UTE: La Cina al tempo di Matteo Ricci: problemi morali e religiosi – EUROTEX

Matteo Ricci,  come missionario, ha avuto un approccio del tutto nuovo con il mondo al quale voleva portare il messaggio evangelico.

Troppe volte, nella storia, si è creduto opportuno diffondere il Vangelo con l’imposizione e con la brutalità, stravolgendone il messaggio. Il nostro gesuita invece vuole cercare nella cultura cinese un punto d’incontro con il Cristianesimo, perciò si dedicò allo studio prima del Buddismo e poi  del Confucianesimo.

Confucio (VI-V secolo a. C.), in vita, ebbe un discreto numero di discepoli, ma il suo insegnamento si diffuse soprattutto dopo la sua morte. Egli elaborò una serie di massime morali per la realizzazione di sé in armonia con la costruzione di una prospera società umana . Lasciò un grande segno nella cultura cinese e i suoi insegnamenti si diffusero in molti altri paesi orientali.

Ricci e i suoi gesuiti tradussero le opere cinesi in latino e i testi greci e latini in cinese e diffusero in Europa gli scritti che riportano gli insegnamenti di Confucio, riconosciuto non come capo religioso, ma come autore di insegnamenti morali validi a ogni latitudine.  Ricci riuscì ad avere contatti anche con l’imperatore, che non era sfavorevole alla religione ritenendola utile anche per l’esercizio del potere. Tra le opere lasciateci dal gesuita, quella più significativa dal punto di vista religioso è “Il senso reale del Signore del Cielo” in cui l’autore dialoga con un intellettuale confuciano conducendolo pian piano a riconoscere l’esistenza di un unico Dio e la vicenda terrena di Gesù.

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EUROTEX – In questa sua seconda presentazione, il dr. Masiero ci ha introdotto nel mondo sconosciuto e affascinante della produzione di tessuti veramente particolari attraverso l’operazione del FINISSAGGIO, termine con cui si indicano tutti procedimenti che tendono ad abbellire  i tessuti.

finissaggio-tessuti-770x513Attraverso molte diapositive abbiamo potuto ammirare la complessità dei macchinari e delle tecniche che vengono utilizzate per creare stoffe elastiche, lucenti, sottili e impalpabili o robuste e resistenti.

La legislazione europea impone severi criteri per la sicurezza e la non nocività di tutta la filiera produttiva e a tale scopo le ditte devono dotarsi di certificazioni rilasciate dopo controlli semestrali.

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Macondo.

Cercando di evitare trasmissioni ormai stucchevoli, sono capitata su RAI3 dove Camila Raznovich conduce una nuova trasmissione intitolata “Macondo”.

Il titolo fa chiaramente riferimento al mitico villaggio di “Cent’anni di solitudine ” di Marquez e tratta temi di sostenibilità ambientale. Nelle intenzioni degli ideatori è il tentativo di rendere il pubblico più consapevole delle conseguenze del cambiamento climatico in atto e delle possibili risposte da  mettere in atto per contrastarne gli effetti devastanti.

Nel corso della trasmissione sono stati presentati alcuni esempi di tali risposte:

  • a Parigi si stanno attrezzando tunnel dismessi per accogliere la popolazione in caso che le temperature estive arrivino a toccare per lunghi periodi di tempo i 50 gradi;
  • nell’estremo nord dell’India si è trovato un semplice sistema per ovviare all’arretramento dei ghiacciai, favorendo la creazione di piramidi di ghiaccio che possono consentire a piccoli villaggi di continuare a vivere;
  • un’insegnante si è presa un anno sabbatico per andare in giro a raccogliere la plastica che soffoca i mari:
  • Paolo Cognetti, lo scrittore amante della montagna, si è scagliato contro gli impianti che sparano neve artificiale sulle piste da sci …

A proposito di quest’ultimo intervento, vorrei ricordare che secondo la regione Lombardia si potrebbe costruire uno di questi impianti sul San Primo con notevole spreco di risorse, in una zona che probabilmente negli anni a venire vedrà ben scarse precipitazioni nevose. Non sarebbe meglio pensare di andare a sciare in zone dove ancora la neve cade, anche se meno copiosa che in passato?

