Giovanni e Gioele sono molto felici di giocare con Elisa, che li sa intrattenere in modo piacevole, ma chissà come a un certo punto Gioele cade e batte l’orecchio contro uno spigolo. IL dolore è certamente forte e Gioele ha certamente visto qualche film o cartone animato dove un trauma ha causato la perdita della memoria.
Per questo mentre strilla a gran voce per il male e lo spavento, trova il fiato per dire a sua madre che è accorsa: – Ho perso la memoria!!!-
Subito rintracciamo nel freezer una busta di ghiaccio secco, che mamma Paola appoggia sull’orecchio dolorante e intanto sottopone, molto seriamente, l’infortunato a un test: – Come ti chiami?.
Gioele!-
Come si chiama tuo fratello?-
Giovanni.
Quanti anni hai?
Sette.
Gli animali sono esseri viventi? (tema della lezione appena studiata)
Sì.
E’ tutto a posto, Gioele! La memoria è tornata!! – E Gioele smette di piangere e torna a giocare. Brava, mamma Paola! Sei riuscita a rassicurare il tuo bimbo facendo finta di credere alle sue paure….
Si era nel 1948, quando a Erba alcune donne, tra le quali la sig.ra Mariuccia Ciceri in Fusi, fondarono il circolo CIF di Erba. In campo nazionale questa associazione era nata già nel 1945, alla fine della guerra, quando si doveva ricostruire una nuova società.
Il CIF raccoglieva tutte le associazioni femminili di ispirazione cattolica presenti in Italia e si proponeva di accompagnare le donne a una nuova partecipazione alla vita politica italiana, da cui erano state sempre escluse.
Innumerevoli sono state le iniziative poste in essere dalle “ciffine” a partire da quegli anni anche qui a Erba, mirate alla promozione culturale e sociale delle donne, per aiutarle a conseguire piena consapevolezza dei propri diritti e dell’apporto insostituibile della loro presenza nella società. In quei primi anni erano tante le sofferenze e le necessità da soccorrere: l’inserimento dei reduci e l’assistenza agli sfollati prima di tutto. Rivolgendosi alle donne ecco che non potevano mancare anche iniziative di assistenza ai bambini a cui assicurare la possibilità di soggiorni al mare o in montagna; l’asilo Gianetti di Erba iniziò ad operare grazie alle donne del CIF e così pure i primi asili nido. Nel 1994 le donne del CIF, tra le quali Mariuccia Guarisco in primis e Angela Parietti, ebbero la grande soddisfazione di veder nascere l’UTE di Erba dopo anni di lavoro di preparazione.
Da allora sono passati molti anni. Le fondatrici dell’associazione sono ormai scomparse da tempo e le socie attuali non sono più operative per ragioni di età e per condizioni di salute, inoltre il mondo femminile è molto cambiato e le giovani non sentono più il richiamo di un’associazione come il CIF. Per questo siamo giunte alla dolorosa decisione di chiudere il circolo di Erba. L’associazione continuerà tuttavia a vivere a livello provinciale e continuerà ad intervenire nelle scuole superiori di Erba, di Como e Cantù per avviare i ragazzi alla conoscenza delle tante facce del volontariato e motivarli così ad un impegno sociale che aggiunga senso alla propria vita. A Erba l’UTE continuerà a offrire ai non più giovanissimi tante occasioni di aggiornamento culturale, di socializzazione e di intrattenimento.
Rivolgo un profondamente sentito ringraziamento a tutte le donne che con il CIF, in questi 76 anni di attività, hanno profuso intelligenza ed energia per rendere migliore questo nostro mondo.
Ieri, la prof. Molinari, continuando il discorso su Shakespeare, ci ha parlato della sua ultima opera teatrale intitolata “La Tempesta” , nella quale il grande commediografo inglese esprime una visione meno pessimistica dell’umanità e della vita, rispetto alle sue tragedie precedenti.
In questa opera viene narrata la vicenda di Prospero, duca di Milano dedito alla magia, a cui il fratello usurpa il potere e perciò fugge e approda in un’ isola deserta con la figlia. Da lì scatena una tempesta che fa naufragare la nave su cui viaggia il fratello con il re di Napoli per attuare la sua vendetta, ma poi Prospero rinuncia al suo proposito e saprà trovare la pace del perdono. L’ultimo monologo di Prospero, che si congeda dal pubblico, è anche il congedo dalle scene di William Shakespeare.
LEZIONE/CONCERTO – Finalmente ieri abbiamo ritrovato i nostri amatissimi docenti di Musica: Vincenzo Petrucci (baritono) e Maria Rosaria Cannatà (soprano).
