“Rapito” un film che fa discutere.

Peccato! Non ho avuto notizia di questo incontro avvenuto a Lecco con il regista Bellocchio: avrei fatto in modo da non perderlo…

Si parlava dell’ultimo film del regista intitolato “Rapito”, nel quale si ricorda la nota vicenda di Edgardo Mortara, bambino ebreo di Bologna, strappato alla sua famiglia a 7 anni dai soldati di Papa PIO IX.

Quale il motivo di questo “rapimento”? Nel suo primo anno di vita, Edgardo fu colpito da una malattia tanto grave che la domestica, cattolica, credendolo in fin di vita, lo battezzò all’insaputa dei genitori (è risaputo che in casi di emergenza qualunque cristiano può impartire il battesimo).

Dopo alcuni anni, la domestica confidò questo segreto a un sacerdote che , secondo le leggi dello Stato Pontificio (di cui allora Bologna faceva parte), fece in modo di ottenere la decadenza della patria potestà dei genitori perché il bambino, divenuto cattolico, doveva essere educato secondo la religione cattolica.  Edgardo venne portato a Roma e crebbe in un collegio sotto la protezione diretta di Papa Pio IX . Diventato adulto, Edgardo si fece sacerdote e rifiutò di rientrare nella sua famiglia, che non aveva mai smesso di tentare ogni via per riaverlo.

Il caso fece molto scalpore all’epoca (siamo nel 1858) e  oggi non riusciamo a comprendere come ciò sia potuto avvenire: oggi la Chiesa parla di dialogo tra le varie fedi religiose, parla di accoglienza, di rispetto e di fratellanza … Papa Francesco ribadisce ad ogni occasione questi concetti e spesso punta il dito contro il proselitismo: la fede va testimoniata con una vita coerente con gli insegnamenti di Gesù Cristo.

Oggi siamo consapevoli che ci sono molti modi per arrivare a Dio e che solo LUI sa scrutare nei cuori e giudicare con giustizia.