Tornando alla trasmissione televisiva, mi pare un modo intelligente di parlare di ecologia e un modo intelligente di occupare un paio d’ore del sabato sera.

Ute: Tintoria filati Sala – La matematica nella vicenda umana

CENNI STORICI -La Tintoria Sala, nata nel 1904, si stabilisce prima a Briosco , poi a Lurago e infine a Merone ed ha un notevole sviluppo negli anni del boom economico.

Nel 1970, il dr. Franco Sala, il nostro relatore, entra in azienda dopo aver fatto esperienze fondamentali in Germania. Il padre, tuttavia, lo inserisce nell’organico ai livelli più bassi, per consentirgli di imparare a conoscere a fondo l’azienda e il processo produttivo.  All’arrivo della crisi internazionale, si cerca di tamponare la situazione introducendo con successo  filati innovativi. Attualmente l’azienda tratta filati ignifughi per navi ed aerei.

LE TINTURE -Già nella preistoria l’uomo ha sentito il bisogno di riprodurre i colori, utilizzando estratti vegetali o derivati dal mondo animale attraverso processi di lavorazione molto lunghi e costosi. Solo  nel 1856 viene trovato il modo di produrre colori artificiali in tempi brevi e con costi contenuti. Nel 1992 la normativa europea impone nuovi protocolli di produzione dei coloranti a tutela della salute dei consumatori: oggi i coloranti sono totalmente innocui.

LA PRODUZIONE – Nel 1946 venivano usate ancora le antiche vasche di rame, poi sostituite nel 1950 da macchinari in acciaio inossidabile con minor consumo di acqua e meno inquinamento. Nel 1984 l’azienda  informatizza alcuni settori di produzione e negli stessi anni si dota di un impianto di depurazione dell’ acqua; tale impianto viene potenziato nel 2000 e le acque possono essere riutilizzate.

Fa parte del complesso industriale anche  un efficiente laboratorio di analisi chimiche. L’azienda ha ricevuto molti riconoscimenti in campo nazionale ed internazionale.

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LA MATEMATICA  NELLA VICENDA UMANA .

Il dr. Luca Galoppo cerca di sfatare l’idea abbastanza comune che solo alcuni privilegiati abbiano la capacità di capire la matematica. In realtà noi cominciamo a contare fin dalla nascita, perché una parte del nostro cervello è riservata alla matematica. E’ stato provato che anche alcuni animali sono in grado di contare entro certi limiti.

Si è cominciato a parlare di matematica come scienza già presso i Babilonesi (2500/3000 a. C): essi infatti ricorrevano ad operazioni di calcolo nella misurazione dei terreni, nella navigazione, nei commerci, nel calcolo di aree e volumi e utilizzavano strumenti in uso ancora oggi. Cominciarono a misurare gli angoli in base 60 (cosa che i computer non possono fare) per ragioni pratiche e religiose.

La geometria, come dice la parola stessa, nacque per misurare i terreni; a questa operazione erano addetti gli arpedonati (cioè annodatori di corde), che riuscivano anche a calcolare le circonferenze.

I Greci ereditarono dai popoli orientali questo patrimonio di conoscenze e lo riordinarono. Il terzo secolo a.C. fu l’epoca d’oro della matematica ellenica (Pitagora, Archimede…).

I numeri che usiamo oggi nacquero in India, ma furono introdotti in Occidente dagli Arabi insieme al valore posizionale delle cifre e allo zero.

Nell’architettura e nella scultura è evidente il rispetto delle proporzioni, cioè dell’armonia tra le misure.

I numeri possono essere naturali, relativi, frazionari, irrazionali (3,14), immaginari (come la radice quadrata di -1). Il cellulare funziona con la meccanica quantistica basata su numeri immaginari.