E’ stata bellissima la lezione concerto che ci hanno regalato. Dopo una breve contestualizzazione storica, accompagnate dal m.° Scaioli, sono state eseguite alcune romanze, genere che ebbe la sua fortuna durante la Belle Epoque e che è un incrocio tra le arie delle opere liriche, la “chanson” di tradizione francese e i lied di tradizione tedesca.
Sono state eseguite con grande bravura romanze di Francesco Paolo Tosti, Donaudy e Puccini e ho scoperto che anche D’Annunzio ha collaborato con Tosti per i testi delle sue romanze.
Le belle voci di Vincenzo e Maria Rosaria e la musica di cotanti autori, hanno riempito Sala Isacchi di armonia e i presenti hanno tributato alla fine ai nostri docenti e al maestro Scaioli la proverbiale meritatissima “standing- ovation” .
Solo l’UTE offre lezioni- concerto di tale livello artistico!!!
Il “gruppo Culturale Lazzati” della Parrocchia di Arcellasco ha già collaborato alla pubblicazione del calendario 2024 sul tema “NONNI E NIPOTI” e già da qualche tempo ha invitato a più riprese i parrocchiani a inviare , tramite la segreteria parrocchiale, foto sullo stesso tema. L’intento è quello di rappresentare in una mostra, con le immagini prese dai nostri album e dai nostri cassetti la meraviglia di essere nonni che si rinnova di generazione in generazione.
Si chiede che ogni foto rechi nome cognome e numero di telefono dei proprietari; si assicura la massima cura nella custodia e nella restituzione delle foto stesse al termine dell’evento.
Si ringraziano fin da ora coloro che aderiranno a questo ultimo appello e renderanno possibile la realizzazione della tradizionale mostra in occasione della festa patronale di Arcellasco.
Mondo di sofferenza: eppure i ciliegi sono in fiore. Kobayashi Issa (1763-1828)
Con tre versi e nove parole l’autore di questo haiku suscita in noi tanti sentimenti, tanti pensieri: ci fa ricordare la sofferenza che ciascuno di noi prima o poi incontra nella vita e la sofferenza del mondo intero con i suoi tanti problemi irrisolti e le sue tragedie, ma portando il nostro sguardo sul ciliegio fiorito ci fa anche pensare alla bellezza insuperabile della natura, alla vita che continua nonostante tutto e ci fa sperare …nonostante tutto.
La conoscenza degli esseri viventi è ben lontano dall’essere completa, infatti si scoprono in continuazione nuove specie e si ipotizza che si possa arrivare a 10milioni di specie diverse; ad oggi se ne conoscono 1,4 milioni come risulta da questa diapositiva proiettata ieri dal prof. Sassi:
Dalla lista precedente mancano i batteri (circa 1000miliardi di specie – sono le prime creature viventi comparse sulla terra) che svolgono funzioni diverse: alcune utili, altre nocive anche all’interno del nostro corpo. Una cellula batterica è un laboratorio efficientissimo e si riproduce ogni mezz’ora.
Sulla terra esiste una notevolissima biodiversità, che, tuttavia sta diminuendo velocemente in questi ultimi decenni per l’azione dell’uomo (calo del 60% dei vertebrati dal 1970 al 2014 – insetti impollinatori minacciati di estinzione per antiparassitari e insetticidi).
Ognuno di noi può fare qualcosa contro questa tendenza; ad esempio si può diradare il taglio dell’erba in orti e giardini, dando così il tempo di riprodursi alle specie animali e vegetali ivi ospitate. Proprio per sensibilizzare le persone su questo problema, in Inghilterra è nato il movimento” NO MOW MAY” (non tagliare l’erba nel mese di maggio).
Una volta che lo scienziato scopre un nuovo essere vivente , deve classificarlo. Cosa significa classificare e come classificare gli esseri viventi?
Classificare significa raggruppare per caratteristiche comuni; ogni giorno anche nelle nostre case classifichiamo gli oggetti per riporli nei cassetti e per riordinare. Il primo a occuparsi della classificazione degli esseri viventi fu Linneo (XVIII secolo) che cominciò a identificare gli esseri viventi con due nomi latini: uno per il genere e uno per la specie. I moderni scienziati inoltre seguono le orme di Darwin e vanno alla ricerca dell’antenato comune tra specie diverse.
LA PREVENZIONE – Il dr. Roberto Galimberti ci ha parlato del nuovo obiettivo che si pone il mondo della sanità al giorno d’oggi. Si è capito che che è conveniente anche economicamente prevenire le malattie, anziché curarle quando ormai sono conclamate.
