disprezzo per le istituzioni democratiche trasuda da ogni parola;  è noto infatti  come “discorso del bivacco” per ricordare questo passaggio:

«Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti.
Potevo, ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto.»

Erano quindi evidenti fin da subito le sue intenzioni autoritarie e antidemocratiche, ma il Parlamento gli diede comunque la fiducia, intimorito dalla propria incapacità di far fronte ai problemi del paese e in linea con le pressioni che venivano dal mondo imprenditoriale.

E’ così che si arriva poi all’approvazione della Legge Acerbo, nota come “legge truffa” che riconosceva i due terzi dei seggi in Parlamento al partito che avesse ottenuto il 25% dei voti o comunque il maggior numero di voti. In questo modo si assicurava al partito fascista (che sapeva come condizionare le elezioni) il pieno controllo del Parlamento: l’istituzione del partito unico fu solo il prevedibile passo successivo.

Possiamo perciò dire che Mussolini arrivò alla dittatura (che gli storici fanno iniziare il 3 gennaio 1925 con il discorso sul delitto Matteotti) utilizzando le istituzioni democratiche.

Questo ci dice che la democrazia va sempre difesa, perché è sempre in agguato chi vuole abbatterla in modo subdolo e, apparentemente, indolore.

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LA MILANO DI GADDA – Gadda non amava i Brianzoli, che aveva conosciuto durante i suoi soggiorni nella Villa di Famiglia a Longone al Segrino, ma non amava nemmeno i Milanesi, perché si sentiva emarginato dalla ricca borghesia cittadina fatta di imprenditori che con la cultura in genere e con la letteratura in particolare avevano ben poco a che fare. E’ per esprimere questa sua critica feroce per una borghesia assente dal governo nazionale che il Gadda scrive “Invettiva contro Rusconi” ; in seguito scrive “L’Adalgisa”,  una raccolta di racconti in cui lo scrittore ironizza sui riti della Milano-bene di inizio secolo XX e “incendio in Via Keplero”.

La lezione è stata resa piacevole dalla lettura di alcuni brani tratti dalle opere citate di Gadda dall’Attore Christian Poggioni.

Pomeriggio tra storia e letteratura estremamente interessante.

 

Vittime collaterali.

Ieri sera in seconda serata su Rai1, è andata in onda la terza puntata di “Vittime collaterali” condotta da Emma D’Aquino.

Cliccando sul link qui sopra avrete modo di avere informazioni esaurienti sul tema della trasmissione, tema che mi ha sempre molto interessato e coinvolto: il dramma delle giovani donne cresciute in Italia in famiglie di cultura diversa.

Sono ragazze che vivono in una specie di terra di nessuno: sono andate a scuola in Italia, hanno assorbito la nostra cultura, il nostro modo di vivere, ma in famiglia questa cultura viene osteggiata. Quelle che riescono a soffocare il loro desiderio di indipendenza e libertà, riescono a sopravvivere  costringendosi a sopportare una vita di subordinazione e di umiliazione. Quelle che rifiutano questa prospettiva  vanno incontro a lotte terribili all’interno della famiglia e della comunità e, nei casi più tragici (e la cronaca ne ha riportati parecchi), si arriva anche al “delitto d’onore”.

Per prevenire eventi delittuosi si dovrebbe puntare sull’informazione e sull’educazione, affidando questo compito alla scuola per le nuove generazioni e ai capi delle comunità straniere in Italia per gli adulti. Dovrebbero essere gli Imam ad assumersi la responsabilità di spiegare ai membri delle loro comunità le nostre leggi, il nostro diritto di famiglia, aggiornandoli anche su come si evolve la società nei loro paesi di origine: da sempre gli emigranti conservano nelle loro menti un quadro fossilizzato del modo di vivere del loro paese, mentre in realtà là tutto, come è giusto che sia, si evolve e si adegua alle innovazioni culturali, economiche, sociali.

Bisogna affrontare in fretta questo problema perché anche in questo momento tante donne e tante ragazze vivono situazioni terribili, con sofferenze che provocano ferite profonde nelle menti e nei cuori.

 

UTE: Prevenzione odontoiatrica – La filosofia si interroga: guerra, diritto internazionale, nucleare

Il dr. Luca Moscatelli ci ha parlato oggi di prevenzione in odontoiatria.

La prevenzione primaria è quella che si fa, specialmente con i bambini, fissando precise norme igieniche da osservare con costanza. La prevenzione secondaria è quella che si attua curando le carie prima che il dente faccia male. La prevenzione terziaria si mette in atto quando si curano traumi, carie e malattia parodontale.

La masticazione ha notevole importanza per la nostra salute, infatti essa favorisce l’afflusso del sangue  al cervello e influisce sulla memoria: è dimostrato che a una masticazione ridotta corrisponde un invecchiamento precoce.

La struttura del dente

dente

I nostri denti sono soggetti alla formazione di carie, che insorge per la concomitanza di varie cause. La parodontite è sovente causata da scarsa cura dell’igiene orale; fortunatamente può essere curata con trattamenti individualizzati.