La discalculia dipende da una situazione mentale particolare che non consente la memorizzazione delle cose schematiche.; oggi la tecnologia consente di ovviare a questo problema

Mi pare molto utile cercare di vedere la matematica con occhi più benevoli, cercando di sfatare pregiudizi abbastanza diffusi.

 

L’UTE per il sociale.

Fa parte del DNA dell’UTE di Erba mettersi in ascolto  delle richieste di sostegno che vengono dal territorio e  accoglierle cercando di rispondere con iniziative ad hoc.

E’ in questo contesto che il 1° Dicembre prossimo si terrà un concerto con la partecipazione del M.° Fedeli, della sua formazione musicale e  del suo preziosissimo Guarneri, che da quasi tre secoli ci regala la sua voce ineguagliabile.

Saranno sul palco anche i gruppi musicali della locale scuola media Puecher con i propri bravissimi insegnanti, il cui lavoro è stato più volte segnalato e premiato anche in campo nazionale.

Il ricavato della serata  verrà devoluto al progetto OASI per ragazzi autistici del territorio erbese. Si auspica una partecipazione numerosa e “generosa”!!!

concerto natale 2023

 

ute : Erba diventa città – Eurotex-

La professoressa Alberta Chiesa da molti anni collabora con l’UTE condividendo con noi il frutto delle sue ricerche storiche; oggi ci ha parlato di quanto è andata riscoprendo negli archivi cittadini sulla costituzione del  comune di Erba e sul conferimento del titolo di città.

Tra la fine dell”800 e l’inizio del ‘900, Erba comincia a trasformarsi da centro agricolo a centro industriale e commerciale con la nascita di diverse imprese.

Nel 1906 si ha l’unificazione tra i due comuni di Erba e Incino e si hanno le elezioni cui partecipano 368 votanti (la legge elettorale del momento riconosceva il diritto al voto solo agli uomini con un certo censo). Viene eletto sindaco Luigi Zappa al quale succedono poi, Battista Bartesaghi (1911), Angelo Bassi (1914) e il sindacalista Giussani (1920) che introduce molti provvedimenti a favore dei più poveri nel campo dell’istruzione e della sanità, ma per questo deve aumentare le tasse, cosa che lo rende impopolare. Nel 1922 vengono richieste le sue dimissioni e nel gennaio 2023, con l’avvento del fascismo, il Municipio viene invaso e il sindaco Giussano è costretto a dare le dimissioni. Gli subentra un commissario prefettizio a cui seguono nella carica di podestà, fino al 1945, Pietro Frigerio e Pietro Airoldi.

Nel 1928 al comune di Erba-Incino vengono associati  altri cinque comuni limitrofi (Arcellasco, Parravicino, Crevenna, Buccinigo, Cassina Mariaga) e assume le dimensioni attuali.

Nella seconda metà del Novecento, l’agricoltura scompare quasi del tutto, mentre sorgono numerose imprese, commerciali, industriali e artigianali. E’ un periodo di benessere diffuso e vengono realizzate numerose opere pubbliche. Nelle aziende cittadine sono impiegati più di 3300 dipendenti

Nel 1969 il Consiglio Comunale approva la delibera con cui si chiede  per Erba il riconoscimento del titolo di “città”, titolo che viene concesso nel 1970 con un decreto firmato dall’allora Presidente Saragat.

I festeggiamenti vennero però rinviati di un anno, in attesa che si completasse la ristrutturazione di Villa Majnoni, nuova sede del Comune.

Come sempre, l’intervento della dr.ssa Chiesa è stato particolarmente apprezzato dai soci per la sua chiarezza espositiva e per la ricchezza della documentazione.

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EUROTEX -Il dr. Masiero oggi ci ha parlato della sua azienda che si trova in Via Milano. Nel 1998 l’azienda originaria che si occupava di macchine per l’industria tessile, si trasforma e comincia ad occuparsi di lavorazioni particolari sui tessuti, con estrema attenzione alla sostenibilità, alla sicurezza e alla solidarietà (Vedi Codice Etico sul sito della ditta).