Per prevenzione si intende l’insieme di tutte le misure utili a contrastare l’insorgenza di una malattia. La prevenzione può essere:
PRIMARIA quando è rivolta all’ambiente in cui viviamo: combattere l’inquinamento, controllare che ciò che si utilizza sia in buono stato, chiudere le buche nelle strade, ecc.
SECONDARIA quando è rivolta a pazienti già affetti da qualche patologia cronica per evitare complicanze. Appartiene a questa seconda categoria il metodo dello screening, rivolto alla generalità della popolazione per individuare il più presto possibile la possibile insorgenza di una patologia (pap-test, mammografia, colonscopia)
TERZIARIA quando si cerca di contrastare l’evoluzione di una malattia già in atto.
Si parla di medicina predittiva quando si indaga sulle condizioni che possono favorire l’insorgenza di una certa patologia.
Il Ministero della Sanità si occupa tra l’altro della tutela della salute nel mondo del lavoro, della salute degli animali e dell’igiene, della sicurezza alimentare. Nel 2017 sono state inoltre introdotte le vaccinazioni.
Per una buona prevenzione ognuno di noi può evitare i fattori di rischio più noti: fumo, cattiva alimentazione, sedentarietà, alcool; è bene evitare l’ obesità, controllare la glicemia ed evitare ambienti inquinati.
E’ buona norma, una volta individuata una patologia, intervenire tempestivamente per prevenire le complicanze. Si sta profilando una nuova possibilità di prevenzione e cura con l’uso di cellule staminali e con la medicina quantistica che, basandosi sulle ultime scoperte della fisica quantistica, rileva le alterazioni energetiche che causano le patologie, anzi, è in grado di individuare i cambiamenti elettromagnetici ancor prima del manifestarsi della malattia, con la possibilità di intervenire in tempo. La medicina quantistica è la medicina del futuro.
I figli sono come gli aquiloni, insegnerai a volare ma non voleranno il tuo volo.
Insegnerai a sognare ma non sogneranno il tuo sogno.
Insegnerai a vivere ma non vivranno la tua vita.
Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.
Come sempre Madre Teresa riesce a esprimere con efficacia unica pensieri e sentimenti che noi tutti sperimentiamo, ma non sappiamo esternare.
Chi potrà mai comprendere come figli nati dagli stessi genitori, cresciuti nello stesso ambiente, con gli stessi principi siano poi tutti diversi tra loro e ognuno percorra vie diverse e , a volte, divergenti? Già dai primi momenti di vita si può capire l’indole del nuovo nato: c’è quello irrequieto che non dorme mai, c’è quello tranquillo e quello che sorride a ogni tuo sguardo. Da dove derivino queste differenze non è facile da dirsi, ma sono proprio queste differenze che rendono bellissimo e terribilmente affascinante il mestiere di genitori.
C’era un tempo in cui avevo l’assicurazione sanitaria indiretta, perciò potevo scegliere il medico a cui rivolgermi e poi, espletando una pratica burocratica non sempre agile, potevo richiedere il rimborso delle spese.
Poi con la legge del 1978, ministro Tina Anselmi, venne istituito il S.S.N. e l’assistenza sanitaria fu unificata e uguale per tutti i cittadini. Dovevi fare un po’ di coda presso l’ambulatorio del medico di base, ma poi potevi avere la certezza di poter accedere gratuitamente a visite specialistiche ed esami in tempi ragionevoli . Nel 1982 furono introdotti i ticket sanitari e anche questo mi è sempre sembrato un provvedimento sensato: se puoi contribuire al mantenimento del S.S.N. in cambio della possibilità di poter usufruire di servizi costosi altrimenti inaccessibili, è cosa buona e giusta farlo.
Ora siamo invece in una fase mai vista nella mia non breve vita: il medico ti prescrive una visita, tu vai con la ricetta allo sportello dell’ospedale o telefoni al call-center e ti senti rispondere che non ci sono posti disponibili o ti devi rassegnare ad aspettare sei mesi, un anno e anche più…. e nel frattempo che faccio? mi tengo i miei guai di salute o attingo ai miei sudati risparmi e chiedo privatamente visite ed esami!!
E’ così che si sta piano piano insinuando l’idea che la salute non è più un diritto per tutti, ma solo per chi se lo può pagare e questo non è più democrazia…
Il S.S.N. va difeso prima che sia troppo tardi ed è molto apprezzabile l’iniziativa di cui si parla in questo articolo