In caso di perdita di denti si può intervenire in vari modi a seconda delle situazioni: impianto di denti singoli su viti fissate dentro l’osso,  con ponti o dentiere fisse o mobili.

Si è poi parlato di turismo odontoiatrico, il cui limite più importante è che propone soluzioni indifferenziate  e non esistono terapie che vadano bene per tutti; inoltre spesso vengono tolti denti che potrebbero essere salvati: i denti naturali sono un patrimonio da difendere sempre. Un altro aspetto negativo è che in caso di problemi, il dentista, cui si ricorre,  prima di proporre soluzioni adeguate deve spesso intervenire sui danni arrecati dai precedenti interventi con conseguenze facilmente immaginabili.

Alla fine della lezione è seguito un nutrito “question time”: molti dei presenti hanno posto domande a cui il dr. Moscatelli ha risposto con grande pazienza e grande competenza.

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I FILOSOFI E LA GUERRA.

Fino alla fine dell’800, l’Europa si percepisce come centro del mondo, ma con le guerre del ‘900 la situazione cambia radicalmente. Alla fine della seconda guerra mondiale, inizia quel periodo noto sotto il nome di “guerra fredda” (che finirà solo nel 1989 con la caduta del muro di Berlino) durante il quale le armi atomiche rappresentavano un deterrente nella consapevolezza che il loro uso avrebbe causato la fine dell’umanità. Infatti si è arrivati a stipulare un trattato per la “non proliferazione” delle armi atomiche.

Il filosofo tedesco/americano Hans Morgenthau elabora la teoria del realismo politico: le scelte degli stati non sono tanto guidate da ideologie, quanto da questioni di interesse  e di potere, pertanto è inevitabile che si arrivi allo scontro tra interessi contrapposti. L’uomo è naturalmente aggressivo e le guerre sono inevitabili.

Karl Jasper nel suo libro “La bomba atomica e il destino dell’uomo” afferma che la scienza sembra aver dato all’uomo un grande potere, ma in realtà può determinare la sua distruzione. La scienza non è neutrale dato che produce consapevolmente armi che rendono possibile la fine dell’umanità intera. E’ possibile pensare a una guerra atomica? Jasper risponde che la disponibilità di armi atomiche richiede una nuova responsabilità ad ognuno di noi e a chi guida gli stati. E’ necessario ricercare un giusto equilibrio tra dissuasione e dialogo diplomatico, usando prudenza e ragionevolezza, senza ricorrere a ideologie. Bisogna poi porsi una domanda: esiste una guerra giusta?

John Rawls è uno dei principali esponenti del neo-contrattualismo che si rifà a Kant. Egli propone una federazione tra  Stati “dignitosi”, rispettosi del diritto internazionale e dei diritti dei propri cittadini.

Jurgen Habermas afferma che non deve essere lo stato singolo a determinare certe situazioni, ma sono gli organismi internazionali, quindi b ipotizza un governo transnazionale  in grado di sviluppare un’identità comune ed unitaria. Caldeggia pertanto la creazione di una democrazia cosmopolita che persegua interessi generali in  contrapposizione all’antica autorità dello stato.

L’italiano Daniele Archibugi arriva a immaginare un Parlamento mondiale eletto da tutti i cittadini del mondo, affiancato da una Corte internazionale e da un Consiglio mondiale, ma la realizzazione di questa ipotesi pare quanto mai utopistica.

 

Brividi.

Mi si torce lo stomaco mentre ci penso, mi vengono i brividi, ma mi rendo conto di essere d’accordo con la Meloni!!!

L’utero in affitto, o, per dirlo meglio, la “maternità surrogata” mi fa orrore!!!

Far nascere un bambino nel ventre di una donna che accetta questa situazione dietro un compenso, togliere il neonato alla donna di cui ha sentito per nove mesi il battito del cuore, le sensazioni, positive e negative, e la  voce per essere dato a un’altra “mamma” (ma potrebbe essere un “mammo”) del tutto estranea mi pare una cosa talmente contro natura da far accapponare la pelle.

Spero vivamente che tutte le donne, indipendentemente dalle loro idee politiche, difendano la meraviglia della maternità, così come la natura ha predisposto in miliardi di anni di evoluzione.

Film: Ordinary love . Un amore come tanti.

ordinary loveUna coppia, che ha vissuto insieme una vita intera e ha superato la tragedia della morte della figlia, si trova ad affrontare una nuova dura prova: la donna, mentre fa la doccia, scopre di avere un nodulo al seno.

Dopo le visite e gli esami cui si sottopone, arriva la diagnosi: tumore al seno. Comincia così l’iter che la porta a sottoporsi alla chemioterapia, all’intervento chirurgico e alla mastectomia totale. Il marito le sta accanto in ogni momento, con affetto, pazienza e delicatezza, sopportando anche gli sbalzi d’umore della moglie. Il film ritrae i due nei momenti che molti di noi conoscono: le attese delle visite, le sedute di chemioterapia, l’ansia in attesa di un referto… I dialoghi tra loro sono quelli che nella realtà intercorrono tra due persone che stanno affrontando insieme una situazione difficile, di cui non si può conoscere l’esito, ma che sanno sostenersi mano nella mano con semplicità.