Dopo questi primi cenni alle caratteristiche dell’azienda, il dr. Masiero ci ha spiegato schematicamente quali e quanti tipi di fibre tessili esistono e il ciclo di lavorazione che consente di arrivare dalla materia prima al tessuto finito.

E’ un mondo molto complesso e chi lavora con successo in questo settore possiede certamente competenze di altissimo livello.

In questo pomeriggio l’Ute ci ha offerto l’occasione di conoscere meglio la nostra città.

 

 

GIA’ LA PIOGGIA E’ CON NOI (S. Quasimodo)

Quella appena trascorsa è stata una notte di lampi, tuoni e pioggia battente.

Era impossibile dormire. Ogni tanto scrutavo da dietro le imposte per vedere quello che stava accadendo, sperando che non accadesse nulla di grave. Di questi tempi le piogge hanno assunto caratteristiche inquietanti: o restano assenti per lunghi mesi o cadono a dirotto con una forza distruttiva che non conoscevamo prima.

Quasimodo nella poesia che segue parla invece di una pioggia che non fa paura, che scuote appena l’aria, che alimenta i laghetti lombardi e che porta con sé l’annuncio di un anno che sta per finire.

 

Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.

 

 

UTE: La lingua cinese – Il grano dal campo alla tavola.

Dopo averci parlato dell’aspetto geografico della Cina, la prof. Miryam Colombo oggi ci ha illustrato alcuni aspetti della lingua cinese, così diversa dalla nostra.

In Cina si parlano diverse lingue, ma quella prevalente è quella parlata dal 92% della popolazione di etnia HAN (in cinese: 汉族)  che vive nella parte centro-orientale del Paese. Il restante 8%  è composto da 55 etnie diverse che parlano lingue diverse, spesso influenzate dalla lingua parlata nei territori con cui confinano.

La lingua standard, quella fissata dalle regole grammaticali, sintattiche e ortografiche, è utilizzata nei documenti ufficiali e nei mezzi di comunicazione; essa è anche parlata nella zona di Pechino e viene insegnata nelle scuole, ma in genere la lingua parlata dalla popolazione cinese è diversa da quella standard.

La lingua cinese si basa su 418 sillabe rappresentabili con un carattere e ognuna di esse ha un significato preciso; le sillabe però possono essere pronunciate con 4 toni diversi assumendo anche significato diverso. La caratteristica tonale della lingua cinese fa sì che la metà dei suoi musicisti possegga l’orecchio assoluto (capacità di riconoscere una nota al solo sentirla suonare) , cosa invece molto rara qui da noi.

Proprio per le caratteristiche della loro lingua, i cinesi sono molto appassionati ai giochi di parole; il loro numero sfortunato è il 4 la sua grafia richiama la morte (per i latini era il XVII perchè anagrammando le lettere si può formare la parola VIXI= ho vissuto)

I figli prendono il cognome dal padre, mentre il nome viene composto utilizzando a piacere delle sillabe.

Scrivere in cinese non è semplice: esistono 56.000 caratteri diversi, ma normalmente se ne utilizzano 5/6000. Durante la vita scolastica se ne possono imparare 3mila o 3500 e si continua a impararne tutta la vita.

In Cina ci si dà del tu, ci si saluta chiedendo “come stai?” e non si danno baci o abbracci.

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IL GRANO DAL CAMPO ALLA TAVOLA .

E’ stato un interessante excursus nel mondo del grano e della pasta quello che ci ha presentato oggi il giovane docente Simone Frigerio.

A partire dai tipi di grano (tenero per panificazione, duro per la pasta), per passare alle parti che costituiscono un chicco di grano e arrivare al processo produttivo della  pasta.

Per ottenere una buona pasta occorre selezionare il grano migliore, che viene setacciato per eliminare le impurità, poi si passa alla macinatura a pietra o meccanica; si ottengono così vari tipi di farina adatti a produzioni diverse.

L’Italia  produce grano duro al sud e grano tenero (poco perchè non remunerativo) al nord. Siamo i più grandi produttori di pasta al mondo, e ogni italiano consuma 23 kg. di pasta ogni anno.