I protagonisti, Liam Neeson e Leslie Manville, sono molto bravi e interpretano il  loro ruolo con grande naturalezza, dando credibilità ai loro personaggi.

Ute: G. Pontiggia: opere – Fermi e i ragazzi di Via Panisperna.

Continuando il discorso su Gadda, il prof. Galli ha oggi parlato di alcune sue opere e in particolare di : Nati due volte”

E’ il racconto in prima persona del dr. Frigerio, il cui secondo figlio nasce gravemente spastico e nel libro sono raccontate alcune tappe della sua vita, ma anche il cammino di rinascita del padre che, superando pregiudizi, timori e sensi di colpa, arriva ad accettare la condizione del figlio e acquista una nuova  e più profonda visione dell’esistenza. I vari personaggi che compaiono nella narrazione mettono in evidenza l’inadeguatezza delle strutture scolastiche e sociali di fronte alla disabilità. Il tono è sempre ironico e satirico, anche se non mancano momenti intensamente commoventi.

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FERMI E I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA – Grazie a Fermi e al suo gruppo di ricercatori, l’Italia è stata all’avanguardia nella fisica .

La fisica moderna nasce ai primi del ‘900 nasce con Einstein e con Max Planck scopritore della fisica quantistica. Fermi, entrato alla Normale di Pisa a diciassette anni, portò avanti i suoi studi di fisica da solo perchè in Italia non vi era alcuna facoltà di fisica moderna, scienza che era appena nata.  Date le sue capacità, gli venne assegnata una borsa di studio per andare a studiare in Germania.

Al ritorno in Italia, a soli 25 anni, gli venne assegnata la cattedra di fisica a Pisa e l’anno seguente si trasferì all’università di Roma, dove formò un gruppo di lavoro di cui facevano parte: Majorana, Amaldi, Segré , Pontecorvo. Inizialmente si occuparono di spettroscopia, ottenendo notevoli risultati, poi si dedicarono allo studio del nucleo atomico e, non conoscendo gli effetti della radioattività, maneggiarono materiali radioattivi senza adeguate protezioni : tutti ne subirono conseguenze.

Nel 1934 misero in atto esperimenti per produrre radioattività artificiale e arrivarono a produrre nuovi materiali. Per gli studi suoi e del suo gruppo, fermi ottenne il premio Nobel nel 1938, ma sono proprio di quell’anno le leggi razziali che indussero lo scienziato, sposato con una donna ebrea, a lasciare l’Italia per gli Stati Uniti, dove trovò appoggi importanti e anche gli altri suoi “ragazzi” lo seguirono. Poterono così continuare i loro studi seguendo il metodo di lavoro già sperimentato: condivisione e collaborazione.  E’ loro merito la costruzione del primo reattore nucleare.

Nel 1954 Fermi muore per un cancro allo stomaco; Amaldi, dopo un breve periodo in USA, ritornò in Italia e continuò la sua carriera universitari: i suoi testi di fisica vengono utilizzati da 70 anni in tutte le scuole superiori italiane. Majorana, forse il più geniale del gruppo, scomparve misteriosamente nel 1938 e di lui non si seppe più nulla: aveva 31 anni. Rasetti, dopo aver rifiutato di collaborare on l’industria bellica, si dedicò allo studio delle scienze naturali e morì a cento anni in Italia, dimenticato da tutti. Segré  seguì Fermi negli Usa e lì rimase come insegnante universitario  fino alla morte nel 1989; aveva partecipato alla costruzione della prima bomba atomica. Pontecorvo negli anni ’50 si trasferì in URSS, data la sua adesione al comunismo, e ivi morì nel 1993.

Grazie a questi pionieri ancora oggi la fisica italiana è tra le più avanzate nel mondo.

 

UTE: “Villincino. Storia e storie del borgo della carità”

Erba_presentazione-libro_90-anni_Ca-prina_2022-12-15-at-15.23.57Nella foto qui sopra compaiono la prof.ssa Alberta Chiesa, il dr. Roberto Andreoni, il dr. Giorgio Mauri e il prof. Emilio Galli, i quattro autori del libro “Villincino, storia e storie del borgo della carità”.

Ieri all’UTE mancava soltanto il dr. Giorgio Mauri perché impegnato in altre attività. Gli autori presenti hanno sintetizzato brevemente il contributo delle loro ricerche alla stesura del libro, che  vuole celebrare i 90 anni della fondazione Giuseppina Prina e ripercorre la storia di Villincino, le attività che vi si svolgevano un tempo e le vicende che hanno portato alla creazione della Casa di Riposo.

Dev’essere un libro molto interessante e di grande pregio, visto il valore dei ricercatori e degli storici che se ne sono occupati e visto anche che i testi sono corredati da foto rarissime  provenienti da archivi privati.

Il libro va richiesto in Casa Prina. Il suo ricavato sarà destinato ad attività di beneficenza.